4 Ottobre 2024
Dal mondo

La lettera Z-340 del killer dello Zodiaco è stata decifrata

Alla fine degli anni ‘60, le imprese di un serial killer tennero con il fiato sospeso la California: uccideva persone a caso, spediva lettere ai giornali per rivendicare i suoi omicidi e si firmava Zodiac. Alcune di queste lettere erano cifrate: in parte furono decrittate già nel 1969, ma una di queste – la cosiddetta 340 Cipher – no. Era stata mandata al quotidiano The San Francisco Chronicle l’8 novembre 1969: è rimasta un mistero per 51 anni, ma ora finalmente abbiamo una soluzione, grazie a un team guidato dall’informatico David Oranchak. 

Purtroppo il testo non dice nulla sull’identità dell’assassino, come qualcuno aveva sperato: il mistero di chi fosse Zodiac rimane. Ecco, dunque, la sua storia.

I primi due omicidi di Zodiac e il messaggio Z-408

A Zodiac sono stati attribuiti cinque omicidi, tutti accaduti nel nord della California tra il dicembre 1968 e l’ottobre 1969. Due altre persone furono aggredite dal killer, ma sopravvissero. 

Il primo omicidio avvenne il 20 dicembre 1968 a Benicia: Betty Lou Jensen e David Faraday, rispettivamente 16 e 17 anni, erano al loro primo appuntamento, e si erano fermati in una piazzola di sosta. Zodiac si accostò con l’auto a quella dei due ragazzi e sparò: un colpo a lui, cinque a lei. 

Seconda aggressione, stessa modalità: il 4 luglio 1969 nel veicolo c’erano Darlene Ferrin e Michael Mageau, 22 e 19 anni. Zodiac parcheggiò in modo da impedire un’eventuale fuga e sparò. Questa volta lei morì, mentre lui sopravvisse nonostante le pallottole avessero raggiunto volto, collo e torace. L’assassino telefonò alla polizia da una stazione di servizio, rivendicando questo crimine e l’omicidio precedente. 

Uno dei tanti messaggi attribuiti a Zodiac, con la tipica firma

Il primo agosto dello stesso anno, una lettera inquietante arrivò a tre giornali della zona, il Vallejo Times-Herald, il San Francisco Chronicle e il San Francisco Examiner. L’autore affermava che avrebbe ucciso una dozzina di persone nel weekend, se il testo non fosse stato pubblicato. Ognuna delle missive era firmata con una croce cerchiata e conteneva una parte di un crittogramma: le tre parti, insieme, andavano a formare un messaggio cifrato di 408 caratteri (il cosiddetto 408 Cipher o Z-408). I giornali acconsentirono al ricatto, e non ci furono vittime. Pochi giorni dopo, un’ulteriore lettera fu spedita al San Francisco Chronicle, che aveva messo in dubbio che l’autore delle lettere e quello degli omicidi fossero la stessa persona. Il testo (Dear Editor This is the Zodiac speaking…) forniva particolari dei crimini che non erano ancora di dominio pubblico, affermava che quando l’FBI lo avrebbe potuto prendere se avesse decrittato il messaggio cifrato, e soprattutto identificava per la prima volta se stesso con il nome che sarebbe passato alla storia: Zodiac. 

Meno di una settimana dopo la pubblicazione del crittogramma, due insegnanti di Salinas, Donald e Bettye Harden, trovarono la soluzione. Il testo in chiaro, al netto di alcuni errori grammaticali, diceva:

Mi piace uccidere le persone perché è molto divertente, è più divertente di uccidere animali selvaggi nella foresta perché l’uomo è l’animale più pericoloso. Uccidere qualcosa è un’esperienza eccitantissima per me, è persino meglio di venire con una ragazza. La parte migliore è che quando muoio rinascerò in Paradiso e tutti quelli che avrò ucciso diventeranno i miei schiavi. Non vi darò il mio nome perché cerchereste di rallentare o fermare la mia collezione di schiavi per la mia seconda vita. EBEORIETEMETHHPITI

Non è mai stato chiarito il significato di quelle ultime 18 lettere, anche se le ipotesi sono molteplici. 

