16 Aprile 2024
Storia e scetticismo: gli anniversari

Storia e scetticismo: gli anniversari dal 15 al 21 agosto

Siamo soli nell’universo? È proprio in questa settimana che cade l’anniversario della scoperta del “segnale WOW” che creò parecchio scalpore 39 anni fa:

LA PERLA DELLA SETTIMANA

WOW, UN SEGNALE DALLO SPAZIO! Il 15 agosto 1977, alla Ohio Wesleyan University, il radiotelescopio Big Ear (“grande orecchio”) riceve un segnale anomalo; ci vorrà qualche giorno perché l’astronomo Jerry R. Ehman, volontario del progetto SETI per la ricerca di forme di vita intelligenti nello spazio, verificando i tabulati, noti che, alle 19:16 dell’ora locale (in Italia è già il 16 agosto), corrisponde la registrazione di un segnale di altissima intensità a 1420.46 MHz, della durata complessiva di 72 secondi. Big Ear, al tempo della registrazione, non è ancora dotato di un sistema di correzione della declinazione (basandosi semplicemente sulla rotazione del pianeta) e, al momento della ricezione del segnale, è in grado di registrare un segnale da una singola fonte spaziale proprio per un massimo di 72 secondi; la frequenza del segnale, per giunta, è vicinissima a quella i fisici Giuseppe Cocconi e Philip Morrison hanno definito negli anni ‘50 come “ideale” per la ricerca di forme di vita intelligenti extraterrestri.

Copia del tabulato originale del segnale WOW. Le lettere e i numeri non corrispondono al segnale, ma all’indicazione della sua intensità. Credit: Big Ear Radio Observatory and North American AstroPhysical Observatory (NAAPO)
Copia del tabulato originale del segnale WOW. Le lettere e i numeri non corrispondono al segnale, ma all’indicazione della sua intensità. Credit: Big Ear Radio Observatory and North American AstroPhysical Observatory (NAAPO)

Sarà lo stesso Ehman, esaltato dalla scoperta, a cerchiare il riferimento della registrazione sul tabulato e di annotarvi un “WOW” a fianco; nonostante la conseguente ricerca ossessiva di ulteriori rilevazioni, nessun altro segnale equivalente farà seguito al segnale WOW. L’origine del segnale è ancora sconosciuta, ma si presume si tratti di un artefatto o di un evento naturale, una risposta non esauriente per chi vuole credere che sia la prova dell’esistenza di una civiltà extraterrestre.

(ALTRI) COMPLOTTI E MISTERI

ROANOKE, LA COLONIA PERDUTA. Il 18 agosto del 1590, John White, governatore della colonia di Roanoke (voluta in quella che sarà un’isola dell’attuale Carolina del Nord da Sir Walter Raleigh e fondata il 17 agosto del 1585, la prima sotto al controllo della Corona Inglese), torna dall’Inghilterra sulle coste del nuovo mondo. Alla ricerca di rifornimenti per i suoi uomini, ha lasciato la colonia da ben tre anni, ritardato prima da gravi incidenti nel viaggio verso l’Europa, bloccato in Inghilterra per l’assenza di navi a causa della guerra con la Spagna, e infine perché depredato da pirati francesi e rallentato dalle condizioni marittime avverse. Al suo rientro in America – dopo aver perso, a causa del maltempo, sette uomini nelle procedure di sbarco – trova Roanoke completamente deserta; già una prima volta, nel 1587, gli abitanti dell’insediamento erano rimasti tutti uccisi, probabilmente a causa di faide con le tribù circostanti di nativi americani. Questa seconda volta, tuttavia, non solo gli edifici sono stati abbattuti, ma non esiste alcuna traccia di vittime – neanche le misere ossa trovate a seguito del primo spopolamento; intagliata su una tavola di legno, però, spicca la parola “CROATOAN”, il nome di una tribù nativa di un’isola circostante. White, deciso a trovare i coloni perduti – fra cui la figlia e la nipote, prima inglese nata sul nuovo continente – parte alla ricerca dell’isola, ma resta bloccato dalle condizioni metereologiche sempre più proibitive; sarà costretto a rientrare in Inghilterra, lasciando ogni speranza di ritrovare la famiglia e gli altri coloni. Gli abitanti della “colonia perduta” di Roanoke non saranno mai più ritrovati, alimentando la leggenda di una maledizione.

