25 Aprile 2024
Dal mondo

Carlo III: pseudoscienze da re

Articolo pubblicato originariamente su MicroMega. Si ringrazia la rivista per il permesso di ripubblicazione.

L’8 settembre 2022, immediatamente dopo la morte della madre, regina Elisabetta II, Charles Philip Arthur George, già principe di Galles, è diventato re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth, con il nome di Carlo III. La prima proclamazione ufficiale è avvenuta il 10 settembre, poi ne sono seguite altre e l’incoronazione avverrà nei prossimi mesi.

Se sarà un sovrano illuminato lo giudicherà la storia. Al momento però possiamo dire con assoluta certezza che non sarà un sovrano illuminista. Questo perché è stato lui stesso a dichiararlo, nel febbraio 2010, in occasione della conferenza annuale della Prince’s Foundation for the Built Environment, tenutasi presso il St James’s Palace di Londra. Nel suo intervento alla fondazione, da lui stesso istituita nel 1986, infatti affermò orgogliosamente di essere stato accusato di essere “enemy of the Enlightenment”, ovvero nemico dell’illuminismo. E se si guarda al suo comportamento e alle sue prese di posizione non si può che avere conferma dalla sua totale estraneità ai lumi della ragione.

Sono infatti numerosissime le discipline pseudoscientifiche sostenute e promosse dall’ex principe di Galles e, data la sua notorietà e autorità, possiamo affermare che il suo sostegno a discipline non riconosciute dalla scienza abbia sicuramente contribuito alla diffusione dell’irrazionalità e della superstizione nel mondo.

Un campo dove le tendenze pseudoscientifiche del neosovrano sono particolarmente evidenti è quello medico. Nel 1982, in un discorso tenuto alla British Medical Association, nel 150° anniversario della sua fondazione, espresse pubblicamente per la prima volta la sua simpatia per le cosiddette medicine alternative. Simpatia che ha le sue radici nell’infanzia di Carlo.

La famiglia reale inglese ha infatti una lunga tradizione nell’uso dell’omeopatia. Già Giorgio VI, nonno di Carlo, la utilizzava, addirittura per cercare di curare la propria balbuzie. Si dice anche che un suo cavallo venne da lui battezzato Hypericum. Lo stesso Giorgio VI diede il titolo reale al London Homeopathic Hospital. Anche la figlia Elisabetta II, divenuta regina, ha sempre protetto l’ospedale e nel 2005 ha stanziato 35 milioni di dollari per la sua ricostruzione. La casa reale ha inoltre sempre avuto un omeopata di corte.

Nel 1993 Carlo istituì la Prince’s Foundation for Integrated Health (FIH) con lo scopo di promuovere la medicina complementare e alternativa. In nome del concetto di “salute integrata”, la fondazione esercitò forti pressioni affinché la medicina alternativa venisse inclusa nel Servizio Sanitario Nazionale inglese. Inoltre incoraggiò ripetutamente i medici generici a somministrare preparati a base di erbe e altri trattamenti alternativi ai propri pazienti. Ciò determinò accese reazioni da parte della comunità scientifica, in quanto i trattamenti proposti non hanno mai dimostrato la propria efficacia. [1]

Il 24 giugno 2004, Carlo tenne un discorso agli operatori sanitari riuniti in una conferenza. In tale occasione sostenne con entusiasmo la cosiddetta terapia Gerson, che consiste nel somministrare ai malati di cancro, in alternativa all’efficace chemioterapia, 13 succhi di frutta al giorno, clisteri di caffè e iniezioni settimanali di vitamine. Immancabili, anche questa volta, le proteste della comunità medica. Nel maggio 2006, Carlo ribadì la sua convinzione della necessità di integrare la medicina convenzionale con quella alternativa (in particolare l’omeopatia) in un discorso tenuto alla World Health Assembly (Assemblea mondiale della sanità) tenutasi a Ginevra.

Tra le passioni mediche di Carlo non poteva mancare l’ayurvèda, millenaria medicina tradizionale indiana. I principali trattamenti ayurvedici prevedono esercizi fisici (yoga, tecniche di rilassamento e respirazione profonda), preparati erboristici e prescrizioni alimentari. È inoltre prevista l’aggiunta di metalli alle varie preparazioni (pratica chiamata Rasa shastra). Diversi studi hanno dimostrato l’elevata tossicità di questi metalli che possono rappresentare un grave rischio per i pazienti. Inoltre l’efficacia delle pratiche ayurvediche non è mai stata dimostrata. Ciò nonostante Carlo è un grande sostenitore della medicina indiana e addirittura nell’aprile 2018 ospitò il Primo Ministro indiano Narendra Modi al Science Museum di Londra per promuovere un nuovo Centro di eccellenza ayurvedico, con lo scopo di creare una rete globale di studio su Yoga e Ayurveda.

