18 Aprile 2024
L'angolo dei misteri (svelati)

L’umanoide misterioso

di Andrea Berti

Oggi racconterò un caso preso in esame recentemente dal Gruppo Indagini del CICAP: cercherò di illustrare i fatti nel modo più dettagliato possibile, ma nel rispetto della privacy delle persone coinvolte.

Siamo stati contattati da una donna (che chiameremo N.) che ci ha chiesto un parere a proposito di una particolare foto scattata anni fa alla madre, mentre era in visita ad un castello con alcuni amici. La signora N. ci ha spiegato che purtroppo sua madre (la signora che si vede inquadrata nella foto) è scomparsa di recente; nel suo telefonino cellulare è stata ritrovata quasi per caso questa foto, e i famigliari hanno notato un particolare al quale non hanno proprio saputo dare una risposta: dietro alla donna sembra esserci la sagoma di un umanoide.

La scomparsa di un familiare stretto è un evento che di norma lascia il segno in chi è rimasto in questo mondo. È comprensibile, quindi, che i familiari cerchino in qualche modo di dare un senso agli eventi: il problema è che spesso si individuano correlazioni che, pur non avendo alcuna concreta realtà, possono rafforzare nelle persone più sensibili convinzioni per le quali non si riesce a trovare nessuna prova.

Ma torniamo a noi. La signora N., dunque, ha tra le mani la foto della madre scomparsa e non si sa dare una spiegazione a proposito di quella strana forma dietro le spalle della defunta. Possibile che quella “presenza” possa in qualche modo essere collegata alla recente dipartita?

Iniziamo a chiedere alla mittente informazioni sulla foto: quando è stata fatta e dove, chi era presente sul posto, e altri dettagli ancora. La donna ci fornisce con gentilezza numerosi dettagli: la foto è stata scattata da alcuni amici della madre durante una visita al Castello di Fontanellato (Parma), in un periodo ben noto a tutta la famiglia (non descrivo i dettagli perché ininfluenti ai fini della spiegazione). Chi stava facendo la foto, così come le altre persone del gruppo presenti sulla scena, non si è minimamente accorta di nulla; secondo loro non c’era nessuno là dietro. La mittente ci ha inviato anche una seconda foto scattata alla madre a pochi secondi di differenza da quella riportata qui: in questo secondo scatto, però, non vi è traccia dell’”umanoide”.

In casi come questo sappiamo bene quanto sia importante affidarsi al caro, vecchio rasoio di Ockham. A scanso di equivoci: chi legge per la prima volta un articolo del CICAP potrebbe pensare che i membri del Comitato abbiano il desiderio di essere sempre ben rasati prima di iniziare un’indagine… No, non è così! Il “rasoio” in questione è uno degli “attrezzi” del detective del mistero, quella modalità di analisi che ci consente di non saltare a conclusioni poco probabili, in sostanza restando invece con i piedi per terra, facendo in modo prima da discutere con cura tutte le possibili cause esplicative plausibili.

Iniziamo dunque a fare alcune ipotesi che possano contribuire a far luce sul caso. Per esperienza, sappiamo che è facilissimo perdersi dei particolari quando si è concentrati su una certa azione; è possibile, quindi, che le persone presenti al momento dello scatto non abbiano notato qualcosa o qualcuno che si trovava dietro alla donna inquadrata. Difficilmente potrebbe trattarsi di un oggetto fisso, altrimenti lo si sarebbe ritrovato anche nella seconda foto inviataci. Ci orientiamo quindi sull’ipotesi che possa esser passato qualcuno dietro la donna e che questo rapidissimo e banale evento non sia stato notato o sia stato dimenticato col passare del tempo.

Come si vede dalla foto, però, il portone d’ingresso del castello non è così ampio da consentire chissà quali spazi di manovra. A  questo punto la nostra idea si precisa: la “presenza” si situava qualche metro più indietro rispetto alla donna, nella zona in ombra e quindi meno apprezzabile da chi si trovava in quel momento in piena luce solare. Ma, se davvero era così, restava da chiarire come potesse una persona che si collocava a qualche metro più “in profondità” rispetto alla donna inquadrata essere così alta e avere quella sagoma a dir poco curiosa.

A questo punto, come è nostra abitudine, abbiamo cercato tutte le informazioni possibili sulla location della foto. Sono bastati pochi passaggi per fare una scoperta curiosa: il Castello di Fontanellato non ha ingressi con ponticelli in legno come quello che si vede nella nostra immagine. Dopo averle riferito questa incongruenza, la signora N. ci ha spiegato che sono passati tanti anni e che non era più in grado di risalire agli spostamenti fatti da sua madre nel giorno in cui era stata scattata la foto.

Niente paura! La nostra curiosità non ha limiti, e ci siamo dunque gettati alla ricerca di una possibile altra collocazione per la scena. La risposta è arrivata di lì a breve: quello che si vede non è un ingresso del Castello di Fontanellato, ma quello  di Felino, a pochi chilometri da Parma. Probabilmente in quei giorni il gruppo aveva visitato entrambi i castelli e, col passare del tempo, i ricordi di chi aveva partecipato al tour si sono affievoliti a tal punto da ricordare solo una delle tappe.

Superata questa obiezione, restava comunque il problema principale: chi era l’umanoide?

Osservando bene le due foto non si può non notare un altro particolare molto utile: a qualche metro di distanza dalla donna, nel cortile del castello, vi è un piedistallo munito di leggio espositore, sopra il quale è ben visibile un foglio bianco. Qualcosa che è messo lì in bella mostra, proprio perché sia visibile a chi entra nel cortile. A questo punto i giochi erano fatti. Il sito del castello di Felino ci dice che quella location ospita spesso eventi e cerimonie grazie anche alla presenza di un rinomato ristorante. Quel leggio che si vede in foto regge semplicemente il menù del ristorante, e in un posto elegante come quello non è difficile immaginare che vi siano degli chef in circolazione.

A questo punto i pezzi possono considerarsi ricomposti: il nostro “umanoide misterioso” non era altri che un normalissimo cuoco con la toque in testa (cosa che gli ha dato l’aspetto “allungato”), passato (magari rapidamente e certamente senza essere notato) dietro alla donna nel momento dello scatto.

E così, il caso è serv… chiuso.

Andrea Berti

Coordinatore del Gruppo Indagini CICAP

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