20 Aprile 2024
Il terzo occhio

La pantera dell’estate 2011 è in Maremma

Non è mai veramente estate se i TG non trasmettono almeno un servizio sul caldo da record, sull’esodo dalle città e sull’avvistamento di una pantera. Da quando nel 1989 una pantera fu avvistata a Roma e diede il nome al movimento studentesco, il felino (sempre avvistato ma mai catturato o almeno fotografato in modo chiaro) è diventato una tradizione delle bufale giornalistiche. Per rimanere soltanto ai casi più recenti, quest’anno ci sono già stati altri due avvistamenti a Monte Morello e a Gaeta, e anche l’estate scorsa abbondavano i gattoni: pantere a Palermo e a San Piero a Sieve, in provincia di Firenze e addirittura una tigre alla Rufina, sempre nel fiorentino.

Questa volta l’avvistamento è avvenuto nei boschi della Maremma, e precisamente nel comune di Massa Marittima, dopo la segnalazione di una coppia che ha raccontato di avere visto un grosso felino arrampicarsi su un albero e di non avere più notato da qualche giorno la presenza di cinghiali e caprioli.

Una pattuglia del Corpo forestale ha osservato al binocolo l’animale e ha scattato da grande distanza una fotografia in cui si intravede una macchia nera ma non ci sono riferimenti che permettano di stabilirne le dimensioni: potrebbe essere tanto una pantera quanto un gatto o un cane o qualsiasi altro animale.

La prefettura e la Guardia forestale hanno concordato un piano di cattura con la collocazione di quattro gabbie dotate di esche a base di carne. Come sempre in questi casi, tutti riprendono la notizia e ben pochi si preoccupano di verificarne la consistenza: il sindaco di Massa Marittima vieta con un’ordinanza di avvicinarsi alle gabbie e sconsiglia di attraversare a piedi, in bici o a cavallo la zona incriminata, esperti improvvisati almanaccano sull’età e sulle abitudini del predatore, mentre Legambiente da parte sua se la prende con il traffico di animali esotici:

Quella pantera non è arrivata per caso, ma è vittima di un traffico illecito, i cui mandanti sono identificabili in quelle “morbosità umane”: ricerca dell’avventura e del gusto del proibito, status symbol e alcune mode del momento come trofei da esporre per prestigio e potenza.

Un po’ di buonsenso per fortuna arriva dall’Ente nazionale protezione animali:

La pantera di Grosseto esiste realmente o si tratta dell’ennesima leggenda metropolitana che si materializza con cadenza quasi annuale? A nostra memoria – prosegue la Protezione Animali – non c’è stato anno in cui non si siano verificati allarmanti avvistamenti di pantere prevalentemente nere, che se ne vanno in giro per le nostre campagne e che si sono poi rivelate essere, a volte, “cagnoni” inoffensivi.

Anche Cristina Nadotti su Repubblica ironizza sulla “psicosi pantera” e ricorda come nei casi di questo tipo la segnalazione si risolva in genere con un falso allarme, causato da cani o gatti scambiati con eccesso di entusiasmo per pantere.

Inutile dire che finora non si è trovata traccia del grosso animale, né tantomeno delle carcasse delle sue prede che ne testimonierebbero la presenza, ma questo non impedirà ai media di rilanciare l’allarme pantera alla prossima occasione. Per approfondimenti sull’origine delle leggende sugli Organismi Felinoidi Non Identificati, come li chiama Paolo Attivissimo, rimandiamo a questo articolo dell’anno scorso su Queryonline e a questo articolo sul sito CICAP.

Foto di wendy CORNIQUET da Pixabay

Andrea Ferrero

Ingegnere, lavora presso un’importante azienda aerospaziale italiana. Ha partecipato al progetto di moduli abitati della Stazione Spaziale Internazionale e di satelliti per osservazione terrestre. È coordinatore nazionale del CICAP.

16 pensieri riguardo “La pantera dell’estate 2011 è in Maremma

  • Noi di Piobesi sì che abbiamo la pantera. L’hanno vista in tanti, anche mio fratello, di notte. Io no, purtroppo.

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  • Sono due giorni che aspetto un trafiletto di splendida ironia sull’argomento, da Paolo Attivissimo o dal CICAP. Curioso in effetti che la pantera abbia sterminato la popolazione di cinghiali e caprioli della zona, ma non si trovino carcasse. Forse è addomesticata e le ha sotterrate, chi lo sa.
    Come se non bastassero le notizie inutili che danno solitamente ai TG, per qualche giorno avremo ulteriori minuti che potrebbero essere sfruttati per fare informazione dedicati a questa buffonata. Viva l’Italia!

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  • Tze’ Non si trovano le carcasse perché 1) non è una vera pantera, è un alieno collezionista di campioni di specie. O molto più semplicemente le surgela. e’ che quando le cose non si sanno… Adesso però sapevatele 😀

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  • Non è certo un fenomeno paranormale l’ abbandono di un animale esotico (comprato di contrabbando) nei nostri boschi e la posizione aprioristica del CICAP mi sembra molto ideologica (contro un obiettivo errato, se il CICAP vuole combattere il Paranormale e non, semplicemente, crearsi un mercato di acquirenti scettici delle proprie pubblicazioni e dei propri corsi) e poco razionale. Poiché Fontebuona è a sei km da casa mia, se questa estate non avessi la disgrazia di lavorare a tempo pieno sarei andato a fare quello che uno scettico serio ha il dovere di fare, se non gli costa troppo: andare in questa piccola frazione, cercare Alessandro e la sua famiglia (lì, di sicuro, lo conoscono tutti) e verificare l’ attendibilità delle loro testimonianze. Cosa che feci l’ estate scorsa, che era ancora libera, nelle Foreste Casentinesi, verificando le notizie di avvistamenti di linci raccolte dal caro Lorenzo Rossi, che non è certo un credulone. Piccole critiche alle critiche dei pochi scettici fin qui intervenuti, i quali, evidentemente, non sono mai stati in un bosco neanche di giorno:
    -la presenza estemporanea di un  predatore di grossa taglia non “stermina” certo le centinaia di caprioli e cinghiali che popolano la Maremma, ma li allontana e li fa nascondere.
    -anche il ritorno dei lupi in Appennino fu accompagnato per dieci anni dallo scetticismo più becero e corrosivo, forse perché motivato dalla scarsa voglia di pagarne i danni agli allevatori. E ancora oggi c’è chi ne dubita. Il sottoscritto prova ad avvistarne uno da oltre oltre 40 anni, anche di notte, senza successo, eppure le traccie che lasciano sono tante e tali che nessuno studioso serio ne dubita più. Anche a Monte Morello e in Maremma. I carnivori di grossa taglia sono abituati a nascondersi e ad evitare l’ uomo, che li perseguita da decine di migliaia di anni.

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  • @Aldo Grano:
    D’accordo che gli animali selvatici si nascondono ecc., però qui si parla di grossi mammiferi e non credo che la pantera se li pappi tutti interi come fa l’Anaconda! Qualche carcassa spolpata si troverebbe!
    Poi, perchè sempre una pantera nera? Mai un giaguaro, un ghepardo, una tigre?

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  • Comunque sia nella foto  si vede chiaramente che è una pantera …. :-)))

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  • Onofrio ribadisce una delle critiche principali degli Scettici, ovvero che la presenza di un grosso felino in un’ area sarebbe inevitabilmente accompagnata dalla presenza di carcasse di animali predati. Ora, se osserviamo il comportamento dei lupi, oramai assai numerosi in tutta l’ area Appenninica, possiamo agevolmente spiegare come mai un grosso felino non lasci (spesso, non tutte le volte) traccie abbondanti di questo tipo. Quando un lupo cattura una preda, la nasconde, anche perché, se è grossa, (come un capriolo ad esempio) la mangia nel corso di diversi giorni. Di norma la seppellisce in un posto lontano dai sentieri e torna notte tempo a scavare. Inoltre i lupi che vivono vicino alle aree abitative si nutrono spesso in discarica e predano raramente. Una pantera che viva in un’ area fortemente antropizzata, come è il comprensorio di Monte Morello, si comporterebbe, facilmente, allo stesso modo, vista l’ abbondanza di rifiuti alimentari nelle aree apposite. Ancor più se nata in cattività e abituata a ricevere cibo dagli uomini. E’ raro trovare carcasse di animali selvatici predati dai lupi, a me, in quaranta anni, è capitato non più di cinque volte. Le traccie le lasciano, ovviamente, quando entrano in un ovile, perché fanno strage e non possono portar via più di una pecora. L’ anno scorso la “tigre” avvistata nei pressi della  Rufina ad Agosto lasciò le carcasse di due capre predate, ma non si potè avere certezza che non fossero state predate da lupi. In un caso del genere si sarebbe dovuto portare in zona nelle ore immediatamente successive un esperto di tigri, in grado di distinguere le modalità di uccisione e di ingestione da quelle di un lupo. Ma la cosa costa. E’ ovvio che, in Italia, quelli che vedono le traccie di una pantera o di un altro felino spesso non sanno distinguere i morsi di un cane da quelli di un lupo, figuriamoci quelli delle varie specie di felini. Ultimo appunto: se un lupo è in grado di percorre 50 km in una notte, un felino avvistato e disturbato si allontana altrettanto velocemente dalla zona. La stessa pantera avvistata a Fontebuona potrebbe essere avvistata tra una settimana in Romagna o in Umbria e nessuno, senza una analisi del DNA, potrebbe mai dire che sia la stessa.
    E’ raro, inoltre, imbattersi nella carcassa di un lupo morto per cause naturali, perché vanno a morire in luoghi appartati, spesso nelle loro strette tane. Anche felini “singles” abbandonati nei boschi fanno lo stesso e questo spiega perchè i pochi esemplari italiani non vengono quasi mai ritrovati. 

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  • @Aldo,
    d’accordo su quanto dici, non avendo una particolare esperienza in merito ai grossi carnivori. Solo una cosa mi fa specie: come mai in questi casi ad essere avvistata è sempre una pantera, cioè un felino nero che potrebbe anche essere un gatto? Mai un animale più riconoscibile come, che ne so, una tigre, un leone…

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  • Onofrio, a volte i pregiudizi non ci fanno vedere ciò che abbiamo sotto il naso. Ti ho appena scritto che l’ anno scorso, vicino a Rufina (FI) fu avvistata una tigre. E, tanto per restare nella mia prolifica Toscana, alcuni anni fa fu avvistato un leone in Maremma, con tanto di impronte fangose fotografate sulla Panda del malcapitato testimone. E sul Monte Baldo, tra Verona e Trento, è un orso bruno a tener sveglia la stampa locale (vedi il comodo sito dell’ Arena di Verona) da dieci mesi, comprese carcasse di animali predati. E il buon Lorenzo Rossi, che fa parte del gruppo Lince Italia, mi ha inviato l’ anno scorso un voluminoso file su tutti gli avvistamenti di linci, comprese linci americane, non europee.

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  • Mi associo ad Onofrio: d’accordo, in giro per l’Italia c’è tutta l’arca di Noè, ma chissà perchè sui giornali saltano fuori soltanto le pantere!!!

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  • A me sembra piu’ un Big Foot disteso .

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  • No, si tratta di mio cuggino. Una volta ha trovato in spiaggia una cane, e invece era un topo.

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  • Se fossi stata sola avrei pensato ad un abbaglio, era il 30.07 u.s. e noi stavamo lavorando nel ns. giardino quando sotto di noi, ad una distanza di circa 100metri ho visto un animale nero che visto che era voltato sulla ds immediamente mi ha fatto pensare a un grosso cane nero, ho fischiato e quando si è girato non ho piuì avuto dubbi occhi gialli e orecchie inconfondibili era una pantera nerA.
    Ho chiamato il mio amico Alì che tagliava un albeero di fianco a me e gli ho detto: vedi anche tu quello che vedo io?
    La risposta di Aliì “gatto della jungla molto pericoloso” detta voce alta ha fatto allontanare, ma in modo molto tranquillo, con tipica camminata dei gatti, quella che per noi, semza piu’ dubbi era una pantera.
    Io però abito fuori porta Castiglione-San Mamolo a Bologna. Ho avvisato la guardia provinciale di Bologna ma nessuno mi ha piu’ chiesto ragguagli.
    Io non mi sento una visionaria e sono proprietaria di cani e gatti.

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  • Anch’io non ho dubbi. So ciò che ho visto. Era proprio un Bigfoot. Non sono un visionario e sono proprietario di gorilla e gibboni.
     

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  • Cara Tiziana, Bologna mi è molto cara, ci ho vissuto fino alla Laurea e conosco bene quella parte dove abiti. Se ci abitassi ancora verrei volentieri a trovarTi, ma non ho tempo nemmeno di visitare il vigile testimone come Te, ma a Fontebuona, 100 km più a Sud. Io Ti ritengo credibile, ma nessuno Ti crederà. Solo molti altri riscontri potrebbero convincere le guardie provinciali a tentare la cattura, ma l’ animale si sarà già allontanato. Fai, finché la memoria è precisa, un diario dettagliato dell’ incontro e conservalo. Conserva anche una copia della denuncia alla Guardia Provinciale.

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  • “gatto della jungla molto pericoloso” FAN-TAS-TI-CA!!

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