17 Aprile 2024
Il terzo occhio

Un’indovina mi disse… Sylvia Browne e il coronavirus

Articolo di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo

Tra le mille profezie sul Coronavirus COVID-19 (da Asterix a Nostradamus), in questi giorni ne sta girando una proveniente da un libro del 2008, End of Days (New York, Dutton), della presunta medium Sylvia C. Browne (1936-2013):

Entro il 2020 diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di una epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni, e poi scomparirà completamente.

La profezia è stata oggetto di diversi articoli (ad esempio, Il Fatto Quotidiano del 7 marzo), e circola anche in formato catena su WhatsApp (sia con la fotografia della pagina in inglese, sia in una traduzione italiana che però non siamo riusciti a verificare). 

Il successo di questa profezia sta probabilmente nel solito meccanismo secondo cui, di fronte a un grande evento che preoccupa e mette ansia, rassicura sapere che qualcuno lo aveva già “visto”; ma un altro motivo delle tante condivisioni risiede, probabilmente, anche sulla nota di speranza finale, quella sparizione improvvisa che ci lascia ben sperare per il futuro. 

L’immagine che sta circolando su WhatsApp. Profezie è la traduzione di Prophecies, libro del 2004

Bisogna dire che il libro in questione esiste e la predizione anche (su Google Books è possibile leggere la pagina per intero); guardando il testo originale, però, si scopre che non si parla di inverno di panico (la versione circolata in questi giorni, quindi, potrebbe essere una traduzione abbastanza libera del libro inglese, o in alternativa è possibile che la profezia del 2008 sia stata semplificata a partire da una analoga già contenuta nel 2004 in un altro libro, Prophecies), né ci sono riferimenti temporali precisi al di là di quel “2020”. Com’è stato fatto notare in un articolo di Snopes, non si capisce perchè la Browne definisca la malattia baffling, ossia “sconcertante”. In senso proprio, infatti, COVID-19 appartiene alla ormai ben nota famiglia dei coronavirus che, fra le altre cose, producono alcuni tipi di raffreddore, e il meccanismo dello spillover (cioè il salto di specie che l’ha portato a essere pericoloso anche per noi umani) non ha destato particolari perplessità tra gli addetti ai lavori. 

È probabile che l’idea della “sparizione improvvisa” della malattia sia stata ispirata dall’andamento della SARS, che dopo aver provocato il panico per alcuni mesi tra aprile e luglio del 2003 fu poi contenuta e non diede luogo a una pandemia. 

Già, perché la tecnica della Browne è questa: tante predizioni una in fila all’altra, possibilmente ispirate a episodi già accaduti, fatte tirando un po’ a casaccio su tanti argomenti diversi. E poi molta enfasi sulle profezie azzeccate, e un colpo di spugna su quelle, numerosissime, scorrette. In gergo tecnico, si tratta di cherry-picking, ossia della scelta dei dati a supporto di una tesi, tralasciando tutti quelli che vanno in senso contrario.

Altre profezie ne abbiamo?

Se si allarga solo un po’ lo sguardo alle altre profezie contenute nel libro della Browne, infatti, la tecnica appare chiara. Appena prima della “nostra”, ecco che si legge questa:

Un’infezione batterica che assomiglia a quella dei “batteri mangia-carne” di alcuni anni fa arriverà nel 2010, trasmessa agli umani da acari quasi microscopici importati inavvertitamente con gli uccelli esotici. I farmaci conosciuti e gli antibiotici saranno completamente inefficaci contro questa infezione simil-micotica, estremamente contagiosa, e le sue vittime saranno messe in quarantena finché non si scoprirà che i batteri possono essere distrutti attraverso una combinazione di correnti elettriche e di calore estremo.

Se tutto questo è accaduto, scusate, non ce ne siamo accorti. 

Ma forse vale la pena di leggersi tutte le profezie relative alla salute, previste per gli anni immediatamente successivi alla pubblicazione del libro:

Il cancro sarà sconfitto iniettando farmaci che danno dipendenza specificamente nei nuclei delle cellule tumorali, che in pratica faranno sì che le cellule cancerose si consumino e distruggano tra loro per soddisfare la loro dipendenza. Una volta pensavo che questa forma di trattamento sarebbe stata usata almeno da una manciata di oncologi eccezionali – anche se solo in via sperimentale – non più tardi del 2006. Ora non lo vedo accadere almeno fino intorno al 2010. 

Sempre nel 2010, il diabete sarà significativamente ridotto e alla fine curato attraverso un brillante avanzamento nell’uso delle proteine.

I microchip impiantati alla base del cervello ripristineranno i segnali corretti tra il cervello, il sistema muscolare e quello neurologico, mettendo fine alla paralisi e al morbo di Parkinson non più tardi del 2012. 

Nel 2013 o nel 2014 la distrofia muscolare, la sclerosi multipla e la malattia di Lou Gehrig [cioè la Sclerosi laterale amiotrofica, NdR] saranno sconfitte attraverso un uso altamente specializzato dell’ormone della crescita.