Naturalmente i sostenitori della medicina ayurvedica sfruttano il sostegno dato loro da Carlo, talvolta diffondendo anche notizie false. Ad esempio, nell’aprile 2020 venne diffusa la notizia secondo la quale Carlo sarebbe guarito dal Covid grazie ai trattamenti ayurvedici cui si sarebbe sottoposto. In realtà, come venne correttamente chiarito dal suo ufficio di Clarence House, l’allora principe guarì grazie ai trattamenti medici suggeriti del National Health System nel Regno Unito.

Nell’aprile 2008 Edzard Ernst, professore di medicina complementare all’Università di Exeter, scrisse una lettera, pubblicata dal Times, in cui sottolineava che le pratiche alternative promosse dalla FIH e da Carlo non avevamo mai ricevuto alcuna dimostrazione di efficacia e potevano in molti casi rappresentare un serio rischio per i pazienti. Un portavoce della FIH rispose rigettando le critiche e difendendo le pratiche alternative, contro ogni evidenza scientifica.

Nello stesso anno Ernst, insieme al divulgatore scientifico Simon Singh, scrisse il libro Trick or Treatment? Alternative Medicine on Trial, [2] in cui viene illustrata la sostanziale mancanza di evidenze per tutti i trattamenti medici alternatici, quali agopuntura, omeopatia, erboristeria, chiropratica e altri. Beffardamente il libro venne dedicato a “S.A.R. il Principe di Galles”. Nell’ultimo capitolo i due autori criticano espressamente le campagne di Carlo a favore dei trattamenti complementari e alternativi.

Nel 1990 Carlo fondò una società chiamata Dukey Originals Limited, il cui scopo era la vendita di prodotti biologici (v. dopo). Successivamente la società, attraverso una partnership con la Waitrose, cambiò il nome in Waitrose Dukey Organic. Tra le altre cose, la Dukey Originals commercializzò anche integratori medici, tra cui una “tintura disintossicante”. Ernst denunciò la società per “sfruttamento finanziario dei più deboli” e per “chiara ciarlataneria” e anche la Advertising Standards Authority (organizzazione di autoregolamentazione del settore pubblicitario nel Regno Unito) e la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency espressero severe critiche. Carlo non esitò a sfruttare tutta la sua autorità per evitare conseguenze legali.

Tuttavia, nell’aprile 2010, un ex funzionario della FIH e sua moglie vennero arrestati per frode e irregolarità contabili. Quattro giorni dopo, la FIH annunciò la sua chiusura, con la giustificazione ufficiale di «aver raggiunto il suo obiettivo chiave di promuovere della salute integrata». Vi furono comunque alcune condanne.

Nel 2010 la FIH rinacque comunque dalle sue ceneri con il nuovo nome di The College of Medicine, di cui Carlo, nel 2019, è diventato patrocinatore. Nello stesso anno l’allora principe di Galles concesse pure il suo patrocinio alla Facoltà di Omeopatia, suscitando ulteriori reazioni da parte della comunità scientifica.

Nel febbraio 2022, Edzard Ernst ha pubblicato un altro libro, questa volta intitolato Charles, The Alternative Prince: An Unauthorised Biography, [3] nel quale vengono ricostruiti 40 anni di passione di Carlo per le medicine alternative, evidenziando ancora una la totale mancanza di evidenze scientifiche in tutto quello che ha cercato di promuovere e sostenere.

Com’è ben noto Re Carlo III ha da sempre una grande sensibilità ambientalista ed ecologista e il suo fervore lo ha portato ad abbracciare anche alcune concezioni agronomiche che, ancora una volta, sono purtroppo prive di evidenze scientifiche.

La sua passione per l’omeopatia si ripercuote anche su alcune convinzioni che ha maturato in campo zootecnico. Un serio problema che la comunità scientifica deve affrontare è quello della resistenza agli antibiotici da parte dei batteri patogeni, che deriva da un cattivo ed eccessivo utilizzo di antibiotici in medicina e in zootecnia. Per Carlo la soluzione è semplice: anziché usare antibiotici si devono usare rimedi omeopatici. È quanto ha dichiarato lo stesso Carlo di fronte niente meno che alla Royal Society, durante un incontro avvenuto nel maggio 2016. Rivolgendosi ai delegati di 20 diverse nazioni e organizzazioni, Carlo spiegò che nella sua azienda agricola, il bestiame (bovini e ovini) viene curato con la disciplina inventata da Christian Samuel Hahnemann (1755-1843) agli inizi dell’ottocento e che, purtroppo, non ha mai dimostrato di avere un’efficacia superiore al semplice placebo [4] (qualcuno dirà che il placebo non vale per gli animali, ma ricordiamo che la loro salute viene comunque valutata dagli umani per i quali il placebo ha effetti sorprendenti). [5]

Nella stessa occasione Carlo dichiarò anche che proprio il problema della resistenza agli antibiotici «è stata una delle ragioni per cui ho convertito la mia agricoltura al biologico oltre 30 anni fa». L’agricoltura biologica e biodinamica sono infatti altre due passioni del neo sovrano.

