28 Aprile 2024
Approfondimenti

Terremoti-non-terremoti e dove trovarli: il caso Travis Scott a Roma (e altri esempi del passato)

di Alessandro Amato (INGV)

Il recente caso del “terremoto” causato a Roma dal concerto di Travis Scott ha riacceso l’interesse verso i fenomeni sismici anomali, o meglio i fenomeni sismici non provocati da cause naturali. 

Capita piuttosto spesso che qualcuno avverta uno scuotimento e pensi al terremoto. In qualche caso può accadere che, andando a verificare le registrazioni continue dei sismometri più prossimi all’area di risentimento, si scopra che un micro-terremoto, magari molto superficiale, è avvenuto veramente. Ma il più delle volte così non è. I motivi sono altri e sono quasi sempre dovuti all’uomo.

Il campionario è vastissimo. Si va dalle classiche esplosioni (quelle di cava, quelle indotte dal brillamento di ordigni inesplosi, agli attentati terroristici e ai test nucleari) agli aerei supersonici, passando per i meteoriti, le campane, gli stadi di calcio e i concerti.

Le reti sismiche registrano in continuo i movimenti della Terra, prodotti da fenomeni endogeni ed esogeni. Se si osserva un tracciato di 24 ore di un sismometro urbano, si notano variazioni notevoli del cosiddetto “rumore sismico” durante l’arco della giornata, soprattutto dal giorno alla notte. Queste variazioni avvengono sia per cause naturali, come il vento o la pioggia, sia per cause antropiche: il traffico veicolare, motori e pompe elettriche, campane e così via.

Durante gli anni della pandemia e dei relativi lockdown sono stati pubblicati numerosi studi sull’abbassamento del “rumore sismico” determinato dal ridotto numero delle auto in circolazione sulle strade e dalla chiusura di industrie e fabbriche. Una selezione di post pubblicati sul nostro canale INGVterremoti tra il mese di marzo e quello di ottobre del 2020 si trova qui. Queste variazioni sono molto piccole in termini di ampiezze dei movimenti e non vengono avvertite dalle persone.Torniamo ai presunti terremoti. Non è raro che le nostre sale operative e quelle della protezione civile vengano interpellate da persone spaventate che avvertono delle scosse di terremoto o dei tremori, molte volte accompagnate da boati e rombi vari. Analizziamo le possibili cause.

Sono le 8 e 30 a Oriolo, in Calabria. Il sismometro ORI, appartenente alla Rete Sismica Nazionale, registra ogni 15 minuti i rintocchi della campana della Torre. Si notano i due segnali diversi, otto della campana che segna le ore e due di quella che indica i quarti (INGV).

Concerti

Come ormai noto, la sera del 7 agosto 2023 è toccato a Roma: a partire dalle 21:30 gli abitanti del centro hanno avvertito forti vibrazioni anomale e rombi che facevano tremare i vetri e i mobili all’interno delle case. Per un po’ si è creduto fosse un vero terremoto. Anche al nostro servizio “Hai sentito il terremoto?sono pervenute numerose segnalazioni dai nostri corrispondenti romani. 

Pur abitando in “zona epicentrale”, (s)fortunatamente quella sera ero lontano, in Toscana. Le richieste di informazioni mi avevano quindi spiazzato. Il primo contatto con la sala sismica aveva sciolto il primo dubbio: non c’era stato nessun terremoto serio, altrimenti qualcuno dei sismometri del Lazio lo avrebbe identificato. 

In seguito, avendo saputo che le aree “colpite” erano i rioni del Centro storico, il Celio, San Saba, Ripa, Campitelli, il sospetto che la causa fosse un concerto al Circo Massimo si era piano piano concretizzato. Era bastato andare a verificare chi fosse l’artista di turno e le prove si erano fatte schiaccianti: Travis Scott, rapper già segnalato per la sua storia sismica a Milano, quando Eugenio Finardi aveva raccontato il tremore e il suo sgomento su facebook. Peraltro, all’inizio del concerto aveva ospitato sul palco un altro gigante della scena rap statunitense, Kayne West, e Travis aveva incitato così i 60.000 presenti 

“There is no Utopia (il nome dell’album e del concerto, NdR) without Kanye West. There is no Travis Scott without Kanye West. There is no Rome without Kanye West. Make some noise for Ye!”. 

Make some noise, fate rumore! E quelli il rumore lo hanno fatto eccome!

I concerti rock, rap o ska non sono nuovi a questi episodi di tremori, boati e conseguenti proteste. Le cause sono due: le onde acustiche, soprattutto quelle a bassa frequenza, che vengono sparate ad altissimo volume in casi come quello di Travis Scott; e le onde sismiche (vibrazioni) prodotte da migliaia di persone che saltano all’unisono. 

Casi analoghi sono avvenuti in passato in tutto il mondo: di recente, aveva fatto notizia il caso dei concerti del 22 e 23 luglio 2023 a Seattle di Taylor Swift, i cui fan avevano prodotto un sisma di magnitudo stimata in 2.3. Lo stadio di Seattle era stato già reso famoso da un altro terremoto-non-terremoto, il c.d. “Beast Quake” registrato in occasione di una partita di football americano nel 2011.

Precedenti illustri comprendono i Foo Fighters nel 2001 a Auckland in Nuova Zelanda, i cui 50.000 fan erano stati in grado di generare “oscillazioni armoniche quasi continue con un picco in frequenza a 3 Hz, cioè la terra si muoveva su e giù tre volte al secondo con un moto quasi ritmico”, come avevano commentato i sismologi del Geonet neozelandese. Sempre ad Auckland, nel 2015 era toccato agli AC/DC generare un terremoto rilevato dagli strumenti e numerose proteste degli abitanti della zona.

In precedenza Paul Denton, un sismologo del British Geological Survey e fan dei Madness, notissimo gruppo ska pluri-segnalato per i “terremoti” indotti durante i concerti, aveva studiato la correlazione tra volume della musica, salti dei presenti e oscillazioni rilevate dai sismometri, per appurarne le cause. I Madness erano stati tra i primi a produrre un “terremoto” durante un loro concerto: già nel 1992 gli abitanti di Londra furono spaventati durante una loro esibizione a Finsbury Park. Denton, in una pubblicazione del 2014 sulla rivista Astronomy and Geophysics dal titolo “One step beyond”, aveva concluso che erano proprio i salti la causa delle vibrazioni avvertite, e non le onde acustiche emesse dagli impianti sonori durante i concerti (https://doi.org/10.1093/astrogeo/atu217) .

Anche in Italia ci sono stati numerosi casi di lamentele da parte degli abitanti dei quartieri dove si tenevano o si tengono dei concerti. Famosa le polemiche negli anni ’90 sui concerti allo Stadio Flaminio, che disturbavano gli abitanti dei quartieri Parioli e Flaminio. La polemica divampò nel luglio 1993, in previsione del mega-concerto degli U2 (lo Zoo TV Tour), tanto che fu imposto un limite ai decibel emessi durante lo spettacolo. I precedenti concerti allo stadio Flaminio preoccupavano i residenti (“Lo sa che quando ha suonato Vasco Rossi non potevamo parlare e vedere la televisione? Non solo, non potevamo neppure ballare, perché ci prendeva il mal di mare”, scriveva una signora della zona). 

Pareri illustri sostennero la tesi del non superamento del limite dei 70-80 db al Flaminio, concordato per l’occasione con il Comune, e della necessità di spostare questi eventi in altri luoghi. Renato Nicolini, il compianto inventore dell’estate romana, sosteneva l’Olimpico, che il CONI non concedeva facilmente. Maurizio Gasparri, all’epoca deputato missino, era un convinto sostenitore del Circo Massimo, come scrisse in una interrogazione parlamentare nel 1993.

Interessante e forse da riconsiderare la proposta del grande Francesco Di Giacomo, il cantante del Banco del Mutuo Soccorso scomparso prematuramente nel 2014, che riteneva inutile la scelta del limite degli 80 db 

perché la band sarà castrata, dovrà suonare “basso”, e la gente sarà incazzata”. 

La proposta di Di Giacomo era di usare le Cave di Riano, “un magnifico teatro naturale capace di ospitare 280 mila persone sedute”. 

“Attrezziamo questo spazio, rendiamolo funzionale e poi chi vorrà potrà massacrarsi i timpani senza scocciare quelli che del rock non gliene frega niente”.

Esperimenti

Uno degli esperimenti più classici in tutti i centri sismologici mondiali è quello di far saltare le persone, molto spesso i ragazzi delle scuole, vicino a un sismometro, per far produrre il loro terremoto personalizzato. I ragazzi in genere fanno a gara a chi effettua il salto o la sequenza di salti più sismica, un po’ come quei pungiball dei Luna Park in cui si deve colpire con un pugno e si fa a gara per chi picchia più forte.

Nel Regno Unito, alle 11 del 7 settembre 2001, in occasione del lancio dell’Anno della Scienza, un milione di ragazzi erano saltati simultaneamente in tutta la nazione per sessanta secondi, producendo un rilascio di energia stimato in 2 miliardi di joule, equivalenti a un terremoto di magnitudo 3. Lo scopo del cosiddetto Giant Jump naturalmente non era quello di produrre danni o spaventare qualcuno, ma solo quello di avvicinare i ragazzi alla Scienza. L’energia non era stata rilasciata in un unico punto, come accade durante un terremoto (o durante un concerto!), ma in un’area di migliaia di chilometri quadrati, quindi l’effetto non era stato neanche lontanamente paragonabile allo scuotimento di un terremoto. I sismometri inglesi però avevano registrato il movimento, sia pure debole (“just a squiggle”).

A parte questi casi controllati, la maggior parte degli altri terremoti-non-terremoti sono prodotti come effetto indiretto e indesiderato di qualche attività che produce vibrazioni nel terreno, come visto per i concerti. Spesso però questi movimenti non vengono avvertiti dalle persone ma non sfuggono ai sismometri.

Partite di calcio, football, ecc

Uno dei primi casi di un evento sportivo rilevato da un sismometro risale alla fine degli anni ‘80, quando ancora le registrazioni avvenivano su carta (i ben noti “rulli” con la carta termosensibile e i pennini scaldati da una resistenza che incidevano il movimento man mano che il rullo girava). Durante una partita di football in un College negli USA accadde qualcosa di anomalo. Era l’8 ottobre del 1988 e al Tiger Stadium dell’Università Statale della Louisiana (LSU) i padroni di casa erano sotto per 6-0 fino a pochi minuti dalla fine della partita. Con una incredibile rimonta, la squadra locale degli LSU Tigers riuscì a vincere 7-6 con un touchdown a due minuti dalla fine dell’ultima frazione. La mattina dopo, il sismologo della LSU Don Stevenson scoprì il “footquake” sul sismografo dell’università. L’immagine venne pubblicata sui giornali locali e la partita venne da questi rinominata The Earthquake Game, la partita del terremoto. Ora è conservata gelosamente all’Università della Luisiana. Da allora, altre tre volte la LSU ha generato dei “footquake” per dei touchdown risolutivi all’ultimo tuffo.

Il sismogramma del “footquake”. Da Wikimedia Commons, immagine di lsu.edu, CC BY-SA 4.0

Altri casi di “footquake” in USA sono stati documentati a Seattle, nello stesso stadio del recente concerto di Taylor Swift del 2023, in Alabama nel 2013, ben sette volte allo stadio Lane in Virginia. A Seattle nel 2011, un touchdown risolutivo dopo una fuga di 67 yard del giocatore di casa Marshawn Lynch (dei Seattle Seahawks) aveva fatto registrare un evento sismico dovuto all’entusiasmo dei tifosi. L’evento era stato poi chiamato Beast Quake a causa del nomignolo d’arte di Lynch (Beast Mode). La magnitudo era stato stimata pari a 2. Di recente, ricercatori e ricercatrici del Pacific Northwest Seismic Network hanno confrontato i due “terremoti”.

Naturalmente, il miglioramento delle reti sismiche e la posizione di questi stadi all’interno di Università e College hanno agevolato negli ultimi anni la registrazione dei salti.

In Italia non siamo stati da meno. E dove, se non a Napoli al tempo di Maradona? In un’intervista di qualche anno fa la collega Francesca Bianco, al tempo Direttrice della Sezione INGV dell’Osservatorio Vesuviano a Napoli, raccontava dei segnali visibili sui rulli al momento dei gol di Maradona o dei tiri di Careca, altro idolo dei tifosi napoletani di quegli anni.

Uno dei primi casi documentati, da quando esistono i segnali sismici digitali, risale al Campionato del Mondo di calcio vinto dall’Italia nel 2006. Marco Mucciarelli, brillante sismologo purtroppo scomparso prematuramente nel 2016, aveva evidenziato come l’esultanza dei cittadini di Potenza, dove Marco insegnava e dove era in funzione una stazione sismica presso l’università, aveva fatto registrare un piccolo terremoto in occasione del gol decisivo di Fabio Grosso ai rigori contro la Francia. 

Nei secondi precedenti al rigore decisivo, i tifosi italiani nelle case di tutto il Paese si erano bloccati, aspettando il gol e la vittoria. Non appena Grosso realizzò la rete, in tutta Italia saltammo per aria chi per pochi secondi, chi per tutta la notte. Il momento clou era stato ben visto dal sismometro di Potenza, come descritto da Mucciarelli in un breve articolo pubblicato tra gli “Earthquake Lites” dalla Società Sismologica Americana.

Anni dopo, avevo provato a verificare se anche altre stazioni sismiche italiane avessero rilevato il gol, scoprendone diverse, dal nord al sud, che mostravano un segnale anomalo contemporaneo, proprio all’ora e al minuto del gol di Grosso.

Alcuni dei segnali sismici collegati molto probabilmente ai salti dei tifosi in varie località italiane (INGV).

Più di recente, sia lo scudetto del Napoli nel 2023 sia la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio del 2021 hanno dato luogo a esplosioni di gioia con effetti notevoli sui sismometri partenopei nel primo caso, e in tutta Italia nel secondo. Su https://ingvterremoti.com sono descritti questi episodi.

Altre cause

Ma non finisce qui. Oltre a concerti e stadi, le fonti di terremoti-non-terremoti sono numerose, come accennato all’inizio. Sul nostro sito https://ingvterremoti.com/ abbiamo creato una categoria di articoli apposita (chiamata “Terremoti-non-terremoti” appunto) che a oggi riporta 12 post. Al primo posto ci sono i brillamenti di ordigni bellici, con 3 casi ben documentati: 

  • 1) nel caso più recente si tratta di un ordigno della Seconda Guerra Mondiale del peso di 226 chilogrammi che al suo interno ne conteneva 127 di tritolo; è stato fatto brillare in mare di fronte a Venezia il 2 febbraio 2020, producendo un “sisma” di magnitudo stimata in 1.8 registrato da tutte le stazioni della RSN e dell’OGS presenti nel Nord-Est Italia. 
  • 2) In precedenza, un altro ordigno inesploso era stato rinvenuto al largo di Livorno nel Tirreno settentrionale: si trattava di una bomba aerea statunitense di quasi 500 kg, probabilmente risalente alla Seconda Guerra Mondiale e che fu fatta brillare il 27 maggio 2017 dai Palombari del Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) della Spezia al largo dell’Isola d’Elba.
  • 3) L’8 luglio 2015 un ordigno di oltre 600 kg di esplosivo era stato fatto brillare in Adriatico, al largo di Ravenna. A quanto pare, uno dei più grandi mai rinvenuti nel mare Adriatico. Effettivamente, l’esplosione venne rilevata da numerosi sismometri in Romagna e nelle Marche e qualcuno addirittura sulle Alpi (figura sotto), la magnitudo Richter fu stimata in 1.9. In questi casi i sismogrammi si presentano molto simili a quelli dei veri terremoti e non è difficile discriminarli dai terremoti nei primi minuti, soprattutto se l’esplosione avviene in una zona sismica.
Sismogrammi relativi all’esplosione in alto Adriatico del 2015 registrati tra la Romagna e le Marche (INGV).


Seguono, in ordine di numero decrescente di articoli, i due “calciomoti” descritti sopra. Poi, con un solo caso: gli aerei supersonici (quello recente del 9 agosto 2023 sui cieli delle Marche), che rompono la barriera del suono generando onde acustiche rilevate dai sismometri; il già descritto concerto di Travis Scott del 7 agosto 2023; il passaggio di un “bolide” nell’atmosfera il 5 marzo 2022; uno scoppio particolarmente forte in una cava del Viterbese il 10 maggio 2019 (di questo tipo se ne registrano decine ogni anno in varie parti d’Italia, solitamente più piccoli); una esplosione nucleare in Corea (quella del 3 settembre 2017) per la quale è stata stimata una magnitudo superiore a 6!; il ribaltamento del vulcano di fango delle Macalube in Sicilia il 27 settembre 2014 (dove purtroppo persero la vita due bambini); l’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio in Abruzzo il 9 luglio del 2014.

Un altro caso interessante descritto dal già citato Marco Mucciarelli nel 2012 è quello dell’incidente della nave da crociera Costa Concordia all’isola del Giglio, che fu rilevato dalla stazione sismica INGV di Monte Argentario.

Per chiudere questa rassegna, sicuramente non esaustiva, cito un lavoro di qualche anno fa fatto con la collega Diana Latorre e altri nel quale, mentre eravamo alla ricerca di segnali naturali a bassa frequenza (i cosiddetti “Low Frequency Earthquakes”, osservati in diverse aree del mondo dove avviene la “subduzione” di una placca oceanica sotto una continentale) ci imbattemmo in migliaia di segnali anomali ripetuti e dalle caratteristiche molto particolari. 

L’analisi fatta su questi segnali e la localizzazione delle loro sorgenti ci aveva portato a identificarli come micro-terremoti di origine antropica: in questo caso dai macchinari usati dai cementifici per triturare il calcare usato per fare il cemento. Essendo l’Italia il maggior produttore europeo di cemento, con 57 cementifici a pieno ciclo attivi, questo tipo di micro-terremoti si registrano in una porzione significativa del nostro territorio.

Foto di apertura di Pexels da Pixabay.