27 Aprile 2024
Interviste

Orientamenti: intervista a David Puente

Continuiamo con la nostra rubrica Orientamenti, dedicata ai nuovi influencer della scienza e dell’informazione. Questa volta intervistiamo David Puente, debunker, autore di Il grande inganno di internet (Solferino, 2019). Se volete seguirlo, potete leggere i suoi articoli su Open e sul suo blog, oppure cercarlo su Instagram , Facebook e Twitter.

Che formazione hai?

Diplomato all’Istituto d’Arte con indirizzo grafica e pubblicità, mi sono laureato all’Università di Udine seguendo il corso di studi Scienze e Tecnologie Multimediali seguendo materie come Sociologia dei processi culturali, Antropologia, Linguistica, Storia del Cinema, Scenografia, Fotografia, Diritto dell’Informazione e tutte le materie tecniche legate al digitale, partendo dalla programmazione, che per me è stato molto semplice siccome programmavo fin da ragazzino.

Che cosa ti ha spinto ad aprire un sito “anti bufale”?

Avevo iniziato con cose semplici e legate all’informatica, tipo tutorial antivirus, poi qualcosa di relativo alle mie conoscenze in esperienza di lavoro sul tema comunicazione; ma poi le bufale e la disinformazione hanno preso il sopravvento e mi sono impegnato in quello nel mio tempo libero.

Qual è la notizia falsa più grave che hai dovuto smontare?

Umanamente quella di Alfredo Mascheroni, accusato di pedofilia via Facebook, e quelle dei complottisti sempre pronti a farsi belli di fronte alla morte delle persone durante gli attentati terroristici. La più assurda quella del ristorante di carne umana in Nigeria diffusa dai media internazionali, così come le false ultime parole dell’eroe russo di Palmira Alexander Prokhorenko: entrambe hanno fatto breccia sull’informazione tradizionale a livello internazionale.

E quella più simpatica e innocua? 

Una di Ermes Maiolica sulla cedrata Tassoni senza olio di palma. Aveva fatto un’immagine che era diventata virale online e molti credevano fosse un’iniziativa social della società produttrice.

Purtroppo come tutti i debunker hai molti hater. Come li affronti?

Tanta santa pazienza. Però sia chiaro, se esagerano e violano la legge ne pagheranno le conseguenze perché Internet non è un far west. L’idea del blastare è tentatrice, come il lato oscuro della forza, ma cerco di rimanere calmo finché posso.

Qual è l’offesa più grave che ti hanno rivolto e che ha rischiato di farti perdere le staffe?

Mi hanno dato del pedofilo attraverso degli screenshot creati ad arte di articoli di Repubblica e Ansa. Se c’è una cosa che non sopporto sono i pedofili.

Quali sono gli errori che deve stare attento a non fare chi si occupa di debunking?

Cadere nella trappola emotiva e della protezione del proprio credo. Ognuno di noi ha un’ideale, un credo, una posizione politica. Quando ci troviamo di fronte a una storia da verificare è naturale che ci siano degli elementi che ci portino per pregiudizio a ritenere una cosa vera o falsa, quindi bisogna fare prima di tutto un lavoro su se stessi combattendo contro se stessi. Il primo ostacolo da affrontare è questo, poi di fronte all’evidenza e con forte spirito di autocritica bisogna raccontare tutto in maniera più obiettiva possibile.

Come si impara a difendersi sui social?

Non date da mangiare ai troll. Non bloccateli, perché godono nel vedervelo fare. Lasciateli sbraitare, ma leggete con attenzione come scrivono e cosa dicono perché potreste scoprire tante cose interessanti sui meccanismi del pensiero umano. In fondo usano luoghi comuni, alcune volte in maniera raffinata, ed è interessante perché alcune critiche potrebbero essere utili in futuro. Detto questo, evitate di insultare e cadere nel trappolone, ma se esagerano non abbiate pietà e procedete per vie legali oltre che alle segnalazioni nei rispettivi social dove intervengono.

Hai un messaggio per i soci del CICAP?

Per quanto sia difficile, se vi trovate un credente delle scie chimiche di fronte cercate di essere empatici. Nel suo credere a certe cose ha delle paure e cerca risposte, purtroppo le trova nella semplicità estrema dei complottisti che poi ci lucrano sopra. Cercate il dialogo, magari fuori da Internet, e provate a bucare “la bolla”. Se non c’è modo, se dall’altra parte non c’è la disponibilità, non perdete tempo e passate al prossimo per arginare il fenomeno.

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