18 Maggio 2024
Il terzo occhio

E-Cat: intervista a Giuseppe Levi

Dopo alcune settimane, facciamo di nuovo il punto sulla vicenda dell’E-Cat. Come abbiamo raccontato in una serie di articoli, il dispositivo produrrebbe energia grazie a qualche forma di reazione nucleare a bassa energia (LENR) simile alla fusione fredda di Fleischmann e Pons, fenomeni la cui esistenza non è accettata dalla maggior parte della comunità scientifica. Poco dopo la conferenza di Sergio Focardi a Pavia, il giornalista svedese Mats Lewan di Ny Teknik aveva partecipato a una nuova dimostrazione dell’apparecchio. Nonostante qualche accorgimento volto a tentare di migliorare le misure, la visita di Lewan non aveva aggiunto molto rispetto alle precedenti; in quella circostanza anzi la potenza sviluppata dall’E-Cat era più bassa, intorno a 2,5 kW.
Nel frattempo è proseguito il dibattito sulle misure effettuate a Bologna, e in particolare la stima del contributo al bilancio energetico di un’eventuale frazione di acqua liquida nel vapore in uscita dall’apparecchio. Il dibattito ha raggiunto il suo culmine con la visita dell’americano Steven Krivit, direttore di New Energy Times, che ha mosso obiezioni al modo usato per tener conto di questo contributo.

La documentazione resa disponibile sulle dimostrazioni effettuate fino a ora non è sufficientemente completa e rigorosa da permettere una valutazione precisa dell’apparecchio. D’altronde gli stessi autori parlano di misure preliminari e, quindi, potenzialmente affette da problemi. Dovrebbe essere in vista una serie di verifiche molto più rigorose da parte di un’istituzione qualificata come l’Università di Bologna (il contratto è stato firmato proprio in queste ore); per questo abbiamo preferito non entrare ancora nel merito tecnico delle misure.

Probabilmente alcune delle critiche mosse in queste settimane sono fondate, ma ci riserviamo di esprimere la nostra posizione soltanto quando sarà pubblicato un rapporto ufficiale che permetta di sapere esattamente come sono state svolte le misure definitive, oppure qualora Rossi manchi all’appuntamento con il gruppo di Bologna.

In attesa delle sperimentazioni ufficiali, abbiamo intervistato Giuseppe Levi, il ricercatore che più ha contribuito alle misure effettuate finora.

Dottor Levi, Steven Krivit ha recentemente visto un E-Cat all’opera a Bologna. In un report preliminare, ha criticato le misure fatte durante i vostri test. Come risponde a queste critiche?

Che è una persona totalmente incompetente e non ha capito nulla di cosa abbiamo fatto. Gli è stato spiegato più volte, le abbiamo provate tutte: da questo momento proporrei di ignorarlo. Il peggiore dei miei studenti capisce di più di quel signore. Tutta la critica era su questa storia della misura del vapore; su questo mi arriverà un documento ufficiale di Galantini [il chimico che ha effettuato le misure].

La seconda domanda era proprio questa: esiste un report scritto su questa misura?

Esiste una documentazione su quanto è stato usato; il report scritto l’abbiamo chiesto e la persona che ha fatto la misura e che quindi ne è responsabile me lo manderà. Comunque la cosa è molto semplice: questo tipo di misure viene dato sempre come percentuale di massa, perché darlo come percentuale di volume non ha senso. Dovresti fare un integrale su un certo volume, lì sei in un volume aperto, quindi non capisco neanche come possa essere fatta la misura. Le tabelle psicrometriche sono tutte con la massa, quindi la cosa è assolutamente ridicola.
Una volta che mi si dice 1,7 come percentuale di massa di acqua residua nel vapore, io sottraggo il corrispondente calore di evaporazione in modo lineare. Il grafico che [Krivit] ha mostrato, che conoscevo da mesi, è un documento pubblico del Naval Research Laboratory […] presentato a un congresso in India sulla fusione fredda, in cui evidentemente per monitorare il funzionamento usavano qualche altro metodo di misura: lì si parla di percentuali in volume. Dato che ovviamente l’acqua liquida occupa meno volume che un gas le cose sono molto diverse. Ho provato a spiegarlo a Krivit in tutti i modi e ho concluso che aveva  bisogno di qualche notizia clamorosa per il suo piccolo blog che segue relativamente poca gente… ho deciso di ignorarlo punto e basta. La cosa era già stata affrontata: il mio report era stato mostrato prima che uscisse al direttore del Dipartimento di Chimica che non aveva trovato niente da dire, lo hanno visto gli svedesi e non hanno trovato niente da dire neanche loro.

Una critica da parte nostra: la documentazione dei test è inadeguata. L’unico test con dei report scritti non ha i dati disponibili, e su quelli successivi ci sono solo indiscrezioni.

Se avessi avuto in mano tutti i dati per fare una pubblicazione scientifica con tutti i crismi a questo punto non avreste visto un report ma un articolo su Physical Review. L’evento del 14 gennaio è stato fatto soprattutto per Sergio Focardi, che essendo anziano temeva di non arrivare neanche ad annunciare la cosa ai colleghi; allora uno fa con quello che ha in mano in quel momento. Facendo con quello che uno ha in mano in quel momento ci siamo accontentati di queste evidenze. Le altre indiscrezioni riguardano prove tecniche interne, anche se i grafici parlano chiaro: se volete posso trasmettervi i dati. Quello che produrrà i report completi sarà tutta l’attività sperimentale che da questo momento si farà. Ci vorrà parecchio tempo e sarà una cosa estremamente seria.

Parliamo di questo, allora. Tutti gli esperti che hanno assistito ai primi test (i fisici Hanno Essèn e Sven Kullander, il giornalista svedese Mats Lewan, il direttore dell’INFN Antonio Zoccoli, e a questo punto anche Krivit) concordano sulla necessità di test definitivi. C’è anche un accordo di ricerca tra Rossi e l’Università di Bologna. A che punto è la trafila?

Attendo a ore la copia firmata da Rossi, mi ha detto che oggi [20 giugno] me la manda. È stato già approvato in dipartimento ed è già stato firmato dal nostro direttore, quindi è ormai questione di ore. Ci saranno poi tempi tecnici amministrativi, le solite cose, comunque l’accordo c’è.

L’accordo c’è, quindi voi dovreste avere a un certo punto a disposizione uno di questi apparecchi per poterlo esaminare a vostro piacimento.

Sì, almeno per fare tutta una parte di misure. Ripeteremo le misure calorimetriche, ma questa volta con un setup completamente diverso e con tempi di misura completamente diversi. Non penso che prima di qualche mese, diciamo dieci, forse sei se facciamo molto presto tra costruzione dell’apparato e tutto quanto, uno possa emettere un rapporto completo. Faccio notare che questa volta sarà una storia totalmente diversa.
Quello che pensiamo di fare è un sistema autocalibrante con dei check di consistenza interna; vuol dire anche per esempio iniettare durante la misura un segnale in calore che uno poi deve andarsi a ritrovare nelle misure stesse, […] vuol dire usare circuiti chiusi, vuol dire usare, tra le altre cose, acqua distillata e così via. Faremo anche almeno una misura senza la famigerata transizione di stato, usando solo acqua liquida, anche se questo richiederà la collaborazione di Rossi. In ogni caso pensiamo anche di far condensare tutto il vapore in uscita per avere misure precise.

Avrete poi la libertà di pubblicare i vostri risultati, immagino.

Assolutamente sì. Questa era of course una conditio sine qua non. In questa parte totale libertà di pubblicare i risultati che siano positivi o negativi. Nella parte di misure siamo totalmente liberi di farlo.

Ci sono già state indiscrezioni sui componenti il gruppo di lavoro. Ce le può confermare?