Altri omicidi e altre lettere

Il 27 settembre 1969, un uomo si avvicinò a un’altra giovane coppia che stava prendendo il sole su un’isoletta del Lago Berryessa. L’assassino portava una maschera con sopra una croce circondata da un cerchio, lo stesso simbolo con cui erano state firmate le lettere. Raccontò di essere un detenuto in fuga, disse di aver bisogno di soldi e ordinò alla ragazza (Cecelia Ann Shepard, 22 anni) di legare il suo fidanzato (Bryan Calvin Hartnell, 20). Poi li accoltellò entrambi più volte: anche questa volta, lei morì, mentre lui sopravvisse. Zodiac lasciò incisa sulla portiera dell’auto dei due le date dei suoi primi tre omicidi e il simbolo della croce cerchiata. 

L’ultimo omicidio fu quello di Paul Lee Stine, 29 anni, autista di taxi a San Francisco. Zodiac questa volta si finse un cliente, si fece portare per alcuni isolati e sparò all’uomo alla testa. Poi lo rapinò: prese il portafogli, le chiavi dell’auto e gli strappò via un pezzo della camicia. Fu la volta che si arrivò più vicini alla sua cattura: l’assassino fu visto da tre ragazzini, che fornirono un identikit, e probabilmente anche da un agente di polizia. Quasi un mese dopo, il 14 ottobre, Zodiac rivendicò l’omicidio con un’altra lettera al San Francisco Chronicle. Nella busta c’era anche il lembo mancante della camicia di Stine. 

L’8 novembre, infine, allo stesso giornale arrivò un altro messaggio in codice: è il 340 Cipher (o Z-340), quello che ha resistito a ogni tentativo di decrittazione per oltre cinquant’anni. Un’ulteriore lettera arrivò poi il giorno dopo, il 9 novembre: questa volta si trattava di sette pagine in chiaro. Zodiac raccontava di essere stato fermato dalla polizia, di aver persino parlato con gli agenti, e si prendeva gioco di loro. Un’ulteriore lettera (con altro pezzo di camicia di Stine) arrivò il 20 dicembre 1969: l’assassino chiedeva al celebre avvocato Melvin Belli di aiutarlo.

Un killer pop

Queste sono le cinque vittime “canoniche”, quelle certamente legate al killer. Negli anni, diverse teorie gli hanno attribuito altri delitti (il più celebre è forse il tentato rapimento di Kathleen Johns, il 22 marzo 1970: la donna, scampata al killer buttandosi da un’auto in corsa, affermò di aver riconosciuto nell’identikit di Zodiac il suo aggressore). 

Per tutto il 1970, alle autorità arrivarono lettere e biglietti di auguri firmate dal serial killer. In alcune erano presenti dei crittogrammi, ma molto brevi, e quindi di difficile decifrazione. Il 340 Cipher e il 408 Cipher sono gli unici lunghi a sufficienza perché la crittanalisi possa dare qualche risultato. È difficile capire quanta parte di quella corrispondenza possa davvero essere attribuita a Zodiac, e quanta sia invece frutto di mitomani, come accade spesso in questi casi. Le indagini identificarono diversi sospetti, ma non furono mai raccolte prove sufficienti per procedere a un arresto. 

Col tempo il caso è diventato uno dei grandi misteri d’America. Su internet potete trovare decine di siti dedicati all’analisi dei messaggi, alla profilatura psicologica dei sospetti e ai dettagli degli omicidi (sia a quelli canonici, sia a quelli “dubbi”). Ogni tanto, nuove rivelazioni o teorie raggiungono le pagine dei giornali, ma senza che le prove siano mai tanto solide da chiudere il caso.

Zodiac è stato protagonista di show, libri, documentari, film (vi consigliamo quello, assai pregevole, diretto da David Fincher nel 2007). Qualcuno ha cercato addirittura di collegarlo agli omicidi del mostro di Firenze, anche se non esistono prove solide di un effettivo legame fra le due serie di eventi (il sospetto, che avrebbe rilasciato una parziale confessione, potrebbe essere semplicemente un mitomane). 

