15 Ottobre 2024
Alieni ma non troppo

Ufo, palloni, politica e paura: guida scettica al recente “boom” di avvistamenti

Impossibile farla franca. Anche chi non ha il minimo interesse per Ufo e dintorni, dallo scorso due febbraio sta subendo un martellamento mediatico in materia su ogni mezzo di comunicazione, dalla carta stampata sino ai meme inviati dagli amici su Whatsapp. 

Ma cos’è successo davvero finora? Cercherò prima d’interpretare in senso generale ciò che è accaduto dal primo giorno, negli Stati Uniti e poi altrove. Dopo mi soffermerò su alcune questioni che mi sembrano rilevanti in quella che potremmo chiamare la grande crisi dei palloni Ufo. 

L’inizio della vicenda

Le danze, almeno per il pubblico, si sono aperte giovedì due febbraio, quando il NORAD, il Comando della Difesa Aerea del Nord America, ha confermato che un grande pallone stratosferico lanciato dalla Cina era entrato nello spazio aereo del nord degli Stati Uniti. Secondo la ricostruzione, l’oggetto sarebbe arrivato nei cieli americani il 28 gennaio (i primi avvistamenti diretti erano stati fatti da aerei di linea il primo febbraio). Per il NORAD, quasi di certo, si trattava di un aerostato con una certa capacità di manovra, dotato di un grande carico di strumentazioni (circa 900 kg) ma non si trattava di uno strumento scientifico, bensì di un mezzo per la ricognizione strategica. Seguivano altri dettagli: il pallone era parte di una flotta di velivoli simili che partivano da alcuni anni da una base della provincia costiera cinese di Hainan. Erano già individuati in una quarantina di paesi in tutti i cinque continenti, Italia compresa. 

L’annuncio aveva avuto un effetto esplosivo istantaneo. Migliaia di persone, in ogni angolo degli Stati Uniti, si erano messe di colpo a guardare il cielo per cercare di vedere e di seguire il pallone. Immediatamente gli avvistamenti di oggetti “strani”, magari visti cadere al suolo e descritti spesso come “simili a palloni” si erano moltiplicati, con il grande pallone visto anche dove non poteva essere, dato che le correnti lo spingevano dal Montana verso sud-est, e, in ultima analisi, verso la costa atlantica. Proprio qui, il 5 febbraio, al largo della Carolina del Sud, è stato agevolmente abbattuto e, dopo alcuni giorni, recuperato dai fondali.  

Marinai dell’Explosive Ordnance Disposal Group 2 della US Navy recuperano il pallone cinese al lago di Myrtle Beach, Carolina del Sud, il 5 febbraio 2023.  (Foto U.S. Navy, del Mass Communication Specialist 1st Class Tyler Thompson – Pubblico dominio).

Mentre accadeva tutto ciò, veniva presa una decisione tecnica che molto probabilmente si è rivelata decisiva per gli eventi successivi. Siccome individuare sui radar i palloni, specie se ad alta quota, non è affatto facile (su tale problema si può approfondire qui e qui), il NORAD, preoccupato per l’eventuale presenza di ordigni simili al primo, aveva deciso quasi subito di ricalibrare la sua rete radar, in modo da permettere la rilevazione di segnali solitamente non presi in considerazione, perché provenienti da oggetti in movimento a velocità molto modeste (piccoli aerei da turismo, magari) oppure con caratteristiche aerodinamiche non preoccupanti (perché portati dal vento, o non in grado di compiere manovre che comportano accelerazioni e capacità di manovra degne di nota). 

Il risultato è stato che la difesa aerea dell’enorme area che va dall’Artico al confine messicano si è trovata a gestire, oltre che un numero crescente di segnalazioni di “oggetti sconosciuti” da parte del pubblico e dichiarazioni accaldate dei politici, anche parecchie rilevazioni di segnali d’importanza prossima allo zero (altri palloni, deltaplani a motore, piccoli aerei, alianti, e chissà quante mille altre cose di difficile collocazione per mancanza di dati utili). 

L’esplosione degli avvistamenti

Ne è seguito un “boom”: altri tre “oggetti sconosciuti” sono stati visti sui radar e poi tirati giù, anche in questo caso con missili lanciati da aerei da caccia: il 10 febbraio sulla costa settentrionale dell’Alaska, il 12 febbraio sullo Yukon, provincia del nord-ovest del Canada e lo stesso giorno sull’Huron, il grande lago che divide il Michigan dall’Ontario canadese. Il clamore ha raggiunto così il suo picco: giovedì 16 febbraio, sulla crisi dei palloni-Ufo è intervenuto in diretta lo stesso presidente degli Stati Uniti. 