Sì, saremo io, il prof. Ferrari, il prof. Bonetti, il prof. Campari, il prof. Villa, questo è diciamo il core del gruppo di lavoro. Stiamo poi chiedendo anche la consulenza ad altri professori; in particolare ci sarà un gruppo di peer review interno. Prima di pubblicare i risultati li faremo vedere ad altri colleghi interni al dipartimento i quali ci faranno “le bucce” essendo però esterni al gruppo di ricerca. Se sei interno al gruppo di ricerca è difficile riuscire a fare il peer reviewing di te stesso; questa è una cosa nota anche in tutti i gruppi di lavoro di software. Se io costruisco un software il mio software lo faccio debuggare a un altro collega perché è difficile vedere eventuali errori nel proprio lavoro. Chiaramente cercheremo di fare in modo che di questi errori ce ne siano il meno possibile; uno cerca di metterci tutta la testa e tutta la sua professionalità. […]
In una seconda fase, dopo l’analisi calorimetrica, quando andremo a parlare di fisica (ma qui si parla di un futuro un po’ lontano, perche le misure prenderanno tempo) saranno coinvolti anche esperti di nucleosintesi, atmosfere stellari e quant’altro per vedere se questi fenomeni possono in qualche modo avvenire anche in natura.

Tornando alla prima fase delle misure, una delle critiche che erano state fatte alle misure di Fleischmann e Pons era stata che i team di fisici trovavano l’eccesso di calore ma non le radiazioni, mentre i team di chimici trovavano le radiazioni ma non il calore. Le persone che ha citato sono tutti fisici, pensate di avere anche un chimico nel gruppo?

Già la prima relazione è passata tra le mani del prof. Zerbetto, il direttore del Dipartimento di Chimica. Sicuramente avremo dei collegamenti; la nostra [situazione] è completamente diversa da quella di Fleischmann e Pons, comunque sì, sicuramente dentro l’Università di Bologna ci sono tutte le capacità necessarie, se uno ha bisogno della consulenza di un chimico se la va a cercare. Tra l’altro, a me piacerebbe far fare il peer reviewing, o almeno chiedere una qualche consulenza (anche se siamo piuttosto sicuri) sul progetto che stiamo facendo dell’apparato di misura energetica dai colleghi ingegneri del dipartimento di energetica, perché no. Quella di Bologna è una grandissima università; avere dei pareri da parte dei colleghi può essere una cosa estremamente utile.

Un’ultima domanda. Tutti concordano nel ritenere necessario un test definitivo e indipendente, e lei stesso dice che comunque i vostri dati sono preliminari. Ma l’impressione che si è formato è che l’apparecchio funzioni o no?

Quando parliamo di impressioni o speranze siamo fuori dall’ambito scientifico. Diciamo che i dati che abbiamo in mano, pur con le approssimazioni che ci sono, ci inducono a pensare che l’oggetto funzioni. Abbiamo provato a pensare, in una prima fase, a come sarebbe stato possibile ricostruire un oggetto con le stesse funzioni senza che avvenisse una reazione. Non so se a voi è venuta qualche idea, a me e a un gruppo di persone che hanno provato a fare qualche esercizio non è venuta. […] A questo punto, quando uno ha questi clue, questi indizi, io ritengo sia doveroso fare un’attività sperimentale. Io non faccio un’attività sperimentale per confermare qualcosa, ma qui c’è un oggetto che apparentemente produce dei kilowatt: mi sembra difficile simulare un oggetto del genere senza un effetto.

345 pensieri riguardo “E-Cat: intervista a Giuseppe Levi

  • @markogts
    A fisica tecnica si viene lanciati all’esame per una castroneria simile. Adesso salta fuori uno psicrometro per misurare il titolo. Come usare un metro per pesarsi. Faccio notare inoltre la coincidenza fra il COP spesso indicato attorno a 6 e il rapporto fra calore di vaporizzazione e delta T dell’acqua.
    Sono mesi che scrivo che bisognava rivolgersi a uno dell’Istituto di Fisica Tecnica. Chi a Bologna ha preso la cattedra dell’ottimo Trevissoi? Il Dipartimento di Fisica non comprende anche l’Istituto di Fisica Tecnica? Fino a Krivit hanno lavorato sul vapore. Incredibile come ci insistono. C’è nessuno che li guida in quel gruppo? Come si fa a credere che simili incompetenti siano capaci di risolvere i problemi energetici dell’umanità?
    Non era il caso di richiamare l’attenzione di Levi su quel punto durante l’intervista?

  • @Marco Falavigna
    Non voglio millantare crediti che non ho quindi e mi scuso se qualcuno ha potuto pensare che il mio ramo di specializzazione sia la termotecnica…
    Ok, avevamo capito male… era solo una figura retorica insomma.
    L’errore è talmente enorme e lapalissiano che è addirittura scusabile! Si tratta di una di quelle cose talmente ovvie che possono sfuggire (non ad un ingegnere termotecnico, però…)!

  • @daniele
    Dimenticavo comunque di dire che, nonostante non creda che sono una persona reale, ho seguito puntualmente e con trepidazione tutte le notizie che Passerini ci ha fornito dai 22 passi. Apprezzo molto Daniele per la dedizione e il cuore con cui conduce il Blog. Penso che facciano parte della scienza anche certe doti umane. Fino ad un minuto prima di vedere quello sbuffo di vapore ero propenso e speranzoso nel credere che, forse, l’e-cat avrebbe anche potuto funzionare. Dopo i due conti che ho fatto mi sono lasciato convincere che da quel tubo non uscivano 5kW. Mi auguro comunque che possano uscrire in futuro…
    Saluti
    MF

  • si effettivamente facendo tutti i calcoli e le prove non è possibile giustificare i 5kw con un flusso di vapore del genere. anche con 2.5kw nel video con lewan il flusso nel secchio era più intenso.
    purtroppo rossi insiste a difendere quella sfiatella dicendo che è invisibile ecc..però sono solo pochi secondi di un video, potrebbe essere stato un’intoppo momentaneo della pompa, è ovvio che non basta come prova contro. però è una cosa che dovrebbe convincere in modo netto della necessità di prove in cui l’uscita del vapore (o meglio ancora di acqua calda) sia sempre sempre visibile, accessibile e valutabile anche a occhio/mano come ordine di grandezza. sempre che ci si voglia togliere una parte rilevante dei dubbi, se invece ci si vuole divertire a dibattere all’infinito, crogiolandosi nelle proprie convinzioni di principio, tifiamo tutti per i tubi imbucati nello scarico:))

  • @Italo Bianchi

    Ho seguito i calcoli che Rossi fa di fronte a Krivit. A parte le strane unità di misura che usa, tipo indicare l’energia come Wh/h, e l’errore da vecchio elettricista di indicare le unità di misura al plurale (amperes, volts) si possono fare alcune considerazioni.

    Tutto è basato sui 7 litri/h di acqua totalmente vaporizzata. Krivit era venuto apposta, avrebbe potuto aspettare un’ora, mezz’ora, per controllare quella massa. E’ il solo dato sperimentale, ma non viene fornito al povero Krivit che deve credere sulla parola che si tratta proprio di 7 litri/h.
    purtroppo rossi insiste a difendere quella sfiatella
    Che non dovrebbe essere tale, perché 7 chili di acqua corrispondono a 10910 litri di vapore secco a 101,1 °C che devono uscire da quel tubicino con la sfiatella.
    Sfiatella? dovrebbe essere piuttosto simile al  flusso di gas di un reattore d’aereo.
    Speriamo che i bolognesi non impieghino 10 mesi a spiegare la sfiatella. Per ora Levi e Focardi non sembrano averci fatto caso. Levi faceva pure lo spiritoso. Focardi è rimasto impressionato dal modo con cui gli americani scrivono le cifre decimali.
    Se vuole distrarsi visiti
    http://newenergytimes.com/v2/news/2011/37/RossiECatReport1.shtml
    Manco solo io come antagonista per dimostrare che la New Energy è saldamente controllata da baldi giovanotti. Chi oserà più dire che i vecchietti non sono creativi? Siamo creativi da matti.
    Ancora per distrarsi, vada al sito di Passerini, dove vedrà con sorpresa come Mattia Rizzi e Camillo Franchini siano in cima alle sue preoccupazioni. Evidentemente abbiamo colpito duro.
    Grazie per l’attenzione, Poeta e Semi-ingegnere. Saranno famosi.

