15 Aprile 2024
Dal mondo

Quella bufala nella prateria

Siamo cresciuti assieme a loro. La sigletta, quel tuttuturu tuttutù, ci fa tornare bambini. Ci abbiamo pianto sopra e per qualche anno della nostra vita gli Ingalls sono stati di famiglia.

Quindi, quando Mary, la bella, biondissima, intelligente, pacata e, diciamocelo pure, un po’ fastidiosetta, sorella di Laura si è ammalata di scarlattina, abbiamo vissuto con l’ansia di quello che le sarebbe successo. Noi lì sul divano di finta pelle a guardare per giorni quella poveretta con una pezza bagnata sulla testa.

Poteva morire. Eravamo pronti alla morte. Lì a Walnut Grove era una strage continua: incendi, animali impazziti, malattie mai sentite, parti complicati. Ma a quello che poi è successo non eravamo mica preparati. Mary ha iniziato a vederci sempre di meno e più la vista si affievoliva più l’angoscia cresceva. Come farò a leggere ancora la Bibbia? Eh, ciccia, la Bibbia non la leggi più, le disse il dottore, perché la scarlattina ti ha provocato dei danni irreversibili e diventerai cieca.

Da lì in avanti è stata lenta e devastante agonia. Ci siamo immedesimati, abbiamo sudato freddo su quel dannato divano pensando a come avremmo reagito noi di fronte a un evento del genere, ne parlavamo con gli amici e speravamo che non ci dovesse mai venire la scarlattina.

Quell’idea lì si è conficcata nella nostra testa.

Ed è rimasta in testa anche alla dottoressa Tarini che nel mezzo del suo internato in pediatria si lascia scappare la cosa con il suo tutor che le risponde un mavalà che la spiazza. Ma come? Si chiede Tarini, quella è una storia vera, Mary Ingalls è esistita e Laura ha riportato ogni attimo della sua vita. Il libro da cui è tratta la serie televisiva racconta per filo e per segno l’andamento della malattia e la progressione della cecità. Come diavolo è possibile che si siano sbagliati?

Da quel momento è iniziato un lungo e meticoloso fact checking durato dieci anni e che ha coinvolto medici, epidemiologi e storici. Tarini e colleghi hanno esaminato manoscritti e lettere, spulciato giornali locali, analizzato le casistiche epidemiologiche sulle correlazioni fra malattie infettive e cecità e alla fine sono giunti a una conclusione, che hanno pubblicato l’altro giorno sulla rivista dell’associazione americana di pediatria: non era scarlattina, ma meningite.

Infatti, risalendo a un manoscritto mai pubblicato di Laura, la scarlattina c’è, ma molti anni prima. Mentre altrove si legge che Mary avrebbe avuto dei forti mal di testa e che poco prima di perdere la vista avrebbe avuto una paresi facciale. In un’altra lettera Laura scriveva alla figlia Rose di una “qualche sorta di malattia spinale”.

Insomma, tutto fa pensare alla meningite, che in casi gravi può causare danni irreversibili ai nervi (anche a quello ottico).

Ma quindi, perché nel libro e nella serie tv si parla di scarlattina? Molto probabilmente, spiegano gli autori del lavoro, quello è un particolare che hanno cambiato gli editor pensando che il pubblico si sarebbe immedesimato di più se avessero usato qualcosa di noto come la scarlattina, piuttosto che una malattia complicata e, fortunatamente, non così diffusa come la meningite.

Eh, grazie cari editor. Lo sapete che siete responsabili di incubi notturni e di ansie genitoriali? Sì perché come spiega la Tarini, ogni volta che le capita di diagnosticare la scarlattina a un bambino vede uno sguardo di terrore negli occhi dei genitori. Uno sguardo che riporta immediatamente alla mente quei giorni passati a sudare freddo su un divano di finta pelle.

E poi dicono che il fact checking non è importante.

Foto di Artur Roman da Pexels

9 pensieri riguardo “Quella bufala nella prateria

  • La scarlattina sembra una delle malattie preferite dagli autori televisivi… molti anni dopo la Casa nella Prateria, ci fu una serie sui ragazzi del Pony Express (non ricordo come si intitolava). Uno dei giovani cavalieri, mi pare Ike, era completamente calvo e muto a causa, sempre, della scarlattina! Ma è possibile una cosa del genere?

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  • Beatrice Mautino, la Dr.ssa Tarini, Paola: solo Voi donne potete perder tempo a guardar robe simili alla TV! Noi, uomini veri, razionali e scientisti, in canottiera, basco e birra, a riguardar per la 5a volta la serie completa di Fantozzi! E su divani di pelle umana, mica in finta pelle come Voi femminucce!

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  • Giusto Aldo,e poi noi leggiamo Query, non la Bibbia.

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  • <i>su divani di pelle umana</i>
    credevo in ginocchio sui ceci…
     

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  • Hai ragione, Paola, per Fantozzi questo e altro.

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  • questo articolo è geniale… Quanto ci ha rovinato la tv…
    ps (Mary stava sulle Balle un po a tutti diciamocelo)

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  • Comunque la Scarlattina, tra gli esiti rari e gravi, ha anche la Meningite dallo stesso streptococco che la provoca e, quindi… Avete paura eh? Correte a vaccinarVi! Ma, intanto, leggete un articolo lungo ma facile facile:
    http://medicinasalute.com/curare/malattia/scarlattina-levoluzione-della/
    Parlando seriamente: cercate di mantenere sano il Vs sistema immunitario e ricordateVi che allegria e ottimismo lo potenziano più degli Antiossidanti e della Papaya.

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  • Secondo Wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/Mary_Ingalls la malattia di Mary fu inizialmente diagnosticata come scarlattina (non dimentichiamoci che si tratta della diagnosi di un medico di metà ‘800, nel Far West) ma da studi recentemente fatti, probabilmente da qualcuno che non aveva di meglio da fare, risulterebbe essere meningoencefalite.
    Ricordo inoltre un altro episodio spassoso nella stessa serie: anni dopo Mary sposa un compagno di corso alla scuola per ciechi (licenza “poetica” degli autori perchè invece risulta che non si sposò mai). Un paio di mesi dopo la ragazza è incinta ma, per non farsi mancare nulla, abortisce; il suocero chiede al medico che l’ha assistita, con tono accorato: “Era un maschio, vero?” e quello fa segno di sì.
    Come avesse fatto a stabilirlo, visto che si trattava ancora di un embrione e l’amniocentesi era di là da venire, solo gli autori della serie lo sanno…

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  • Mi rendo conto di aver usato una frase infelice: quando ho parlato di persone che non hanno di meglio da fare, non intendevo certo gli autori dello sbufalamento ma bensì quelli che hanno sprecato (secondo me) il loro tempo a individuare la malattia di cui soffriva un personaggio, in fondo, di ben poca importanza storica e letteraria.

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