Il mistero di Zodiac vanta una nutrita schiera di appassionati: è per questo che la notizia della decifrazione del 340 Cipher si è diffusa immediatamente. 

Z-340 decrittata

Il messaggio Z-340La soluzione del mistero è arrivata grazie al team guidato da David Oranchak, uno sviluppatore di software della Virginia, nonché webmaster del sito Zodiac Killer Ciphers. Insieme a lui, Sam Blake, matematico di Melbourne (Australia) e Jarl Van Eycke, un programmatore belga. Qui potete trovare l’annuncio dell’avvenuta decifrazione e un video che spiega come hanno fatto (in parole povere: hanno creato un algoritmo che adotta una procedura trial and error su larga scala, ma utilizzando 650.000 possibili riarrangiamenti dei simboli). 

A differenza del primo crittogramma, in cui i simboli andavano semplicemente interpretati in successione, questa volta le parole si trovavano scritte in diagonale, su blocchi di nove righe. Le ultime due righe del testo contenevano invece alcune parole scritte in un verso e altre in quello opposto. Un procedimento complicato che, secondo Oranchak, sarebbe stato messo in atto da Zodiac proprio perché il primo messaggio era stato decrittato in pochi giorni. 

La speranza era che nella lettera fossero inclusi, se non proprio il nome dell’assassino, almeno indizi tali da consentire di giungere alla sua identità. Non è stato così. Il testo in chiaro recita, infatti: 

I HOPE YOU ARE HAVING LOTS OF FUN IN TRYING TO CATCH ME THAT WASNT ME ON THE TV SHOW WHICH BRINGS UP A POINT ABOUT ME I AM NOT AFRAID OF THE GAS CHAMBER BECAUSE IT WILL SEND ME TO PARADICE ALL THE SOONER BECAUSE I NOW HAVE ENOUGH SLAVES TO WORK FOR ME WHERE EVERYONE ELSE HAS NOTHING WHEN THEY REACH PARADICE SO THEY ARE AFRAID OF DEATH I AM NOT AFRAID BECAUSE I KNOW THAT MY NEW LIFE IS LIFE WILL BE AN EASY ONE IN PARADICE DEATH

Spero che vi stiate divertendo nel tentativo di prendermi… Non ero io in quello show televisivo che faceva rivelazioni su di me. Io non ho paura della camera a gas perché mi spedirebbe in Paradiso molto prima, perché adesso ho abbastanza schiavi che lavorano per me, laddove tutti gli altri non hanno nulla quando raggiungono il Paradiso, quindi hanno paura della morte. Io non ho paura perché so che la mia nuova vita è vita e sarà una vita facile nella morte in Paradiso.

Il riferimento alla tv è a un programma che andò in onda un paio di settimane prima dell’invio della lettera, una puntata del The Jim Dunbar Show. Quella sera, una persona aveva chiamato più volte, affermando di aver bisogno di aiuto, di essere malata e di non voler finire in una camera a gas (all’epoca, era la modalità di esecuzione prevista in California per gli omicidi più gravi).

Il testo contiene inoltre la parola Paradiso (paradise) scritta in modo errato (paradice), particolare che si ritrova anche nella prima lettera cifrata del killer. 

L’FBI di San Francisco ha confermato l’avvenuta decifrazione, aggiungendo però di non poter fornire ulteriori commenti, dal momento che l’indagine è ancora in corso.

La decifrazione del messaggio, anche se non fornisce ulteriori indizi, è però la dimostrazione di quanto la collaborazione tra appassionati – magari sparsi per il mondo, e sostenuti dalla tecnologia – possa rivelarsi proficua sino a risolvere un mistero vecchio di cinquant’anni. Forse un giorno anche l’identità di Zodiac sarà svelata nello stesso modo.

 

Sofia Lincos

Sofia Lincos collabora col CICAP dal 2005 ed è caporedattrice di Queryonline. Fa parte del CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee) e si interessa da anni di leggende metropolitane, creepypasta, bufale e storia della scienza.

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