  • @Daniele Passerini
    Da come parla suppongo che Lei non ha mai dato un solo esame di legge in vita sua. E immagino pure che l’avvocato non avesse mai sentito parlare dell’E-Cat… posso immaginare cosa gli ha raccontato!!!

    Infatti… appunto per quello che dice… le ripeto…. si consigli coni suoi amici avvocati… la racconti pure a modo suo… …se sono avvocati sapranno discernere…. la prego… se ha a cuore l’Università Italiana e l’Italia  lo faccia solertemente … Lei ha delle entrature al D F , dopo essersi consigliato, corra subito… il danno ormai è fatto…. …limitiamo le beffe…
    Ps: x Tutti: rischio, non so quanto, comunque non possiedo niente, nemmeno l’auto, ma Vi devo un comunicato: quello che ho suggerito a Passerini l’ho già fatto nei giorni scorsi ho avuto uno scambio di mail direttamente con gli interessati…. speriamo…

  •  
    @User scrive
    Postato giugno 24, 2011 alle 09:54
    @Tutti
    Riporto una risposta di Daniele a seguito del test  11 febbraio con una portata di acqua di circa 1/l s
    1) Durante le quasi 10 ore in cui sono stato presente la temperatura dell’acqua in ingresso era attorno ai 7,5°C, quella dell’acqua in uscita sui 14°C.
    Come “Daniele” intende Daniele Passerini??!!…. se si, viste le argute argomentazioni tecnico-scientifiche che lo stesso propone qui, veda di non offenderlo….
     

  •  
    @Ma
    Postato giugno 24, 2011 alle 22:52
    Tutte le Sue domande le rivolga ad un avvocato e poi esponga qui…
     

  •  
    @Daniele Passerini scrive
    Postato giugno 24, 2011 alle 23:29
    @Query on line
    In riferimento alla mail che Stefano Bagnasco mi ha scritto la settimana scorsa, non potete far finta di non capire che a ledere la popolarità del Cicap è proprio l’equivoco che lo spirito del Cicap sia rappresentato dai modi di fare e di pensare alla Livio Varalta o Camillo Franchini.
    Query
    LA SCIENZA INDAGA I MISTERI
    Vista l’ora tarda e il fine settimana in corso, per me, va bene anche se gli risponderete lunedì….
     

  • a Cesare quel che è di Cesare:
    il metodo per misurare il titolo del vapore è copiato pari dal libro “Termodinamica” di Enzo Zanchini.
    Pitagora Editrice bologna.
    paragrafo 14.3.
    mW
     

  • Ho parlato con un altro avvocato questa mattina, gli ho esposto la situazione e mi ha detto che non si vede proprio che tipo di illecito possa aver commesso UNIBO e come immaginava anche per Rossi non si palesa nessuna fattispecie.
    SE sei ha conoscenza di fatti illeciti, ad esempio Rossi che corrompe il personale docente e i ricercatori coinvolti per falsificare i dati delle ricerche, dovresti contattare un legale e fare denuncia.
    Facci sapere.

  • @Camillo Franchini
    Ho seguito i calcoli che Rossi fa di fronte a Krivit. …
    Tutto è basato sui 7 litri/h di acqua totalmente vaporizzata. Krivit era venuto apposta, avrebbe potuto aspettare un’ora, mezz’ora, per controllare quella massa. E’ il solo dato sperimentale, ma non viene fornito al povero Krivit che deve credere sulla parola che si tratta proprio di 7 litri/h.

    Buogiorno professore, benvenuto nella calorimetria. Vedo con piacere che ci sta dando una mano.

    Ha ragione sul fatto che Krivit doveva stare più attento alla portata. Ad esempio avrebbe potuto fare una bella zummata sul pannellino della pompa e immortalare la posizione delle 2 manopole. Per fortuna ci ha pensato Daniele nella sua foto n.5. La mia idea l’ho già detta. La manopola del volume era al minimo e quindi la portata era circa 1/10 di quella sopra indicata. Questo torna perfettamente con il calo dell’acqua nella tanica che si vede nel filmato di Krivit (02:18). Mancano solo 2-3 litri d’acqua, ma quando si esamina l’andamento della temperatura d’ingresso sullo schermo del notebook (circa 04:00 sul filmato e foto 24 di Passerini) si vede che l’ultimo rabbocco è stato fatto 4 ore prima (lo si deduce dai temporanei abbassamenti della curva azzurra, perché l’acqua del rubinetto è sicuramente più fredda di 25°C.
    E’ interessante osservare cosa accade tra i 2 rabbocchi. La curva azzurra sale prima velocemente, quando si mescola e si omogeneizza, poi più lentamente quando l’acqua si scalda per conduzione dall’esterno, poi la curva azzurra scompare per un tratto. In realtà gli si sovrappone quella rossa della temperatura ambiente e questo indica che il livello della tanica era così basso che la termocoppia era scoperta. Quindi prima di mezzogiorno la portata della pompa era al massimo. Invece nel pomeriggio, dopo il secondo rabbocco, la curva azzurra resta stabilmente a 25 °C circa con un progressivo leggero incremento dovuto al riscaldamento dall’ambiente.

    Che non dovrebbe essere tale, perché 7 chili di acqua corrispondono a 10910 litri di vapore secco a 101,1 °C che devono uscire da quel tubicino con la sfiatella.

    Per quanto detto sopra la “sfiatella” dipende soprattutto dal fatto che la portata nel pomeriggio e durante le riprese di Krivit è sempre rimasta stabile, intorno a 0.7 L/h. Probabilmente il vapore questa volta aveva un titolo alto e non c’era il rivolo di acqua condensata visto nel filmato di Lewan.

    Ancora per distrarsi, vada al sito di Passerini, dove vedrà con sorpresa come Mattia Rizzi e Camillo Franchini siano in cima alle sue preoccupazioni.

    Ho visto. Quella frase messa subito dopo le indiscrezioni così orgogliosamente rivelate sui particolari dell’iter del contratto con il DF indicano chiaramente come tutta la credibilità dell’affare poggi sul prestigio dell’Università di Bologna. Il DF funge da vero catalizzatore mediatico dell’impresa, è il principale baluardo a difesa del funzionamento dell’ecat e temo ne condividerà la sorte.
    Per quanto riguarda Daniele, condivido l’impressione dell’ing. Falavigna, che ne ammira le doti umane e in particolare la dedizione e  il cuore. Secondo me siamo di fronte ad un sublime esempio di amicizia incondizionata.