A quel punto si era già manifestato un processo tipico delle ondate Ufo: la rapida comparsa di testimonianze provenienti da aree distanti da quelle in cui l’epidemia era iniziata, al di fuori del Nord America. Da sempre, questo processo dà l’impressione che stia accadendo qualcosa di oggettivo (per esempio che, di colpo, un gran numero di oggetti misteriosi come dei “palloni strani” solchino i cieli). In realtà, a moltiplicarli sono l’accresciuta attenzione e la sensazione che parlarne pubblicamente sia qualcosa di utile, di desiderabile o di doveroso verso il proprio paese. 

Ecco soltanto alcuni esempi che confermano che il quadro generale di riferimento in cui si collocano questi episodi è quello della nuova guerra fredda fra Nato, Cina e Russia. Il 14 febbraio, due caccia rumeni MiG-21 LanceR hanno cercato invano un oggetto volante non identificato (forse un pallone meteo) individuato sul sud-est del paese dalla difesa aerea. Poche ore dopo, la vicina Moldavia ha chiuso il suo spazio aereo: si temeva l’imminenza di un attacco russo, ma nel cielo c’era “un oggetto simile a un pallone meteo”. Il giorno dopo, a Kyiv, capitale dell’Ucraina, è suonato l’ennesimo allarme aereo. Nel cielo della capitale si erano presentati sei palloni non identificati, poi quasi tutti abbattuti, che sarebbero stati di origine russa. 

Sempre il 15, una donna aveva riferito di essersi resa conto che il 30 gennaio, in pieno giorno, aveva fotografato nel cielo della base aerea Usa di Aviano, in Friuli, tre oggetti volanti che per lei erano simili a quella che chiamava “la mongolfiera cinese”. Il 16 febbraio, invece, dopo aver concluso che tre oggetti volanti intercettati tra il 2019 e il 2021 dovevano essere palloni spia cinesi, il governo giapponese ha annunciato che, se necessario, le forze armate nipponiche spareranno contro palloni e altri oggetti non identificati sospetti che dovessero venir rilevati nello spazio aereo nazionale. 

L’episodio riferito ad Aviano già fa vedere un altro fenomeno tipico dei panici ufo: la rilettura di eventi avvenuti nel passato secondo il nuovo schema imposto dalle circostanze. Non è stato il solo di questo genere. Il 15 febbraio, fonti come Newsweek, periodico un tempo autorevole, hanno speculato sul fatto che luci simili a raggi visti nel recente passato alle Hawaii potevano essere dovute all’azione di un laser cinese montato su satelliti. Il 16, una pagina locale del sito della BBC ha riferito con enfasi che l’anno prima l’aeroporto di Stansted aveva contato almeno sette mancate collisioni fra aerei e quelli che erano stati descritti come probabili palloni o droni non identificati. 

Siccome le storie sui palloni-Ufo, di solito, coinvolgono racconti su oggetti che cadono dal cielo o che si cerca di intercettare e abbattere, non può stupire nemmeno la comparsa di un gran numero di avvistamenti di oggetti che sembravano precipitare. In tal senso, lo scettico Mick West ha fatto notare un curioso fenomeno che ha interessato la zona di Billings, nel Montana, uno degli stati interessati dal passaggio del grande pallone cinese. Un certo numero di persone ha visto e ripreso scie di aerei che, per la prospettiva, potevano essere scambiate per oggetti in caduta seguite da una coda di fumo e fiamme. Insomma: degli “Ufo” creati dalla paura e dall’eccitazione collettiva, là dove, alla lettera, c’era soltanto del fumo.

Infine, ci sono segnali che il mix di paure per gli oggetti “minacciosi” e un certo numero di promotori dell’ufologia attivi su media importanti possa, da qui in poi, diventare una tendenza stabile, e che l’attuale hype non sia destinato a esaurirsi senza lasciare tracce. 

