17 Aprile 2024
Dal mondo

Il tentato golpe in Germania e le teorie del complotto che lo hanno generato

di Roberto Paura

Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi la polizia federale tedesca ha arrestato 25 persone, esponenti di una presunta organizzazione eversiva che stava progettando un colpo di stato militare. Il gruppo voleva assaltare il parlamento e assassinare il cancelliere, sostituendo quest’ultimo con l’improbabile figura di Heinrich XIII, considerato l’attuale pretendente al trono del Kaiserreich, il Secondo Reich rovesciato nel 1918. La vicenda e, soprattutto, le coincidenze temporali hanno riportato alla mente di molti un tentativo analogo, il golpe Borghese, che si verificò proprio tra il 7 e l’8 dicembre del 1970 in Italia e, di nuovo, vedeva a capo del gruppo eversivo un aristocratico, il principe Junio Valerio Borghese, noto per il suo ruolo di comandante della famigerata X Mas della Repubblica di Salò. 

Mentre in Italia i fatti vennero alla luce solo tre mesi dopo da uno scoop di Paese sera, subito confermato dal ministro dell’Interno (proprio il Viminale fu il principale target del tentato golpe), il gruppo tedesco è stato arrestato prima che potesse tentare di mettere in atto il proprio piano, elaborato fin dal novembre 2021. Ma i paralleli tra le due vicende, che vedono in entrambi i casi la partecipazione di terroristi neri e membri dell’esercito, finiscono qui: perché mentre il golpe Borghese fu il frutto della strategia della tensione e trovava linfa ideologica dai residui elementi di fascismo ancora attivi in Italia venticinque anni dopo la morte di Mussolini, l’humus ideologico in cui si è sviluppata la vicenda tedesca è quello tipico del complottismo del Terzo millennio e ai tradizionali riferimenti che ci si potrebbe aspettare (in primis, il nazismo) sostituisce la più diffusa e pericolosa delle meta-teorie cospirative emerse negli ultimi anni: QAnon.

Il gruppo di persone arrestate – che include un giudice, un medico, un cuoco, un pilota, un tenore, tre ufficiali di polizia, due riservisti, e un’altra dozzina di appartenenti o ex membri delle forze armate – fa infatti parte del movimento Reichsbürger (“Cittadini del Reich”), che si richiama esplicitamente al movimento americano dei SovCits, acronimo di sovereign citizens (“cittadini sovrani”), che ha giocato un ruolo determinante nel turbolento periodo tra le elezioni presidenziali del 2020 e l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. 

L’idea comune a entrambe le organizzazioni è che le attuali repubbliche federali, tanto negli Stati Uniti quanto in Germania, siano abusive perché si sarebbero sostituite ai legittimi regimi sfruttando vuoti legislativi. Si tratta di un’ideologia tipicamente americana, che trae origine dal tradizionale pensiero di destra ostile al governo federale identificato nelle tasse e nell’esercito, considerato un tradimento dei princìpi ultra-liberali sanciti della Dichiarazione d’indipendenza, nata esattamente con l’obiettivo di liberarsi dalle tasse dell’allora madrepatria britannica e di armare i cittadini americani contro i soprusi militari del governo di sua maestà. 

Da queste convinzioni è nato negli anni Settanta il movimento delle milizie (singoli cittadini armati che decidono di creare milizie private per il controllo del territorio o delle frontiere, alternative alle forze federali): uno dei suoi seguaci, il terrorista Terry Nichols, tra gli autori della strage di Oklahoma City del 1995 contro un edificio federale, aveva in precedenza promosso numerose cause contro il governo sulla base di considerazioni pretestuose. Anche dopo il declino del movimento delle milizie in seguito all’attentato, queste più blande forme di “resistenza civile” hanno continuato a generare pratiche fantasiose che prevedono di stampare propri documenti di identità, passaporti e valute alternativi a quelli riconosciuti, o di “negare il consenso” all’atto della firma di documenti richiesti per legge (da qui si intuisce come anche la periodica diffusione di catene su Facebook per la “negazione del consenso” all’uso dei propri dati personali da parte della società americana ne rappresenti un singolare corollario).

