19 Aprile 2024
Dal mondo

VAERS: come un database del governo degli Stati Uniti alimenta una pericolosa disinformazione sui vaccini

Articolo di Graziella Morace

C’è un famoso aforisma che dice “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”, che sembra adattarsi perfettamente al caso del database della farmacovigilanza degli Stati Uniti VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System).

In effetti il VAERS, istituito nel 1990 con lo scopo di ricevere segnalazioni di possibili eventi collaterali successivi alle vaccinazioni, inizialmente da parte degli operatori sanitari e poi anche dalla popolazione generale, era stato creato con le migliori intenzioni.

Tuttavia nel corso del 2021 i dati riportati dal VAERS relativi alle segnalazioni di eventi avversi successivi alla vaccinazione anti COVID sono stati usati dai siti di disinformazione per dimostrare la pericolosità dei vaccini. Subito dopo l’approvazione dei primi vaccini da parte dell’FDA, sui canali social hanno cominciato ad apparire dei post secondo cui i dati provenienti dagli USA dimostrerebbero che i vaccini anti COVID hanno provocato centinaia di migliaia di eventi avversi gravi, tra cui attacchi di cuore, miocarditi, aborti spontanei, disabilità e, secondo un recente post su Instagram, quasi 15 mila morti. Tra l’11 dicembre 2020, quando la FDA ha autorizzato per la prima volta un vaccino anti COVID, e il maggio 2021, ad esempio, gli articoli che menzionavano VAERS avevano ricevuto oltre 1,1 milioni interazioni su Facebook. Oltre l’80% dei post di Facebook che commentavano i dati del VAERS proveniva da siti Web classificati come inaffidabili, comprese importanti fonti di disinformazione sui vaccini come Children’s Health Defense, un gruppo gestito da Robert F. Kennedy Jr.

I numeri riportati nei vari siti Web si basano dati effettivamente presenti nel sistema VAERS, tuttavia sono presentati in maniera volutamente fuorviante senza spiegare come funziona il sistema di segnalazione e quindi il loro significato.

Il VAERS è organizzato come un sistema di segnalazione passivo in cui chiunque può inviare una comunicazione, anche in maniera anonima, e si limita a raccogliere le segnalazioni senza verificarle. Per questo motivo non può essere considerato una fonte affidabile di dati sugli effetti avversi dei vaccini. Sul database si può trovare di tutto, anche segnalazioni prive di un collegamento plausibile con un vaccino, come casi di persone morte in un incidente stradale mentre tornavano a casa dopo essere state vaccinate.

Nel 2004 l’anestesista James Laidler, per dimostrare che chiunque può scrivere ciò che vuole sul VAERS e mostrare quindi la necessità di cautela nell’interpretazione dei dati da parte dei non esperti, pubblicò una segnalazione in cui affermava che il vaccino antinfluenzale lo aveva trasformato nell’incredibile Hulk. Il CDC rimosse la comunicazione solo dopo aver ottenuto il suo permesso di cancellarlo.

D’altra parte il sito del VAERS mette in guardia dall’utilizzazione dei propri dati nelle pagine intitolate About VAERS, Guide to Interpreting VAERS Data e nelle FAQ, avvertendo che

“In genere non è possibile determinare dai dati VAERS se un vaccino ha causato l’evento avverso;
Le segnalazioni inviate al VAERS spesso mancano di dettagli e talvolta contengono errori;
È più probabile che vengano segnalati eventi avversi gravi rispetto a eventi non gravi;
Nel complesso, non è possibile stabilire una relazione causale utilizzando solo le informazioni del rapporto VAERS”.

A che servono quindi i dati raccolti? I dati presenti nel database vengono utilizzati dal CDC e dall’FDA che li valutano in studi epidemiologici accurati, soppesandone la rilevanza statistica, per determinare l’eventuale correlazione causale tra ogni evento segnalato ed un dato vaccino, in modo da identificare rapidamente eventuali eventi avversi rari e gravi e prendere provvedimenti, se necessari.