Una nuova storia che si colloca in questa lunga saga è saltata fuori il 19 febbraio su The Drive, una testata importante che si occupa di temi ingegneristici e che, con la sua rubrica dedicata a questioni di difesa, è tra le protagoniste dell’attuale fase “Ufo-militare” della storia dell’ufologia (la chiamo così nel mio volume per il CICAP, Alieni ma non troppo). Il giorno prima, a est delle Hawaii, aerei della marina Usa avevano intrapreso una nuova caccia a un nuovo, grande “pallone non identificato” che avrebbe potuto creare guai, anche stavolta, al traffico aereo. Non è ancora chiaro dove vada collocato questo nuovo tassello del mosaico e, non ultimo, che fine abbia fatto l’ennesimo, presunto pallone.

Un sospettato per uno degli episodi

La dinamica complessiva dei tre casi di abbattimenti di oggetti volanti avvenuti dopo il primo episodio in Carolina del Sud indica che, molto probabilmente, si trattava sempre di palloni. Fin dall’inizio, tutte le fonti governative Usa avevano affermato con chiarezza che si trattasse di oggetti differenti dal primo, il responsabile “vero” dell’ondata di panico. Tutti e tre gli oggetti sono stati seguiti a lungo: si muovevano un po’ a casaccio, apparivano trasportati dal vento e non sembravano possedere alcun tipo di propulsore. Almeno uno mostrava un carico nella parte inferiore. Due avevano forma allungata, più o meno cilindrica, l’altro presentava forma poligonale, forse di ottagono. La conclusione provvisoria è che doveva trattarsi di palloni per uso non militare, ma di tipo commerciale.

Il fatto che alcune conversazioni radio fra i piloti incaricati di effettuare le intercettazioni di questi tre oggetti contengano dettagli inevitabilmente contraddittori, mostrino incertezze (uno dei piloti, al contrario di un suo compagno di missione, in un caso ha persino accennato a possibili interferenze agli strumenti del velivolo mentre era in vista dell’oggetto non identificato) può costituire la delizia degli ufologi, la cui attenzione è rivolta da sempre in modo esagerato ai particolari delle testimonianze che “non quadrano”.

Dal punto di vista di chi pensa che dietro gli avvistamenti Ufo possano esserci fenomeni sconosciuti alla scienza, infatti, il personale aeronautico, specie se militare, costituisce da sempre un gruppo di testimoni privilegiato. Nella realtà, innumerevoli episodi dimostrano che, quando si tratta di descrivere o valutare cose sconosciute in cielo, questi professionisti si sbagliano esattamente come gli altri. Sistemi percettivi, limiti cognitivi e costruzione dei ricordi sono uguali per tutti. 

L’hype per i palloni-Ufo ha dato l’occasione a uno dei decani dello scetticismo Ufo, Robert Sheaffer, per ribadire queste cose. Annoiato dalla valanga di articoli delle ultime settimane, con un suo intervento si è concentrato proprio sul fatto che, stando ad alcune fonti di stampa, almeno in uno dei tre casi di abbattimento successivi al primo, i piloti avevano avuto difficoltà a capire quale tipo di oggetto volante avevano di fronte, e a immaginare come facesse a volare (si ricordi: molto probabilmente erano comuni palloni, e nient’altro). Sheaffer ha ricordato che non esistono motivi speciali per esentare qualsiasi essere umano dai suoi limiti, nemmeno quando ti mettono sotto il sedere un fantastico caccia F-22 Raptor, punta di diamante della difesa aerea del paese più potente del mondo.

Come si è detto, finora per nessuno dei tre oggetti colpiti dopo il primo pallone cinese è stato possibile ritrovare i resti. Tuttavia, sulla base dell’evidenza disponibile, almeno per uno dei tre (quello dello Yukon canadese) sembra esserci un sospettato plausibile. Si sarebbe trattato di un modesto pallone per radioamatori, un cosiddetto “Pico balloon”, lanciato da un’associazione di appassionati dal nord dall’Illinois il 10 ottobre 2022. 

Il pallone, un involucro argenteo in mylar (polietilene tereftalato), corredato di una scatola con una stazione radiotrasmittente appesa a dei cavi, il 10 febbraio si trovava di certo al largo della costa occidentale dell’Alaska. Dopo, non se ne è saputo più nulla, ma il giorno seguente, quando sullo Yukon centrale è stato abbattuto uno degli oggetti sconosciuti, probabilmente si trovava proprio su quella zona. Questa, almeno, la valutazione che si ricava applicando al pallone Pico lanciato dall’Illinois i cosiddetti modelli aerologici HYSPLIT

I palloni Pico (qui alcuni dettagli) possono avere varie forme, e sono ottimizzati in modo da contenere quantità di elio tali da permettergli di compiere anche intere circumnavigazioni del mondo ad una quota ottimale di 43.000 piedi (simile proprio a quella alla quale si trovava l’oggetto colpito sullo Yukon).

