6 Novembre 2024
Approfondimenti

Il bilancio della Difesa Usa 2022 e gli Ufo: alieni nel mirino?

La gran parte degli ufologi (con qualche onorevole eccezione, com’è per l’Italia grazie ad alcuni membri del CISU) crede che gli Ufo siano alieni. In più, quasi tutti gli appassionati hanno un’insana passione per il concetto di autorità. Quando salta fuori qualche documento prodotto da organismi pubblici, in specie da quelli militari (gli ufologi amano le divise) oppure, com’è adesso, in America riparte l’interesse dei media e di alcuni politici per le “cose strane nel cielo”, la loro gioia è assicurata.

È successo di recente anche da noi, dopo che alcuni media americani (l’ufologia rimane una pseudoscienza i cui motori culturali sono quasi interamente negli Usa) hanno commentato un documento importante, ma non recentissimo. Si tratta addirittura del bilancio di previsione del Dipartimento della Difesa per l’anno fiscale 2022, che trovate qui

Uno degli ottimisti nella realtà degli Ufo alieni è Vladimiro Bibolotti, presidente emerito del Centro Ufologico Nazionale. Di quanto prevede il bilancio 2022 della Difesa Usa e del resto del corrente hype ufologico Bibolotti ha scritto con entusiasmo sul sito del Il Fatto quotidiano martedì 28 settembre.  

La parte del bilancio previsionale Usa che ci riguarda l’avevo letta da scettico qualche tempo fa. È interessante, perché mostra che nei prossimi tempi diverse agenzie militari Usa probabilmente disporranno di parecchi soldi per occuparsi degli Uap, ossia degli Unidentified Aerial Phenomena, come li chiamano i militari americani riprendendo un vecchio termine meno gravato di significati rispetto a “Ufo”. Dunque, il successo pubblico dell’ufologia per un po’ di tempo è assicurato, come anche lo sono le vendite di qualche nuovo libro. 

Ora vi dirò che cosa c’è nelle righe di quel documento che ci toccano da vicino, e perché mi pare che i credenti agli Ufo alieni si siano dati, come fanno da 75 anni, al wishful thinking – ossia a vedere in quello che non c’è, quanto desiderano e amano. 

Per trovare il nostro argomento preferito dobbiamo arrivare al paragrafo (Section) 1652 del progetto di bilancio. Scorrete il documento: lo si trova un po’ oltre la metà, fra una miriade di altre disposizioni, ed è una cosa abbastanza modesta. Confrontatelo con altri provvedimenti contenuti nel testo, se volete, e vedrete che il dispositivo è piuttosto sommario. Soprattutto, leggetelo interamente, per avere ben presente ciò che dice. Ci metterete pochissimo.

Il testo esordisce stabilendo che entro sei mesi dall’approvazione del bilancio il Segretario alla Difesa, in coordinamento con il Direttore della National Intelligence, creerà un “ufficio” (office) che assolverà i compiti svolti finora, e da diversi anni, da un altro organismo che si occupa di UAP e che si chiama UAPTF (Unidentified Aerial Phenomena Task Force). Della storia intricata dell’UAPTF sino a inizio estate 2021 Sofia Lincos e io avevamo parlato qui per Query Online. 

Che cosa farà l’ufficio per gli Uap?

Farà buone cose, si direbbe. Svilupperà procedure per creare veri standard per la raccolta e l’analisi dei casi (della disomogeneità delle informazioni raccolte in precedenza si era lamentato il rapporto dei militari al Congresso del 25 giugno 2021, per il quale proprio l’incompletezza dei dati complicava la ricerca delle spiegazioni per gli episodi collazionati); farà in modo che le segnalazioni dei militari siano centralizzate, oltre che raccolte e analizzate in tempi rapidi. Insomma: opererà  perché si attivino gli strumenti indispensabili per un’interpretazione degli episodi. 

Poi, il paragrafo spiega meglio quale sia la ratio, la ragione, del provvedimento, cioè perché sarà creato l’ufficio. Traduco integralmente:

(4) Valutare i collegamenti fra i fenomeni aerei non identificati e governi stranieri avversari, altri governi stranieri e attori non statali.

(5) Valutare la minaccia che tali incidenti presentano per gli Stati Uniti…

(7) Coordinarsi in maniera adeguata con gli alleati e i partner degli Stati Uniti per valutare al meglio la natura e la portata dei fenomeni aerei non identificati. 

Pur lasciando un certo spazio alle modalità di azione dell’ufficio in via di costituzione, il linguaggio è chiaro: capire se gli Uap siano “collegati” a potenziali nemici, oppure dovuti a governi non ostili agli Usa, o anche se siano fatti volare da organismi non statuali (si può pensare a gruppi terroristici, attivisti politici, Ong, privati, imprese…).

Sulla base delle attività che abbiamo visto, ogni anno, al massimo partire dalla fine del 2022 e per un quinquennio, l’ufficio costituendo presenterà ad alcune commissioni delle due camere del Congresso (quelle per le forze armate, per l’intelligence e per gli affari esteri ) un rapporto sugli Uap. Si spiega persino che cosa dovrà includere questo rapporto annuale: analisi ad ampio raggio dei dati e dell’intelligence, un’analisi più specifica dei dati dei singoli casi, ottenuti con sensori di ogni genere, inclusi quelli geospaziali (ossia con la ricognizione satellitare e tramite la ricognizione aerea strategica), quelli derivanti dall’intelligence e dalla human intelligence, ossia dall spionaggio tradizionale.  

