Leggere articoli scientifici politicamente scorretti può far male al cervello
Articolo di Sergio Della Sala, Human Cognitive Neuroscience, University of Edinburgh, UK
Ricorderete la storia dell’attacco acustico che a Cuba avrebbe colpito alcune decine di diplomatici americani, la cosiddetta Sindrome de L’Avana. A fine 2016, alcuni diplomatici statunitensi di stanza nella capitale cubana denunciarono di soffrire di sintomi vaghi ma intensi, che comprendevano mal di testa, perdita di equilibrio, nausea, diminuzione dell’udito e disturbi cognitivi come perdita di memoria, difficoltà nell’eloquio, deficit di attenzione. Questi sintomi, a detta dei diplomatici, si verificavano in associazione a strani suoni fastidiosi, acuti e striduli. Gli Americani accusarono Cuba di colpire i diplomatici con sconosciute armi acustiche mirate. Cuba negò con forza questa interpretazione. Esperti internazionali spiegarono che simili armi erano irrealizzabili, specialmente con questo grado di precisione. Ciò nonostante, Trump sostenne apertamente questa accusa [1]. Ne seguì una grave crisi diplomatica tra i due paesi che non accenna a placarsi [2].
In questa diatriba politica irruppe la scienza medica. Un gruppo di ricercatori dell’Università della Pennsylvania all’inizio del 2018 pubblicò, sulla prestigiosa rivista JAMA (Journal of American Medical Association), un articolo sostenuto dal governo USA, in cui dichiararono di aver riscontrato dei deficit cognitivi oggettivi in alcuni dei diplomatici colpiti dalla Sindrome de L’Avana [3]. Molti scienziati dubitarono della solidità di questi dati, e noi stessi dimostrammo come, con i criteri usati dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania, fosse impossibile risultare normali, esplicitando il nostro stupore per il fatto che una rivista di qualità avesse pubblicato un lavoro con simili bias e con errori statistici tanto banali [4] [5], chiedendone la rimozione [6] [7]. Ne abbiamo parlato su Query come esempio di interferenza della politica nella scienza [8] e Buzzfeed, fra gli altri, ha ricostruito minuziosamente i dettagli della vicenda [9].
La storia assunse un aspetto farsesco qualche mese dopo, quando due biologi sostennero di aver scoperto che i suoni incriminati venivano prodotti da una particolare specie di grilli, stanziali a Cuba, e particolarmente rumorosi [10] [11][12]. Gli scienziati cubani avevano già prospettato questa possibilità [13]. Quindi storia finita? Per niente.
Un ulteriore, almeno apparente, colpo di scena si è appena verificato. La scorsa settimana, i ricercatori dell’Università della Pennsylvania, sempre su JAMA, hanno pubblicato un ulteriore resoconto. Questa volta uno studio di neuroimmagini, presentato da molti media come la prova che il cervello dei diplomatici americani è stato davvero alterato da fonti sconosciute, verosimilmente da armi soniche cubane. Come? Un mistero, come lo definiscono gli autori, che si dicono però certi che qualcosa sia successo [14]. Questo secondo articolo scientifico, basato su neuroimmagini invece che sulla clinica e su dati cognitivi, è subito apparso più convincente ai commentatori non specialisti [15], come spesso accade per il potere attrattivo delle neuroimmagini [16] Ma è così? Leggiamolo con senso critico.
I ricercatori americani hanno paragonato neuroimmagini di 40 diplomatici USA che potrebbero aver subito questo attacco acustico con neuroimmagini di 48 persone di controllo, mai state a Cuba o a lavorare all’estero. I ricercatori affermano di aver dimostrato che il gruppo dei diplomatici, nel suo insieme, aveva un volume totale di sostanza bianca (cioè quella che permette le connessioni tra le varie aree del cervello, e tra il cervello e il resto dell’organismo) minore dei controlli, in particolare nel cervelletto, sede dell’equilibrio. Ma lo studio, che precisiamo essere retrospettivo, presenta parecchie pecche, che rendono le sue conclusioni inaffidabili. Infatti, ben 12 dei diplomatici risultano affetti da esiti di trauma cerebrali pregressi, mentre nessuno dei controlli aveva mai subito alcun trauma cranico. Questo fatto, di per sé, potrebbe giustificare la presenza di differenze tra i gruppi. Inoltre, i diplomatici sono stati sottoposti a mesi di intenso trattamento ‘riabilitativo’ cerebrale, avendo denunciato disturbi soggettivi, che sono stati giustamente presi sul serio. Nessuno dei controlli invece ha avuto esperienze riabilitative. Data la propensione alla plasticità sinaptica dell’encefalo umano, le differenze riscontrate potrebbero essere dovute all’esposizione a questi prolungati trattamenti cerebrali. Allo stesso modo, condizioni di stress, di depressione, di timore, che sono facili da immaginare in un gruppo di persone che denuncia malessere, risulterebbero in differenze di queste entità, senza necessariamente invocare alcun danno organico al cervello.