Certo, si tratta di un’identificazione fatta in termini di plausibilità e di probabilità. Due concetti fondamentali del modo di ragionare della scienza, ma che gli ufologi, per mantenere il senso dell’incertezza che rende vitale la loro passione, non riescono a padroneggiare fino in fondo. Anche per questo, continuano a “sperare” nell’esistenza degli Ufo.

Gli Ufo, strumento della retorica politica

Con l’ondata dei palloni-Ufo, la questione degli oggetti volanti non identificati (nel senso letterale del termine, non di Ufo alieni) si è trasformata in una leva per la polemica politica interna agli Stati Uniti. Per l’ampiezza dell’uso, per la posizione dei personaggi coinvolti e per la sua virulenza, dal punto di vista della sociologia politica si tratta di una circostanza senza precedenti. 

Parecchi esponenti del Partito Repubblicano e i grandi media schierati a fianco del GOP, in primo luogo Fox News, hanno accusato l’amministrazione Biden di non essere stata in grado di garantire la sicurezza dei cieli del paese, e di aver reagito in maniera lenta e inadeguata alla minaccia militare cinese, informando male e in ritardo sia il Congresso sia il pubblico. 

Dal canto loro, i democratici hanno reagito a modo loro, ma adottando le stesse armi retoriche. Già sotto la presidenza Trump, infatti, ad avviso di alcuni tra loro che, in sostanza, parlano di incontri tra veicoli militari e oggetti volanti strani, sarebbe stata forte l’evidenza per cui la Cina stava cercando di violare la sovranità Usa facendo volare intorno a navi e aerei militari droni e velivoli senza piloti ad alta tecnologia.

Ci sono poi casi molto interessanti per la loro ambiguità, come quello del senatore repubblicano Marco Rubio, uno degli uomini politici più potenti del suo paese (oggi è vicepresidente della Commissione per l’Intelligence del Senato). Nel recente passato, con il suo interesse per le questioni militari e per gli Ufo, Rubio è stato fondamentale per la fase Ufo-militare della storia dell’ufologia, quella iniziata nel 2017 e tuttora in corso. 

Rubio è intervenuto più volte sull’argomento Ufo-palloni, ma facendo uso di un registro duplice. Da un lato, ha attaccato l’amministrazione Biden, sostenendo che non era stata in grado di occuparsi in modo deciso dei palloni di queste settimane e delle altre incursioni aeree, presumibilmente cinesi. Dall’altro, ha colto l’occasione per ribadire la sua convinzione che il governo debba condurre un’indagine decisa sugli oggetti volanti non identificati, sugli UAP (Unidentified Aerial Phenomena), oscillando così, a volte, verso dichiarazioni apertamente pro-Ufo. 

Ad ogni modo, riguardo alla possibilità che le autorità Usa dopo il primo, clamoroso episodio del pallone cinese abbiano davvero reagito in modo eccessivo rispetto alle necessità, molti osservatori hanno criticato l’uso di armi sofisticate e costose come i missili aria-aria AIM-9X (circa 450.000 dollari a esemplare: per gli abbattimenti ne sono stati usati quattro). È possibile ipotizzare che anche queste critiche, dopo alcuni giorni, abbiano contribuito ad attenuare l’hype anti-oggetti volanti creatosi in ambito militare. Sul serio, è ormai possibile parlare di una funzione politica dell’ufologia.

Un altro gruppo governativo sugli Ufo?

Una conseguenza potenzialmente importante dell’hype di questo mese è stata annunciata da Joe Biden nel suo intervento del 16 febbraio. Il presidente, infatti, ha dato ordine al consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, di presiedere un nuovo organismo che coinvolgerà l’intera amministrazione, volto ad affrontare “in modo sicuro la questione degli oggetti che volano nel nostro spazio aereo”. Concepito con ogni evidenza in termini di sicurezza militare, il gruppo vedrà la partecipazione diretta del segretario alla Difesa, Lloyd J. Austin, e di quello agli Esteri, Antony Blinken, oltre che dei servizi di intelligence. Terrà informato il Congresso sugli esiti delle sue valutazioni, e comunicherà i suoi punti di vista alle amministrazioni locali.