Il salto di livello dei SovCits si è verificato nel 2020, in seguito alle misure restrittive imposte in tutto il mondo per la pandemia di Covid-19. La loro tradizionale opposizione alle leggi statali gli ha consentito di mettere in campo un’ampia serie di strategie per opporsi all’obbligo di indossare mascherine e per contrastare le campagne vaccinali. Proprio la portata mondiale del Covid ha fatto sì che queste pratiche trovassero diffusione anche in altri paesi del mondo, dall’Australia a Singapore. Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, mentre montava la resistenza di Donald Trump contro l’esito delle elezioni presidenziali di novembre, tra i SovCits americani si è fatta strada la teoria di un ritorno di Trump alla Casa Bianca previsto per il 4 marzo 2021, come presidente della “restaurata” repubblica americana, in seguito al rovesciamento della corporation chiamata Stati Uniti d’America.

Secondo questa teoria, infatti, gli Stati Uniti si sarebbero trasformati in un’azienda controllata “dalla city di Londra” in forza di una clausola commerciale entrata in vigore nel 1871, che il 4 marzo 2021 (centocinquant’anni dopo) sarebbe infine decaduta. Inutile ricordare che nulla di tutto ciò è accaduto. Ma la rapida diffusione della teoria negli ambienti di QAnon, sostenitori del ruolo messianico di Donald Trump, ha consentito ai due movimenti di “saldarsi”: saldatura che ora scopriamo essersi realizzata anche fuori dagli Stati Uniti.

In Germania un movimento simile a quello dei sovereign citizens esisteva fin dagli anni Ottanta. A causa del bisogno del nazionalismo tedesco di costruirsi un’identità depurata dallo stigma del nazionalsocialismo, nell’allora Germania ovest si affermò una corrente anti-atlantista che accusava gli Stati Uniti di aver trasformato il paese in una colonia, promuovendo progetti di riunificazione nazionale in senso nazionalista attraverso la restaurazione del Kaiserreich. Nel 1985 Wolfgang Ebel, un ex ferroviere, fondò il “Governo provvisorio del Reich”, rifiutandosi di pagare le tasse del governo di Bonn e stampando in proprio documenti di identità per i suoi sostenitori: alla base di questa rivendicazione, la convinzione che in mancanza di un trattato di pace tra la Germania e gli Alleati il paese fosse ancora di fatto una nazione occupata militarmente e il governo federale illegale. Anche in questo caso, dunque, alla base del movimento si cela una teoria del complotto. 

Tali idee sono rimaste a lungo largamente minoritarie nel paese fino ad anni recenti, quando, come negli Stati Uniti, hanno potuto beneficiare della saldatura con QAnon. Esperti e autorità di antiterrorismo sono concordi nel ritenere che ciò sia avvenuto nel 2020 con le proteste globali contro i lockdown dovuti al Covid-19: scollegandosi gradualmente dal milieu complottista americano, QAnon si è trasformato nella più globale teoria del “Grande Reset”, riferimento alle dichiarazioni del World Economic Forum sulla necessità di riprogettare la governance globale dopo la pandemia, penetrando nelle comunità antivacciniste in Italia, nel movimento dei Gilet Gialli francesi, tra i Brexiters inglesi.

Ma è in Germania che QAnon ha trovato maggior terreno fertile, diventando patria della più ampia comunità complottista in Europa. La causa andrebbe individuata nella crisi dei rifugiati, quando, sotto la pressione delle grandi ondate migratorie del 2015, la Germania di Angela Merkel decise – a differenza dei paesi mediterranei – di garantire ampia ospitalità ai richiedenti asilo, che quell’anno arrivarono a sfiorare il 2% in rapporto alla popolazione tedesca. Di fronte a queste politiche di apertura, in un clima esacerbato dalle sanguinose stragi terroristiche che proprio quell’anno l’ISIS iniziava a mettere in atto sul territorio europeo, l’estrema destra nazionalista e xenofoba tedesca cominciò a sviluppare tendenze eversive, traendo linfa ideologica da teorie complottiste come quella della “Grande sostituzione”, secondo cui esisterebbe un preciso disegno dei leader occidentali di sostituire la popolazione bianca con masse di migranti africani e musulmani. La teoria di QAnon, presentando Trump come l’anti-Merkel, colui che avrebbe rovesciato i leader della “cabala mondiale” e liberato il mondo dai loro piani sinistri, non poteva non trovare terreno fertile in questo ambiente. 

