Approfondimenti

Guglielmo Marconi e la parapsicologia

di Paolo Cortesi

Ci fu un tempo in cui le realizzazioni di Guglielmo Marconi furono ritenute la strada principale d’accesso alla telepatia e all’aldilà. Per la prima volta nella storia dell’uomo, l’invisibile comunicava. La telegrafia senza fili annullava le distanze sulla terra, non avrebbe potuto cancellare anche la distanza estrema, assoluta, fra vivi e morti?

Da più di un secolo, la parapsicologia (ma a quel tempo si chiamava metapsichica) sostiene quelle innovazioni scientifiche che interpreta come prove a suo favore, e ignora tutte le altre, contrarie. Accade così un fatto curioso: la parapsicologia, che ha grandissima diffidenza verso la scienza “ufficiale”, non esita a adottare tutte quelle teorie ufficiali che ritiene in sintonia col suo credo; succede oggi con la fisica quantistica, che è entrata a dosi abbondanti nel discorso parapsicologico.

All’inizio del Novecento, era la radiotelegrafia a promettere esaltanti sviluppi ai metapsichisti.

Vibrazioni, onde, oscillazioni: grazie a Marconi questi effetti vaghi e invisibili potevano essere percepiti da strumenti che ne dimostravano la realtà e la potenza, e che si potevano utilizzare per trasmettere messaggi.

I metapsichisti ritennero dunque che gli studi di Marconi li riguardassero; credevano che le onde hertziane fossero le stesse, o quasi, delle onde cerebrali, considerate l’origine della telepatia e delle comunicazioni con gli spiriti. Dunque, la ricerca sulle onde hertziane era, lo si sapesse o no, anche una ricerca metapsichica.

Lo dichiarava molto nettamente la Revue scientifique et morale du spiritisme, che nel settembre 1902 così scriveva: 

«I nostri lettori saranno felici di trovare esposti, in modo chiaro e preciso, i principi sui quali è fondata questa meravigliosa scoperta che si chiama la telegrafia senza fili. Studiando con cura la propagazione delle onde che rappresentano il pensiero, noi potremo arrivare a comprendere i fenomeni della telepatia, che certamente hanno con la telegrafia hertziana le più grandi analogie». (La traduzione dal francese è mia).

E, più avanti nello stesso articolo: 

«La telegrafia senza fili attraverso l’Oceano Atlantico è oggi un fatto compiuto. Occorrono potenti apparecchi per lanciare nello spazio le onde hertziane capaci di superare queste distanze; ma noi sappiamo, noi spiritisti, che l’essere umano è ancora più potente perché le vibrazioni del suo pensiero possono andare a colpire un essere capace di riceverle, da un antipodo all’altro, senza essere deviate dalle perturbazioni che agiscono così potentemente sugli apparecchi di Marconi».

Ma fin dal 1896, proprio la preistoria della telegrafia senza fili, sulla rivista Annali dello spiritismo in Italia, si annunciava con entusiasmo: 

«Un nostro concittadino, il giovane signor Marconi, ha trovato, almeno per le non troppo grandi distanze, la telegrafia senza fili conduttori, che si ottiene mercè di correnti, non elettromagnetiche, ma elettrostatiche prodotte con vibrazioni di gran lunga più rapide. Quale sia per essere l’applicazione pratica della scoperta, dirà il tempo; ma per noi essa già ora nella sua forma presente ha importanza grandissima. […] Tutti i fenomeni dello Spiritismo, senz’alcun danno della loro spiritualità, devonsi alla fine poter ricondurre a leggi fisiche. Ora il trovato di Marconi dà la chiave e la dimostrazione sperimentale de’ contrastati fenomeni, perché la trasmissione del pensiero e l’azione telepatica riposano unicamente su correnti elettrostatiche, come la telegrafia senza fili. Imperocchè le correnti fluido-elettriche invisibili, che operano da uomo ad uomo spesso alla distanza di centinaia e di migliaia di miglia, vibrano senza dubbio molto più celermente che quelle elettrostatiche della fisica odierna, ma devono essere immancabilmente o affatto identiche o di assai simile natura».

