14 Ottobre 2024
Il trillo del diavolo

Il trillo del diavolo: “Occidentali’s Karma”

di Roberta Baria

La scimmia nuda? Se avete immediatamente pensato al saggio La scimmia nuda dell’etologo inglese Desmond Morris, non avete sbagliato.

Esistono 193 specie viventi di scimmie con coda e senza coda; di queste 192 sono coperte di pelo. L’eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è auto chiamato Homo sapiens. Questa razza eccezionale ed estremamente capace trascorre molto tempo ad esaminare i propri moventi più nobili ed altrettanto ad ignorare quelli fondamentali.

Siamo abituati a considerare l’uomo come un super-animale pensante, risultato di un’evoluzione particolarmente speciale. Cosa succederebbe invece se provassimo a guardare l’essere umano solo come scimmia? Questo è quello che fa Desmond Morris nel suo libro, osserva l’uomo in quanto primate. Ripercorre l’evoluzione evidenziando come molti dei nostri comportamenti più comuni, spesso inconsci, siano in realtà frutto di adattamenti evolutivi della nostra specie.

Detto questo, avreste mai pensato che al festival di Sanremo avrebbe vinto una canzone che cita La scimmia nuda? Ebbene Francesco Gabbani, vincitore del festival, si è presentato sul palco, con tanto di scimmione, con la canzone Occidentali’s Karma.

«È un vero guazzabuglio di parole, l’impressione è che siano state messe lì a caso ma ovviamente non è così […]. La canzone ironizza sull’atteggiamento che abbiamo noi occidentali di cercare la serenità avvicinandoci alle discipline orientali, quelle che per antonomasia aiutano nella ricerca del benessere psicofisico. Il punto, però, è che le occidentalizziamo, le pratichiamo in modo superficiale e spesso solo per moda, come quando cerchiamo l’outfit perfetto per andare a fare yoga».

Una foto di Francesco Gabbani pubblicata sul sito web ufficiale www.francescogabbani.com (credit: Francesco Gabbani/BMG Rights Management Italy Srl)

Così parla Gabbani del suo brano. Occidentali’s Karma è una travolgente satira delle ossessioni del nostro tempo. Parole alla Battiato, concetti pseudo-filosofici, Buddha, Nirvana e Namastè, ma anche Chanel, “Singing in the rain”, riferimenti a Warhol, Pellico e Shakespeare. Nonostante l’orecchiabile sound pop, intelligente scelta, ascoltando bene il testo, apparentemente “nonsense”, si possono trovare svariati punti di riflessione.

Partendo proprio dal titolo. La parola “karma” evoca un mondo ben preciso. Monaci o dee indiane iniziano a prendere forma. Tutto si tinge di arancio e colori psichedelici. Odore di incenso si diffonde nell’aria. L’immaginario è già volato in estremo Oriente. È interessante riflettere su quanto l’Occidente si sia creato un’immagine di Oriente come di un luogo esotico che spazia quasi senza distinzione dal Pakistan, all’India, al Nepal fino al Giappone. Un gran minestrone che potrebbe benissimo avere come ingredienti il “Buddha in fila indiana” e “le lezioni di Nirvana”. Il brano ironizza proprio suoi modelli e le manie dell’uomo occidentale che cerca rifugio nei rituali orientali.

Il “mitico Oriente”, un luogo fantastico e felice, esempio da seguire. Ma quanto la nostra idea di Oriente è oggettiva? Quanto sappiamo realmente di questi luoghi e culture? Secondo lo scrittore Edward Saïd, nel suo Orientalismo, l’immagine dell’Oriente non nasce da una visione oggettiva, ma da una costruzione che ha come chiave di lettura la contrapposizione all’Occidente. L’Oriente non esisterebbe in quanto tale, ma in quanto rappresenta ciò che l’Occidente non è. L’Occidente su questa narrazione della diversità costruisce il proprio “essere noi”: noi siamo ciò che gli altri non sono. Pensiamo ora a quante mode New Age riescono a veicolare questa immagine nel concetto “diverso da noi e quindi migliore!”.

Prendendo spunto dallo “scimmiografo”, il gorilla che appare sul palco durante l’esibizione del festival, sulla pagina Facebook di Gabbani spunta fuori un link dal quale scaricare una maschera da gorilla. Da quel momento i “selfie gorilla” firmati #LaScimmiaNudaBalla, diventano virali (photo credit: Roberta Baria)

Filo conduttore di queste ideologie orientaliste è il mito delle origini. Popolazioni diverse, quindi esotiche, incarnano questo. Rappresentano perfettamente quello che potremmo definire il “mito del buon selvaggio 2.0”. Cos’è il “mito del buon selvaggio”? Fissiamo una data fondamentale: la scoperta del Nuovo Mondo, l’America. Al seguito del contatto tra popolazioni locali ed europei, al centro di molte riflessioni si pone la figura del “selvaggio”, cioè l’uomo non ancora toccato dalla tradizione culturale europea. Se alcuni viaggiatori mettevano in evidenza caratteristiche negative, fino a negare che potessero essere considerati uomini, altri insistevano su caratteristiche estremamente positive del “selvaggio”: la sua bontà naturale, la sua vita secondo natura, l’organizzazione felice della loro società. Nasceva così il “mito del buon selvaggio”, figura opposta all’uomo europeo invece “corrotto dalla sua propria civiltà”. Personaggio centrale di questi discorsi fu Rousseau, secondo il quale ogni uomo nasce buono e giusto. Questo stato originario di purezza sarebbe il cosiddetto “stato di natura”, ovvero quella condizione propria dell’uomo selvaggio che vive seguendo le sole leggi della natura. L’uomo naturale quindi trova in modo innato il giusto equilibrio con il mondo in cui vive. Non desidera nulla che non possa avere e guarda ciò che lo circonda con ingenuità vivendo così secondo principi giusti. Il mito tramontò verso la metà del 18° secolo per il sopraggiungere di informazioni più precise sui cosiddetti selvaggi ma soprattutto per l’affermarsi delle ideologie di civiltà e progresso.
Nell’Ottocento e inizio Novecento invece centinaia di artisti e letterati rivoluzionano il concetto di arte per mezzo del contatto con il diverso. Picasso e la maschera africana de Les madamoiselle, Gauguin e le polinesiane, Joseph Conrad e Cuore di tenebra. Insieme all’arte rivoluzionarono anche il modo di percepire l’Oriente e i luoghi lontani. Ma diciamolo, se misticismo e meditazione trascendentale ritornarono in auge lo si deve anche a quattro ragazzi di Liverpool che viaggiando nelle terre di Shiva aprirono alla filosofia orientale una breccia nell’universo capitalista. I Beatles con il loro viaggio riuscirono a colpire un’intera generazione. Nel 1968 a Rishikesh, lungo il Gange, John, Paul, Ringo e George incontrarono il “Faro dell’Himalaya”, il Maharishi Mahesh Yogi. Questa esperienza, che ebbe un’enorme risonanza sui media internazionali, sollevò l’interesse per l’oriente a livello globale. Fu così che il fascino per queste terre conquistò copertine di riviste internazionali, albi a fumetti, fanzine, editoria indipendente e controculturale. Musicisti come Hendrix, Santana, Joni Mitchell e i The Fool trasfigurano l’India in chiave psichedelica nelle loro copertine. L’Oriente era diventato POP!

Ora, siamo sicuri che il “buon selvaggio” sia roba d’altri tempi? Talvolta si ha l’impressione che il concetto sia stato semplicemente ridefinito. Quante dottrine e nuove filosofie trovano in “ritorno alle origini”, “ritorno alla natura”, “purezza di certe culture” il loro punto di partenza. Vecchi concetti vengono riadattati al nuovo contesto e le nuove tecnologie aiutano la circolazione di certe idee, come dice Gabbani: “Tutti tuttologi col web”. Negli ultimi anni, con l’aumento delle possibilità di viaggiare, l’interesse per le culture “altre” è maggiormente cresciuto. Indubbiamente nuove tendenze e fascinazione portano incredibili contaminazioni, ma il rischio di approssimazione è dietro l’angolo. Filtrando la realtà secondo un proprio modello conoscitivo creiamo stereotipi di culture, stereotipi che diventano moda.

Insomma, Occidentali’s Karma è inaspettatamente uno spaccato sulla contemporaneità. L’uomo moderno non sembra essere tanto cambiato dal suo antenato che viveva nelle caverne. Spogliato delle sue sovrastrutture si presenta per quello che è: una scimmia nuda. Un gioco di paradossi, luoghi comuni, surrealtà, ossessione internettiana e tentativi mal riusciti di fare propria una cultura che non appartiene. Tutto questo rischia di fare dell’uomo vestito un’involuzione di se stesso. Possiamo essere creature pensanti e ispirati da chissà quale filosofia, ma alla fine rischiamo di essere solo delle scimmie nude.
Una canzone che fa sorridere sul nostro goffo tentativo di scimmiottare, è proprio il caso di dirlo, le abitudini di altre culture. Che sia per trovare una presunta pace interiore o un mondo migliore, difficilmente si riesce a comprendere fino in fondo il reale significato di certi elementi culturali. Le nostre esperienze, che ci piaccia o meno, si basano su un immaginario profondamente nostro. Dovremmo prima o poi renderci conto che tutti nelle culture altrui siamo e saremo solo dei turisti.

Allora sì, l’evoluzione inciampa, ma si rialza e “comunque vada… panta rei”.

PER APPROFONDIRE:

OCCIDENTALI’S KARMA
di Fr. Gabbani – F. Ilacqua – L. Chiaravalli – Fr. Gabbani – Fi. Gabbani – L. Chiaravalli
Ed. BMG Rights Management (Italy)/Baby Angel Music/The Saifam Group/Music Union
Milano – Bergamo – Lugagnano di Sona (VR) – Milano
Essere o dover essere
il dubbio amletico contemporaneo
come l’uomo del neolitico
nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo
intellettuali nei caffè, internettologi
soci onorari del gruppo dei selfisti anonimi
L’intelligenza è démodé
risposte facili, dilemmi inutili
AAA cercasi (cerca si)
storie dal gran finale
sperasi (spera si)
comunque vada panta rei
and singing in the rain
Lezioni di Nirvana
c’è il Buddha in fila indiana
per tutti un’ora d’aria, di gloria
la folla grida un mantra
l’evoluzione inciampa
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
Piovono gocce di Chanel
su corpi asettici
mettiti in salvo
dall’odore dei tuoi simili
tutti tuttologi col web
coca dei popoli
oppio dei poveri
AAA cercasi (cerca si)
umanità virtuale
sex appeal (sex appeal)
comunque vada panta rei
and singing in the rain
Lezioni di Nirvana
c’è il Buddha in fila indiana
per tutti un’ora d’aria, di gloria
la folla grida un mantra
l’evoluzione inciampa
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
Quando la vita si distrae
cadono gli uomini
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia si rialza
namastè alè
Lezioni di Nirvana
c’è il Buddha in fila indiana
per tutti un’ora d’aria, di gloria
la folla grida un mantra
l’evoluzione inciampa
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma

In copertina, la front cover del brano “Occidentali’s Kharma”, estratto dal sito web ufficiale www.francescogabbani.com (credit: Francesco Gabbani/BMG Rights Management Italy Srl)

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