25 Aprile 2024
Approfondimenti

Cellulari vietati a scuola: esistono prove di effetti nocivi sugli studenti?

di Silvano Fuso

Lo scorso 19 dicembre il ministro dell’Istruzione e Merito (secondo la nuova denominazione) Giuseppe Valditara ha inviato a tutte le scuole d’Italia una circolare1 con oggetto “Indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici in classe”. Nel documento, richiamando normative preesistenti, si sottolinea il divieto di utilizzo in classe di telefoni cellulari, se non per finalità inclusive, didattiche e formative. 

La questione non è nuova e periodicamente riaffiora nel dibattito pubblico. Ci eravamo già occupati anche noi dell’argomento, oltre quattro anni fa2. La circolare ha suscitato una vasta eco di commenti sui media anche se, di fatto, essa non aggiunge nulla di nuovo sul piano normativo. La cosa che invece è interessante, ma che è stata sostanzialmente ignorata, è il seguente passaggio:

Al riguardo si allega, altresì, la relazione finale dell’indagine conoscitiva della 7ª Commissione Permanente del Senato della Repubblica “sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento” (All.1), della XVIII Legislatura: il documento evidenzia gli effetti dannosi derivanti dal perdurante uso di telefoni cellulari, tra cui, perdita di capacità di concentrazione, di memoria, di spirito critico, di adattabilità, di capacità dialettica.

La relazione a cui il ministro fa riferimento è stata redatta dalla suddetta Commissione nella seduta del 9 giugno 2021, quindi nella precedente legislatura, porta la firma dell’ex senatore Andrea Cangini ed è visionabile sul sito del Senato3. Cangini è un giornalista. Alle elezioni politiche del 2018 è stato eletto al Senato della Repubblica nelle liste di Forza Italia. In seguito è divenuto capogruppo di Forza Italia nella VII Commissione Istruzione Pubblica e Beni culturali e in tale veste è stato relatore del documento indicato dal ministro Valditara. Il 20 luglio 2022 ha votato la fiducia al Governo Draghi, in dissenso dal suo partito. Il giorno dopo ha lasciato Forza Italia e il 22 luglio ha aderito ad Azione. Alle elezioni politiche del 25 settembre è stato candidato per il Senato ma non è stato rieletto.

Oltre ad aver firmato la relazione della VII commissione, molto critica contro l’uso dei dispositivi elettronici, Cangini ha intrapreso a livello personale una vera crociata contro smartphone, dispositivi elettronici e videogiochi. Ha pubblicato un libro dal titolo Cocaweb. Una generazione da salvare, che è stato da lui stesso pubblicizzato in una diretta su Rai1 nel marzo 20214. Il titolo Cocaweb si riferisce al fatto che, secondo l’autore, la dipendenza dall’uso di dispositivi elettronici non è diversa da quella nei confronti della cocaina5. Concetto espressamente ribadito anche nel documento della VII Commissione, inviato da Valditara alle scuole italiane. In esso, infatti, si legge:

[…] Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche.

Possono sicuramente esistere alcuni casi circoscritti di problemi legati all’uso eccessivo di cellulari, ma questo non riguarda solo gli studenti: basta osservare una qualunque seduta parlamentare! Quelle della relazione sono comunque affermazioni piuttosto gratuite e non supportate da evidenze scientifiche. A proposito delle quali nel documento si legge:

È quanto sostengono, ciascuno dal proprio punto di vista «scienti fico», la maggior parte dei neurologi, degli psichiatri, degli psicologi, dei pedagogisti, dei grafologi, degli esponenti delle Forze dell’ordine auditi. Un quadro oggettivamente allarmante, anche perché evidentemente destinato a peggiorare.