  •  
    @Ma
    SE sei ha conoscenza di fatti illeciti, ad esempio Rossi che corrompe il personale docente e i ricercatori coinvolti per falsificare i dati delle ricerche, dovresti contattare un legale e fare denuncia.
    Facci sapere.
    No, non sono a conoscenza…
     
     
    Esistono anche reati verso l’opinione pubblica… tipo il “millantato credito”…. non so se, nella fattispecie, ho scelto l’esempio giusto…
    Un Professore Universitario in una video intervista pubblica ha detto: “raspa come un gallo, canta come un gallo… allora è un gallo…” I Cittadini, che non hanno la Cultura di un Professore Universitario, fanno già la fila in Polleria…
    Sono stati scritti articoli come questo: http://www.socialnews.it/ARTICOLI2011/ARTICOLI201105/fusione.html  , notare l’autore…
    Su RAI NEWS 24 sono stati trsmessi dibatti nei quali le dichiarazioni dei Professori Universitari inducono, se non all’entusiasmo, non certo alla prudenza.
    Aver Firnato un Contratto, per il Grande Pubbilico, che non ha la Cultura universitaria, è un Avvallo se non accompagnato da una DICHIARAZIONE PUBBLICA che prende le distanze da qualsiasi aspetto commerciale!!!
    Ho informazioni DIRETTE che, in realtà, a “Bologna” sono SCETTICI che ci sia qualcosa di buono….
    Se l’Università non dirà PUBBLICAMENTE a Governanti, Invesitori, Cittadini Greci, Italiani, ecc  di aspettare le Risultanze delle Sue Analisi prima di esporsi in qualsiasi maniera, ne sarà proprio fuori?
    Faccia notare tutto ciò al suo avvocato confermandogli che l’università è pubblicamente dentro alla faccenda da almeno 7 mesi, che io sappia.
    Stampi questo, lo porti al suo avvocato e poi ci faccia sapere

     
     

  • @Italo Bianchi
    Per quanto riguarda Daniele, condivido l’impressione dell’ing. Falavigna, che ne ammira le doti umane e in particolare la dedizione e  il cuore. Secondo me siamo di fronte ad un sublime esempio di amicizia incondizionata.
    Daniele ricorda Mallove, che si spese fino all’estremo a sostegno di F&P. Se non ricordo male, lo licenziarono dal MIT, perché esagerava con i suoi panegirici e la sua dedizione fredda.
    Daniele ha raggiunto il climax della retorica con l’invettiva contro Mattia Tizzi e me. Mi dispiace che Lei sia rimasto escluso, forse perché il ranocchio può reggere in groppa solo un animale per volta. Spero che arrivi anche il Suo momento.
    Buon pomeriggio

  • Non credo che nel contratto di ricerca fatto tra Rossi e UNIBO sia previsto nessun tipo di comunicazione pubblica se non quelli strettamente attinenti la ricerca da svolgersi, sarebbe sorprendente il contrario.
    Il contratto di ricerca non consiste in nessun avallo ‘commerciale’ circa la bontà dell’Ecat, anzi se UNIBO si azzardasse ad pubblicare un invito ai greci o a chicchessia a bloccare gli investimenti in Grecia si prenderebbe probabilmente una denuncia in Grecia.
    UNIBO potrebbe al massimo inviare per conoscenza alle autorità greche gli esisti della propria ricerca che ancora non è stata fatta qualora risultasse che l’Ecat non funziona.
     
    L’articolo di Ferrari mi sembra assolutamente equilibrato, copio e incollo:
    Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna (Ennio Bonetti, Enrico Campari, Giuseppe Levi, Mauro Villa ed io), oltre a Sergio Focardi (in pensione come Professore Emerito) possono ora studiare l’apparecchiatura di Rossi in modo continuativo ed approfondito. Ci si offre, per la prima volta, una concreta possibilità di vederci chiaro. Stabilito con precisione come avviene il fenomeno (ecco l’importanza della ripetibilità e della controllabilità), si confida che, prima o poi, emergerà anche il perché. Posto che lo si accerti, ciò che rende affascinante l’effetto è che non esistono, a tutt’oggi, spiegazioni convincenti: qual è il “combustibile” che produce l’eccesso di energia? In quanto tempo verrà consumato? C’entra davvero l’energia nucleare? Questa è la curiosità dello Scienziato, la prima e migliore molla possibile verso una ricerca seria.

  • @Camillo Franchini
    Daniele ricorda Mallove, che si spese fino all’estremo a sostegno di F&P. Se non ricordo male, lo licenziarono dal MIT, perché esagerava con i suoi panegirici e la sua dedizione fredda.
    Io ovviamente mi riferivo alla amicizia incondizionata di Passerini verso Levi, più volte da lui stesso declamata e che si traduce in una fiducia quasi cieca su quanto gli racconta l’amico. Non penso che sia assimilabile a quella che da quanto dice sembra soltanto una forma di solidarietà professionale di Mallove verso F&P. Mi dispiace pensare che Daniele sarà la prima vittima dell’epilogo della vicenda. Gli cascherà addosso un pezzo di mondo.

    Daniele ha raggiunto il climax della retorica con l’invettiva contro Mattia Tizzi e me. Mi dispiace che Lei sia rimasto escluso, forse perché il ranocchio può reggere in groppa solo un animale per volta. Spero che arrivi anche il Suo momento.
    Qui penso che ci sia stato un malinteso. Quando ho visto il sito da lei indicato vi ho letto questa frase “E come da cinque mesi personaggi come Camillo Franchini, Mattia Rizzi, Italo Bianchi ecc. (e ultimamente anche Steven Krivit) vogliono farvi credere che non è. A fermare il corso della storia non bastano i bastoncini che hanno messo tra le ruote dell’E-Cat.” In cui come vede ero lì a farvi compagnia e a condividere gli strali (e i futuri meriti). Se vuole cortesemente dirmi dove invece si trova esattamente l’invettiva a cui si riferisce cercherò di darle un’opinione più informata.
    Se poi ha tempo per approfondire la cosa, mi farebbe piacere sapere la sua opinione sulla mia stima della portata dedotta dai grafici della temperatura del 14 giugno 2011.
     

  • @Francesco
    Certo se si avesse la sicurezza delle misure di Galantini e dell’effettiva secchezza del vapore, non ci sarebbe neanche tanto da discutere.
    Ma onestamente non capisco perchè ha questa così grande necessità di concludere il discorso sulla prova di gennaio prima di poter dire due parole su quella di dicembre…
    Mi creda non è un capriccio. Converrà con me che l’analisi tecnica dei fatti della prova di gennaio che abbiamo condotto fin qui è stata ostacolata da tutta una serie di questioni preliminari sulla buona fede, che spesso impedivano di prendere atto di ciò che risultava dalle evidenze documentali. Per la prova di dicembre queste questioni sono ancora più importanti, data la maggior carenza di documenti, e quindi dobbiamo prima stabilire delle regole che consentano un confronto più spedito.
    Io proporrei di assumere “a prescindere” la buona fede di tutti, ma allo stesso tempo di valutare per quel che appaiono tutte le evidenze documentali, senza doverci preoccupare noi stessi di farle conciliare con la buona fede. Se poi i protagonisti della storia, che forse ci leggono, vorranno dirci direttamente o farci sapere attraverso Daniele qual è la loro versione dei fatti che concilia buona fede con evidenze, bene, ne saremo tutti felici. E’ d’accordo?
    Se è d’accordo proporrei di concludere il discorso già avviato per la prova di gennaio. Come sa a me basta concordare sul fatto che l’ipotesi dell’assenza di eccesso di calore rientri tra le possibilità congruenti con i dati noti e non che essa venga inequivocabilmente dimostrata. Eravamo arrivati a convergere su una presunta portata di circa 6 L/h di acqua. Mancava l’aspetto relativo alla credibilità dell’affermazione sulla secchezza del vapore. Certo a questo riguardo il discorso sulla presenza o meno della sonda DeltaOhm sarebbe importante, ma per ora possiamo aggirarlo. Infatti se anche ci fosse stata abbiamo già raccolto una serie di opinioni competenti, tra cui quella dell’ing. Falavigna, che dicono che non sarebbe stata una misura affidabile, anzi che era proprio una “non misura”.   Se invece la sonda non c’era il giudizio di secchezza non avrebbe potuto basarsi che sulla sonda di temperatura che si vede nel posto in si sarebbe dovuta trovare la sonda DeltaOhm. Questa sonda di temperatura assomiglia ad una che ha un fondo scala di 1200 °C . L’errore di accuratezza (+/-2.5 °C) è così alto che non ci può certo garantire che la temperatura in uscita fosse superiore a quella di saturazione, ammesso, ma non concesso, che questo sia un sistema idoneo a stimare il titolo del vapore.
    Quindi, secondo me, possiamo dire il limite inferiore della forchetta di eccesso di calore stimabile per la prova del 14 gennaio sia anche in questo caso ZERO.
    Se non ha nulla in contrario possiamo passare ad altra prova.

