Caro-bollette, la bufala degli apparecchi per risparmiare energia
Con le bollette in forte rialzo fioccano in rete i consigli per risparmiare energia e le pubblicità di apparecchi che promettono di tagliare significativamente i consumi domestici: dal 40% fino anche all’80%. Sono di solito oggetti grandi poco più di un caricabatterie, con un LED (immancabilmente verde) che ne segnala il corretto funzionamento. Basta inserirli in una presa di casa et voilà: il contatore rallenta, ovviamente in modo perfettamente legale. Ma è possibile? E come funzionerebbero, secondo i produttori, questi magici dispositivi?
Nei siti web dei rivenditori di turno si trovano, immancabilmente, alcune pseudo-spiegazioni: la corrente che ci arriva in casa sarebbe sporca, con picchi di tensione e sfasamenti che creerebbero grosse inefficienze negli elettrodomestici. Qualcuno si sbilancia in cose più fantasiose, raccontando della resistenza che gli elettroni incontrerebbero nelle cablature casalinghe, o di particelle di carbonio che ne ostacolerebbero il libero flusso. Spesso viene tirato in ballo Nikola Tesla, il nume tutelare di qualsiasi scienziato alternativo. E quindi gli apparecchi proposti sarebbero in grado di pulire l’elettricità, o di aumentarne la “scorrevolezza” nei fili elettrici, ottenendo in questo modo risparmi consistenti.
In genere, in queste spiegazioni è già possibile riconoscere tutti i più classici indizi della bufala. Abbondano i testimonal favorevoli: clienti, con tanto di nome e cognome (che nessuno può verificare) che giurano che è tutto vero: loro hanno riscontrato incredibili risparmi sulla bolletta. Altro elemento comune è la presenza di un’offerta speciale: solo per questo mese l’apparecchio viene venduto ad un prezzo eccezionale, di solito la metà di quello di listino (che non esiste), tipicamente 40-70€.
Il tutto è condito da informazioni non dimostrate: nel resto d’Europa il prodotto andrebbe a ruba, c’è in una casa su due (il che significherebbe che ogni casa europea deve averne almeno un paio, visto il numero di produttori). Naturalmente i fornitori di energia non vogliono che tu sappia che esiste questa possibilità, e solo per questo motivo il prodotto non è in vendita nei negozi e si può acquistare solo online. Secondo la narrazione solita, infine, il prodotto sarebbe recensito da importanti riviste tecnologiche (a insaputa di quest’ultime) ed è pesantemente consigliato sui social.
Ma questi apparecchi funzionano davvero? Per capirlo occorre, innanzitutto, rispolverare qualche breve cenno di fisica. L’elettricità è una forma di energia molto “nobile”, che cioè è facile trasformare, con pochissime perdite, nei tipi di energia che ci servono: movimento (ad esempio per azionare il cestello della lavatrice) calore, o freddo. I moderni elettrodomestici sono già estremamente efficienti, e i margini di miglioramento riguardano il modo in cui queste energie “utili” vengono adoperate. Una lavatrice a basso consumo muoverà il cestello più lentamente, un frigorifero sarà isolato meglio per conservare meglio il freddo e così via. Ma tutta l’energia elettrica che arriva alla spina viene già sfruttata quasi al 100%.
Questo è vero anche e soprattutto per gli apparecchi che riscaldano l’ambiente. Le pubblicità di stufette “a basso consumo” sono già, in effetti, una mezza bufala: una stufa da 300 watt produrrà 300 watt di calore, di qualsiasi marca sia. Una caldaia domestica, per confronto, produce circa 15-20 mila watt di calore, bruciando metano. Se vogliamo risparmiare basta accendere poco e tenere quest’ultima al minimo, non serve comprare caloriferi elettrici “a basso consumo”. Non possiamo, quindi, aspettarci un miglioramento tangibile nell’uso dell’energia, che è già sfruttata quasi al 100% dai nostri elettrodomestici.
Ovviamente, piccole perdite esistono. Soprattutto se sono presenti grossi trasformatori o motori che girano a vuoto, è possibile che ci siano perdite dovute al fatto che la corrente elettrica che arriva nelle case è alternata, la tensione oscilla avanti e indietro 50 volte al secondo. Se un elettrodomestico preleva l’energia in modo non sincronizzato, con queste oscillazioni parte dell’energia che circola nei fili (potenza reattiva) non viene sfruttata. Il contatore, tuttavia, non ce l’addebita, paghiamo solo quella effettivamente usata. Si tratta, tecnicamente, di energia “inutile” che causa delle piccole perdite nella rete di distribuzione.
