18 Aprile 2024
Storia e scetticismo: gli anniversari

Storia e scetticismo: gli anniversari della settimana dal 8 al 14 agosto

Nella settimana che ricorda la devastazione di Nagasaki il 9 agosto 1945, sganciata dal “Bockscar”, un B-29 Superfortress come lo stesso bombardiere “Enola Gay” che portò alla distruzione di Hiroshima, raccontiamo qualche altra ricorrenza degna di attenzione:

COMPLOTTI E LEGGENDE

L’11 agosto del 3114 a.C. è il giorno che la maggioranza degli storici (pur con qualche voce discordante) considera come il primo del Lungo Computo, l’articolato metodo di calcolo del passaggio del tempo che ha scandito l’esistenza del popolo Maya. Basato su un complesso sistema a base 13, 18 e 20, porta a completare un intero ciclo di calcolo in esattamente 1.872.000 giorni; calcolandoli a partire dalla data di inizio, si arriva al 21 dicembre 2012, che ricorda il panico nell’ambiente New Age per l’approssimarsi della fine del mondo – un po’ come se, ogni anno, temessimo l’avvento del Capodanno). Sconfitto definitivamente nel XVII secolo dai conquistadores, questo incredibile popolo dell’America centrale ha lasciato numerose tracce di sé, vantando una storia lunga quasi quattro millenni, incluso il ben noto sepolcro di Pakal il Grande. La lastra del sarcofago di questo re Maya ha stimolato la fantasia di autori quali Erich von Däniken, teorico degli “antichi astronauti” e sostenitore della presenza di navi spaziali nella civiltà Maya nel suo primo bestseller “Chariots of the Gods?” (che sarà seguito da altri successi dal medesimo tenore pseudoscientifico).

La tomba di Otto Witte, con l’incisione EHEM.KÖNIG V.ALBANIEN, presso il cimitero di Ohlsdorf (Amburgo) – Foto di Lumu, CC BY-SA 3.0
La tomba di Otto Witte, con l’incisione EHEM.KÖNIG V.ALBANIEN, presso il cimitero di Ohlsdorf (Amburgo) – Foto di Lumu, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0

Se von Däniken basa le sue teorie sulla sua (scarsa) competenza archeologica, più complessa è la storia del tedesco Otto Witte, un acrobata circense che il 13 agosto 1913 si fa incoronare re d’Albania, fingendosi il vero aspirante al trono Halime Eddine, nipote del sultano Ottomano Abdul Hamid II (il mandante del massacro degli armeni tuttora non riconosciuto dal governo turco); di certo in questa storia, però, c’è solo il sultano (e la sua barbarica nomea): il resto è incerto e incredibile. Per cominciare, nei documenti dell’epoca non esiste alcun Halime Eddine, ma solo un Burhan Eddine, figlio di Hamid II, e la data dell’incoronazione è stata ritrattata nel tempo per allinearsi ai fatti storici reali; in Germania però alla sua testimonianza viene in qualche modo dato credito, e le autorità concedono a Otto di indicare sui documenti di identità lo pseudonimo ehemaliger König von Albanien, “Ex Re d’Albania”. Witte morirà il 13 agosto 1958, questa sì una data certa, e sulla sua lapide sarà inciso lo stesso pseudonimo.

DÉBÂCLE ED EPIC FAIL

Leandro Izaguirre, “El suplicio de Cuauhtémoc”, 1892. Olio su tela – Museo Nacional de Arte, www.munal.com.mx.
Leandro Izaguirre, “El suplicio de Cuauhtémoc”, 1892. Olio su tela – Museo Nacional de Arte (da Wikimedia Commons, pubblico dominio)

I conquistadores hanno causato ben più danni della sola caduta dei regni Maya; il 13 agosto 1521, dopo due mesi e mezzo di assedio, la capitale Azteca di Tenochtitlan, guidata da Cuauhtémoc, cade alle forze comandate da Hernán Cortés, che prenderà in ostaggio il re, lo porterà con sé nel suo viaggio di conquista nel centro America, e lo condannerà a morte per impiccagione – secondo la leggenda, dopo averlo più volte torturato per estorcergli il luogo in cui si trova il leggendario tesoro di Montezuma. Più di due secoli e mezzo più tardi, il 12 agosto 1883, muore nello zoo di Amsterdam l’ultimo esemplare del quagga, una zebra sudafricana sterminata dai coloni olandesi nel 1878 e sopravvissuta in cattività per soli altri 5 anni. Restano oggi solo 23 pelli dell’animale e una fotografia (oltre ad alcune illustrazioni), sufficienti al Quagga Project per studiarne il DNA e tentare di ricostruirne l’aspetto originario attraverso gli incroci con le parenti zebre di pianura. Ben diversa perdita è quella nel porto di Stoccolma il 10 agosto del 1628: Gustavo II Adolfo Vasa di Svezia ha chiesto che sia varata una nave che sottolinei l’ambizione della corona svedese; viene quindi progettato un galeone da 64 bocche di fuoco in bronzo, uno dei più potenti mezzi navali dell’epoca, riccamente e preziosamente decorato. L’ambizione della corona svedese non tiene però conto dell’enorme peso di armi e decorazioni, che rendono la nave estremamente instabile; dietro le pressioni del re (che ha partecipato direttamente alla progettazione) la nave viene varata nonostante le perplessità degli ufficiali e – percorso meno di un miglio – il Regalskeppet (“nave di Sua Maestà”) Vasa, al primo colpo di vento, imbarca acqua dai boccaporti inferiori e si inabissa nel fondo del mare. Sarà riportata alla superficie nel 1961 e restaurata per essere esposta in un museo dedicato a Stoccolma.