  • @ ItaloBianchi
    Con tutte queste discussioni sul vapore (interessanti le disquisizioni teoriche, meno il moviolismo) le sfugge un fatto importante. Nel report della prova di gennaio (e non solo in quella) c’è un’immagine dell’andamento della temperatura dell’acqua in funzione del tempo. Questo andamento subisce un’impennata a una certa temperatura, mentre viene confermato che l’assorbimento della resistenza rimane costante. Questo implica una produzione di energia ulteriore e giustifica la volonta dell’UNIBO di investigare.

  • Prof. Franchini, avrei una domanda per Lei non direttamente collegata all’E-cat, quindi mi scusi la redazione per il piccolo OT.
    Lei saprebbe per caso dirmi chi e quando per primo ha utilizzato l’espressione LENR? Oppure saprebbe dove posso reperire qualche fonte? La ringrazio anticipatamente.

  • 10 mesi son lunghi… icchè si fa?
    Non mi farete mica leggere di cavilli legali e pratiche burocratiche eh?
    Ora che avevo incominciato a sforzarmi di imparare qualcosa sulle sezioni d’urto e sul titolo del vapore!
    E’ necessario ulteriore materiale.
    Proporrei al DF dei report periodici (anche con video) sull’avanzamento dei test da protocollo.
    Anzi il DF lo doveva includere nel contratto!!! 🙂

  • @giulio
    il cambiamento di pendenza della curva è un vecchio adagioe si spiega in vari modi…rileggiti i post relativi o esowatch

  • @Italo Bianchi
    Eravamo arrivati a convergere su una presunta portata di circa 6 L/h di acqua…
    che corrisponde a un flusso di vapore secco  di 9354 l/h, 2,6 l/s, a 100,1°C lungo quel tubo da giardiniere. Neanche un soffione di Larderello. Nei filmati si è sempre visto solo uno spiffero. Compreso il filmato di Krivit, dove venivano trattati 7 litri di acqua/ora.
    Lascerei perdere per un momento le moviole e cercherei di trattare i dati direttamente forniti da Rossi a Krivit.
    Buon pomeriggio

  • Camillo Franchini
    Lascerei perdere per un momento le moviole e cercherei di trattare i dati direttamente forniti da Rossi a Krivit.

    esatto, una volta tanto sono d’accordo con franchini:)) la sfiatella che si vede per pochi secondi, seppure dopo un tubo di 4m, non ha nessuna possibilità di corrispondere a una produzione di 5kw. e l’ipotesi che per quella sfiatella la portata in uscita fosse di 0.7kg/h (almeno in quel momento) è fondata. ho fatto le prove col vaporì che produce vapore secco con una portata di 170g in 9 minuti (cioè 1.13kg/h corrispondente a 800watt con vapore secco) e la sfiatella all’uscita di un tubo da giardiniere (lungo 6.5m) è simile a quella come consistenza del vapore, ma più intensa.
    purtroppo un’altra prova col vapore poco attendibile..non c’è niente da fare, o si controlla sul serio lo scarico (possibilimente con una portata più alta e con acqua a 70°) per tutta la prova o di certezze non ce ne sono, si finisce a fare inutili moviole o a parlare di chimica nucleare senza nemmeno avere una prova certa che funzioni o no. resta sempre valido l’invito fatto da celani da mesi, ma che nessuno ha raccolto.
    quando poi adesso sento dire che per un setup calorimetrico serio ci vogliono mesi mi viene da ridere (per non piangere:))..certo, se ci fosse da misurare al milionesimo di watt forse, ma per stimare in modo sicuro una potenza nell’ordine dei kw basta un pomeriggio..lo posso fare anch’io da solo col rubinetto del lavandino di casa..vabbè aspetteremo ottobre e vedremo, personalmente mi sono stufato di far notare quanto sia semplice poter capire se funziona o no, quando invece tutti tendono a inerpicarsi su argomenti complicati sulle possibili reazioni nucleari o su interminabili e cervellotiche moviole.

  • ah, comunque non è che con 5kw ci sia da aspettarsi lo scarico di un jet come diceva franchini o come a volte immagina tia:)) però uno sbuffo nell’ordine di 10 volte rispetto a quella sfiatella si..

  • @QoL
    ho trasferito su fusionefredda.wordpress.com il messaggio che mi avete censurato.
    Cordiali saluti

  • @ant0p
    ah, comunque non è che con 5kw ci sia da aspettarsi lo scarico di un jet come diceva franchini o come a volte immagina tia:)) però uno sbuffo nell’ordine di 10 volte rispetto a quella sfiatella si..
    I numeri parlano da soli: 11 m^3 di gas che sfiatano da un tubo da irrigazione in un’ora sono un bel soffio, o no?
    Sorprende che Krivit non abbia chiesto di assistere al consumo di acqua. Che cos’è venuto a fare dall’America, a farsi catechizzare da Rossi senza chiedere nulla? Come si può non chiedere di controllare il consumo di acqua ?

  • Antop: ..certo, se ci fosse da misurare al milionesimo di watt forse, ma per stimare in modo sicuro una potenza nell’ordine dei kw basta un pomeriggio..lo posso fare anch’io da solo col rubinetto del lavandino di casa..vabbè aspetteremo ottobre e vedremo, personalmente mi sono stufato di far notare quanto sia semplice poter capire se funziona o no, quando invece tutti tendono a inerpicarsi su argomenti complicati sulle possibili reazioni nucleari o su interminabili e cervellotiche moviole.
     
    … hai perfettamente ragione e ti hanno già risposto quelli della Defkakalion, non servono scienziati e un anno per misurare differenze di Kwh.

  • @ant0p
    quando invece tutti tendono a inerpicarsi su argomenti complicati sulle possibili reazioni nucleari o su interminabili e cervellotiche moviole.
    Badi che le regole del gioco ci sono state imposte. Le reazioni nucleari sono specificate nella richiesta di brevetto e nel paper Focardi/Rossi. Non ci si poteva esimere dal trattarle. Personalmente ho concentrato la mia attenzione su quelle. Altri si sono occupati di calorimetria, secondo un’opportuna divisione dei ruoli. Ci capisco anch’io, perché a suo tempo ha fatto l’esame di fisica tecnica.
    Se ci avessero richiesto di occuparci delle frigorie necessarie per preparare un buon gelato estivo, ci saremmo occupati di buon grado di frigorie.
    Hic Rhodus, hic salta, come direbbe Passerini, che ha studiato latino. I compiti sono stati assegnati da Focardi & Rossi.

  • @Camillo Franchini

    leggendo qua e là per cercare notizie sulla conferenza ho scoperto che il mitico chief s. NASA Bushnell ha addirittura avuto a disposizione un e-cat ed ha verificato che funziona, avvallando il dispositivo!!

    …le meraviglie del passaparola e del copia/incolla + sale&pepe di internet….