L’iniziativa è senza precedenti nella lunga storia del mito Ufo. Non ci sono alieni o visitatori da altre dimensioni, ma è del tutto probabile che, in questo modo, sia stata aperta una nuova, importante pagina della saga iniziata nel 1947. In tutto ciò, qualcuno ha fatto notare la possibilità di un futuro scontro tra burocrazie o comunque di complicazioni a non finire, come del resto è tradizione per il coinvolgimento dei poteri pubblici nel mito Ufo. 

Avevo raccontato nel dettaglio in un precedente articolo che, dopo tira e molla burocratici, con il bilancio per l’anno 2022 il Dipartimento della Difesa aveva creato un nuovo ufficio per lo studio degli UAP. Dopo varie incertezze, questo ufficio è stato denominato AARO (“All-Domain Anomaly Resolution Office”, che più o meno si può rendere come “Ufficio per la Risoluzione delle Anomalie in ambiente aereo, marittimo e terrestre”). Come ho spiegato in quella sede, in realtà la nascita dell’AARO è il risultato di lunghe pressioni da parte di una piccola lobby ufologica, politica, industriale e giornalistica in cui la presenza dei “credenti” Ufo è massiccia. Sarà dunque da vedere in che modo si articoleranno compiti e attività dell’AARO in rapporto con il nuovissimo super-organismo presieduto dal consigliere per la Sicurezza nazionale, cosa che in sostanza lo colloca ai vertici dell’amministrazione federale degli Stati Uniti. Ne vedremo di tutti i colori, credetemi.

Biden, mediocre comunicatore Ufo

Non è certo la prima volta che un presidente degli Stati Uniti parla di Ufo o di cose che sembrano somigliargli. La prima volta accadde il 4 aprile del 1950, proprio in un altro periodo di hype (al tempo si chiamavano “dischi volanti”), ad opera dell’ufficio stampa del presidente Harry S. Truman. In quel caso, si preferì smentire le voci giornalistiche che circolavano da una settimana, secondo le quali i “dischi” erano armi segrete americane, per ironia della sorte, identificate con i grandi e allora innovativi palloni stratosferici “Skyhook” che da due anni e mezzo avevano cominciato a sorvolare il mondo, sia per fini scientifici, sia a fini di ricognizione (segreta). Tuttavia, l’intervento di Biden davanti alle telecamere la sera del 16 febbraio 2023 è senza precedenti. Probabilmente, la pressione dell’opinione pubblica era cresciuta al punto tale da consigliare alla Casa Bianca di far udire agli americani la voce stessa del presidente. 

In sostanza, che cosa ha detto Biden? A parte l’annuncio del nuovo organismo governativo di cui si è detto, il presidente ha confermato ancora una volta che il pallone cinese era un velivolo per ricognizione, ma che gli altri tre probabilmente erano “di imprese private”. In più, ha affermato che non c’era alcuna evidenza di un aumento delle attività di oggetti volanti non identificati, confermando così in modo indiretto che gran parte del chiasso era dipesa dall’allarme suscitato dal grande pallone cinese. Per il resto, l’intervento di Biden conteneva un nuovo, forte ammonimento alla Cina a non violare la sovranità degli Stati Uniti. Ogni minaccia allo spazio aereo nordamericano da parte di oggetti sconosciuti sarà da ora in poi affrontata in modo più risoluto rispetto al passato.

Gli equilibrismi di chi aveva redatto il testo letto senza entusiasmo da Biden grazie al teleprompter, un discorso che cercava di non mettere in cattiva luce nessun pezzo dell’amministrazione, probabilmente ha fornito carburante al pubblico pro-Ufo e, ovviamente ancor di più, alla lobby ufologica strettamente intesa. Come in ogni evento comunicativo le ambiguità, le incertezze, gli errori, le espressioni retoriche usate con leggerezza sin dal due febbraio da diversi personaggi pubblici, vengono accuratamente notate da chi sostiene idee ufologiche di tipo più o meno cospirativo. Ai loro occhi, tutte queste cose diventano indizi, evidenze, conferme che qualcosa, in questo bailamme, non quadra. 

