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Scienza ed etica dell’altruismo: l’incontro tra Telmo Pievani e Marco Annoni al CICAP Fest 2023

di Francesca Balestra 

Siamo sicuri di sapere cose giuste riguardo l’altruismo? Sulla sua natura, come funziona, se possiamo fare la differenza per la vita di una persona oppure no? Durante un evento del CicapFest 2023 Telmo Pievani, evoluzionista e insegnante di Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università di Padova e Marco Annoni esperto di bioetica, ricercatore e Coordinatore del Comitato Etico della Fondazione Veronesi hanno dialogato su questa pulsione molto antica dell’uomo: quella di fare del bene al prossimo. 

Annoni, ha raccontato, si è interessato a questo tema per caso, trovandosi in una situazione che l’ha portato a compiere una scelta: a lui è costata poco sforzo ma, per qualcun altro, ha significato tanto: vivere. “Quante altre occasioni ci sono, magari più ordinarie e comuni nella nostra vita, per agire in un modo che per noi in realtà non fa una grande differenza ma che ha un impatto enorme sulla vita delle altre persone”, ha detto. La nascita negli ultimi 10-15 anni di movimenti mondiali basati su un altruismo efficace e non più emotivo, donare preoccupandosi degli effetti che le nostre azioni hanno sul mondo e soprattutto andare a misurare questi effetti, ha permesso lo sviluppo di una “corrente scientifica che cerca di utilizzare gli stessi metodi della scienza, esperimenti, comparazioni e raccolta dei dati per rispondere alla domanda: come possiamo fare del bene alle altre persone, trasformare in meglio il mondo utilizzando bene le risorse a nostra disposizione?” ha proseguito Annoni.

Per chi pensa che l’altruismo non esista e non sia altro che una forma di egoismo mascherato, che far qualcosa per qualcuno nasconda sempre un vantaggio per sé stessi, Pievani e Annoni hanno puntualizzato che ci sono delle teorie condivise a livello della biologia evoluzionistica e ci sono tanti esperimenti di psicologia empirica che confermano la sua esistenza. Esiste e riguarda tutti, senza differenze di età, ceto sociale e risorse. È stato dimostrato che se in un gruppo, oltre ad esserci degli egoisti, ci sono anche degli individui cooperativi, il gruppo ha grosse probabilità di prevalere.

La tesi di Annoni, ampiamente approfondita nel suo libro “La felicità è un dono. Perché l’altruismo intelligente è la scelta migliore che puoi fare” (Sonzogno 2022) è che “l’altruismo esiste ed è spesso intelligente, perché fa bene alle persone e a chi lo compie

Questo approccio applicato ad azioni e regole di interesse collettivo si sono rivelate essere efficaci per combattere la povertà, distribuire meglio risorse importanti come organi o sangue, non dimenticando l’etica e la libertà personale che rimangono alla base in scelte di questo tipo. 

L’altruismo può essere una risposta ai problemi del mondo di oggi ma richiede un grande impegno: dipende molto dalla nostra libertà personale di fare un gesto verso qualcuno che non conosciamo o di una generazione futura. Quello che è certo, ha sottolineato Annoni, è che il periodo storico che stiamo vivendo pone molte sfide e le decisioni che prenderemo nel prossimo futuro avranno degli impatti significativi per chi verrà dopo di noi.    

L’altruismo deve essere accompagnato dalla responsabilità: va bene “donarsi e darsi” alla scienza, ma solo a patto che ci siano “motivazioni forti e un valido sapere scientifico alla base”. Per quanto riguarda il tema delicato della beneficenza, i relatori hanno sottolineato che non basta donare per essere altruisti, ma bisogna bene informarsi sulle cause di un problema e poi controllare che il nostro intervento abbia avuto effetti benefici. Quello che conta, afferma Annoni, è “sperimentare:  rendersi conto, quando si dona, della sensazione che si prova e osservarsi, ricordarsi delle sensazioni positive”. In breve, “felicità è donare”.