Già il riferimento ai grafologi6 e agli esponenti delle forze dell’ordine fa nascere qualche dubbio sulla scientificità delle fonti cui il documento si ispira. Inoltre dubitiamo seriamente che la maggior parte del mondo scientifico sia d’accordo con le affermazioni di Cangini. Non mancano lavori che mettono seriamente in dubbio l’esistenza di una dipendenza da cellulari7. In una lettera aperta, stilata su iniziativa della psicoterapeuta Viola Nicolucci, del giornalista Mario Petillo e dell’esperto di videogiochi Francesco Toniolo, si legge ad esempio:

Le informazioni trasmesse peccano di eccessiva generalizzazione, non vengono presentati dati.

[…] Il panico finisce così per stigmatizzare i videogiochi e presentare i giovani descritti come vittime passive, dipendenti e incapaci di autodeterminarsi. […] Il panico nasce da una disconnessione tra generazioni, dove chi è nato prima definisce le proprie esperienze come misura del bene e del male.

[…] Il gaming problematico è una condizione che interessa circa il 3% della popolazione mondiale. La ricerca8 ha dimostrato che l’abuso di gaming è provocato da una frustrazione di bisogni motivazionali (competenza, autonomia, socializzazione) all’interno del contesto sociale, familiare o nel gruppo dei pari. I videogiochi non sono dunque la causa, ma rappresentano uno strumento di compensazione in caso di disagio. Eliminare il gaming dalla vita di chi abusa senza cercare di capire la radice del problema aumenta il rischio che quel disagio irrisolto trovi semplicemente altre forme di espressione9.

È infine piuttosto singolare che nel documento non vi sia un solo preciso riferimento a qualche studio scientifico: il tutto è esposto in chiave discorsiva, all’insegna del “si dice che” e con una superficialità e una approssimazione sicuramente non degne dell’istituzione che lo ha prodotto.

La letteratura sull’argomento esiste ed è piuttosto vasta. Essa però spesso ha dato origine a interpretazioni contrastanti. Si tratta quindi di un tema la cui complessità e delicatezza contrasta con le apodittiche certezze espresse dal documento della Commissione parlamentare. È sicuramente giusto che chi riveste importanti ruoli istituzionali nel campo dell’istruzione se ne occupi. Sarebbe però auspicabile una maggiore cautela e una minore carica pregiudiziale.

Nel documento parlamentare e nelle iniziative personali di Cangini emerge invece un evidente pregiudizio negativo nei confronti delle nuove tecnologie e dell’uso che i giovani ne farebbero. Considerando, oltretutto, questi ultimi come se fossero del tutto incapaci di scelte responsabili. Non è la prima volta che questo succede. Anche in passato alcune nuove tecnologie hanno suscitato forti reazioni emotive negative. 

Molti magari non se lo ricordano, ma persino un dispositivo che oggi consideriamo quasi banale, la TV a colori, nel nostro paese incontrò notevoli opposizioni, puramente ideologiche. Nacquero persino comitati che ne denunciavano i gravi pericoli per chi li costruiva, per chi li installava e, naturalmente, per gli spettatori. Secondo qualcuno la TV a colori avrebbe rovinato la nostra esistenza. Vi furono addirittura magistrati che aprirono indagini, con relativo sequestro di apparecchi televisivi campione. Il risultato di tutto ciò fu un ritardo di quasi 10 anni rispetto agli altri paesi europei per avere finalmente un regolare servizio di trasmissioni a colori. Qualcosa di simile sta accadendo oggi per la tecnologia telefonica 5G, e si potrebbero citare tanti altri esempi (ricordiamo che Platone fu addirittura un agguerrito critico della scrittura!).

Niente di nuovo sotto il sole, quindi. È bene vigilare, contrastare ogni forma di dipendenza e preoccuparsi della salute fisica e mentale dei nostri giovani. Come al solito però, bisognerebbe farlo in modo razionale, basandosi sui dati concreti e attendibili, lasciando da parte qualsiasi pregiudizio ideologico e moralistico e soprattutto evitando di cavalcare facili ondate emotive, con la speranza di ottenere altrettanto facili consensi.

