13 Novembre 2024
E leggiti 'sto paper

Gli archeologi indagano una struttura neolitica circolare in Repubblica Ceca

Nel distretto praghese di Vinoř, in Repubblica Ceca, gli archeologi sono alle prese con una delle più antiche strutture monumentali europee arrivate fino a noi. Risale a circa 7000 anni fa, al periodo che noi chiamiamo Neolitico, durante il quale in questa zona una comunità di agricoltori decise di costruire una struttura circolare del diametro di 55 metri.

Come spesso accade quando si parla di contesti archeologici, il sito non è stato scoperto recentemente (nonostante i titoli di molti giornali lascino intendere il contrario) ma, come riporta Radio Prague International, era noto fin dagli anni ‘80, quando alcuni operai che stavano posando le tubature per il gas e l’acquedotto intercettarono per primi la struttura.

Non si tratta di un monumento unico nel suo genere: strutture di questo tipo, infatti, sono ben note nel Centro Europa, in una zona che comprende Polonia, la parte est della Germania e il nord della Repubblica Ceca. Attualmente si conoscono circa 200 di queste strutture, 35 delle quali sono in Repubblica Ceca. Sono state costruite e utilizzate in un periodo che va dal 4900 al 4600 a. C.

Gli archeologi associano queste strutture alla cultura ceramica chiamata Stroke-ornamented ware (STK), che prende il nome dalla particolare decorazione ad incisioni presente sui vasi. Questo modo particolare di dare un nome a una civiltà deriva da una circostanza “pratica”: gli archeologi hanno confrontato somiglianze e differenze dei reperti rinvenuti durante gli scavi, composti soprattutto da oggetti di ceramica data la resistenza di questo materiale, e hanno così isolato un’area culturale entro la quale gli usi e i costumi erano molto simili. È così possibile inserire un nuovo sito mai scavato prima in un contesto cronologico e culturale.

In questa maniera, anche per il monumento circolare di Vinoř i ricercatori sono riusciti a proporre una datazione nonostante gli scavi si siano appena conclusi, grazie al ritrovamento di frammenti ceramici di tipo STK. Si è inoltre potuto ipotizzare il collegamento con un vicino villaggio neolitico del medesimo periodo, cosa che andrà tuttavia confermata da ulteriori analisi.

Queste osservazioni sono molto importanti: i monumenti preistorici vengono spesso raccontati dai giornali come se fossero dei punti di luce singoli in un periodo buio e ci appaiono, quindi, come strani e misteriosi, ma sono in realtà inseriti nel proprio contesto culturale, geografico e cronologico e così vanno esaminati. Solo in questo modo riacquistano, infatti, il un proprio senso ed è possibile provare a capire per cosa venissero utilizzati.

Se non è stato scoperto adesso e non è unico nel suo genere, perché ne parliamo? L’importanza di questo scavo è dovuta all’ottimo stato di conservazione dell’edificio, tanto che sono presenti i resti dei pali che formavano la palizzata esterna (sui quali verrà effettuata l’analisi del C14 per avere una datazione precisa). Per questo motivo gli archeologi hanno deciso di effettuare uno scavo in estensione, portando alla luce l’intero monumento, una pratica comune in passato, ma che viene applicata raramente oggi. Tale scelta è stata dettata dalla volontà di acquisire il maggior numero di informazioni possibili grazie a metodologie scientifiche e moderne tecnologie che permettono analisi accurate, in modo da rispondere ad alcune delle domande ancora aperte su questo tipo di strutture.

Non è ancora nota, ad esempio, la loro funzione. Data la presenza, in alcuni casi, di due ingressi in direzione del sorgere del sole durante il solstizio estivo e invernale, è stato ipotizzato che si tratti di centri rituali, collegati a momenti importanti dell’anno o della vita di chi li frequentava. Un’altra proposta è che si tratti invece di centri legati al commercio e allo scambio di merci. In ogni caso le loro dimensioni lasciano pensare che fossero pensati per ospitare un gran numero di persone. Anche le motivazioni del loro abbandono non sono ancora chiare agli archeologi e si spera di trovare qui qualche indizio al riguardo.

L’indagine sul campo è terminata a settembre, ma ora un lungo lavoro in laboratorio attende gli archeologi. Noi, parallelamente, aspettiamo con interesse le pubblicazioni scientifiche sull’argomento in arrivo nei prossimi anni.

Immagine: La struttura circolare neolitica di Drzemlikowice, in Polonia. Foto di Piotr Wroniecki da Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0.

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