La popolarità di QAnon in Germania è rimasta tuttavia confinata a una nicchia ristretta di appassionati di teorie del complotto fino al 2020. Nei primi mesi dell’anno iniziò a circolare la notizia che l’imponente esercitazione della NATO Defender-Europe, una delle più grandi della storia (con il senno di poi chiaramente rivolta al contenimento della minaccia russa), fosse in realtà progettata da Trump per rovesciare il deep state in Germania e liberare l’Europa dalla cabala. Quando l’esercitazione fu cancellata a causa della diffusione del contagio da Covid-19, gli ambienti complottisti conclusero che il virus fosse stato diffuso ad arte da Merkel per fermare Trump.

Alla fine del 2020 l’Institute for Strategic Dialogue, in un rapporto dedicato all’ecosistema dell’estrema destra tedesca online, rilevava che tra i temi più discussi in questi ambienti sui social network figuravano la teoria cospirativa della “Grande sostituzione” e il movimento dei “Reichsbürger”. Bandiere del Kaiserreich avevano fatto inoltre la loro comparsa alla grande manifestazione del 29 e 30 agosto 2020 di no-vax e gruppi di estrema destra a Berlino, che aveva riunito quasi 40.000 persone: in quell’occasione, un tentativo di assaltare il parlamento prefigurò i fatti verificatisi al Congresso del gennaio successivo. Tra i leader della manifestazione, la naturopata Tamara Kirschbaum arringò la folla affermando che Trump fosse “sigillato” nell’ambasciata americana a Berlino pronto a fare la sua apparizione, e chiedendo un trattato di pace separato con Mosca per mettere fine alla Seconda guerra mondiale e rovesciare il “governo fantoccio”. Proprio alla Russia il gruppo di golpisti arrestati l’8 dicembre intendeva rivolgersi per farsi riconoscere una volta assunto il potere.

La sottovalutazione di questi fenomeni di coalescenza tra estrema destra e cospirazionismo è venuta meno dopo l’assalto al Congresso, quando gli allarmi delle autorità di sicurezza europee hanno iniziato a prendere sul serio la minaccia di gruppi simili. Scontri tra la polizia e singoli membri del movimento Reichsbürger si erano del resto già verificati nel 2016 e 2017, e la presenza in questi ambienti di esponenti delle forze armate lasciava presagire un incremento della minaccia. Come ci ricorda l’esperto di complottismo Leonardo Bianchi

“la vicenda dei Reichsbürger golpisti […] non è uno sgangherato cosplay tedesco di Vogliamo i colonnelli, ma l’ennesimo anello di una lunga catena di violenza politica contraddistinta dalla fusione tra estremismo e complottismo”. 

Anche se le notizie riguardanti il gruppo arrestato l’8 dicembre sono ancora poche e la tentazione di liquidare la vicenda come un’esagerazione è forte, in un paese in cui le istituzioni democratiche sono apparentemente solidissime, va ricordato che il numero di aderenti al movimento Reichsbürger supera i 20.000, molti dei quali pesantemente armati; e che, se anche il piano golpista non fosse molto più serio di quello che tentò di attuare il principe Borghese nel nostro paese, non conta tanto il tentativo eversivo in sé, quanto l’ambiente in cui matura. Nell’Italia dei primi anni Settanta le istituzioni democratiche ressero, ma negli anni successivi la lunga scia di sangue del terrorismo e degli anni di piombo resero molto concreta la minaccia avanzata dalla destra eversiva all’indomani della strage dell’Italicus, nel 1974: 

“Seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti”.

Immagine: Ruediger Hoffmann e Helmut Buschujew, due leader del movimento, in una manifestazione di fronte al Parlamento tedesco. Foto di SSLreporter, da Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0

Roberto Paura

Laurea in Relazioni Internazionali, dottorato in Fisica con specializzazione in comunicazione della scienza, è giornalista scientifico e culturale per diverse testate, ha lavorato alla Città della Scienza di Napoli ed è stato borsista dell'INFN. Dal 2013 è presidente dell'Italian Institute for the Future. Dal 2019 è coordinatore del CICAP Campania. Il suo ultimo libro è "Società segrete, poteri occulti e complotti. Una storia lunga mille anni" (2021).