E, dunque, gli ufologi che dicono?

La mia lunga esperienza in ambito ufologico dice che, di norma, gli ufologi vivono con eccitazione i periodi di “ondata” Ufo. Questo non vuol dire, però, che tutti credano che ogni volta si sia alla vigilia dello sbarco degli alieni. Va sempre ricordato con estrema attenzione che il mondo degli appassionati Ufo è una galassia sfrangiata in cui si incontra di tutto, dalla massima ragionevolezza alle follie più sorprendenti. 

Per cercare di capire come stia reagendo l’ufologia, vi propongo una distinzione di quel mondo in due gruppi. Il primo è rappresentato dall’ufologia antiriduzionista. Sostiene che la stragrande maggioranza degli avvistamenti sono risolvibili con cause più o meno banali ma che, malgrado questo, permarrebbe un residuo di casi significativi sia dal punto di vista statistico sia da quello qualitativo. Dunque, il “mistero” dei fenomeni, pur riducendosi moltissimo, rimarrebbe. 

Questo tipo di ufologia mette al centro la testimonianza, la ritiene anzi l’essenza stessa del fenomeno. La conseguenza, tuttavia, è che aspetti della questione Ufo come il coinvolgimento della politica e dell’industria della comunicazione, oggi sempre più evidenti, le risultano distanti. Non a caso, nell’attuale hype, l’ufologia antiriduzionista è rimasta silenziosa o poco più, concentrata com’è da anni su casi sempre più evanescenti, sulla storiografia del mito e sulla creazione di archivi che possano conservare la memoria di un mito che si colloca a perfezione nella cultura del secolo scorso, in diversi casi con risultati apprezzabili. Di fatto, insomma, nelle cose di cui vi sto parlando l’ufologia antiriduzionista si è vista pochissimo.

D’altro canto, le notevoli competenze che questo tipo di appassionati aveva accumulato per decenni grazie all’analisi delle testimonianze orali sono diventate quasi di colpo obsolete, surclassate dalla trasformazione dei tradizionali racconti sugli Ufo in una miriade quotidiana di video e foto improbabili. A fronte di questa totale metamorfosi, la richiesta di approcci completamente nuovi e di nuove competenze li ha messi in grande difficoltà. La loro reattività a fronte di eventi sociali clamorosi come quelli di questo periodo, di conseguenza, è bassissima.   

Ben più vitale è il secondo tipo di ufologia, quella complottista. In misura diversa e secondo linee assai differenti, oggi questo modo di concepire gli Ufo è di gran lunga prevalente fra gli appassionati. Comunque lo si voglia giudicare, si è dimostrato in grado di produrre narrazioni efficaci, di sfruttare e interpretare i mutamenti culturali, generando nuove falangi di seguaci e inventando nuove versioni del mito. 

Al centro dell’ufologia complottista intesa in senso ampio c’è l’idea che il problema Ufo (con gli Ufo che avrebbero origine aliena o “paranormale”, naturalmente) sia una questione politica, anzi la questione politica per eccellenza, quella il cui scioglimento cambierà i destini del mondo. Ha al cuore l’interesse, il desiderio, il timore, l’attrazione fatale per il contatto con altre intelligenze che ci visitano, non lo studio più o meno serio delle testimonianze, com’è invece per l’ufologia antiriduzionista.

Per questo motivo, nell’attuale hype dei palloni-Ufo l’ufologia complottista si è dimostrata capace di usare a suo vantaggio ciò che stava accadendo. Questo non vuol dire che l’ufologia complottista si presenti sempre in versioni estreme, come quelle secondo le quali esisterebbero patti segreti tra alieni grigi e governi di vari paesi per impiegare gli uomini come cavie, schiavi o cibo per abitanti di altri mondi.

In molti casi, infatti, questo tipo di ufologia è in grado di mettere in campo ragionamenti che, pur contenendo fallacie logiche, sono appetibili per fasce ampie di pubblico, non disponibili ad aderire a convinzioni estreme, troppo distanti dalla realtà. 