E nel 1928, in piena età marconiana, Antonio Bruers (1887-1954), segretario della Società di Studi Psichici, non aveva alcun dubbio nell’identificare la telegrafia senza fili con la telepatia

«Se Guglielmo Marconi non avesse avuto l’ispiratissima idea di inventare la telegrafia senza fili, molti scienziati negherebbero anche oggi, come trent’anni fa, la telepatia».

Uno dei più validi collaboratori di Marconi, George N.M. Tyrrell (1879-1952), si iscrisse alla londinese Society for Psychical Research nel 1908, ne divenne presidente nel 1945; dopo la Prima Guerra Mondiale si occupò esclusivamente di metapsichica.

Oliver Lodge (1851-1840) fu uno dei primi studiosi di onde elettromagnetiche, anzi lui si riteneva il primo e per questo fu a lungo ostile a Marconi, che accusò di avergli usurpato la priorità della scoperta. Lodge si dedicò alla metapsichica fin dal 1880 circa, fu presidente della Society for Psychical Research dal 1901 al 1903, ma fu dopo la morte di suo figlio Raymond – ucciso in battaglia nel 1915 – che lo spiritualismo divenne centrale nella sua Weltanschauung, nella certezza della comunicazione con le anime immortali dei defunti.

Le storie di Tyrrell e Lodge mostrano come, ai primi del Novecento, si credeva che la scienza sperimentale riconoscesse la dimensione trascendentale della realtà; Lodge pensava che l’etere fosse il mezzo tramite il quale si espandeva non solo la luce, ma anche lo spirito. Nella storia del pensiero occidentale, questa fu una fase di transizione in cui l’idealismo cercava di convivere con le scienze positive che non si potevano più ignorare. L’Italia, anche in questo, era in ritardo, zavorrata dall’idealismo gentiliano, divenuto filosofia ufficiale del regime fascista.

Nell’inverno del 1906, su alcuni giornali italiani e molti stranieri, apparve la notizia che Marconi era diventato spiritista. Sulla torinese Gazzetta del Popolo del 22 novembre, in prima pagina, appariva un breve articolo intitolato «Marconi spiritista», che affermava: 

«Guglielmo Marconi oltre ad essere un celebre inventore è anche un grande charmeur. La società romana più eletta fa a gara nel prodigargli inviti a pranzi, a ricevimenti. Marconi accetta di buon grado e in pochi giorni egli è diventato l’enfant gaté dell’aristocrazia romana, tanto della nera che della bianca. E ad aggiungere fascino alla sua persona s’è aggiunto il fatto che si professa spiritista. In alcuni saloni, sotto la sua direzione, si sono avute serate spiritiche, e, anzi, si aggiunge che Marconi abbia scoperto straordinarie qualità di medium in una gran dama, principessa autentica».

Gli Annales des Sciences Psychiques del dicembre 1906 davano altri dettagli sullo spiritismo marconiano: 

«La stampa italiana, e di seguito i giornali di diversi paesi, hanno annunciato che Marconi, l’illustre inventore della telegrafia senza fili, ha recentemente assistito ad una serie di sedute medianiche che si tennero alla corte di Roma, alla presenza del re e di almeno un altro componente della famiglia reale d’Italia. La medium veramente notevole che ha prodotto queste esperienze è una principessa romana di cui non è stato pubblicato il nome. Nostre informazioni particolari ci permettono di confermare, nel loro insieme, queste interessanti notizie».

L’Echo du Merveilleux, anche questo del dicembre 1906, riferiva che 

«Marconi, l’inventore della telegrafia senza fili, seguendo l’esempio di Richet, di Lombroso, si dedica in questo periodo allo studio dei fenomeni psichici. Pare abbia ottenuto risultati sorprendenti con una principessa romana che è una medium straordinaria. Si pretende che lo stesso re abbia assistito ad alcune sedute durante le quali Marconi ha ottenuto dei curiosi fenomeni di materializzazione. Tutta la corte non si occupa che di questi fatti».

