11 Aprile 2024
Rivista

I mysteriosi teschi di Paracas

Articolo di Giuliana Galati, da Query 46

Nella regione di Ica, in Perù, si estende la riserva nazionale di Paracas, nota non tanto per la presenza del pinguino di Humboldt, in via d’estinzione, dell’otaria orsina o della Sula variegata, quanto per il ritrovamento di misteriosi teschi dal cranio allungato.

Era il 1928 quando l’archeologo peruviano Julio César Tello scoprì un’antica necropoli risalente al 3000 a.C., contenente resti di migliaia di corpi appartenenti a una misteriosa civiltà. Particolarità di questa civiltà era la forma della testa, caratterizzata da un insolito e pronunciato allungamento verso l’alto. Quali strani esseri potevano mai avere crani così? E chissà che cervelli al loro interno! A chi potrebbero essere appartenuti? E se non fossero neppure umani?

In effetti, questi teschi fanno pensare agli Xenomorfi del film Alien, diretto nel 1979 da Ridley Scott. Nel film, questi immaginari esseri extraterrestri presentano il cranio molto allungato, davvero simile a quello dei teschi di Paracas.

Gli archeologi, però, non sono particolarmente turbati da questi ritrovamenti, oggi conservati al Museo Regional de Ica, perché rientrano in una serie di deformazioni craniche tipiche di certe culture e simbolo dell’appartenenza a una determinata élite sociale. Tra le deformazioni più frequenti c’era proprio la dolicocefalia indotta, ovvero l’allungamento del cranio, che si otteneva con fasciature e bende che venivano applicate ai neonati fin subito dopo la nascita, quando la testa è ancora malleabile perché le ossa non sono fuse, in modo da dirigerne la crescita verso l’alto. A volte, per ottenere una determinata forma, si utilizzavano anche tavole o altri strumenti.

I teschi allungati di Paracas sono forse i più noti, ma non gli unici trovati al mondo e anche di recente ne sono stati trovati alcuni reperti. Per esempio, nel 2019, sono stati rinvenuti undici teschi allungati nel sito archeologico di Houtaomuga, nella Cina nordorientale. I teschi, appartenenti a quattro uomini, una donna e sei bambini, risalgono a un periodo molto ampio, compreso tra 12 mila e 5 mila anni fa[1].

Anche in Italia abbiamo il nostro teschio allungato, rinvenuto nelle tombe di Chiusi, in Toscana, durante gli scavi nella Catacomba di Santa Mustiola, effettuati dal 2016 al 2019. Il teschio apparteneva a una donna, probabilmente di origini germaniche orientali, forse gote, vissuta tra il V-VII secolo[2].

Però, secondo alcuni, come Brien Foerster, ricercatore indipendente e ospite della serie Enigmi Alieni su History Channel, i teschi di Paracas sono differenti: non solo sono i più allungati che siano stati trovati finora, ma sono anche formati da ossa più sottili rispetto a quelle umane. Inoltre, il volume del cranio è almeno il 25/30% più grande e 60% più pesante, con mascelle più prominenti, orbite oculari più larghe e con strani fori nella regione occipitale. La pratica della dolicocefalia indotta non dovrebbe però modificare tali caratteristiche del cranio… L’ipotesi, descritta nel libro The Enigma of Cranial Deformation: Elongated Skulls of the Ancients, scritto a quattro mani con David Hatcher Childress e pubblicato nel 2013, è che non si tratti di umani, bensì di esseri completamente diversi, che non discendono dal nostro ramo evolutivo e che anzi potrebbero essere stati così biologicamente diversi da non potersi nemmeno incrociare con gli esseri umani. Forse tali esseri potrebbero non essere nemmeno originari del nostro pianeta.

Nel 2014, per ottenere prove di questa teoria, venne effettuata l’analisi del DNA di alcuni resti di capelli, pelle, denti e ossa. Il direttore del Museo Regional de Ica affidò tali reperti a Lloyd Pye, altro ricercatore indipendente, noto per le sue teorie sulla discendenza aliena della specie umana. I campioni vennero inviati a due genetisti, accuratamente selezionati. Venne esplicitamente detto che non si voleva, per esempio, che questi lavorassero presso istituti privati o governativi, perché si temeva potessero alterare o cancellare i dati volutamente per insabbiare la verità. Infatti, di uno dei due genetisti, Foerster dice: «questa persona vive negli Stati Uniti, è laureato e fa regolarmente dei lavori per il Governo americano, quindi chiaramente il Governo non sceglierebbe una persona inaffidabile o sensazionalista». Ma come, vi chiederete, non avevano dichiarato che non dovevano lavorare per il governo? Piccole contraddizioni…

La seconda a lavorare, in modo indipendente, sui campioni è la dottoressa Melba Ketchum, di formazione veterinaria, ora direttrice di un centro di analisi di DNA in Texas. Ketchum è già stata citata in questa rubrica in Query n. 28, per i suoi promettenti studi sul genoma di Bigfoot, che nessuna rivista scientifica voleva pubblicare, costringendola a fondare una rivista per rendere noti i suoi studi.

Foto di Marcin Tlustochowicz da Wikipedia, CC BY-SA 2.0

Arrivano i risultati dei teschi di Paracas e sono a dir poco sconvolgenti. Dichiara Foerster in una intervista: «il DNA mitocondriale ha delle mutazioni mai viste in esseri umani, primati o animali finora conosciuti. Alcuni frammenti che sono riuscito a ottenere da questi campioni indicano che abbiamo a che fare con un nuovo tipo di creatura, diverso dall’homo sapiens, Neandertal o di Denisova[3]». In uno slancio di euforia, in un’altra intervista pone le basi per una rivoluzione delle teorie evoluzionistiche darwiniane alla luce delle scoperte sui teschi.

I risultati, ovviamente mai pubblicati a beneficio del resto della comunità scientifica, furono smentiti da analisi successive. Tutt’oggi credo non sia noto nemmeno il nome del genetista che lavorava per il governo statunitense, lasciando aperta l’ipotesi che i risultati delle analisi siano stati inventati o che non siano mai esistiti.

Se le indagini di Foerster lasciano un po’ delusi, più interessanti sono gli studi[4] del ricercatore Matthew Velasco, della Cornell University. Attraverso una analisi chimica delle ossa dei teschi di Paracas, si è visto che le donne dal cranio allungato avevano una dieta più varia e meno segni di violenza fisica rispetto alle altre. Questo porta a dedurre che appartenessero a un ceto sociale più elevato. L’ipotesi più accreditata oggi è che la forma allungata del cranio dovesse servire a rendere esplicita l’appartenenza al ceto sociale più alto, e quindi il diritto di prendere decisioni comuni o fare da giudici nei conflitti, di occuparsi di scambi agro pastorali con le popolazioni vicine e così via. Quando, nel XVI secolo, arrivarono i conquistadores spagnoli, la pratica della dolicocefalia indotta fu bandita.

Come ha reagito Brien Foerster di fronte allo sgretolarsi delle sue teorie? Senza molti traumi, sembra. A oggi, infatti, ha all’attivo 27 libri[5] sull’archeologia misteriosa e organizza tour[6] legati a misteri e presunte tracce aliene in Messico, Perù, Bolivia ed Egitto. Alcuni prevedono anche di passare per il Museo Regional de Ica a vedere i teschi di Paracas. Se vi interessano, al momento in cui scrivo i posti disponibili sono ancora numerosi, prezzi in doppia sopra i 3000 euro, pranzi e cene esclusi!

Note

Immagine di copertina: Foto di Marcin Tlustochowicz da Wikipedia, CC BY-SA 2.0

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