8 Ottobre 2024
Approfondimenti

Grafene e vaccini: genesi di una bufala

Creare una notizia virale non è difficile, basta spesso unire due parole di ampio richiamo che, accoppiate, attirino click di visitatori. Una notizia che unisce nella stessa frase due parole di moda come COVID e GRAFENE può, di sicuro, suscitare interesse tra gli internauti e diventare virale: questo è esattamente quanto successo in questi mesi.

Il grafene

Il COVID, sapete tutti cos’è; il grafene, invece, è un nuovo materiale utilizzato principalmente per rinforzo meccanico di racchette da tennis, sci e scarpe. Il grafene è un foglietto microscopico composto di atomi di carbonio che si produce “frullando” la semplice grafite, quella che è dentro le nostre matite. Il grafene ha eccellenti proprietà meccaniche ed elettriche, e per questo dal 2004 è studiato per applicazioni in vari campi, dai compositi alle batterie, dall’elettronica alla cattura di sostanze inquinanti.

 

Struttura di un fogliettino di grafene, usato come rinforzo meccanico in biciclette, racchette da tennis, sci etc.

Il grafene è usato da anni in decine di prodotti commerciali, attrezzi sportivi, cuffie audio, piastre riscaldanti o penumatici. Viste le sue ottime proprietà, c’è molta aspettativa per le prossime applicazioni del grafene con tanti annunci (non sempre supportati da fatti) di applicazioni rivoluzionarie per questo materiale.

Vediamo come nasce e si diffonde la notizia virale su COVID e grafene:

Dalla Spagna al Parlamento italiano

1) A giugno 2021 Ricardo Delgado, titolare del sito laquintacolumna.net, incarica un professore dell’università spagnola di Almeria, Pablo Campra, di analizzare una fiala di vaccino Pfizer.

Non è chiaro da dove provenga il vaccino; Campra dice solo che gli è arrivato “por mensajería”. La fiala riporta il codice PAA165994.LOT. Pablo Campra pubblica i risultati in un file pdf in cui mostra immagini al microscopio della soluzione.

Secondo Campra, alcune immagini al microscopio suggeriscono la presenza nella fiala di ossido di grafene (un derivato solubile del grafene). Il professore è molto cauto, e specifica nel report e in  un chiarimento successivo che l’analisi non ha valore statistico, perché fatta su un solo campione, e che la microscopia non è una prova conclusiva.

Questo non impedisce a Ricardo Delgado di pubblicare un video  commentando le immagini di “grafene” contenute nel report, unendo alle immagini video di presunti fenomeni di magnetismo su vaccinati (cioè foto persone con chiavi o altro appicciate su una spalla) e notizie su complotti delle autorità. Al minuto 39.45 Delgado dice che il grafene nel vaccino sembra una “maglia satanica” (avviso per i lettori: il video di Delgado dura tre ore e venticinque minuti, vederlo tutto richiede fede e perseveranza).

 

Video dove Delgado mostra la “Maglia Satanica” presente, secondo lui, nelle immagini di Pablo Campra.

2) Subito dopo, in Italia, il sito fuoricensura.net pubblica un report attribuito all’ospedale Cardarelli di Napoli. Il report mostra le stesse immagini di Campra, le stesse frasi (ma tradotte in Italiano) e dichiara di analizzare lo stesso identico vaccino PAA165994.LOT.

3) Il 12 agosto il sito medicdebate.org pubblica un altro report, questa volta in Inglese, che include le stesse immagini della “Maglia satanica” di Delgado. Il rapporto è presentato come anonimo, firmato col nome generico The Scientists Club, per proteggere gli autori dello studio.

Il tentativo di mantenere l’anonimato è abbastanza maldestro. Aprendo il file con Acrobat Reader o con qualsiasi programma di preview, l’autore del documento risulta essere una certa Antonietta Gatti.

 

Il report anonimo, firmato da Scientist’s club, che riporta però il nome di un presunto autore nelle general info.

Il nome corrisponde a una ex-ricercatrice dell’università di Modena e fondatrice di un’azienda di consulenze tecniche e scientifiche nei settori della medicina, dell’industria e dell’ecologia, la cui attività principale è il rilevamento tramite microscopia elettronica di micro- e nano- particelle inorganiche. Impossibile stabilire, solo da questo, se la dott.ssa Gatti sia o no tra gli autori del documento.

Finalmente, il 14 settembre l’onorevole Sara Cunial, parlamentare del gruppo misto-ex Movimento 5 stelle, presenta un’interrogazione parlamentare al ministro Speranza. Scrive di essere venuta a conoscenza di un documento scientifico con una “analisi autorevole” che ha trovato grafene nel vaccino Pfizer e chiede di quali informazioni disponga il Governo al riguardo.

Le frasi usate sembrano sempre quelle del rapporto spagnolo iniziale ed il lotto citato è, immancabilmente, sempre lo stesso: PAA165994.LOT.

L’onnipresente lotto PAA165994.LOT

La sequenza di eventi sembra indicare che un (cauto) report iniziale sia stato ripreso, fatto ricircolare e tradotto più volte, per attribuirlo ad enti ed autori vari fino a raggiungere, infine, il nostro Parlamento.

Questo gruppo di autori, che potremmo chiamare la “banda del lotto PAA165994”, crea report con un gran numero di dettagli scientifici che sono spesso di difficile lettura, mescolando immagini al microscopio del vaccino con il (presunto) grafene con immagini di grafene (vero) prese da articoli scientifici che nulla hanno a che fare con i vaccini.