STORIA E TECNOLOGIA

Il viaggio della spedizione di Magellano intorno al globo – Elaborazione di Diablos86 su immagine di Knutux, CC BY-SA 3.0
Il viaggio della spedizione di Magellano intorno al globo – Elaborazione di Diablos86 per Wikipedia, su immagine di Knutux, CC BY-SA 3.0

Due anni prima dell’assedio di Tenochtitlan e dall’altra parte del mondo, a Siviglia, cinque navi si allontanano il 10 agosto 1519 dal porto fluviale, per una missione estremamente ambiziosa: circumnavigare il globo. L’idea è del portoghese Ferdinando Magellano, alla ricerca di una via più breve per l’Asia rispetto a quella intorno all’Africa; il navigatore ha chiesto aiuto al re di spagna Carlo V, che finanzia le navi e permette di arruolare 237 uomini. La spedizione raggiungerà rapidamente il mare e farà scalo a Sanlúcar de Barrameda, sempre in Spagna, da cui ripartirà il 20 settembre alla volta dell’ignoto. Raggiunto il Sud America, Magellano (rimasto con tre navi, avendone persa una per un naufragio e un’altra per ammutinamento) scoprirà nel novembre dell’anno successivo lo stretto che da lui prenderà il nome; il suo sogno si spegnerà nel marzo del 1521, quando – durante un assalto contro una tribù filippina ostile, nel tentativo di cristianizzarla (sic) – sarà colpito a morte da una lancia di bambù. Prenderà il testimone della spedizione il suo secondo Juan Sebastián Elcano, che tornerà in Spagna nel settembre 1522 con una sola nave e 17 uomini – malconci – della spedizione originale, ma completando la missione con successo. A raccontare le vicende dell’intero viaggio c’è il nobile vicentino Antonio Pigafetta, autore della “Relazione del primo viaggio intorno al mondo”.

Se il primo viaggio intorno al mondo rappresenta una delle più spettacolari conquiste umane, di indimenticabile valore è l’inaugurazione, il 10 agosto 1793, del Museo del Louvre, per volontà dell’Assemblea Nazionale Costituente, nata a seguito della rivoluzione francese; costituito anche di opere d’arte confiscate alla chiesa e agli “émigré” (i fuggiaschi membri della corte di Luigi XVI che lasciarono indietro numerose opere d’arte), venne aperto con il nome di Muséum central des arts de la République, ed è oggi il museo di gran lunga più visitato al mondo, con quasi 10.000.000 di presenze all’anno. Dietro di lui, il Metropolitan Museum di New York supera di poco i 6.000.000 di visitatori l’anno.

RICORRENZE DA NON PERDERE

L’8 agosto 1969 nasce una delle immagini più famose della storia della musica; un amico di Yoko Ono e John Lennon, il fotografo freelance Iain Macmillan, segue le indicazioni di Paul McCartney per uno scatto alla formazione dei Beatles sull’attraversamento pedonale dell’incrocio tra Abbey Road e Alexandra Road. La foto, scattata con una Hasselblad e un obiettivo 50 mm., sarà la più famosa dei Fab Four e una delle più indimenticabili copertine della storia della musica, prevedibilmente inclusa nella teoria del complotto sul supposto “Faul” McCartney: il celebre bassista è infatti l’unico rappresentato a piedi scalzi, e nello scatto vorrebbe suggerire ai fan che lui è solo un impostore, e che il vero Paul è morto. Improbabili, invece, le teorie del complotto su Bambi (forse…), il quinto lungometraggio di Walt Disney, mostrato per la prima volta il 13 agosto 1942; è stupefacente pensare che la prima di quello che oggi consideriamo un capolavoro è stata un insuccesso finanziario – anche per via della guerra mondiale – e di critica, soprattutto a causa del rapporto conflittuale tra animali e uomini (nel quale questi ultimi sono i malvagi), portando a numerose recensioni negative e boicottaggi. Il pubblico si prenderà del tempo per apprezzare la pellicola lungimirante, e già nel 1947, con la riedizione post-bellica, la critica comincerà ad acclamarlo. E acclamato fin dal primo momento è stato il controverso The Rocky Horror Picture Show, il musical proiettato per la prima volta il 13 agosto 1975 e oggi ancora nelle sale – un record assoluto di presenza nei palinsesti cinematografici. Il film, diretto da Jim Sharman e tratto da uno spettacolo teatrale di due anni prima, è considerato oggi uno dei lungometraggi più “cult” della storia.

Immagine di apertura di Garik Barseghyan, da Pixabay

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