Quand’anche una differenza di gruppi fosse dimostrata (potrebbe infatti trattarsi addirittura di un semplice artefatto di registrazione, di false differenze dovute a rumore di fondo nelle analisi, o di eterogeneità dei gruppi) si tratterebbe di una modesta differenza, senza valore clinico e senza un profilo caratterizzante, che potrebbe avere molte spiegazioni alternative. Infatti, i due gruppi in questione hanno condotto una vita molto diversa. Siccome le differenze descritte non denotano una patologia, ma si tratta semplicemente di una variazione entro un range che rimane comunque normale, perché invocare armi acustiche piuttosto che per esempio, una maggior esposizione ai ritmi della salsa? O alla conoscenza delle lingue straniere?
L’aspetto più stravagante dello studio però risiede nel fatto che, come traspare da un’attenta analisi della figura 1 dell’articolo, se è vero che alcuni tratti di sostanza bianca risultano ridotti nel gruppo dei diplomatici, altri, al contrario risultano più spessi. Quindi questi insulti sonici danneggerebbero alcune parti del cervello, ma sarebbero benefici per altre! Un dettaglio lasciato passare sotto silenzio.
JAMA è una rivista scientifica molto quotata, con un comitato editoriale di tutto rispetto, è una delle migliori riviste mediche in circolazione. Il fatto che una rivista così prestigiosa si abbassi a pubblicare articoli con dati dubbi solo per visibilità mediatica, o peggio per pressioni politiche, o ambizione personale dei ricercatori interessati, è piuttosto triste, e decisamente più misterioso dei non dimostrati danni cerebrali prodotti dal frinire dei grilli cubani.
Note
- https://www.mprnews.org/story/2019/03/25/npr-doubts-rise-about-evidence-that-u-s-diplomats-in-cuba-were-attacked
- https://www.youtube.com/watch?v=RUUqd8myXBU
- Swanson, R. L., Hampton, S., Green-McKenzie, J., Diaz-Arrastia, R., Grady, M. S., Verma, R., … & Smith, D. H. (2018). Neurological manifestations among US government personnel reporting directional audible and sensory phenomena in Havana, Cuba. JAMA, 319(11), 1125-1133.
- Della Sala, S., & Cubelli, R. (2018). Alleged “sonic attack” supported by poor neuropsychology. Cortex,103, 387-388.
- Della Sala, S., & McIntosh, R. D. (2018). Cognitive impairments that everybody has. Journal of Neurology, 265(7), 1706-1707.
- Della Sala, S., McIntosh, R. D., Cubelli, R., Kacmarski, J. A., Miskey, H. M., & Shura, R. D. (2018). Cognitive symptoms in US government personnel in Cuba: The mending is worse than the hole. Cortex, 108, 287-288.
- Cortex Editorial Board (2018). Responsibility of neuropsychologists: The case of the” sonic attack”. Cortex, 108, A1-A2.
- https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=278754
- https://www.buzzfeednews.com/article/danvergano/havana-syndrome-research-cuba-sonic-attack
- https://www.biorxiv.org/content/10.1101/510834v1
- https://www.nytimes.com/2019/01/04/science/sonic-attack-cuba-crickets.html
- https://www.youtube.com/watch?v=czrspGePXHI
- https://www.sciencemag.org/news/2017/12/stressful-conditions-not-sonic-weapon-sickened-us-diplomats-cuba-panel-asserts
- Verma, R., Swanson, R. L., Parker, D., Ismail, A. A. O., Shinohara, R. T., Alappatt, J. A., … & Chen, H. I. (2019). Neuroimaging Findings in US Government Personnel With Possible Exposure to Directional Phenomena in Havana, Cuba. JAMA, 322(4), 336-347.
- https://www.wired.it/scienza/medicina/2019/07/25/attacchi-sonici-cuba-cervello/
- Weisberg, D. S., Keil, F. C., Goodstein, J., Rawson, E., & Gray, J. R. (2008). The seductive allure of neuroscience explanations. Journal of Cognitive Neuroscience, 20(3), 470-477
Immagine in evidenza: L’Avana, di alexrojas2990, da Pixabay