5 pensieri riguardo “Il tentato golpe in Germania e le teorie del complotto che lo hanno generato

  • Grazie per l’ Articolo, Roberto. Mi spiace essere “catastrofista” ma siamo nel pieno di una Guerra Mondiale e, quindi, gli studiosi come Te dovrebbero cercare di distinguere le “teorie dei complotti” più o meno spontanee e non Internazionalizzate, da quelle che, ormai, sono pilotate da uno dei numerosi Patti di Varsavia e/o Alleanze Atlantiche in lotta. Non è diversa questa Guerra Mondiale dalle altre: i contendenti cercheranno di rovesciare o, almeno, mettere in difficoltà i comandi avversari cercando quinte colonne alleate all’ interno degli Stati e innescando guerre civili. Cose per le quali, ad esempio, anche in Italia, siamo pronti da decenni, ma non abbiamo ancora avuto, dall’ Estero, magari anche quello ufficialmente amico e alleato, finanziamenti seri in armi, mezzi di propaganda, volontari che corrono a combattere in una “legione straniera”. Noi avremo la “goduria” di vedere anche nel nostro paese i Militari impegnati sia contro il Nemico Esterno e Ufficialmente schierato e identificabile, che contro “partigiani” di vario colore e non sempre ben identificabili alle spalle e senza ben delineate linee di fronte. Il Ruolo del CICAP? Mi pare che sia già schierato, ormai. Convinto di essere, come tutti, dalla parte giusta, ovvero quella della Razionalità e della Scienza. Ma sono entrambe cose che in Guerra vengono uccise o mutilate per prime, come la Verità.

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  • “Teoria dei complotti”… ma secondo lei quali possibilità di riuscita avrebbe un golpe se non hai il controllo di almeno buona parte dell’esercito e della Magistratura ?
    Nel caso della DE sarebbe necessario avere anche il benestare dei marines USA lì stanziati.
    Piuttosto avreste dovuto indagare sulla credibilità di questa notizia, che è pari a zero.

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  • Ancora una volta il Cicap si occupa di politica. L’articolo va ben al di la’ del debunking di affermazioni strampalate fatte da certe organizzazioni o siti su Internet ma chiaramente sostiene certe posizioni ideologiche e politiche, attaccando le ideologie contrarie (generalmente quelle definite ‘populiste’ o di ‘destra’), presentandole solo come un’accozzaglia di idee irrazionali di individui esaltati e pericolosi. Questo articolo, come altri in passato, sembra sostenere posizioni che potrebbero forse definirsi ‘liberali’ e della ‘nuova sinistra’ (anche se IMO questi termini hanno perso gran parte del loro significato storico e sono probabilmente inadeguati). Anche l’attribuzione di ‘teoria del complotto’ in questi articoli sembra dipendere da quale corrente politica queste ‘teorie’ provengono. Per esempio attaccare le elites economiche globali e’ una teoria del complotto ‘populista’ o di ‘destra’. Attaccare l’industria del petrolio, accusandola di nascondere gli effetti delle emissioni, e’ legit. E infatti ci sono evidenze che alcune compagnie hanno cercato di nascondere al pubblico gli effetti delle emissioni del carbonio. Uno potrebbe argomentare che questo non prova che TUTTE le compagnie petrolifere hanno agito disonestamente, ma non vedo nessuno qui avanzare questa obiezione. In effetti, penso sia legittimo sospettare che queste corporazioni agiscano per promuovere i propri interessi senza riguardo delle consequenze e usino il loro enorme potere economico per influenzare la politica di certi paesi, ma allora perche’ e’ teoria del complotto sospettare che le altre grandi corporazioni e la ‘grande finanza’ facciano la stessa cosa? Senza menzionare che spesso queste ‘mega-corporazioni’ sono connesse da relazioni di ‘partnership’ o ‘ownership’ (mi scuso ma il mio italiano e’ diventato un po’ arrugginito). Ora non posso non menzionare qui il fenomeno ‘Greta Thunberg”. Non ho nulla contro Greta personalmente, ma e’ un’adolescente che non ha nessuna educazione e competenza specifica in campo di economia, scienze naturali e tecnologie dell’energia. Inoltre e’ affetta da severe condizioni: spettro dell’autismo, OCD e disordine dell’attenzione. Alcuni sono stati insultati nei media per evidenziare questo fatto. Io pero’ mi permetto di farlo perche’ ho esattamente lo stesso profilo diagnostico, sono in terapia da decenni, e so quanto queste condizioni, specie se non trattate farmacologicamente, possono influire sulle capacita’ di giudizio. Quindi cosa autorizza Greta, che non e’ stata eletta da nessuno, di parlare come autorita’ mondiale su argomenti di complessita’ enorme di cui ha poca o nessuna competenza? Non dimentichiamoci che Greta e i suoi supporters non si limitano a mettere in evidenza il problema del clima, ma puntano un dito accusatore a destra e manca, condannando tra l’altro la mia generazione, e propongono soluzioni drastiche come l’azzeramento immediato delle emissioni, che proprio per il nostro tipo di economia capitalistica globale avrebbero effetti economici traumatici, e rigettano ‘soluzioni tecnologiche’ (almeno cosi’ Greta si era espressa parlando a nome della sua generazione) . Non e’ sorprendente che molti dei critici di Greta sono dell’India, un paese che sta emergendo dalla poverta’ grazie all’industrializzazione (seguo spesso le news indiane in lingua inglese). Avrebbe Greta ricevuto la stessa attenzione se non fosse una ragazza svedese carina e figlia di ricche celebrita’ per anni attive nel campo della ‘nuova sinistra’? E non posso non menzionare il ‘complotto della Grande Sostituzione’. Non conosco i dettagli della teoria ma negare che la sostituzione etnica in Europa stia avvenendo sarebbe veramente gesuitico (nel senso del principio di obbedienza secondo cui, almeno in passato, se un membro dell’ordine vede un muro bianco ma il superiore dice che e’ nero, deve credere che e’ nero – o viceversa, non ricordo bene). Anche in Finlandia, un paese dove l’immigrazione e’ incominciata ‘in ritardo’, nel 2022 per la prima volta il numero delle nascite di bambini di origine straniera ha superato le nascite degli ‘indigeni’. E ci sono molte forze e gruppi politici e economici che sostengono apertamente il multiculturalismo e l’immigrazione di massa. Quindi, a parte corollari strampalati di estremisti e lunatici, dove sarebbe la teoria del complotto? Ora, va benissimo se molti di voi sono per il capitalismo globale, il multiculturalismo o l’immigrazione di massa e non ‘ve ne cale’ della vostra identita’ etnica. Ma il punto e’ che queste sono opinioni ideologiche, non verita’ scientifiche o dettami della ragione, dato che i principi di base sono una questione di valori e preferenze. Quanto al mancato golpe tedesco, mi ricorda quello della commedia satirica ‘Colpo di Stato’ di Luciano Salce…
    Mi scuso per la lunghezza del messaggio amici del Cicap, siete autorizzati e ignorarlo come ‘rant autistico’… 😉

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  • Vorrei fare una correzione, nell’interesse dell’obiettivita’. La mia affermazione sulle nascite in Finlandia e’ incorretta. La fonte, from schengenvisainfo.com si riferiva alla ‘birth rate’, non al numero assoluto di nascite. E’ importante leggere tutto un articolo e non basarsi sul titolo prima di usarlo come fonte. Comunque, considerando la situazione in Europa in generale, e che l’immigrazione di massa in Finlandia e’ un fenomeno piu’ recente che in altri paesi europei, cio’ non cambia di molto quanto ho scritto nel messaggio precedente.