NIXON E LE RISERVE AUREE

Il 15 agosto del 1971, il presidente statunitense Richard Nixon annuncia l’abolizione della convertibilità del dollaro in oro, facendo migrare gli USA, e conseguentemente tutti paesi del G-10 (Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia e Svizzera, vincolati dagli accordi di Bretton Woods) dal sistema aureo a quello fluttuante. Questo avvenimento – originato dal forte aumento della spesa pubblica e dei debiti nazionali (anche per la guerra in Vietnam) e dalla sempre più diffusa pretesa straniera di riscattare in oro il valore dei dollari posseduti – è spesso citato, da molti sostenitori del complotto bancario del signoraggio, fra le prove certe di una truffa finanziaria ai danni dei cittadini di vari stati del mondo. Nella realtà, rappresenta invece l’origine dell’attuale mercato dei cambi monetari, dato che, dalla fine della seconda guerra mondiale, gli accordi di Bretton Woods regolamentavano entro stretti margini il valore di cambio con il dollaro.

ANIMALI NELLO SPAZIO

La capsula Korabl-Sputnik 2 e il corpo impagliato di Strelka. Wikimedia.org/Pretenderrs/CC-BY-SA-3.0
La capsula Korabl-Sputnik 2 e il corpo impagliato di Strelka. Foto di Pretenderrs, da Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 3.0

CANI ASTRONAUTI. Il 19 agosto del 1960, un vettore Vostok 1K decolla dal Cosmodromo di Baikonur, nell’attuale Kazakistan; a bordo della missione “Korabl-Sputnik 2” (in occidente inspiegabilmente conosciuta come Sputnik 5), in appositi compartimenti, ci sono una selezione di piante e funghi, alcuni insetti, due ratti, decine di topolini, un coniglio e, soprattutto, le due cagnoline Belka e Strelka. Meno di tre anni prima (nel novembre del 1957), la piccola Laika era morta a qualche ora dalla partenza, dopo una terribile agonia; tutto “l’equipaggio” della Korabl-Sputnik 2 rientrerà a terra sano e salvo il giorno successivo al lancio, il 20 agosto 1960. Belka, nel 1961, darà anche alla luce dei cagnolini, uno dei quali – Pushinka – sarà donato da Nikita Khrushchev a Caroline Kennedy come segno di distensione.

DÉBÂCLE ED EPIC FAIL

LA CADUTA DEL PALADINO. Pirenei, 15 agosto del 778; l’esercito del trentaseienne Carlo Magno, di rientro da una spedizione contro i Saraceni, viene assalito da guerriglieri Baschi. Colta di sorpresa, la formazione viene colpita duramente nelle retrovie, dove si trovano alcuni nobili; fra questi, secondo Eginardo – biografo del futuro Imperatore del Sacro Romano Impero – c’è il prefetto di Gran Bretagna Hruodlandus. Questa vicenda diventerà la più importante (e più antica conosciuta) Chanson de Geste, il genere letterario epico in voga in particolare nel nord della Francia dal XI al XIII secolo: nella finzione narrativa (scritta forse dal monaco Turoldo), il Paladino Rolando cadrà eroicamente, vittima dei Saraceni per difendere il suo re (e zio) Carlo al passo di Roncisvalle:

“Lo sente Orlando che la morte l’afferra,
giù dalla testa fin sul cuore gli scende.
Fin sotto un pino se n’è andato correndo,
sull’erba verde ci si è accanto disteso,
la spada e il corno sotto sé si mette.
Volta ha la testa alla pagana gente,
e così ha fatto perché vuole davvero
che dica Carlo e con lui la sua gente
che morì il nobile conte da vincitore”

La copertina del Le Petit Parisien del 14 dicembre 1913, con la scoperta del colpevole del furto della Gioconda. Da notare il nome di Peruggia, riportato errato. Immagine di pubblico dominio.
La copertina del Le Petit Parisien del 14 dicembre 1913, con la scoperta del colpevole del furto della Gioconda. Da notare il nome di Peruggia, riportato errato. Immagine di pubblico dominio, source gallica.bnf.fr / BnF.

LA GIOCONDA AI SUOI PROPRIETARI! È il 21 agosto del 1911 che la celebre Monna Lisa di Leonardo da Vinci, conservata al Louvre, sparisce misteriosamente; le indagini della polizia portano all’arresto del poeta Guillame Apollinaire e persino di Pablo Picasso, che si riveleranno completamente estranei ai fatti. Due anni dopo, il colpevole sarà smascherato: Vincenzo Perruggia, un dipendente italiano del rinomato museo, sarà arrestato nel tentativo di vendere l’opera agli Uffizi di Firenze. Il Perruggia è forse davvero spinto da motivazioni patriottistiche (come dichiarerà alla polizia), per riportare in Italia le opere sottratte da Napoleone, ma è certo che i complici che saranno identificati più tardi si dimostreranno spinti da mera speculazione economica. Il più famoso quadro al mondo tornerà alla sua sede definitiva nel gennaio del 1914; il paradosso della vicenda è che  è stato lo stesso Leonardo, e non Napoleone, a portare il dipinto in Francia, dove peraltro l’ha ultimato.

LE RICORRENZE DA NON DIMENTICARE

Una piccola porzione del pubblico di Woodstock nel giorno di apertura dell’evento. Foto di Derek Redmond and Paul Campbell/CC BY-SA 3.0
Una piccola porzione del pubblico di Woodstock nel giorno di apertura dell’evento. Foto di Derek Redmond e Paul Campbell, da Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 3.0

Cade proprio a ferragosto, il 15 agosto 1969, l’anniversario dell’apertura del mitico concerto di Woodstock: l’evento, della durata prevista di tre giorni, ma della finale di quattro (dal venerdì al lunedì) raccoglie oltre 400.000 persone davanti al palco di 32 performance del calibro, fra gli altri, di Santana, Creedence Clearwater Revival, Janis Joplin, The Who, Joe Cocker, e soprattutto Jimi Hendrix, il più pagato fra tutti i musicisti sul palco (più di 30.000$, l’equivalente di circa 200.000$ oggi), che chiude la celebre kermesse. La peculiarità meno conosciuta dell’evento è forse il fatto che… non è avvenuto a Woodstock, ma 70 chilometri più a sud, in un enorme spiazzo della città di Bethel: gli abitanti della città prevista si opposero duramente, e quelli della destinazione definitiva, nonostante le proteste, furono costretti ad accettare un evento dalla partecipazione massima di 50.000 persone. Poco meno di quelle effettive, in effetti. Dieci anni prima di Woodstock, il 17 agosto 1959, è uscito Kind of Blue, il disco di Miles Davis in vetta alla classifica del più venduto nella storia del Jazz, e ancora un anno prima – il 18 agosto 1959 – il romanzo di Nabokov, Lolita, pubblicato quel giorno negli USA, ha stupefatto e scandalizzato gli animi di molti statunitensi. Per le menti più candide, tuttavia, è una data chiave il 17 agosto del 1908: a Parigi viene mostrato Fantasmagorie di Émile Cohl, il primo cartone animato mai realizzato nella storia. Oggi opera d’arte di dominio pubblico, lo mostriamo qui:

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