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L’ha detto la tv: sesso da leggenda

“Brasile: allarme per i braccialetti del sesso”, è il titolo di un articolo dello scorso 9 aprile sul sito del Corriere della Sera. Cosa è successo? Per capirlo (e per farsi venire i primi dubbi) basta scorrere il sottotitolo: “Se i maschi li rompono, ottengono ‘compenso’ sessuale. A Manaus uccise due ragazzine, e due minorenni morte pare che li portassero ai polsi. Banditi gli accessori”. Il sottotitolo, dicevamo, contiene un’evidente stranezza: da un lato si parla di un allarme sociale diffuso e si evidenzia che la commercializzazione e l’utilizzo dei braccialetti incriminati è stata vietata, dall’altro non si è neppure sicuri del fatto che vi sia un legame tra i braccialetti incriminati e la morte delle due ragazzine. In ogni caso, a fianco del pezzo, una legenda consente di scoprire che ai diversi colori dei braccialetti sono associati altrettanti significati sessuali: se il braccialetto è viola un bacio sulla bocca, al blu è associato un rapporto orale, mentre se il braccialetto è nero, indica che si è disponibili ad avere un rapporto sessuale completo. Anche questo è un ulteriore elemento di stranezza: è chiaro che qualsiasi simbolismo di questo genere ha senso solo se è patrimonio di un piccolo gruppo, mentre è molto meno credibile se tutti conoscono l’insieme dei significati associati al codice segreto.

È un po’ la cosa che venne fatta notare quando, alcuni anni fa, si diffuse la leggenda urbana secondo cui gli zingari facevano dei segni vicino alle abitazioni di certe persone per segnalare ai loro amici che in quelle abitazioni abitavano persone ricche e magari anziane da depredare con facilità, o all’opposto che in certe case non vi era nulla per cui valesse la pena tentare il furto. Anche in quel caso la voce circolava con tanto di volantino esplicativo che riportava il codice usato dai presunti informatori, evidentemente del tutto inutile se il segreto era così diffuso e conosciuto. Anche rispetto a quella vicenda, sia detto per inciso, non mancano articoli di giornale che periodicamente rilanciano l’allarme, pubblicano i segni misteriosi da cercare sul citofono vicino a casa, magari accompagnati da qualche intervista a un qualche importante ufficiale delle forze dell’ordine che, invece di smentire la cosa come una bufala risaputa, la avalla a suon di “pare”, “non è ancora certo, ma si sospetta che…” e chiude invitando comunque i cittadini alla vigilanza; cosa che, come l’aria condizionata nel caldo di luglio, male non fa.

Ma torniamo ai nostri braccialetti e al pezzo del Corriere, che ci informa del fatto che, nel caso delle due ragazzine, accanto ai cui cadaveri “sarebbero state trovati dei braccialetti rotti” (anche qui notate il condizionale) non è isolato. Infatti “a Navegantes, nello stato di Santa Catarina, sono stati registrati nell’ultima ventina di giorni 14 casi di aggressione e di tentativo di violenza sessuale contro ragazzine che sfoggiavano il ‘provocante’ braccialetto”. E del resto come meravigliarsi dal momento che, citiamo ancora dal Corriere, “la ‘pulseira do sexo’, come è chiamato il braccialetto in Brasile, si sta trasformando in mania nazionale”. Anche questo crescendo dei toni è, per chi si occupa di leggende, sempre un po’ sospetto, soprattutto quando si accompagna alla mancanza di notizie certe. Del resto è proprio l’articolista del Corriere che in chiusura del pezzo fa riferimento al fatto che secondo alcuni si potrebbe trattare proprio di una leggenda, ma prende subito le distanze da questa interpretazione dicendo che “in questo caso si parla però di gel bracelet”, mentre quelli incriminati sono di plastica. Al di là della difficoltà di cogliere la differenza, resta il fatto che la storia dei braccialetti del sesso è esattamente una leggenda urbana diffusa da qualche anno in diversi Paesi, come racconta bene il sito Snopes.com, che spiega che anche negli Stati Uniti la leggenda ha portato diverse autorità locali a bandire la vendita dei braccialetti, sulla base di sospetti mai provati. Quanto al colore dei braccialetti, nati negli anni ’80 per dimostrare il sostegno alle cause di diverse organizzazioni umanitarie, le differenze di colore rimandano a diverse campagne: verde quella per la donazione di organi, bianco quella contro la povertà nel mondo e così via. Insomma, dai colori della solidarietà ai segnali sessuali il passo è davvero troppo lungo.

Tratto da Query 02. Foto di Chinh Le Duc su Unsplash.

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