  • penso che se dovessi stare per 5 mesi su un’isola deserta e ritornassi sul 3d ritroverei ancora tutti allo stesso punto!

    sempre che un raggio di luce divina non illumini il df…

  •  
    @Camillo Franchini scrive
    @QoL
    ho trasferito su fusionefredda.wordpress.com il messaggio che mi avete censurato.
    Cordiali saluti
    Sempre di la, l’ho commentato…
     

  • @Ma
    Il programma d’azione di Ferrari sarebbe ottimo se si trattasse di stabilire in che rapporto sta la popolazione dei granchi di Calambrone con le stazioni di Posidonia maritima costiera.
    Nel caso in questione le cose sono molto più complesse, perché ci troviamo di fronte a diverse violazioni di leggi della fisica (Rossi dice “un paio” di violazioni) e della chimica. Ferrari serenamente non accenna a questo dettaglio e si comporta come chi deve studiare la termodinamica dei gas di scarico della Ferrari.
    Il caso Rossi è anomalo perché le reazioni cui si riferisce non trovano riscontro nella banca dati IAEA, dove le reazioni sono studiate ma dimostrano tutte di essere a soglia. Inoltre Rossi fa riferimento a una sostanza catalitica la cui azione non viene mai descritta, certamente perché sarebbe duramente contestata.
    Ferrari scrive:
    ciò che rende affascinante l’effetto è che non esistono, a tutt’oggi, spiegazioni convincenti: qual è il “combustibile” che produce l’eccesso di energia? In quanto tempo verrà consumato?
    Ferrari dà per scontato ciò che scontato non è, che ci sia un eccesso di energia.
    Ecco perché è assolutamente necessario che l’E-Cat non sia esaminato dai bolognesi. Sono giudici impropri, non dispongono di un fisico tecnico che li guidi.
    Altri dieci mesi di melina e quelli che si aspettano la via italiana all’energia pulita diventeranno centinaia di migliaia.
    Questa fabbrica di illusioni proveniente dall’Alma Mater Studiorum può davvero interessare un avvocato, caro Livio.

  • Come contribuente dell’erario italiano vorrei dire che a mio parere visto quanto è promettente questa tecnologia, che è stata esaminata da una serie di esperti nonché da vari professori universitari dando pareri incoraggianti, chiedo che lo studio non venga fatto a spese di Rossi ma a spese di noi contribuenti; soprattutto se si pensa a quanti soldi vengono investiti per tecnologie molto più dubbie ma che vengono spacciate per promettenti: come ITER che si basa sui vecchissimi Tokamak: sessant’anni di ricerche e decine di reattori costruiti e mai una volta che si sia stabilizzato il plasma durante la reazione; o l’assurdo autofertilizzante di Superphenix chiuso dopo qualche anno e investimenti enormi, da parte anche italiana, che stiamo ancora pagando.
    Per cui basta con questa storia io sono indignato a pensare al professor Focardi che non aveva neanche i fondi per comprare gli strumenti!

  • ss> ti hanno già risposto quelli della Defkakalion, non servono scienziati e un anno per misurare differenze di Kwh

    spero veramente che quelli della defkalion abbiano controllato costantemente cosa esce dallo scarico, con che portata e con che temperatura (oltre a quello che entra nell’e-cat). perchè in tutti i video degli esperimenti rossi tende sempre a imbucare lo scarico nell’altra stanza..e non è una bella cosa..rivedendo il video del 14 gennaio tutti intorno all’accrocco mentre il tubo di scarico era ben imbucato dietro una porta praticamente chiusa, senza nessuno che si preoccupava di andare a vedere..certo..fa molto più fico accalcarsi sulla strumentazione per le misure nucleari:)) ma distrae da altri controlli ben più importanti in  fase preliminare..

  • Franchini
    “Ferrari dà per scontato ciò che scontato non è, che ci sia un eccesso di energia.”

    E questo nemmeno per un attimo le fa sorgere il dubbio che forse l’Unibo ha dati un po’ più “ampi” dei nostri e quindi anche una convinzione più fondata sul fatto che qualcosa su cui indagare ci sia?

    Inoltre lei continua a dire che le LENR non possono esistere perchè le stesse reazioni descritte nell’IAEA sono a soglia e quindi non possono avvenire nelle condizioni “ambiente” delle LENR.
    Le chiedo, credo ormai per la 72esima volta senza ottenere alcuna risposta, lei è così sicuro che le reazioni descritte dall’IAEA sono le stesse identiche reazioni che troverebbero i fusori freddi?
    Come fa ad escludere che in CONDIZIONI DIVERSE (perchè di certo le reazioni dell’IAEA non sono state ottenute con il set-up della FF) reazioni che coinvolgono gli stessi “elementi” possano avvenire in modo sostanzialmente diverso?

  • Bianchi
    “Per la prova di dicembre queste questioni sono ancora più importanti, data la maggior carenza di documenti, e quindi dobbiamo prima stabilire delle regole che consentano un confronto più spedito.”

    Gli aspetti della prova di dicembre che avevo sottolineato e che volevo discutere con lei, a me convincono abbastanza e avrei voluto lei come avvocato del diavolo per testare la forza della mia convinzione.
    Inoltre tali aspetti hanno bisogno, per essere valutati, di due soli dati, che sono oltretutto gli unici ad essere presentati in modo completo e, pare, difficilmente contestabile (a meno che la sua opera di avvocato del diavolo non me li smonti).
    E cioè la potenza elettrica in ingresso e la temperatura in uscita, registrate per tutta la durata della prova.
    Le mie considerazioni, se ancora le ricorda, prescindevano sia dalla misura della portata che dalla misura del titolo del vapore, che sono finora i due aspetti più contestati.
    E’ per questo ce insisto tanto su quei dati pur se “incompleti”.

    “Quindi, secondo me, possiamo dire il limite inferiore della forchetta di eccesso di calore stimabile per la prova del 14 gennaio sia anche in questo caso ZERO.
    Se non ha nulla in contrario possiamo passare ad altra prova.”


    A questo punto potrei anche fingere di essere daccordo pur di passare alla prova di dicembre.
    Ma non è nel mio stile.
    Facciamo così, accetto la “forchetta a zero” riservandomi la possibilità di cambiare questa forchetta nel caso arrivasse un report di Galantini convincente.
    Se per lei va bene mi piacerebbe finalmente sentire che ha da dire sul test di dicembre.

  • @Francesco
    Le chiedo, credo ormai per la 72esima volta senza ottenere alcuna risposta, lei è così sicuro che le reazioni descritte dall’IAEA sono le stesse identiche reazioni che troverebbero i fusori freddi?
    Come fa ad escludere che in CONDIZIONI DIVERSE (perchè di certo le reazioni dell’IAEA non sono state ottenute con il set-up della FF) reazioni che coinvolgono gli stessi “elementi” possano avvenire in modo sostanzialmente diverso?

    Tutti i fusori freddi ignorano il concetto di sezione d’urto e questo li mette immediatamente fuori gioco. E’ come giocare a calcio senza pallone. Scorra quel museo di scienza voodoo che è il JoNP di Rossi. Vi troverà un certo Bettini, probabilmente un fisico, che descrive le reazioni non citando affatto la sezione d’urto di ogni singola reazione che descrive. Al suo posto introduce il concetto di “proton masked as a neutron”, una tipica invenzione della ff, sconosciuta alla mainstream science.
    Noti che se i miniatomi esistessero sarebbero registrati nella banca dati IAEA con tanto di riferimenti bibliografici.
    Bettini fa avvenire la reazione Ni/H con la facilità con cui l’idrogeno brucia in aria. Non è un problema, tanto lavora su tastiera, che non si ribella mai. Soprattutto non tiene conto della sezione d’urto.
    Ho riportato qui sotto la sezione d’urto della prima reazione considerata da Bettini.
    http://www.scribd.com/doc/58726637
    Come vede, si tratta di una reazione che avviene solo ad altissime energie di impatto. Fino a 4 MeV non succede niente o quasi.
    Come vede, IAEA e JoNP si muovono su piani completamente diversi. Bettini scrive, alla IAEA gli esperimenti li fanno davvero.
    Le sezioni d’urto sono grandezze assolute, non variano modificando l’ambiente chimico in cui le reazioni avvengono. Sono una caratteristica nucleare, per questo sono estremamente utili e cercate ossessivamente. Sono grandezze esclusivamente sperimentali, non sono calcolabili.
    Se qualcuno vuole uscire dalla mainstream science, imposta un bell’esperimento del tipo descritto dalla IAEA e lo propone alla comunità scientifica internazionale. Farebbe un figurone.
    Aggiungo anche un riferimento bibliografico, fornito dalla IAEA, se vuole approfondire.