Così, si può ammettere che forse gli oggetti abbattuti dagli americani non erano alieni, per  dire, in assoluta buona fede, ciò che si ritiene conti di più: “Se fossero stati davvero alieni, mica saremmo riusciti ad abbatterli”. Oppure, si può affermare l’incertezza sulla provenienza extraplanetaria degli oggetti, per poi ammonire con sincerità il mondo a non esagerare, perché queste azioni americane potrebbero mettere in allarme chi dovesse arrivare da altri mondi, e rivelargli la nostra vera indole di malvagi. Ciò che conta, per questo tipo di approccio, è contribuire in un modo o nell’altro a diffondere la consapevolezza nella presenza nei cieli (o in mezzo a noi) degli alieni, una presenza di norma tenuta volutamente nascosta dal potere all’umanità. 

Le ambiguità finali alimentano le speculazioni

Il 17 febbraio il NORAD ha annunciato la sospensione delle ricerche dei tre oggetti abbattuti dopo il pallone cinese. Fino ad allora, non era stato recuperato niente. Il fatto che probabilmente si trattasse di palloni con carichi di dimensioni modestissime rendeva improbo il compito. Se a questo si aggiunge che, per scelta, due dei tre oggetti erano stati abbattuti mentre sorvolavano superfici d’acqua, per rendere trascurabili i rischi derivanti dalla caduta di detriti, il gioco è fatto.

Solo il tempo potrà dirlo, ma è possibile che, dal punto di vista della storia del mito Ufo, la “crisi dei palloni” costituisca un episodio fondamentale. Anzi, se davvero non saranno individuati i resti dei tre oggetti caduti, è prevedibile che per i sostenitori del mito Ufo si apra un’occasione con pochi precedenti. Da un lato, sarà la stessa mancata scoperta dei rottami ad accrescere le speculazioni. Potrà facilmente essere declinata come discorso sull’occultamento di “oggetti misteriosi” individuati e sui quali, naturalmente, nulla è possibile dire. Non me la sento di escludere l’entrata in scena di whistleblowers che prendano a rivelare “quello che davvero è successo” e che Washington ci ha tenuto nascosto.

Da un altro punto di vista, se i resti dei plausibili tre palloni fossero trovati e mostrati al pubblico, la reazione da parte dei sostenitori dell’esistenza degli Ufo alieni potrebbe essere altrettanto efficace. Il mito di fondazione dell’ufologia contemporanea (quella postmoderna che ha scalzato la classica, che metteva al centro gli avvistamenti e le controversie su di essi) è rappresentata dal disco volante precipitato a Roswell nel 1947, quello che i militari Usa avrebbero cercato di gabellare per pallone precipitato pur trattandosi di un’astronave aliena. Potrebbero dunque sostenere che i rottami mostrati siano dei falsi, fatti per tranquillizzare, ma che ci sono degli altri residui – quelli veri. 

Comunque la si metta, quanto sta accadendo costituisce quasi di certo un game changer nella storia del mito Ufo: si incastra nella fase “Ufo-militare” della sua storia, iniziata nel 2017. Vede partecipi a pieno titolo nella credenza ufologica segmenti delle forze armate di vari paesi, in primo luogo di quelle Usa.

Pensare che, nel 2023, il mito degli Ufo costituisca una convinzione marginale, meno rilevante di quelle nel paranormale o nelle medicine alternative, è contrario a ogni evidenza. È bene che gli scettici, le persone razionali, i comunicatori della scienza, i ricercatori interessati alle pseudoscienze e ai fenomeni psicosociali prendano coscienza della portata di queste credenze. Nel loro complesso, probabilmente, esse producono solo in pochi casi conseguenze negative dirette, come accade invece con le pseudomedicine, con l’antivaccinismo o con le sette religiose. Ma questo non giustifica in alcun modo la sottovalutazione della forza culturale che il mito degli Ufo ha ormai acquisito, e quella del suo potenziale neo-religioso.  

Immagine in evidenza: Il pallone da sorveglianza cinese, ripreso su Billings, Montana, mercoledì 1° febbraio 2023. Foto di Chase Doak, via Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0.

Giuseppe Stilo

Giuseppe Stilo (Firenze, 1965) si occupa di pseudoscienze, in particolare di ufologia, privilegiando il metodo storiografico. Fra gli altri suoi lavori, "Alieni ma non troppo. Guida scettica all'ufologia" (Cicap, Padova, 2022). Insieme a Sofia Lincos è titolare delle rubriche "Misteri Vintage" (su Query Online), "Il Giandujotto scettico" (sul sito del Cicap Piemonte) e "Divergenti" (sul trimestrale Query).