Dei problemi logici e scientifici che caratterizzano l’agricoltura biologica abbiamo già parlato sulle pagine di MicroMega. Carlo, addirittura, è stato un pioniere nel Regno Unito di questa pratica agricola. Nella sua azienda agricola Duchy Home Farm (tenuta fino al 2020), che si estendeva per 700 ettari all’interno della residenza di Highgrove House nel Gloucestershir (a un paio d’ore da Londra), Carlo, fin dalla metà degli anni ottanta, ha coltivato la terra e allevato il bestiame con i metodi di quella che in inglese viene chiamata organic farm e che noi chiamiamo invece agricoltura biologica.

Come abbiamo già accennato, Carlo ha comunque pensato di far rendere commercialmente la sua passione per il biologico ed è stato stimato che il fatturato della sua azienda (che riforniva supermercati e negozi specializzati) si aggirava sulle centinaia di migliaia di sterline all’anno. Nella stessa azienda Duchy Home Farm, l’allora principe non si è fatto mancare neppure l’approccio biodinamico (e anche di questa abbiamo già parlato).

Naturalmente l’Associazione biodinamica inglese, che ha supportato Carlo nella sua iniziativa, ha espresso piena soddisfazione: un testimonial con la visibilità pubblica di Carlo non è infatti facile da trovare.

In occasione del convegno “Per l’economia della terra – la nostra casa comune”, svoltosi a Milano il 19 e 20 febbraio 2016 e organizzato dall’Associazione biodinamica italiana, Carlo inviò un videomessaggio di saluto, che è stato naturalmente motivo di grande orgoglio per i biodinamici italiani. [6] È piuttosto singolare che nel suo messaggio Carlo, che si limita a un generico invito al rispetto della natura, ripristinandone “l’aspetto sacro”, affermi testualmente che le colpe dell’attuale degrado ambientale derivino dal fatto che

«siamo diventati prigionieri di quel riduzionismo basato sulle prove che ci evita di prendere un approccio cautelativo precauzionale».

Peccato che molti dei problemi ambientali siano stati denunciati proprio dalla comunità scientifica usando il tanto deprecato riduzionismo basato sulle prove.

Non so con precisione quale sia il ruolo che il sovrano abbia nell’ordinamento giudiziario inglese. Mi auguro sia minimo, ma francamente trovo piuttosto preoccupante che un monarca dichiari espressamente di rifiutare le prove come criterio di giudizio. Se fossi un suddito inglese non starei tranquillo.

Note

  • [1] Per una panoramica e un esame critico delle cosiddette medicine alternative si veda: G. Dobrilla, Le alternative. Guida critica alle cure non convenzionali, Avverbi-Zadig, Roma 2008 e G. Dobrilla, Illusioni, afrodisiaci e cure miracolose. Le mille balle sulla salute… e non solo, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 2014;
  • [2] Traduzione italiana: S. Singh, E. Ernst, Aghi, pozioni e massaggi. La verità sulla medicina alternativa, Rizzoli, Milano 2008;
  • [3] E. Ernst, Charles, The Alternative Prince: An Unauthorised Biography, ‎Societas-Imprint Academic, Exeter (UK) 2022;
  • [4] Si veda: S. Garattini, Acqua fresca? Tutto quello che bisogna sapere sull’omeopatia, Sironi, Milano 2015 e G. Dobrilla, A. Cimino, Omeopatia dal 1810 al 2019, C1V, Roma 2019;
  • [5] G. Dobrilla, Cinquemila anni di effetto placebo. Nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicine non convenzionali, Edra, Milano 2017;
  • [6] Il messaggio di Carlo può essere visto qui.

Foto del Northern Ireland Office, da Flickr, licenza CC BY 2.0.

2 pensieri riguardo “Carlo III: pseudoscienze da re

  • Sulla Cultura Universitaria di Carlo III, questo articolo mi fa scappare una battuta di Guccini:
    “L’ex principe di Galles, grande appassionato di storia, antropologia e un ambientalista verace vanta una carriera accademica presso la storica Università di Cambridge, laureandosi il 23 giugno 1970 con un Bachelor of Arts e diventando il primo erede al trono a conseguire una laurea. (…chiedo venia, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato)
    C’è, però anche una laurea honoris causa conseguita presso l’Ateneo di Bologna, consegnata nel corso del convegno storico sul tema I Britannici e la lotta di liberazione in Italia (1943-1945): 1°. Special Force nella Resistenza italiana il 28 aprile del 1987”.

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  • Ora, però, mi pare che l’ estensore dell’ Articolo, nelle righe finali, confonda più volte l’ Agricoltura Biologica tout court con quella Biodinamica. Se ho capito male, chiaritemelo, per favore.

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