La principessa romana non nominata era Maria Angelica (detta Elika) d’Antuni Del Drago (1874-1919), figlia del principe don Giovanni Grabinski, principe Potenziani e principe di San Mauro (1850-1899) e di donna Maria Spada Veralli Potenziani dei principi di Castelviscardo (1853-1902), sposata nel 1872. Un suo fratello era Ludovico (1880-1971) che fu governatore di Roma dal 1926 al 1928 e senatore del Regno dal 1929 al 1943.

Elika aveva sposato a Rieti, nel 1894, il principe Ferdinando Del Drago (1857-1906), principe d’Antuni e marchese di Riofreddo. La coppia ebbe tre figli: Maria Cristina (1895-1962), sposata nel 1935 con il marchese Luigi Bufalini; Ortensia (1897-1916), morta a soli diciannove anni; Rodolfo (1900-1946), sposato nel 1930 con Anna Maria Wallace. Fu la principessa d’Antuni Del Drago a dare personalmente la notizia che Marconi si era convinto della verità dello spiritismo. Electrical World (che non era una rivista metapsichica, ma tecnica) del 22 dicembre 1906 pubblicava la dichiarazione della nobildonna secondo cui Marconi, incontrato in un salotto dell’aristocrazia romana, le aveva detto di non credere allo spirit(ual)ismo.

«Lo invitai» narrò la principessa Elika «da me per assistere ad una seduta. Lui era uno dei tre presenti, un medium chiamato Politi ed io; con Marconi, formammo un cerchio attorno ad un piccolo tavolo. Senza narrare tutto quello che accadde, basterà dire che quando Marconi se ne andò, era così pienamente convinto che decise di studiare il fenomeno scientificamente, e mi promise di mettermi in contatto con il prof. Crookes. Sto aspettando con ansia di sapere se il grande inventore ha trovato qualche spiegazione dei fenomeni». (La traduzione dall’inglese è mia).

Come si vede, diversi giornali presentavano Marconi come l’agente principale che aveva prodotto i fenomeni. La principessa d’Antuni Del Drago disse invece che l’inventore assisté soltanto alla seduta in cui il medium era Augusto Politi (nato nel 1855), un orologiaio romano che aveva scoperto di possedere eccezionali doti paranormali, specializzato in “apporti”, cioè la creduta creazione di svariati oggetti dal nulla. Naturalmente, faceva più colpo svelare che Guglielmo Marconi era un medium potentissimo il quale materializzava fiori e anelli, piuttosto che dire che se ne stava fermo e zitto, seduto a un tavolino, a vedere (nel buio) quello che faceva un orologiaio che, bravo quanto si vuole, era pur sempre un oscuro orologiaio.

Il prof. Crookes citato dalla principessa Elika era Sir William Crookes (1832-1919), fisico inglese che nella maturità si interessò vivamente alla metapsichica e ancora oggi è ricordato per il suo riconoscimento delle doti paranormali della giovane medium Florence Cook (morta nel 1904), la quale – secondo i credenti – produsse un intero fantasma, dalla testa ai piedi, manto compreso, di una ragazza che si chiamava Katie King, figlia di un pirata, fantasma pure lui.

Di una seduta medianica cui partecipò Marconi abbiamo alcune notizie sicure, sappiamo almeno la data in cui avvenne e chi vi partecipò. Questa seduta è descritta, purtroppo sommariamente, nel libro Verso le stelle (Fratelli Bocca. Torino, 1926), di Herbert Dennis Bradley (1877-1934), una curiosa figura di industriale che fu pure commediografo, romanziere e convinto spiritista per molto tempo, fino a quando dovette ammettere che il suo medium frodava.

Il medium di cui parliamo era lo statunitense George Valiantine (1874-1947), il quale prima di scoprirsi medium faceva il fabbricante di accessori per rasoi. Valiantine era specializzato in voce diretta, un fenomeno oggi praticamente scomparso, ma molto di moda fra le due guerre mondiali. Si tratta di voci che si odono nell’oscurità della stanza dove si svolge la seduta; le voci – forti o sussurrate – sembrano provenire da punti diversi della camera. Per renderle più nette si usano le cosiddette trombe medianiche, molto simili ai portavoce dei marinai, e realizzate con leggerissimo lamierino o con cartone, perché devono volteggiare in aria (e, ripeto, nell’oscurità assoluta).

