Quanto si fidano gli americani della scienza? I risultati di una nuova ricerca
di Chiara Siracusa
Risale al 14 novembre 2023 la pubblicazione dell’ultimo report del Pew Research Center, intitolato con un lapidario La fiducia degli americani nella scienza continua a declinare. Il Pew Research Center è un’associazione che indaga problemi attuali e varie tematiche nel campo della scienza sociale, spaziando dalla demografia all’opinione pubblica su fatti come immigrazione, istruzione e scienza. I dati sono per lo più raccolti negli Stati Uniti, ma molte testate giornalistiche, anche Italiane, beneficiano delle esaustive analisi comunicate.
Negli ultimi anni questo tipo di analisi sulla fiducia dei cittadini americani verso la scienza viene fornito più o meno regolarmente, ma di volta in volta da punti di vista specifici. Quella precedente, pubblicata agli inizi del 2022, era focalizzata su quale opinione della scienza avessero gli americani di colore. Altre recenti inchieste hanno riportato la disparità di rappresentanza di genere nelle STEM o il dibattito sul COVID, con tutta la sua originaria e derivante confusione. L’ultimo arrivato è un report compilato dal team di Brian Kennedy, ricercatore in Scienze politiche, e da Alec Tyson, altro storico sociologo navigato nei sondaggi. Migliaia di dati sono stati raccolti per ricostruire la concezione contemporanea della scienza e degli scienziati negli Stati Uniti.
Le modalità del sondaggio
Le quasi 9000 interviste sono state condotte in un intervallo di tempo tra il 25 settembre e il 1° ottobre 2023, riportando le opinioni di adulti (età superiore ai 18 anni) statunitensi (includendo naturalmente anche Alaska e Hawaii) selezionati casualmente, con particolare cura nell´oversampling (sovracampionamento) di uomini ispanici, non ispanici neri e non ispanici asiatici, per equiparare il peso delle opinioni dei gruppi demografici meno rappresentati. I dati sono stati poi ponderati sulla base della numerosità del campione per dare le corrette proporzioni.
Cosa ne è venuto fuori: i punti chiave
Riassumendo, poco più della metà dei cittadini statunitensi (il 57%) pensa che la scienza contribuisca positivamente alla società. Un valore che negli ultimi due anni è sceso dell’8%, cioè, ben 16 punti percentuali dall’inizio della pandemia da Coronavirus: numeri giganteschi se rapportati al totale. Un terzo dei cittadini si trova in una posizione intermedia, mentre un restante 8% attribuisce addirittura una connotazione negativa alla scienza. Un andamento, che come riassunto da un grafico sembra inequivocabilmente suggerire un declino nella fiducia nei confronti della scienza. Un declino che viene sentito anche nei confronti di settori come il governo federale e altre istituzioni.
Nel dettaglio: gli operatori della scienza
Nonostante i primi dati così negativi, in generale tre quarti degli americani nutre un sentimento di fiducia nei confronti degli scienziati. Anche questo dato si è però ridotto nel post-pandemia (di circa 14 punti percentuali), con un parallelo incremento degli scettici, che si attestano intorno al 27%. Tuttavia, l’americano medio tende a stimare le istituzioni, inclusi scienziati, militari e medici, per il loro lavoro volto al bene pubblico.
Un identikit del “credente”
- Politica. Il declino della stima nella scienza risulta essere stato più pronunciato nei repubblicani, in cui il numero dei diffidenti è letteralmente raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico. Nei democratici il calo è stato meno drastico (nonostante sia segnalato in due modalità differenti: mentre per i repubblicani il valore è dato in “chi non crede”, quindi in negativo, nel caso dei democratici vengono segnalati gli ottimisti, cosa che conduce a un valore comunicato da un punto di vista visivo più alto).
- Il ruolo della recente pandemia da COVID è stato comunque cruciale, poiché la maggior parte dei repubblicani non ha condiviso le scelte politiche per la gestione dell’emergenza, e, anzi le ha reputate troppo limitanti delle scelte individuali e svantaggiose per le attività economiche.
- Età e istruzione. I più fiduciosi sono uomini di età media con un’istruzione superiore, di solito post-laurea. Inoltre, anche l’etnia sembra avere un peso notevole, dato che i bianchi che hanno risposto al sondaggio sono associati ad un livello maggiore di fiducia, che potrebbe portare a pensare a quale in generale sia il livello di soddisfazione nei confronti delle istituzioni.
Investimenti e questione di immagine
Sebbene si attribuisca un sempre minor credito alla ricerca e allo sviluppo in campo scientifico, circa 8 cittadini su 10 credono che occorra investire, specialmente per mantenere un ruolo di leader nel contesto internazionale. Malgrado il pessimismo, insomma, l’importanza di investire per difendere l’immagine degli Stati Uniti nel mondo mette d’accordo democratici e repubblicani.
E in Italia?
Non sono disponibili studi ad hoc in Italia, malgrado nel 2022 l’azienda americana 3M abbia compilato un indice dello stato della scienza, ponendo una lente di ingrandimento su 17 paesi fra i quali il nostro. È un sondaggio meno potente, che raccoglie in totale 1000 campioni e dà una visione assai ottimistica: la percentuale di opinioni favorevoli alla scienza è infatti pari all´85% dei casi.
Perché questo studio è importante?
In primo luogo, perché dalla seppur piccola differenza tra i democratici bianchi e gli ispanici in merito alla fiducia si evince che il modo in cui la scienza e le istituzioni rispondono ai bisogni dei cittadini è un fattore determinante. Risulta vero anche che di solito l’istruzione accresce l’ottimismo nei confronti del progresso scientifico. Questo può essere dovuto sia al fatto di avere una conoscenza adeguata del mondo della scienza e delle tecnologia – dunque a una migliore comprensione – ma anche all’accesso a fonti più autorevoli e sicure. Di conseguenza, non solo l’istruzione, ma anche la presentazione trasparente delle informazioni ha un ruolo chiave. La scienza non tiene nascoste verità assolute – dato che non le possiede. Ed è fondamentale che sia chiaro: se i cittadini credono negli scienziati, allora possono seguire la guida degli esperti, soprattutto nelle emergenze, come si è visto nel caso del COVID.
Per contrastare la sfiducia, insomma, il report suggerisce che l’adozione del metodo scientifico nella politica come strumento decisionale sia sempre più in primo piano, ribadendone un ruolo di “guida, di innovazione e di cambiamento nella società”.
Immagine in evidenza: una “Marcia per la scienza” tenutasi negli Stati Uniti nel 2017. Foto di Master Steve Rapport, rilasciata in licenza CC BY 2.0, via Wikimedia Commons.