L’anno 2014 vedrà l’introduzione di una pillola o una capsula sicura e salutare che rimpiazzeranno il bypass e il bendaggio gastrico, e l’anoressia e la bulimia saranno eliminate da un nuovo farmaco che agirà sulla ghiandola pituitaria. 

Nel 2015 non esisterà più la chirurgia invasiva. Invece, la chirurgia laser, che ovviamente viene già usata con grande successo, sarà brillantemente migliorata da un sensore computerizzato che sarà in grado di localizzare, analizzare e intraprendere gli atti medici opportuni sull’area in questione. 

Che dire? Ne avesse indovinata almeno una… Ad ogni modo sappiate che per il 2020 ci attende la vittoria definitiva sulla sordità e sulla cecità.

Parlateci di Sylvia Browne

Questa donna ha rappresentato un po’ l’idealtipo della medium classica, osannata dal pubblico e dai media. 

Ospitate in tv, anche su programmi popolarissimi come il “Larry King Show”, una sfilza di libercoli di successo su qualsiasi cosa di esoterico possa interessarvi, consulti al modico prezzo di 850 dollari per mezz’ora di telefonata, cold reading e lettura delle reazioni per dare l’impressione di sapere molte cose sui propri interlocutori. Browne, che viveva in California, aveva anche fondato una chiesa ispirata a un tipo di neo-gnosticismo cristiano (la Society of Novus Spiritus), con sede centrale a San Jose. Nel 1992 è stata condannata per frode finanziaria e per appropriazione indebita, cose che peraltro non ne hanno per nulla intaccato la fortuna editoriale, anche italiana.

È morta nel 2013 a 77 anni, anche se aveva annunciato che ne avrebbe vissuti 88. Nonostante i ripetuti inviti da parte di James Randi e di altri scettici, ha sempre rifiutato di dimostrare i suoi poteri in condizioni di controllo. Ora l’impresa di famiglia è portata avanti da uno dei figli, che avrebbe ereditato lo stesso “dono” della madre. 

Persone scomparse

La specialità di Sylvia Browne erano, comunque, le persone scomparse. Su di loro Browne millantava una percentuale di successo dell’85%, raccontando di essere stata più volte di aiuto nelle indagini delle forze dell’ordine. Ma le cose non stanno proprio così, e questo appare evidente quando le sue profezie sono state controllate sistematicamente. È ciò che hanno fatto due scettici americani, Agatha Jadwiszczok e Ryan Shaffer, con un loro articolo comparso nel 2010 sullo Skeptical Inquirer. 

I due studiosi hanno raccolto il maggior numero possibile di “predizioni” (115 in tutto), vagliandone la veridicità. Quando non erano vaghe e fumose, si dimostravano spesso sbagliate. La lista degli errori è davvero lunga e mostra ancora una volta la validità del vecchio principio scettico popolarizzato da Charles Mansel: all’aumentare dei controlli, i presunti fenomeni paranormali tendono a zero.

Particolarmente gravi i casi in cui, ostentando le sue capacità, Browne ha cercato di rassicurare i parenti di persone scomparse sul fatto che i loro cari erano ancora vivi, su come ritrovarli, fornendo indicazioni alle forze dell’ordine per venire a capo delle sparizioni – o viceversa, li aveva dati per morti quando questi erano ancora vivi. Un esempio tra i più famosi: il caso di Amanda Berry, scomparsa nel 2003 il giorno prima di compiere 17 anni. Nel 2004, durante uno show televisivo, Browne disse alla madre della ragazza che la figlia era morta e che si trovava “nell’acqua”. La madre, Louwana Miller, fu devastata dalla notizia; secondo i parenti da quel momento continuò a cercare la figlia, ma senza più vere speranze. Morì nel 2006, per un infarto cardiaco. Amanda Berry, rapita e tenuta segregata per anni, fu liberata nel 2013. 

Il riscontro con quanto appurato dalle indagini forensi e giudiziarie è sconfortante per la medium e per i sostenitori del paranormale. Secondo l’analisi di Agatha Jadwiszczok e Ryan Shaffer (poi aggiornata nel 2013) su 115 casi di sparizione, solo di 33 si conosceva l’esito. E in ciascuno di questi casi, le profezie della sensitiva si erano rivelati falsi o inaccurati. Per molte altre, invece, la vaghezza e l’impossibilità di verificarle le hanno rese incerte, ambigue, dall’esito indefinibile. Nient’altro. Insomma, una percentuale di successo dello 0%, lontanuccio dall’85% millantato dalla Browne.

La profezia sul nuovo coronavirus, insomma, va messa nel contesto di un numero molto alto di profezie diffuse dalla donna in libri, show e consulti personali. Predizioni che invece si sono rivelate tutt’altro che affidabili. Insomma, è la vecchia regola dell’orologio rotto, che almeno due volte al giorno segna l’ora esatta. Anche su queste cose si costruisce l’arte di prevedere il futuro. 

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