Il famoso PAA165994.LOT non è un codice di lotto Pfizer e sembra invece una scritta presa a caso da un sito dell’autorità sanitaria della Nuova Zelanda (vedi qui) o da immagini generiche di fiale su internet, come ad esempio questa foto dell’agenzia Reuters.

Inutile aggiungere che il 2 Luglio 2021 l’università di Almeria ha smentito (chiamandolo, con un’espressione bellissima e molto spagnola, “rotundamente falso”) qualunque suo coinvolgimento in questo studio, visto che il lavoro descrive un campione di origine sconosciuta.

Anche l’ospedale Cardarelli smentisce il documento e presenta denuncia contro ignoti.

La “maglia satanica” di Delgado

Noi, a differenza di Delgado, non abbiamo mai visto una “maglia satanica”, quindi non possiamo dire se il materiale mostrato nel report gli rassomigli o no.

La “maglia satanica” sembra piuttosto il portacampione del microscopio, che è una rete di carbonio poroso fatta apposta per reggere i campioni; questi portacampioni si comprano comunemente a 3-4 euro l’uno. Qui sotto un confronto, preso da questo articolo per il vostro giudizio.

Sulla Maglia satanica si vedono delle figure circolari più chiare; difficile dire cosa sono, potrebbero essere liposomi, cioè particelle di grasso usate per impacchettare il vaccino, vedi ad esempio qui.

Confronto tra la “maglia satanica” di Delgado e immagini simili, perse in rete, di portacampioni per microscopia e particelle di grasso.

Tutti questi indizi fanno venire il dubbio che Delgado abbia creato una notizia acchiappaclick (clickbait in Inglese) suggerendo che qualcuno stia inserendo grafene ossido nei vaccini, o che il grafene nei vaccini abbia proprietà magnetiche e funga da antenna per il 5G, per uccidere i vaccinati a distanza o, ancora meglio, per pilotarli.

Delgado, sul suo sito, si dichiara laureato in statistica, specializzato in biologia sanitaria, microbiologia clinica, epidemiologia e immunologia clinica, esperto universitario di genetica clinica, master in psicologia infantile, master di banca e finanza, master di “allenamento personale”. Non è chiaro quali altre attività abbia, a parte gestire il suo sito.

Conclusioni

Pablo Campra, nel suo report, suggerisce di fare ulteriori analisi, stavolta conclusive; attenderemo fiduciosi i nuovi dati.

Nel frattempo, meglio chiarire alcuni semplici concetti:

1) Il grafene è facile da scoprire in una soluzione.

Una caratteristica del grafene è quella di assorbire molta luce. Una soluzione di grafene o ossido di grafene, anche a basse concentrazioni, è nera o al più grigiastra, mentre i vaccini sono soluzioni trasparenti. Esistono vari metodi di spettroscopia per identificare, senza dubbi, la presenza di grafene.

2) Il grafene non è magnetico.

Provate ad avvicinare una calamita ad una matita per credere.

3) Il grafene non può funzionare come antenna nel corpo umano.

Non c’è modo di usare un fogliettino di grafene di pochi nanometri come antenna per onde radio a lunga distanza. Non c’è modo di iniettare nel sangue microchip che controllino il comportamento umano.

Per controllare a distanza gli esseri umani non servono microchip o piani diabolici: basta creare una bufala credibile, fatta a regola d’arte e farla girare su internet.

Riprodotto da elastoria.com col permesso dell’autore

5 pensieri riguardo “Grafene e vaccini: genesi di una bufala

  • Questa storia del Grafene è un po’ come la storia del Bario nelle scie chimiche. Ma quanto grafene viene prodotto nel mondo in un ‘anno? Se dovesse entrare in tutti i vaccini forse non basterebbe l’intera produzione mondiale.

    Rispondi
  • Il commento della Sig.ra Cristina mi fa pensare che chi va a leggere l’articolo di chi non ha nulla da fare in realtà non è oberato da impegni.
    A parte questa facezia (che spero mi perdonerete), quel che non ci dicono (e che i no-vax, neppure quelli istruiti, rilevano) è che i tutti vaccini – compresi quelli contro il Covid – contengono una notevole quantità di ossidàno (DHMO). Ora vado di fretta, ma prossimamente, in un nuovo commento, vi dirò di questa molecola.

    Rispondi
  • Ecco la differenza tra scrivere qualcosa nello spazio per i commenti di una rivista seria e di un blog di “commenti da ignoranti al bar”: il mio precedente intervento, specie se preceduto dalla formula magica “diffondete subito, prima che mi censurino” avrebbe fatto il giro del mondo in 12 ore. L’ossidano – o monossido di diidrogeno, DHMO – non è altro (secondo la classificazione internazionale IUPAC) che l’acqua. Peccato che molti partecipanti ad un summit internazionale promosso dall’ONU e tanti ecologo-chic siano caduti in una bufala, firmando una petizione per mettere al bando questa pericolosa sostanza, a dimostrazione del fatto che moltissimi parlano di ecologia (o anche di virologia, quanto a questo, ma pochissimi possono permettersi di farlo davvero (https://it.wikipedia.org/wiki/Beffa_del_monossido_di_diidrogeno).

    Rispondi
  • La forza di una bufala come questa, al giorno d’oggi, sta nella enorme sfiducia (meritatissima) verso le istituzioni, da parte del cittadino.
    Sappiamo per fatti storici recenti e remoti che chi ha potere lo usa spesso per interessi personali e quindi di lobby, se ne fa parte.
    Sappiamo anche che oltre al dolo, anche l’inettitudine regna sovrana… fra i sovrani.
    Quindi il vero messaggio che si cela dietro la credulità verso le bufale credo che sia questo.
    Bisognerebbe superare la cecità e smettere di guardare il dito, invece della luna.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *