Osservatorio apocalittico

L’asteroide del 25 febbraio e il ritorno di Nibiru

È paradossale che proprio ora che iniziamo ad avere un quadro chiaro e dettagliato del numero di “oggetti pericolosi” le cui orbite potrebbero comportare un rischio per la Terra, si diffondano a ritmo allarmante le notizie di prossime collisioni apocalittiche di asteroidi con il nostro pianeta. L’ultima riguarda 2016 WF9, un NEO – acronimo di “Near-Earth Object”, oggetto vicino alla Terra – individuato dalla rete di telescopi della NASA lo scorso 27 novembre. Si tratta di un asteroide o forse di un frammento di cometa con un diametro tra i 500 metri e un kilometro, quindi piuttosto grosso (anche se le stime europee lo ridimensionano leggermente), che il 25 febbraio prossimo giungerà ad una distanza dalla Terra di 51 milioni di kilometri (ricordiamo che la Luna dista dalla Terra 384.000 km).

Parlare di “sfioramento” è quindi già di per sé un’esagerazione, ma c’è chi ritiene che 2016WF9 sia invece destinato a scontrarsi con il nostro pianeta, e che la NASA starebbe mentendo al riguardo. Il sostenitore di questa tesi si chiama Dyomin Damir Zakharovich ed è un sedicente astronomo russo, di cui non è possibile reperire informazioni su affiliazioni istituzionali e accademiche, se non una nota su un sito ben poco attendibile che lo definisce “laureato alla prestigiosa Università Statale Lomonov di Mosca” (in un video anonimo su Youtube si sostiene sia stato anche ex consulente scientifico di Putin). Zakharovich avrebbe diffuso tra i siti di appassionati di tesi complottiste e catastrofiste la notizia che l’asteroide colpirà il nostro pianeta il prossimo 16 febbraio, asserendo che la NASA starebbe tentando di coprire la notizia.

Che sia o meno un astronomo, Zakharovich è in realtà più noto per le sue tesi riguardo Nibiru, il leggendario “pianeta X” reso celebre da una serie di libri pubblicati da Zecharia Sitchin, propugnatore di tesi afferenti alla cosiddetta “archeologia misteriosa”, nonché alle tematiche degli “antichi astronauti”: da Nibiru proverrebbero infatti esseri alieni intelligenti noti come Anunnaki, i quali in tempi storici – all’epoca dei Sumeri – avrebbero reso schiava la civiltà umana e si preparerebbero a tornare. In altre versioni della storia, Nibiru sarebbe un pianeta connesso con eventi estintivi che hanno interessato la storia del nostro pianeta, dal momento che la sua orbita lo vedrebbe ritornare periodicamente in visita nel nostro Sistema Solare mettendo in subbuglio con la sua massa gli equilibri gravitazionali degli asteroidi e delle comete della fascia di Kuiper. Zakharovich è sostenitore di quest’ultima tesi: a dargli credito, 2016WF9 sarebbe proprio uno di questi corpi celesti provenienti dai confini del nostro Sistema Solare e scagliato verso la Terra dall’interferenza gravitazionale di Nibiru. Il pianeta sarebbe stato scoperto – egli sostiene – nel 1983 dai telescopi a infrarossi sovietici, e la scoperta nota a tutti gli astronomi professionisti e amatoriali russi, i quali sarebbero stati sollecitati dal governo di Mosca a monitorare nel tempo la rotta del pianeta. Gorbaciov avrebbe avuto intenzione di comunicare la notizia al mondo una volta avuta la certezza che Nibiru sarebbe giunto nel Sistema Solare agli inizi del XXI secolo, ma il presidente Reagan, viceversa, avrebbe imposto la totale segretezza sulla notizia, minacciando un attacco nucleare contro l’URSS se Gorbaciov avesse parlato.

Tornano qui, insomma, attraverso le narrazioni catastrofiste e complottiste, anche gli echi della nuova “guerra fredda” che sta interessando le due potenze: per Zakharovich, infatti, i russi sarebbero gli “eroi” intenzionati a comunicare al mondo la verità, mentre gli americani, imbevuti di una paranoica cultura della segretezza, lavorerebbero per mettere tutto a tacere, a esclusivo vantaggio dell’élite. La NASA, in questa prospettiva, avrebbe quindi il compito di smentire ogni notizia relativa a Nibiru. Per questo, Zakharovich avrebbe addirittura ricevuto una telefonata personale dal presidente russo Putin, il quale gli avrebbe assicurato la sua protezione ingiungendogli tuttavia di non lasciare il paese, perché “altre nazioni” sarebbero intenzionate a tappargli la bocca per sempre.

Tutte asserzioni non suffragate da nessuna prova, rilanciate tuttavia in modo acritico da siti, forum e blog complottisti in tutto il mondo. Si legge qui che l’asteroide sarebbe più grande di quanto sostenuto dalla NASA, con un diametro intorno ai 2,2 km, e che la collisione con la Terra rilascerebbe un’energia pari a quella di 3000 bombe nucleari, scatenando enormi tsunami e provocando la sparizione di intere città. “E questo è solo un assaggio dei danni che Nibiru causerà quando arriverà qui”, afferma Zakharovich. “La NASA probabilmente conosce la zona d’impatto. Io no. Siamo tutti in pericolo”. È degno di considerazione il fatto che, in un’epoca in tutti sono rintracciabili attraverso una ricerca su Google, di Zakharovich non si abbia alcuna notizia prima di quest’anno, il che lascia credere che si tratti di un anonimo utente di Internet impegnato nella diffusione di bufale apocalittiche.

L’interesse per il “caso Nibiru” aveva raggiunto l’apice intorno al 2012, poiché molti sostenitori di teorie catastrofiste avevano suggerito un legame tra il pianeta X di Sitchin e la presunta profezia Maya sulla fine del mondo; la storia è tornata in auge negli ultimi mesi grazie al rinnovato interesse degli astronomi (quelli veri) per un possibile Pianeta X con una massa dieci volte quella della Terra che si nasconderebbe ai confini estremi del Sistema Solare, la cui esistenza è stata dedotta dall’analisi delle orbite fortemente perturbate di alcuni oggetti della fascia di Kuiper. Immediatamente, la notizia della possibile esistenza di un pianeta finora sconosciuto è stata fatta propria dai sostenitori delle tesi catastrofiste per rilanciare la teoria di Nibiru e collegarla a quella di Nemesis, il nome attribuito nei primi anni Ottanta a una possibile stella compagna del Sole considerata responsabile delle periodiche estinzioni di massa sulla Terra, la cui esistenza è stata successivamente smentita dalle osservazioni. Ma, come sottolinea un articolo della NASA dedicato alla storia del pianeta X, questa scoperta non ha nulla a che fare con Nibiru: “Secondo i calcoli degli astronomi del Caltech, il pianeta non dovrebbe avvicinarsi mai a più di circa 200 volte la distanza tra la Terra e il Sole”. E questo chiude la storia, perlomeno per quelli che credono più ai calcoli degli astronomi veri che di quelli autodefinitisi tali.

Immagine di Colin Behrens da Pixabay

Roberto Paura

Laurea in Relazioni Internazionali, dottorato in Fisica con specializzazione in comunicazione della scienza, è giornalista scientifico e culturale per diverse testate, ha lavorato alla Città della Scienza di Napoli ed è stato borsista dell'INFN. Dal 2013 è presidente dell'Italian Institute for the Future. Dal 2019 è coordinatore del CICAP Campania. Il suo ultimo libro è "Società segrete, poteri occulti e complotti. Una storia lunga mille anni" (2021).

Un pensiero su “L’asteroide del 25 febbraio e il ritorno di Nibiru

  • “È degno di considerazione il fatto che, in un’epoca in tutti sono rintracciabili attraverso una ricerca su Google, di Zakharovich non si abbia alcuna notizia prima di quest’anno, il che lascia credere che si tratti di un anonimo utente di Internet impegnato nella diffusione di bufale apocalittiche.”

    Colgo l’occasione per pubblicizzare un’altro degli “attrezzi” utili per la verifica di notizie pseudoscientifiche, in cui viene nominato un sedicente “scienziato” come il presunto astronomo Zakharovich.
    Si tratta di Google Scholar (https://scholar.google.it/), un motore di ricerca per la letteratura scientifica accessibile a tutti (a differenza delle piattaforme Scopus e WebOfScience che sono a pagamento, e accessibili a chi lavora nel mondo accademico).
    Scholar indicizza anche molti più articoli rispetto a Scopus e WebOfScience, comprendendo anche tesi di laurea e dottorato.
    Nel caso di una qualsiasi notizia pseudoscientifica con dichiarazioni attribuite a uno pseudoscienziato, basta inserire il suo nome (meglio iniziali e cognome) e si vede se esiste, e se effettivamente ha pubblicato qualcosa nel settore a cui si riferisce la notizia.
    Nel caso di Zakharovich, appunto, non sembra esistere nessun astronomo con quel nome.

    Poi che un asteroide del genere sia addirittura noto agli astrofili russi, vorrebbe dire che:
    A) sarebbe osservabile dagli astrofili del resto del mondo, quindi impossibile da nascondere;
    B) sarebbe impossibile che TUTTI gli astrofili russi (tra l’altro numerosi, l’astronomia era una passione incoraggiata già sotto l’URSS, e in Russia si producono alcuni ottimi telescopi amatoriali) ma proprio tutti siano coinvolti in una congiura del silenzio e nessuno si sia messo a pubblicare dati su internet (ovvero: come verificare dove si trova esattamente l’asteroide e come calcolarne la presunta traiettoria).

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