Valiantine era molto ricercato come medium a voce diretta; eseguiva sedute a pagamento. Bradley lo stimava così tanto da dedicargli due libri per fare conoscere le sue doti straordinarie.

Eppure, Valiantine fu colto a imbrogliare più volte. Lo scrive perfino Para. Dizionario enciclopedico, pubblicata dall’editore Armenia nella seconda metà degli anni ‘80 del secolo scorso e favorevolissimo alla parapsicologia e allo spiritismo: 

«Stranamente le manifestazioni imponenti si alternavano con insuccessi o addirittura con fenomeni molto sospetti. Joseph De Wyckoff, un ricco finanziere americano, ottenne da Valiantine un lungo messaggio in scrittura diretta (cioè eseguita dagli spiriti, N.d.A.), che un esperto dichiarò essere stato scritto dallo stesso medium».

Anche Bradley dovette rivedere il suo giudizio su Valiantine quando scoprì che le impronte su cera di pretesi spiriti disincarnati erano in realtà le impronte degli alluci del medium.

Ma quando organizzò la seduta alla presenza di Marconi, la fiducia di Bradley nel medium della Pennsylvania era illimitata, granitica.

Si tenne a Londra, in casa di Bradley, il 29 febbraio 1924. Erano presenti Guglielmo Marconi, una signora sua amica, il capitano Hicks, il giornalista Philip Page, le signore Wyckoff e Mollo, Bradley, sua moglie e ovviamente Valiantine.

Scrive Bradley che «il medium non conosceva il senatore». Ora, che Guglielmo Marconi – nominato senatore nel 1914 – fosse sconosciuto a Valiantine è semplicemente incredibile. Marconi era, nel 1924, uno degli uomini più famosi del mondo. Premio Nobel nel 1909, il suo volto era apparso su centinaia di fotografie in centinaia di quotidiani, riviste, libri; senza dimenticare le riprese cinematografiche. Dire che Valiantine non riconobbe Marconi nel 1924 era come dire che non avrebbe riconosciuto, in quello stesso anno, Mussolini.

Forse non a caso, la prima entità che si manifestò attaccò discorso proprio con il senatore Marconi, chiamandolo Guglielmo.

«Seguì un dialogo in italiano che non potei seguire ignorando questa lingua; la voce non era chiara, ma il Senatore mantenne viva la conversazione per una decina di minuti. Questi c’informò in seguito, che la voce affermava d’essere suo padre, ma non riuscì ad ottenere prove bastevoli per stabilirne l’identità».

Cosa sta dicendo Bradley? Marconi non ebbe abbastanza dati veritieri per identificare chi si era presentato come suo padre Giuseppe, o aveva udito affermazioni false? La differenza è sostanziale, ma gli scrittori di parapsicologia non sono maestri di chiarezza.

Dopo altre chiacchierate con i presenti, Marconi parlò (in quale lingua?) con uno spirito 

«sugli elettroni, sulle molecole e sugli atomi. […] Marconi chiese a Barnett (lo spirito, N.d.A.) se sapeva quale studio l’occupava attualmente. Barnett: – Sì, il tuo studio riguarda l’altezza. Il Senatore ci disse che, effettivamente, le sue indagini avevano qualche rapporto con l’altezza».

Non è, direi, una prova potente per dare credibilità al sedicente spirito: è ovvio che Marconi si occupava anche di altezza, dato che si occupava di trasmissione di onde elettromagnetiche, e quindi si poteva trovare facilmente un nesso logico con la parola altezza: altezza dell’onda, altezza del segnale radio, altezza delle antenne, altezza delle stazioni radio… Sarebbe stato molto più significativo se lo spirito avesse detto “lombrichi”, e Marconi avesse confermato.