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  • Mi scuso per riaprire il dibattito, ma avendo letto l’articolo del Sig Paura sulla ‘Sostituzione etnica’ e non essendo possibile fare commenti li’, non posso resistere dal farli da qualche parte… Ora, non vorrei sembrare troppo critico verso l’autore, per es. i suoi articoli su Medjugorje sono interessanti e informativi. Tuttavia nei tre articoli ‘politici’ che ho letto (Neo-Borbonici, Golpe in Ge., e ora quello sul Replacement), non posso non notare una graduale mancanza di obiettivita’, fino ad arrivere alla propaganda ideologica quasi ‘sfacciata’. Cio’ non significa che l’autore sia necessariamente cosciente di questo fatto. Infatti le sue idee e le sue critiche sono oggi condivise da gran parte dei ‘ceti colti’ occidentali, e spesso propagate dai media definiti ‘legittimi’, a tal punto che molti le considerano evidenti al di la’ di ogni dubbio. Sfortunatamente, la storia ci mostra un sacco di idee che erano considerate evidenti – anche dai ceti colti – e che oggi sono viste con obbrobrio. Per esempio, nell’Ottocento era ‘evidente’ che i neri Africani fossero intrinsecamente inferiori agli Europei, o che gli omosessuali fossero dei pervertiti meritevoli di condanna (tra l’altro, e’ solo da un paio di decenni che la Societa’ Psicoanalitica Internazionale ha smesso di considerare l’omosessualita’ come una perversione sessuale). Sembrerebbe esistere una certa tendenza a considerare etica e moralita’ come sfere soggette a una sorta di evoluzione in senso positivo (cio’ che Michael Shermer ha definito “moral Flynn Effect’) nelle moderne societa’ tecnologiche e liberali. Shermer esprime queste idee nel suo libro The Moral Arc. Il problema e’ che queste affermazioni sembrano piu’ speculazioni metafisiche che fatti empiricamente dimostrabili. E’ ovvio che l’evoluzione tecnologica e conseguentemente economica ha portato a cambiamenti radicali nella sfera etica e sociale. Che questi cambiamenti siano sempre positivi, tuttavia, non e’ un fatto oggettivamente dimostrabile, perche’ si basa largamente su preferenze e opinioni. L’etica non e’ una scienza naturale e la razionalita’ della medesima si basa sulla consistenza con le premesse di base, che sono di per se’ assiomatiche e, almeno per la maggior parte, arbitrarie. Cio’ non significa che io sia completamente un relativista morale, ma non posso dilungarmi su questo aspetto. Il mio punto e’ che il Sig Paura sembra considerare cosmopolitanismo, immigrazione e multiculturalismo come valori universali ed evidenti, mentre ogni forma di etno-nazionalismo e le politiche contro l’immigrazione, anche moderate, come intrisecamente malvage e dettate solo dall’odio e dal supremazionismo razziale. Sembra non passare neanche per l’anticamera del cervello all’autore che esse possano essere dettate da un genuino desiderio di preservare la propria identita’ etnica e le proprie radici, e che questo desiderio possa essere legittimo, importante e anche naturale, insito nella psicologia della maggioranza degli esseri umani, che sono pur sempre ‘animali sociali’. E’ vero che questo desiderio ha causato conflitti (anche se molto spesso erano presenti pure altre cause, per esempio economiche), ma questo non significa che esso debba necessariamente condurre alla violenza; o che sia oggettivamente ‘condannabile’, perche’ questo e’ un concetto morale e per tanto esula dalla sfera dei fatti empiricamente dimostrabili. E’ anche da notare che generalmente i conflitti etnici e razziali avvengono quando due o piu’ gruppi condividono lo stesso territorio, di solito perche’ un gruppo, per varie ragioni e circostanze, muove nel territorio dell’altro. Comunque il punto del mio commento non e’ tanto di controbattere le posizioni del Sig Paura – anche se il suo articolo contiene affermazioni arbitrarie o anche false che per mancanza di spazio non discuto in dettaglio. Piuttosto e’ che, pubblicando tale articolo sul Cicap, sembra si implichi che le posizioni politiche, ideologiche e morali sostenute dall’autore siano empiricamente e ‘scientificamente’ corrette, o le uniche accettabili dai dettami della ragione. Se il Cicap ha deciso di diventare vettore di certe posizioni ideologiche e politiche ritengo che l’organizzazione dovrebbe affermare chiaramente che essa non si limita piu’ ad analizzare solo fatti scientificamente ed empiricamente dimostrabili, come originariamente dichiarato.

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