    AUTHOR:
    C.I.W.Tingwell, V.Y.Hansper, S.G.Tims, A.F.Scott, 
    A.J.Morton, D.G.Sargood

    TITLE:
    The 60Ni(p,g)61Cu and 62Ni(p,g)63Cu Cross Sections

    TYPE:
    Journal

    REF:
    Nuclear Physics, Section A; Vol.496, p.127

    YEAR:
    1988

  • @Francesco
    A questo punto potrei anche fingere di essere daccordo pur di passare alla prova di dicembre.
    Ma non è nel mio stile.
    Facciamo così, accetto la “forchetta a zero” riservandomi la possibilità di cambiare questa forchetta nel caso arrivasse un report di Galantini convincente.
    Se per lei va bene mi piacerebbe finalmente sentire che ha da dire sul test di dicembre.

    Io sono stato informato su Rossi dal CICAP solo dopo il 14 gennaio.
    Mi sapete dire per favore che cos’è il test di dicembre?
    Grazie.

  • Franchini
    “Io sono stato informato su Rossi dal CICAP solo dopo il 14 gennaio.
    Mi sapete dire per favore che cos’è il test di dicembre?
    Grazie.”

    Nel report del test di Gennaio sono riportati anche i risultati di un altro test effettuato  dicembre a “porte chiuse”.
    In questo test non è stato misurato il titolo del vapore in uscita, quindi non è utilizzabile ai nostri scopi, ma riporta la foto del diagramma di temperatura e il plot della potenza elettrica in ingresso.
    Su questi due dati avevo fatto alcune considerazioni che potevano essere interessanti anche in assenza della misurazione del titolo, poichè erano di tipo qualitativo e non quantitativo.
    In pratica chiedevo di spiegare l’andamento del grafico di temperatura con 3 differenti gradini in presenza di un assorbimento elettrico sempre costante
    E ancora di interpretare i 15 minuti durante i quali la potenza assorbita passò prima da circa 1150 W  a meno di 300 W e poi addirittura completamente a zero, mentre il diagramma di temperatura non ha subì alcuna variazione dai 101,6 °C misurati durante tutta la prova a regime e con potenza in ingresso costante.

  •  
    @Ma
    Postato giugno 25, 2011 alle 15:02
     
    L’articolo di Ferrari mi sembra assolutamente equilibrato, copio e incollo:
    Con il suo copia ed incolla Lei dimostra una  Sua ottima Preparazione Scientifica, complimenti… estrapolare da quel “giulivo” articolo del professor Ferrari delle considerazioni così scientifiche non è da poco… Deve considerare, però, che la “Famiglia del Mulino Bianco” così bella e giuliva, non ha la Sua preparazione scientifica… quelle considerazioni non le legge proprio e guarda il resto dell’articolo e l’autorità di chi lo scrive… Lei, i suoi amici avvocati, conoscerete un pubblicitario o un esperto di marketing, si faccia aiutare da uno di loro…

  • Amtop: spero veramente che quelli della defkalion abbiano controllato costantemente cosa esce dallo scarico, con che portata e con che temperatura (oltre a quello che entra nell’e-cat).
     
    se non sbaglio 200 milioni dovrebbero già essere la risposta ma comunque sono almeno da tre anni che l’Ecat viene testato in modo pubblico e privato.
    Quindi non solo la Defkalion e nessuno ha detto: non va!
    Vedo che i ‘moviolari’ si ostinano su un paio di fotogrammi fatti durante un’intervista fatta da Krivit con un Ecat che girava in maniera dubbia ritenendo che da ciò arrivi la prova del nove.

  • @Camillo Franchini
    Questa fabbrica di illusioni proveniente dall’Alma Mater Studiorum può davvero interessare un avvocato, caro Livio.
    A quest’ora sarà in spiaggia.. buon sole…
    Pienamente d’accordo con Lei… ma, visti i tempi della giustizia italiana, va a finire che i 10 mesi diventino 30… quindi provo a “stanarli” in altro modo… al limite che arrivino i Carabinieri a me…
    Non so se mi ha letto “di la”… confermo che non sono del CICAP… non Le darò del tu senza la Sua (Franchini) approvazione…
    Buona Domenica

  • Franchini
    “Tutti i fusori freddi ignorano il concetto di sezione d’urto e questo li mette immediatamente fuori gioco.”


    La lettura del suo post precedente poteva concludersi anche a questa frase per quanto mi riguarda, eppure l’ho letto tutto come al solito fiducioso che avrebbe finalmente risposto.
    E poteva concludersi là non perchè non fosse come al solito scritto molto bene, ma semplicemente perchè da questa prima frase era evidente che non avrebbe risposto, ancora una volta, alla mia domanda.
    A questo punto credo proprio che devo arrendermi, ma non perchè la discussione mi abbia stufato oppure perchè lei mi abbia convinto di qualcosa. No, nulla di tutto questo.
    Anzi se c’è una cosa che è riuscito a fare è confermare l’impressione che mi ero formato in tutto questo tempo, da quando mi interesso “filantropicamente” di LENR e FF.
    E cioè che i fusori freddi sono stati esclusi dal dibattito scientifico e anche solo da eventuali tentativi di verifica delle loro scoperte a causa di una mentalità che di scientifico ha veramente molto poco se non le vesti.

    Devo arrendermi con lei perchè ha ancora una volta dimostrato di non “capire” le mie domande oppure più plausibilmente di volerle evitarle.
    Le sue sono sempre “non risposte” infarcite di grande cultura e competenza, e proprio per questo non posso credere che le mie domande, scritte ormai in tutte le forme possibili, non le sono ancora chiare.
    In ogni caso, anche se non fossi riuscito a spiegarmi, meglio di come ho fatto finora non sono in grado di farlo. Quindi sarebbe comunque impossibile continuare la discussione.

    Secondo me comunque è evidente che non vuole il confronto, non le interessa, ha la sua idea e sa già prima di iniziare la discussione che rimarrà con quella qualunque cosa il suo interlocutore dica.
    E a me discutere così non serve a nulla.
    Come ho detto già più volte a me la discussione serve per mettere alla prova le mie convinzioni e per aumentare le mie conoscenze.
    La discussione come la intende lei invece non serve a questo, forse può portare ad aumentare le informazioni in mio possesso, ma non le mie conoscenze, sembrerebbe la stessa cosa ma c’è una non tanto sottile differenza tra le due cose, almeno per come le intendo io.

    Spero che, se mai un giorno si trovasse ad assistere ad un esperimento che dimostri inequivocabilmente e al suo cospetto le LENR, abbia a disposizione la banca dati dell’IAEA per interrogarla e chiederle se può credere ai suoi occhi o meno.

  • Mi sono limitato a riportare dal link da te fornito.
    Non preoccuparti della mia preparazione scientifica ma preoccupati della tua preparazione circa le tematiche legali.
    Lasciando perdere la tua scortesia ti consiglierei di contattare UNIBO perchè il contratto da loro sottoscritto con Rossi e senz’altro pubblico e, ora non conosco di preciso i loro tempi amministrativi, potresti ottenerne una copia per spiccioli.
    Sarebbe un ottimo punto di partenza per intraprendere un’azione legale e lasci perdere per favore i tempi della giustizia italiana … 10 mesi, 30 mesi, 40 anni …  perchè ad oggi nessun procedimento legale è in corso.

