La battaglia legale degli scettici fiamminghi
Nel panorama scettico attuale è in corso un avvenimento che ha gettato luce su alcune organizzazioni legate alle risorse umane, promotrici di pratiche lucrose non basate su metodi scientifici e che hanno destato l’attenzione di alcuni esperti nel campo. Stiamo parlando della storia dell’associazione scettica belga SKEPP, di Patrick Vermeren, di Bart van de Ven e del milionario Carl Van de Velde, che da circa due anni sono impegnati in una causa in Belgio non ancora terminata e che stata mettendo a dura prova i due autori. Abbiamo intervistato il presidente di SKEPP, Paul de Belder, per farci raccontare brevemente cosa fanno i nostri colleghi delle Fiandre e in che modo sono impegnati in questa spiacevole e lunga battaglia legale.
Paul, che cos’è SKEPP e quali attività organizza nella comunità scettica belga?
SKEPP è la società scettica belga fiamminga (cioè di lingua olandese). Forniamo informazioni scettiche ai nostri membri, alla stampa e al pubblico in generale. SKEPP conta più di mille membri, su una popolazione di 6,5 milioni di abitanti nelle Fiandre. Abbiamo una rivista trimestrale intitolata “Wonder en is gheen wonder” (La meraviglia non è una meraviglia), da una citazione di Simon Stevin, un matematico e ingegnere del XVI secolo nato a Bruges, in Belgio. È stata la sua conclusione dopo aver analizzato un presunto moto perpetuo e aver dimostrato che non era una meraviglia, dopo tutto.
Abbiamo una pagina Facebook, SKEPP Official, molto attiva con oltre 5.000 follower e un nostro sito web . La stampa in Belgio ci conosce molto bene e ci contatta regolarmente. Siamo stati fortunati ad avere vari filosofi e professori famosi come membri regolari o membri del consiglio di amministrazione, il che ci ha dato molta visibilità nel grande pubblico. Abbiamo anche un nutrito gruppo di giovani collaboratori sia all’interno che all’esterno del consiglio di amministrazione.
Abbiamo inoltre un premio di 25.000 euro, il premio Sisifo, per chiunque possa dimostrare di avere poteri straordinari. E ogni anno assegniamo un premio positivo e uno negativo a una persona o a un’organizzazione. Il primo è il Sixth screw (basato su un proverbio fiammingo, che dice che una persona normale ha cinque viti ben serrate in testa – quindi una persona eccezionalmente critica deve averne sei) e viene assegnato a qualcuno che ha promosso la scienza e il pensiero scettico in modo efficace tra il pubblico. Mentre il premio Skeptical Pit è il suo opposto…
Qual è la storia di Patrick Vermeren e di Bart van de Ven, e perché SKEPP è coinvolto nella loro difesa?
Patrick e Bart sono entrambi dei professionisti nella gestione delle risorse umane (Bart è anche professore invitato all’università di Ghent), e sono molto coinvolti nella promozione di pratiche basate sulle prove scientifiche. Da molti anni Patrick è un socio molto attivo di SKEPP e membro del nostro consiglio di amministrazione dal 2018. È anche a capo di un’organizzazione no-profit per la gestione delle risorse umane basate sulle prove scientifiche, che ha cessato la sua attività nel 2018. Nel 2019 ha pubblicato A skeptic’s HR dictionary.
Nel numero estivo del 2018 della nostra rivista, Patrick e Bart hanno pubblicato un articolo sulle pratiche non supportate scientificamente nelle organizzazioni di formazione manageriale, tra cui l’istituto Carl Van de Velde. Quest’ultimo ricava grossi profitti utilizzando pratiche discutibili per adescare professionisti e piccoli imprenditori nelle sue sessioni, costose ma non basate su metodi scientifici. Sebbene l’articolo sia apparso solo sulla nostra rivista con 1.000 abbonati, Van de Velde ha affermato che gli abbia causato 400.000 € di perdite di introiti.
Perciò ha citato in giudizio i due autori e ha cercato di rendere il processo il più costoso possibile per noi. Essendo un multimilionario, non bada ai costi e, pur avendo perso la causa, ha fatto ricorso in appello e ancora una volta prolungato inutilmente il processo. Così dovremo aspettare novembre dell’anno prossimo perché il processo inizi di nuovo.
Da quando l’articolo è stato pubblicato sulla nostra rivista, abbiamo deciso di raccogliere i fondi per la loro difesa con la nostra organizzazione. Purtroppo all’epoca non avevamo un’assicurazione per i nostri autori – ora ce l’abbiamo.
Come sta andando questa raccolta fondi per aiutare i due autori nelle loro spese legali? Siete vicini al vostro obiettivo?
Abbiamo iniziato la raccolta fondi due anni fa, all’inizio del processo. Siamo riusciti a raccogliere 17.000 €, per lo più dai nostri soci e simpatizzanti, sia in Belgio che nei Paesi Bassi (visto che condividiamo la stessa lingua). Dato che i costi continuavano ad aumentare, quest’anno abbiamo iniziato una nuova raccolta fondi e abbiamo cercato di coinvolgere maggiormente la comunità internazionale. Nel frattempo abbiamo raccolto altri 17.000 € con ulteriori 3.000 € in impegni, per lo più dai nostri membri e simpatizzanti, da organizzazioni in Belgio e nei Paesi Bassi (Comité Para, l’Associazione dei giornalisti belgi, Skepsis, Vereniging tegen de Kwakzalverij), più altri contributi dal resto del mondo. Per coprire tutti i costi dobbiamo raggiungere almeno una somma uguale a quella già raccolta. SKEPP ha qualche riserva finanziaria, ma non è abbastanza per coprire il resto. Sarebbe eccezionale poter raccogliere ancora 30.000€.
Alcuni anni fa Britt Marie Hermes si è trovata in una situazione simile. È stata citata in giudizio da un naturopata americano, ma è stata aiutata con una grande raccolta di fondi dall’Australian Skeptic’s Inc. Secondo te, perché oggi è importante aiutare anche Patrick e Bart in questa lotta legale contro Carl Van de Velde? È chiaro che questa non è solo una battaglia tra due autori e un business coach, ma un fatto che coinvolge tutta la comunità scettica e soprattutto la difesa della libera espressione e dello spirito critico.
È esattamente questo. Dal comportamento della controparte, è chiaro che il loro unico obiettivo è quello di perseguitare e mettere a tacere le voci critiche. Non forniscono alcuna prova che l’articolo abbia diminuito le loro entrate – anzi, hanno guadagnato ancora più di prima nei mesi successivi alla pubblicazione. Si tratta dunque di un attacco alla libertà di parola e all’analisi critica e scientifica delle pratiche commerciali, un campo inondato dalle pseudoscienze, dall’indicatore di personalità di Myers-Briggs, al test di autovalutazione psicologica DISC, al test di Rorschach, ecc., fino alla grafologia e persino all’astrologia. In quanto scettici, dobbiamo essere uniti contro tutte queste pratiche seducenti e aggressive ed essere più aperti al senso critico.