Questo è un problema reale solo per le grosse utenze industriali, dove si cerca di ovviare alla cosa con apposite apparecchiature, dette ottimizzatori del fattore di potenza, che rifasano i consumi. I dispositivi venduti su internet scimmiottano queste apparecchiature, spesso contengono un piccolo circuito di rifasamento, ma questo, oltre che inutile (nelle utenze domestiche fino a 15kW la potenza reattiva non si paga), è ridicolmente piccolo, in grado appena di compensare gli sfasamenti dovuti a un caricabatterie per cellulare.
In alcuni di questi congegni non c’è neppure questo circuito: una foto apparsa in un sito pubblicitario mostra solo un led e il circuito che serve ad alimentarlo: di fatto l’apparecchio non fa altro che aumentare (di pochissimo) i nostri consumi: è una piccola lampadina.
E i picchi di tensione, la cosiddetta corrente sporca? Certo, sono un problema, soprattutto per apparecchiature elettroniche come TV o computer, che difatti sono sempre dotati di un filtro per ridurli o eliminarli. Un apparecchio inserito nella presa, però, non è in grado di farlo, anzi, rischia di peggiorare la situazione, difatti di solito non ci prova neppure.
C’è qualcosa che possiamo fare per risparmiare energia? Esistono apparecchi che mantengono quel che promettono: sono i misuratori di consumi domestici. Non è facile capire quanto i nostri sforzi per risparmiare energia siano efficaci, e soprattutto quali valgano lo sforzo. Avere un’idea di quanta energia stiamo consumando in ogni istante è quindi un grande aiuto. Esistono in commercio diversi di questi dispositivi, a prezzi da qualche decina di euro a circa 150 euro. I meno cari sono composti da una spina passante che si inserisce tra la presa e la spina dell’elettrodomestico di cui si vuole misurare il consumo. Sono economici, semplici da usare, ma ci consentono di monitorare solo un oggetto alla volta. Misuratori da pannello, che ci riportano i consumi totali, costano 50-70 euro e vanno inseriti nel quadro elettrico generale di casa. Ci vuole quindi l’intervento di un elettricista. Se è accessibile un cavo elettrico generale, vicino al contatore, si può utilizzare un misuratore con pinza amperometrica. Recentemente sono comparsi misuratori che “parlano” con il contatore elettrico, facendo da ripetitori per quest’ultimo. Sono semplici da installare, basta inserirli in una presa elettrica, ma occorre un minimo di pratica con il computer per configurarli e installare le relative applicazioni. Esistono, infine, modi per rendere più efficienti le nostre case dal punto di vista energetico, ma l’argomento è vasto e complesso e richiederebbe un articolo a sé.
Riferimenti:
- https://www.agcm.it/dotcmsdoc/bollettini/33-14.pdf (pag. 68). Sentenza dell’AGCM relativa al dispositivo EnergySaverPro. Alla ditta è stato imposto il ritiro del prodotto ed una sanzione di 7500€. Il prodotto è stato ritirato ma riproposto con un nome differente.
- https://www.butac.it/energy-saver/ Recensione da “Bufale un tanto al chilo” datata 2013.
- http://www.emfandhealth.com/Evaluation%20of%20Stetzer%20Filters.pdf Valutazione di un dispositivo di filtro dei disturbi, da parte del Consumer and Clinical Radiation Protection Bureau,Health Canada
Immagine in evidenza: un misuratore inserito nel quadro elettrico di casa
Grazie, Gianni, per l’ articolo: ci voleva! Purtroppo l’ uscita periodica di apparecchi ad “ultrasuoni” che ci libereranno definitivamente dalle zanzare, oltre che da topi, scarafaggi, formiche e magari anche dai cinghiali da giardino, che seguo da mezzo secolo, (gli apparecchi ad ultrasuoni, non i cinghiali da giardino, che sono relativamente recenti) dimostra che basta spendere 10.000 € in pubblicità per incassare due-tre volte tanto dalle vendite. Provate e vedrete che ci riuscirete addirittura con un libro di poesie. Niente da fare, al CICAP non resta che esercitare una delle sue maggiori qualità: la pazienza.
Il nostro articolo (BUTAC) era veramente vecchio ma ne abbiamo uno decisamente più recente che scendeva più nel dettaglio: https://www.butac.it/la-fuffa-dellelectricity-saving-box/
Se davvero qualcuno avesse inventato un apparecchio cosi economico e veramente capace di mantenere quanto promettono le pubblicità di quei giocattolini, avrebbe già conquistato il Premio Nobel (ma no, sciocchino che sono: Big Electricity lo avrebbe impedito, così come avrebbe impedito alle riviste scientifiche di pubblicare articoli sull’argomento!!!). Stupisce, ma non tanto (basta pensare ai credenti no-vax), che esistano migliaia di persone che “abboccano all’amo”.