Poi ricordiamo che lo spirito Barnett fece previsioni sbagliate

«Aggiunse pure che verranno scoperti sulla terra nuovi continenti di grande valore. […] ci disse che tra il 1926 e il 1927 sarà fatto probabilmente un nuovo grande progresso nel sapere umano. Gli chiedemmo se in avvenire si riuscirà a comunicare con altri mondi; rispose di sì e quanto prima».

Insomma: la sapienza dello spirito, che parlava di elettroni molecole e atomi, non era infallibile.

Marconi, che pure era un grande comunicatore, non fece mai alcuna dichiarazione sullo spiritismo. In un’intervista, avrebbe espresso questa sua convinzione:

«Il cervello umano è uno strumento assai più delicato di qualunque apparecchio inventato dall’uomo: è evidentemente possibile che il cervello invii messaggi a distanze assai più grandi di qualunque trasmettitore meccanico».

Bastarono queste parole per arruolare Marconi nell’esercito dei metapsichisti, i quali le citarono così spesso da farne un motto.

Alla morte dell’inventore (20 luglio 1937), gli spiritualisti sottolinearono il suo presunto interesse verso i cosiddetti fatti paranormali. Appena quattro giorni dopo la scomparsa, apparve sul Giornale d’Italia un articolo firmato da Anhelus, pseudonimo di Linda Murri (1871-1957), una dei protagonisti del celebre delitto Murri (1902), che fu un’attivissima studiosa di spiritismo. Si raccontava che Marconi aveva

«aperto la porta all’inconoscibile, cioè a quel mondo di onde e di vibrazioni che riserba all’umanità le più strabilianti sorprese. Quanto s’è notato e constatato in rapporto alle radiazioni cosmiche, a quelle della vita in genere, e del cervello umano in ispecie, ci prospetta un complesso e multiforme agitarsi vitale, tutto ancora ignoto o quasi, ma che ci dà a sperare tante svariatissime precisazioni energetiche, analoghe a quelle che il Marconi mercè la radio ha reso evidenti a tutta l’umanità non per elucubrazioni scientifiche, ma per constatazione positiva, pratica, saremmo per dire oggi banale. […] Anche in rapporto ai fenomeni metapsichici tutto induce a presumere che essi provengano da leggi di tale natura ancora ignorate. […] Che vibrazioni mentali esistano ci sembra bastino a dimostrarlo i fenomeni oramai da nessuno negati di trasmissione del pensiero, anche se si manifestino nei più diversi casi e nelle più diverse modalità. Quando al posto di ricevente di tali vibrazioni non sarà più il solo cervello, cui si possono imputare i turbamenti dell’immaginazione, ma un freddo apparecchio automatico, allora uno dei capisaldi degli asseriti metapsichici apparirà realtà assoluta. […] Si troverà, si troverà anche il microfono auspicato dal Marconi per queste vibrazioni, e l’umanità salirà ancora un gradino della divina scala di Giacobbe, che la condurrà ai più alti poteri. Nel chinarsi reverenti davanti alla salma del Grande, i cultori di metapsichica ricordano con entusiasmo questo suo concetto, rivelatore di una intuizione mirabile».

Le faceva eco Psychic Science nell’ottobre 1937:

«La scomparsa a luglio del Senatore Marconi ha attirato l’attenzione mondiale. Ricordiamo le sue visite al British College per presenziare alle sedute con Frau Silbert, la medium austriaca, e il suo profondo interesse per la dimostrazione telecinetica a cui ha assistito. I fenomeni sollecitarono il suo genio inventivo, chiedendosi se strumenti estremamente delicati non potessero essere realizzati a scopo di registrazione. Nell’occasione disse: È evidente che il cervello umano potrebbe inviare messaggi a distanze infinitamente più remote di qualsiasi trasmettitore meccanico mai inventato, perché il pensiero consiste in una categoria di quelle vibrazioni che oggi possiamo captare solo con il microfono, ma infinitamente più sottili. Aveva anche esperienze personali da raccontare, da buon cattolico quale era».

