26 Aprile 2024
Approfondimenti

Dai Curie a Lorenz, il lato oscuro dei geni, quando i premi Nobel diventano Mr.Hyde

Articolo di Silvano Fuso

La locuzione latina ipse dixit, significa letteralmente “egli stesso disse”. Essa compare nel “De natura deorum” di Marco Tullio Cicerone, che ricorda come i pitagorici la usassero per citare l’autorità indiscussa del loro maestro Pitagora. Nel Medioevo la massima autorità culturale divenne Aristotele. Secondo lo studioso arabo Averroè, la sua filosofia aveva lo stesso valore prescrittivo del Corano: pertanto doveva essere accettata senza discussioni e quindi l’ipse dixit venne riferito ad Aristotele.

La scienza moderna nasce dal rifiuto di ogni principio di autorità e quindi all’interno di essa non vale ovviamente alcun ipse dixit.

La storia della scienza mostra come anche autorevoli e rispettati scienziati abbiano sostenuto affermazioni successivamente smentite da altriricercatori e, soprattutto, smentite dai fatti, unici veri arbitri in campo scientifico. La continua evoluzione che caratterizza la conoscenza scientifica deriva proprio da questo suo carattere irriverente contro ogni autorità.

Nemmeno la vincita di un premio Nobel, massimo riconoscimento culturale mondiale, rende immuni da errori, abbagli, cantonate o da comportamenti eticamente scorretti. Vi è un vasto campionario che non esclude nessuno: medici, biologi, fisici e chimici.

Il biologo statunitense James Watson (nato nel 1928), insieme a Francis Crick, MauriceWilkins e la spesso dimenticata Rosalind Franklin, rivoluzionò la moderna biologia determinando la struttura del DNA e per questo fu insignito del Nobel per la medicina nel 1962. Lo stesso Watson tuttavia ha sostenuto che le persone di colore sono geneticamente meno intelligenti dei bianchi. In un’altra occasione ha dichiarato che la presenza di donne riduce l’efficienza dei ricercatori maschi. Posizioni razziste furono sostenute in gioventù anche da un altro Nobel per la medicina: il tedesco Konrad Lorenz (1903-1989) che lo vinse nel 1973. Come venne dimostrato dal cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, il padre dell’etologia moderna aderì al Partito Nazionalsocialista e in diverse occasioni sostenne la necessità di selezionare geneticamente gli esseri umani, al pari di quello che si fa con gli animali domestici.

Nel 1973 il Nobel per la medicina venne assegnato anche a Nikolaas Tinbergen (1907-1988), amico e collaboratore di Lorenz. Grande etologo, Timberger fu un fiero antinazista. Negli ultimi anni si occupò di autismo insieme alla moglie. I coniugi divennero sostenitori dell’ipotesi della cosiddetta “madre frigorifero”. Secondo la quale la freddezza della madre nei rapporti con il figlio sarebbe la principale causa di autismo. Si tratta però di un’ipotesi del tutto priva di evidenze.

Tra i Nobel per la fisica, ricordiamo il francese Pierre Curie (1859-1906), che vinse il prestigioso premio nel 1902 insieme alla moglie Marie. Pierre credeva ai fenomeni spiritici. Partecipò con Marie alle sedute della celebre Eusapia Palladino e considerò autentici quei fenomeni che la scaltra medium otteneva usando trucchi. Addirittura riteneva che tali fenomeni potessero rappresentare una nuova fisica.

L’inglese William Shockley (1910-1989) vinse, insieme a John Bardeen e Walter Brattain, il Nobel per la fisica nel 1956 per l’invenzione del transistor. Pur non avendo alcuna preparazione in genetica, si convinse che fossero necessari provvedimenti eugenetici. Riteneva infatti che l’intelligenza umana stesse pericolosamente regredendo e addirittura che i propri figli fossero meno intelligenti di lui, attribuendone ovviamente la responsabilità alla moglie. Shockley si impegnò “biologicamente” in prima persona per cercare di attuare il suo folle programma eugenetico, diventando donatore dellacosiddetta “Banca del seme dei Nobel”, ideata nel 1980 da un uomo d’affari americano.

Tra i premi Nobel perla chimica, infine, non possiamo non ricordare il tedesco Fritz Haber (1968-1934), che lo vinse nel 1918 per la sintesi dell’ammoniaca, partendo dall’azoto atmosferico. Tale sintesi consentì di sviluppare l’industria dei fertilizzanti azotati che permise di aumentare le rese agricole e di sfamare milioni di persone. Ma lo stesso Haber, benefattore dell’umanità, non esitò a mettere le sue conoscenze al servizio della guerra. Suggerì infatti allo Stato Maggiore tedesco l’uso di armi chimiche e contribuì in manieradeterminante a produrle. Cloro, iprite (o gas mostarda) e, in seguito, il tristemente famoso Zyklon B furono sviluppati grazie al suo contributo e causarono migliaia di atroci morti. Un vero dottor Jekyll e mister Hyde.

Articolo pubblicato originariamente su Il Secolo XIX, licenza @CC BY-NC-ND

2 pensieri riguardo “Dai Curie a Lorenz, il lato oscuro dei geni, quando i premi Nobel diventano Mr.Hyde

  • Articolo piuttosto deludente: parte da una banalità “I premi Nobel non sono omniscienti” (ma va’ ?..) suffragandola con una serie di esempi, buona parte dei quali sono opinioni e quindi non classificabili come “veri o falsi”, altri sono ancora “sub iudice” e non si sa ancora se siano veri o falsi e i rimanenti rientrano in un classico percorso di avvicinamento alla “verità”…
    Insomma, un articolo-riempitivo del quale non si sarebbe sentita la mancanza!

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    • In tutta onestà non rilevo nel suo commento alcuna dimostrazione circa la veridicità di quanto LEI asserisce. Sempre in sincerità, non sentivo la necessità del SUO commento.

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