Note

  1. https://www.scuolainforma.it/wp-content/uploads/2022/12/m_pi.AOOGABMI.REGISTRO-UFFICIALEU.0107190.19-12-2022.pdf;
  2. S. Fuso, “Smartphone sì, smartphone no”, Query n. 35, autunno 2018: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=278870;
  3. https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1299729.pdf;
  4. Si veda il sito: https://cocaweb.it/;
  5. Il riferimento alla cocaina deriva da commento volante ripreso dall’Independent di qualche anno fa, non da un lavoro scientifico. Si veda: https://tinyurl.com/3keju3f8. Un lavoro in cui si analizza il problema della dipendenza da cellulari è il seguente: J. Horvath, C. Mundinger, M.M. Schmitgen, N.D. Wolf, F. Sambataro, D. Hirjak, K.M. Kubera, J. Koenig, R.C. Wolf, “Structural and functional correlates of smartphone addiction”, Journal of Behavioral Addictions, 105, 2020, https://doi.org/10.1016/j.addbeh.2020.106334
  6. Sulla dubbia scientificità della grafologia si veda: M. Rampin, “Grafologia: scienza o pseudoscienza?”, Scienza & Paranormale N. 55, maggio/giugno 2004: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=101838; S. Della Sala, “Unjustified tribute of graphology”, The International Journal of Clinical Practice, 64(5), 661, 2010; B.L. Beyerstein, “Graphology – a total write-off” in S. Della Sala (Ed.) Tall tales about the Mind and Brain. Oxford University Press, 2007 (Cap. 16, pp. 233-270): https://doi.org/10.1093/acprof:oso/9780198568773.003.0017;
  7. T. Panova, X. Carbonell, “Is smartphone addiction really an addiction?”,  Journal of Behavioral Addictions 7(2), 252-259, 2018: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29895183/;
  8. https://peerj.com/articles/3838/;
  9. https://www.psicheofficial.com/post/aggiornamento-sul-caso-cocaweb-la-risposta-degli-esperti.

Fotografia di RODNAE Productions (Pexels)

2 pensieri riguardo “Cellulari vietati a scuola: esistono prove di effetti nocivi sugli studenti?

  • Esempio: l’ Automobile e, più in generale, il trasporto di uomini e merci su strada mediante veicoli motorizzati. Ormai sono 120 anni buoni che la studiamo. Non vi è dubbio alcuno che abbia fatto dei morti e continui a farne, in incidenti ed inquinamento. Ma anche chi vuole suicidarsi ha avuto nuove e comode possibilità, oltre agli attentatori. Non Vi è dubbio alcuno che abbia diminuito le nostre capacità di camminare e trasportare pesi. Non vi è dubbio alcuno che abbia provocato un aumento delle malattie alla colonna vertebrale. E, cosa che i nemici dell’ Auto della prima ora non prevedevano, ha facilitato sia gli adultéri nei coniugati che i rapporti sessuali prematrimoniali nei giovani, cambiando i nostri costumi in tanti campi. Una rivoluzione più pesante di quella Francese e di quella d’ Ottobre messe insieme. Siamo arrivati a taglieggiare quei criminali degli Automobilisti con tasse e multe di ogni tipo e a vietarne l’ uso in aree vaste, sia urbanizzate che naturali. Ma nessuno si sogna di porre divieti assoluti, ovvero di criticarne l’ “anima”.

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  • Parlo da docente di scuola superiore, e posso testimoniare di persona l’effetto deleterio che l’uso dei cellulari in classe ha sui miei alunni, sul calo di attenzione in classe, sulla riduzione di memoria, di spirito critico e capacità dialettiche… senza nessun bisogno di studi che oramai sappiamo tutti come vengono condotti.
    Già il solo digitare un testo su una tastiera invece che prendere appunti manualmente comporta un notevole calo di comprensione dello stesso.
    Sarei infine curioso di conoscere i danni sui tessuti cerebrali causati dall’esposizione continua di queste onde, senza nemmeno considerare le radiazioni del 5g.
    Qualche studio vero intendo, non quelli commissionati ad hoc atti solo a tranquillizzare il popolino.

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