Non sappiamo nulla delle esperienze personali cui si accenna in modo così ambiguo. Frau Silbert era Maria Silbert (1866-1936), una medium austriaca che si presentava come una modesta donna di casa (sue foto la ritraevano mentre sferruzzava a maglia) e affermava di produrre importanti effetti fisici. Fra l’altro, la Silbert metteva un portasigarette sotto il tavolo; quando lo riprendeva, dopo che era stata accesa la luce in stanza, si vedeva che lo spirito guida di Maria, tal dottor Franciscus Nell, aveva inciso il suo nome sul metallo. Tutto veramente sbalorditivo, finché Walter F. Prince, fondatore della Boston Society for Psychical Research, nel 1927 scoprì che la donna aveva imparato a usare i piedi per incidere nomi con un bulino.

Contro il tentativo degli spiritisti di accaparrarsi Marconi, si levò la voce di un intellettuale cattolico, Lorenzo Alpino, segretario dell’Opera di assistenza agli emigranti, fondata nel maggio 1900 dal vescovo cattolico di Cremona, monsignor Geremia Bonomelli.

Alpino pubblicò una sua intervista con Marconi nella quale l’inventore negava ogni suo interesse verso la metapsichica. Per completezza di informazione, è bene dire che questo Lorenzo Alpino, assiduo collaboratore di Vita e Pensiero, rivista dell’Università cattolica del Sacro Cuore, fu scoperto autore di lettere apocrife nelle quali Giuseppe Verdi si rivelava un devoto cattolico.

Così, solo la parola dell’autore ci assicura che ci fu davvero l’incontro con Marconi sulla sua nave Elettra, all’àncora al molo di levante nel porto Duca d’Aosta, a Genova, in «un sereno tiepido pomeriggio di fine ottobre» di non si sa quale anno. Il visitatore si presentò come amico del professor Vincenzo Rosa (il primo insegnante di elettrotecnica di Marconi) e fu subito accolto a bordo. Ecco quanto l’inventore avrebbe dichiarato a Lorenzo Alpino, che ne scrisse sulla Domenica del Corriere del 13-19 novembre 1938:

«Io sono credente nel Supremo Spirito creatore dell’universo, ma non credo affatto agli spiriti. Responsi di tavolini parlanti, rivelazioni di medium, apparizioni di fantasmi e cose simili, non hanno nulla di soprannaturale, non sono comunicazioni dell’Al-di-là, non hanno nulla di reale di vero in questo senso. […] I fenomeni spiritici, non sono che fatti naturali, manifestazioni di forze, di energie, che oggi non possiamo ancora, interamente, spiegare e far comprendere a tutti; ma che fra non molto appariranno chiari ad ogni intelligenza preparata. Gli spiriti dei morti non potranno mai comunicare coi viventi, per la stessa definizione della vita e della morte. Lo spirito comunica soltanto per mezzo di organi adatti. La morte è la separazione dello spirito vivente dal corpo ch’era il suo organo di comunicazione: disgiunti, non v’è possibilità di comunicare. […] I fenomeni dei medium (quando non è soltanto un truffatore di mestiere) sono naturalissimi. Il medium è un essere anormale: egli è dotato di facoltà e di energie che non possiamo ancora del tutto precisare. Però, se fisicamente non è anormale, non può essere medium. Ciò che egli dice quando opera, quel che risponde interrogato, non è se non ciò che noi gli vogliamo far dire e gli suggeriamo, consci od inconsci. […] I responsi che dà non sono quindi espressioni degli spiriti viventi ultramondani, ma espressioni di energie umane».

Se queste non furono esattamente le parole che pronunciò Marconi, probabilmente sono quelle che riassumono il suo pensiero sull’argomento.

Lorenzo Alpino, in un articolo precedente (del 1936) aveva citato questa frase del grande inventore: 

«Nell’indagine delle misteriose forze che ci avvolgono, è la Provvidenza Divina che ci assiste: quella stessa Provvidenza che ha fatto dell’Italia la culla di ogni arte, di ogni scienza; quella stessa Provvidenza Divina che oggi assiste l’Italia, il suo Re, il suo Governo, guidando il nostro Paese verso i suoi maggiori e più alti destini».

E queste sono veramente tutte parole pensate e scritte da Marconi. Più inquietanti di ogni discorso sullo spiritismo.