Anche in questo caso, la natura dell’iniziativa risulta più chiara nel prosieguo dell’illustrazione del contenuto che i rapporti annuali dovranno obbligatoriamente possedere. Dopo aver specificato meglio che dovranno comprendere numero e analisi degli incidenti avvenuti sopra le parti dello spazio aereo ristrette al traffico, si passa a un altro punto che mi pare confermi quanto, a torto o ragione, interessa i militari Usa: la possibilità che alcune delle cose volanti siano dovute ad attori molto molto terrestri. 

[I rapporti annuali dovranno contenere, NdA] (E) L’identificazione delle potenziali minacce aerospaziali o di altro tipo poste dai fenomeni aerei non identificati alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. 

(F) Una valutazione di qualsiasi attività concernente i fenomeni aerei non identificati che possano essere attribuiti a uno o più governi avversari stranieri. 

(G) L’identificazione di qualsiasi incidente o caratteristica concernente i fenomeni aerei non identificati che indichino che un governo straniero potenzialmente avversario possa aver fatto un passo avanti decisivo nel settore aerospaziale  (a breakthrough aerospace capability). 

Ora, come si possa pensare che queste cose abbiano a che fare con retropensieri sugli alieni a me non è per niente chiaro. 

Anche un punto successivo è notevole, ed è del tutto coerente con quanto vi ho già riferito.

(I) Un aggiornamento sugli sforzi in corso circa la possibilità di catturare e di sfruttare (exploit) i fenomeni aerei non identificati. 

Ma gli americani gli alieni non li avevano già catturati a Roswell nell’estate del 1947? La lettura è ovvia, insieme a tutto il resto: se gli Uap rappresentano una minaccia straniera contro gli Stati Uniti, se incorporano tecnologie aerospaziali avanzate, allora bisogna fare in modo di impadronirsene, di valutarle e di volgerle a favore della sicurezza nazionale.

L’ultimo punto è, in effetti, un po’ più sibillino. 

[I rapporti annuali dovranno contenere, NdA] (J) Una valutazione di qualsiasi effetto sulla salute degli individui che hanno incontrato i fenomeni aerei non identificati. 

Il riferimento potrebbe essere a qualsiasi cosa: a danni fisici prodotti da azioni ostili degli Uap, a guai per la salute dovuti all’esposizione a materiali, a sostanze e emissioni di radiazioni ionizzanti provenienti da armamenti, sensori, sistemi propulsivi dell’Uap… Forse, dietro il punto potrebbe leggersi anche un richiamo all’attuale panico collettivo per la cosiddetta “sindrome dell’Avana”, la più che probabile pseudo-condizione medica che da qualche anno è al centro dei timori delle autorità americane per avveniristiche armi a energia diretta usate da potenze straniere e che colpisce diplomatici, militari e agenti in servizio presso stati esteri.

Ma, per questo futuro ufficio, che cosa saranno gli Uap?

A mio avviso, comunque, il colpo di scena è alla fine del paragrafo che vi ho presentato. Beninteso, si tratta di un piccolo, piccolissimo colpo di scena. È nel punto in cui si spiega che cosa, nell’ottica del nuovo ufficio, si dovrà intendere per Uap. Leggiamo.

Il termine “fenomeni aerei non identificati” indica gli oggetti volanti osservati da un pilota o da un membro dell’equipaggio che non siano immediatamente identificabili. 

Dunque, soltanto personale di volo che rilevi “oggetti volanti… che non siano immediatamente identificabili”.

Ecco gli “Uap” del nuovo ufficio. Quelli descritti da un militare in volo che vede o registra qualcosa che vola, non sa spiegarselo, e lo segnala in maniera adeguata, perché si possa valutare se non si tratti di un pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti proveniente dall’estero o anche da agenti non statali dotati di mezzi volanti. Questi oggetti volanti potrebbero anche incorporare tecnologie aerospaziali avanzate. 

Questo si intende per Uap, nel paragrafo 1652 del progetto di bilancio della Difesa americana per il 2022. Niente di meno, ma niente di più.

La cosa che colpisce chi, come me, si interessa da sempre di storia dell’ufologia, è il fatto che, fra i tanti tentativi fatti, quella appena adottata è la definizione più banale di Ufo che sia mai stata formulata: l’Ufo è quello che per il testimone è un Ufo. Di fatto, la si trova già  nelle linee-guida dell’USAF, l’Aeronautica americana, nel 1953, ai tempi della prima commissione militare di studio sugli Ufo, il Project Blue Book, anche se fu formalizzata come segue solo parecchi anni dopo, nel 1966:

[l’USAF, NdA] definisce un oggetto volante non identificato qualsiasi oggetto aereo che l’osservatore non sia in grado di identificare. 

Malgrado tutto ciò, la mia sensazione è che in questo documento programmatico gli ufologi ci vedranno di tutto. La loro specialità è l’esegesi più barocca di ciò che è lampante, o almeno di ben poca difficoltà interpretativa: cercheranno con cura espressioni poco chiare, sfumature, vuoti che si possono riempire. L’ufologia possiede sin dal suo inizio una buona componente cospirazionistica. Oggi, però, il cospirazionismo ne è la quasi totalità. Per questo, il ciclo delle “rivelazioni” sugli alieni e della loro attesa da parte degli appassionati potrà proseguire, potenzialmente, in eterno.

Immagine in evidenza: Touch Of Light, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Giuseppe Stilo

Giuseppe Stilo (Firenze, 1965) si occupa di pseudoscienze, in particolare di ufologia, privilegiando il metodo storiografico. Fra gli altri suoi lavori, "Alieni ma non troppo. Guida scettica all'ufologia" (Cicap, Padova, 2022). Insieme a Sofia Lincos è titolare delle rubriche "Misteri Vintage" (su Query Online), "Il Giandujotto scettico" (sul sito del Cicap Piemonte) e "Divergenti" (sul trimestrale Query).

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