  • Non comprendo gli inviti ad analizzare la prova del dicembre 2010.
    Che risultati ne possiamo trarre ? Quali sono i che dati abbiamo in mano, escludendo quelli che bisogna prendere per fede ? Sono sufficienti per fare il calcolo ?
    Perchè ci si offende e si reagisce male se qualcuno osa mettere in dubbbio la bontà dei dati forniti ? Io al massimo potrei credere ad un report antologico fornito da un perito giurato.
    Allora dovrei querelare tutti i miei fornitori di energia perchè mi misurano i consumi con i loro strumenti sigillati ? Mi stanno dando del bugiardo e ell’imbroglione perchè non acettano le misure che potrei fare io con strumenti miei ?

  • Livio Varalta
    Mi permetta una domanda.
    Perchè si è accanito così tanto su questa questione dell’e-cat?
     
    Ha addirittura scommesso di farsi frustare legato alla torre degli asinelli se l’e-cat funzionasse.
    E adesso dice che sarebbe addirittura disposto a farsi arrestare pur di eroicamente “combattere” questo male dilagante dell’e-gattaccio.
     
    Veramente non riesco a capire questo suo atteggiamento anche cercando di mettermi nei suoi panni di convinto anzi certo negazionista e assertore che si tratti di una bufala.
    Ho chiesto più volte a quelli che mostrano la sua stessa eccessiva preoccupazione che tutto finisca in burla, il motivo di cotanta ansia e preoccupazione, e nel suo caso addirittura “prontezza alla battaglia”.
     
    E nessuno mi ha mai risposto, ripropongo un pezzettino di un mio post precedente, che almeno lei voglia farmi capire le sue preoccupazioni?
    Esistono truffe di tanti tipi in questo mondo “sporco” anche ai danni di persone deboli e indifese, perchè non si dedica a sbugiardare le une e a difenderne le vittime, vista questa sua così grande passione?
    Perchè l’e-cat attira così tanto le sue attenzioni e preoccupazioni?
     
    Da un mio vecchio post:
    “Tralaltro non capisco nemmeno questa preoccupazione eccessiva sulle eventuali truffe che potrebbe compiere Rossi.
    In primo luogo i clienti finali di Rossi e Defkalion avranno a disposizioni degli apparecchi in fitto, quindi se non funzionano niente dindini per Rossi.
    Cosa pensate, che possano anche truccare il contatore dell’energia elettrica a casa di ogni cliente per non fargli accorgere che consuma decine di kWh in più di quello che dovrebbe?

    Chi altri potrebbero essere i truffati? I paffutelli investitori della Defkalion? E dove potrebbe fuggire Rossi quando questa eventuale e folle truffa verrebbe alla luce?
    Ma piuttosto, portandosi dietro che cosa, visto che gli investimenti al più stanno sborsando i fondi per costruire la centrale? Potrebbe portarsi i 300 e-cat inservibili in Groenlandia per riscaldarsi il suo “dorato” e “vaporoso” esilio?

    Onestamente credo che tutti vorrebbero una prova definitiva e inconfutabile, ma non facciamoci prendere dalla smania e aspettiamo che prima o poi tutto sarà chiarito per bene, e in qualunque modo vada a finire, non vedo il cadavere di nessuna probabile vittima.
    A parte Rossi se, come non credo ma è un parere personale come direbbe Bagnasco, stesse imbrogliando.”

  • @giulio
    Con tutte queste discussioni sul vapore (interessanti le disquisizioni teoriche, meno il moviolismo) le sfugge un fatto importante. Nel report della prova di gennaio (e non solo in quella) c’è un’immagine dell’andamento della temperatura dell’acqua in funzione del tempo. Questo andamento subisce un’impennata a una certa temperatura, mentre viene confermato che l’assorbimento della resistenza rimane costante. Questo implica una produzione di energia ulteriore e giustifica la volonta dell’UNIBO di investigare.
    La sua osservazione è arguta e pertinente, e anche un po’ moviolara:).
    E’ vero, alcuni grafici del riscaldamento mostrano delle impennate. Come le ha anticipato cataflic la cosa non era sfuggita e ne avevamo già parlato. Queste impennate possono implicare l’improvviso aumento di potenza in aggiunta a quella elettrica, come suggerisce lei, oppure un improvviso calo della portata dell’acqua, come penso io. D’altronde non è un caso che queste impennate siano assenti dai grafici di entrambe le prove di aprile, quando a supervisionare la prova non erano i professori universitari, ma il giornalista Lewan, che aveva controllato rigorosamente il consumo di acqua.

    La prima prova con Lewan è avvenuta 2 giorni prima della firma che il Consiglio del DF approvasse la bozza di contratto per la ricerca sull’ecat e la firma definiva c’è stata 2 mesi dopo. Avevano tutto il tempo per riflettere sui risultati delle prove di Lewan. Quindi non penso che le impennate da lei segnalate siano il motivo alla base della decisione di buttarsi in questa avventura.

  • andrea
    “Non comprendo gli inviti ad analizzare la prova del dicembre 2010.
    Che risultati ne possiamo trarre ? Quali sono i che dati abbiamo in mano, escludendo quelli che bisogna prendere per fede ? Sono sufficienti per fare il calcolo ?”

    La prego, la discussione è già abbastanza complessa anche senza dover ripetere mille volte le stesse cose.
    Dovrei riscriverle una decina di miei post, di cui qualcuno dei commenti all’articolo “resoconto della conferenza di Focardi”, per farle capire quello di cui stiamo parlando.

    Comunque facciamo così, rilegga solo queste righe qui sotto, se ancora non è chiaro dove volevo arrivare chiedendo di analizzare la prova di dicembre, le copio-incollo qualche altra cosa:

    Nel report del test di Gennaio sono riportati anche i risultati di un altro test effettuato  dicembre a “porte chiuse”.
    In questo test non è stato misurato il titolo del vapore in uscita, quindi non è utilizzabile ai nostri scopi, ma riporta la foto del diagramma di temperatura e il plot della potenza elettrica in ingresso.
    Su questi due dati avevo fatto alcune considerazioni che potevano essere interessanti anche in assenza della misurazione del titolo, poichè erano di tipo qualitativo e non quantitativo.
    In pratica chiedevo di spiegare l’andamento del grafico di temperatura con 3 differenti gradini in presenza di un assorbimento elettrico sempre costante
    E ancora di interpretare i 15 minuti durante i quali la potenza assorbita passò prima da circa 1150 W  a meno di 300 W e poi addirittura completamente a zero, mentre il diagramma di temperatura non subì alcuna variazione dai 101,6 °C misurati durante tutta la prova a regime e con potenza in ingresso costante.”

  • Bianchi”
    D’altronde non è un caso che queste impennate siano assenti dai grafici di entrambe le prove di aprile, quando a supervisionare la prova non erano i professori universitari, ma il giornalista Lewan, che aveva controllato rigorosamente il consumo di acqua.”


    Secondo lei come sarebbe potuta variare la portata d’acqua durante la prova?

    “La prima prova con Lewan è avvenuta 2 giorni prima della firma che il Consiglio del DF approvasse la bozza di contratto per la ricerca sull’ecat e la firma definiva c’è stata 2 mesi dopo. Avevano tutto il tempo per riflettere sui risultati delle prove di Lewan. Quindi non penso che le impennate da lei segnalate siano il motivo alla base della decisione di buttarsi in questa avventura.”

    Coè lei pensa davvero che il DF di Bologna si sia convinto a firmare basandosi sulle prove fatte da un “giornalista” più che da quelle che hanno potuto fare direttamente loro?
    E tralaltro pensa che quei due mesi che sono passati erano per “riflettere sulle prove di Lewan”?
    Più leggo questo genere di opinioni più mi chiedo perchè si abbia così poca fiducia nell’Università di Bologna e si ritiene che sia diretta da kamikaze.

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