Nei primi sei mesi dall’approvazione dei vaccini anti COVID negli USA, la maggior fonte di segnalazioni al VAERS è stata la popolazione generale. Anche se in questo modo si può avere una certa quantità di segnalazioni errate o prive di collegamento e nonostante la possibilità di comunicazioni false da parte delle organizzazioni anti-vaccino, il sistema VAERS rimane comunque di fondamentale utilità perché permette di rilevare rapidamente eventi avversi molto rari e gravi, come è successo nel caso dei rarissimi eventi di trombosi dei seni venosi associati a piastrinopenia (formazione di coaguli di sangue in presenza bassi livelli di piastrine) in alcune persone che avevano ricevuto il vaccino della Johnson & Johnson.

In ogni caso, pur non negando la possibilità che possano verificarsi rarissimi casi di eventi avversi gravi, il CDC conferma che i vaccini approvati ad oggi contro il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 sono sicuri ed efficaci e ne raccomanda la somministrazione, e sottolinea che le segnalazioni al VAERS non indicano necessariamente l’esistenza di un rapporto causale con la vaccinazione.

Anche in Italia vi sono diversi gruppi anti vaccini che diffondono disinformazione servendosi dei dati del VAERS (e di quelli dei sistemi di vaccinosorveglianza europei) già a partire dall’inizio dell’anno. L’allarme creato da queste (dis)informazioni ha portato perfino a proporre interrogazioni parlamentari, come quella presentata alla Commissione Europea da Francesca Donato (ID) che l’11 marzo sosteneva che:

“Stando ai dati forniti dagli enti di vigilanza relativi alle segnalazioni spontanee (farmacovigilanza passiva) in seguito a somministrazione dei vaccini anti COVID-19, è emersa un’incidenza di reazioni avverse gravi altissima e mai riscontrata fino ad oggi per qualsiasi farmaco immesso in commercio. VAERS, EUDRA Vigilance, EMA ed AIFA hanno raccolto decine di migliaia di segnalazioni di reazioni avverse severe che includono migliaia di decessi dopo l’inoculazione dei vaccini Pfizer-Biontech, Astra-Zeneca, Moderna. Le morti sopravvenute in seguito alla vaccinazione anti COVID sarebbero infatti 1265 nello Spazio economico europeo e il numero di reazioni avverse gravi nella sola Italia, in due mesi, ammonterebbe a 1830.”

E chiedeva, tra l’altro, alla Commissione se intendesse sospendere o revocare l’autorizzazione all’impiego di emergenza di tali vaccini in attesa di ulteriori dati; potete leggere qui la risposta della Commissione, che rassicurava sul controllo costante della sicurezza dei vaccini.

4 pensieri riguardo “VAERS: come un database del governo degli Stati Uniti alimenta una pericolosa disinformazione sui vaccini

  • Quindi se dite che statisticamente é rilevante, visto che difficilmente una segnalazione abbia un peso così forte nel determinare un alert, perché non prendere in considerazione i dati inseriti e, anzi, affermare che non servono a nulla?

    Rispondi
  • Purtroppo questo articolo avanza una tesi senza portare alcun fatto a supporto.
    Ricordo che il problema è nato perché gli effetti avversi gravi relativi alle vaccinazioni anti-Covid comunicati al Vaers sono 100 più numerosi rispetto ai normali vaccini anti influenzali. Può essere dovuto alla maggiore attenzione al fenomeno per le ragioni che tutti conosciamo? Sì, certo. Però questo va dimostrato. È possibile farlo? Certo, vedendo il tipo di segnalazioni e soprattutto la professione e il ruolo di chi li ha inviati, già ci si può fare un’idea della composizione delle due popolazioni in questione, quella che ha inviato le segnalazioni per i vaccini anti influenzali e quella anti-Covid. Questo non dimostra la falsità o la pretestuosità del secondo gruppo di dati, ma ci dice almeno quanto i due campioni sono comparabili, e quindi ci dà gli strumenti per un’eventuale comparazione. Dire invece che i dati sono falsi, come implicitamente sostiene l’autrice di questo articolo, senza dare alcuna dimostrazione della cosa è squisitamente antiscientifico.

    Rispondi

Rispondi a Armando Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *