26 Aprile 2024
Dal mondo

Rosolia, i vaccini funzionano: la malattia non è più endemica in Italia

di Graziella Morace

Pochi giorni fa è arrivata una notizia molto importante per la nostra salute, passata quasi in sordina su molti mezzi d’informazione. Lo scorso 3 luglio la Commissione di verifica regionale dell’OMS (l’Organizzazione mondiale della sanità) per l’eliminazione del morbillo e della rosolia in Europa ha annunciato che l’Italia ha eliminato la rosolia, che quindi non risulta più endemica nel nostro Paese [1,2]. 

Cosa vuol dire questo? 

Per malattia infettiva endemica si intende una malattia che circola costantemente all’interno di una certa popolazione o di una regione, senza essere importata da persone provenienti da altre aree. Per questo motivo, dire che la rosolia è stata eliminata significa che è stata registrata l’interruzione della sua trasmissione endemica per un periodo di almeno 12 mesi o più, in presenza di un sistema di sorveglianza efficiente, come quello italiano. 

Oltre all’Italia, la rosolia è stata dichiarata eliminata in altri 47 paesi della regione europea, tra cui Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Regno Unito. Questo traguardo, insieme a quello della eradicazione del vaiolo (eliminato a livello mondiale nel 1980) e della poliomielite (eliminata dalla Regione OMS Europa nel 2002), dimostra ulteriormente il ruolo fondamentale dei vaccini, sia quelli “classici” sia i recenti a mRNA utilizzati contro il coronavirus SARS-Cov2, nel proteggere le persone da malattie infettive pericolose. 

Tenere a mente ciò è particolarmente importante per non cadere nelle trappole veicolate dai messaggi fuorvianti, diffusi principalmente sul web, che riportano affermazioni e teorie non supportate da nessuno studio scientifico valido. 

È importante ricordare tuttavia che, fino a quando la malattia non sarà eliminata in tutti i Paesi del mondo, esiste ancora la possibilità che il virus della rosolia venga trasmesso da persone infette provenienti da altri Paesi o durante viaggi in zone del mondo dove la malattia è ancora endemica. 

Per questo motivo, è fondamentale continuare a vaccinarsi, ed è particolarmente importante che le donne in età fertile conoscano il proprio stato immunitario verso la rosolia prima di iniziare una gravidanza e si sottopongano alla vaccinazione se ancora suscettibili all’infezione. 

I rischi per chi si ammala, è bene ricordarlo, possono essere gravi. La rosolia è una malattia infettiva esantematica contagiosa causata da un virus a RNA, che si trasmette attraverso il contatto diretto con le goccioline di saliva o le secrezioni nasali di una persona infetta. Solitamente è una malattia leggera (il 25-50% dei casi è asintomatico), i cui sintomi includono febbre lieve, mal di testa, mal di gola, congestione nasale, linfonodi gonfi e una caratteristica eruzione cutanea rosa-rossa sul corpo. Se contratta durante la gravidanza, però, può provocare aborto spontaneo, morte fetale o anomalie congenite con conseguenze devastanti per tutta la vita, tra cui sordità, cataratta, difetti cardiaci e disabilità intellettive (sindrome della rosolia congenita).  

Il principale vaccino utilizzato contro la rosolia è noto come vaccino “trivalente” (MPR), che protegge anche contro i virus del morbillo e della parotite, la cui somministrazione è obbligatoria dal 2017. L’attuale programma di immunizzazione in Italia include una prima dose di vaccino somministrata a 13-15 mesi e una seconda dose somministrata a 5-6 anni. Il vaccino MPR è indicato anche per l’immunizzazione di adolescenti ed adulti. 

La maggior parte delle persone che si vaccina non presenta reazioni avverse. Tuttavia, i vaccini, come tutti i farmaci, non sono esenti da rischi potenziali, e, seppur raramente, possono verificarsi reazioni avverse a seguito della vaccinazione. Generalmente queste sono di lieve entità e si risolvono spontaneamente in pochi giorni; reazioni più gravi sono veramente rarissime. I dati disponibili in letteratura, però, mostrano che vaccinarsi è molto più sicuro che contrarre le malattie, le cui possibili complicazioni possono verificarsi più spesso di quanto si pensi ed essere molto severe [3].

Note

  1. https://www.who.int/europe/publications/i/item/WHO-EURO-2023-7719-47486-69809#:~:text=The%20eleventh%20meeting%20of%20the,of%20the%20WHO%20European%20Region
  2. https://www.iss.it/-/oms-l-italia-ha-eliminato-la-rosolia
  3. Piano nazionale di prevenzione vaccinale PNPV 2017-2019

Foto di Myriams-Fotos da Pixabay