19 Aprile 2024
Approfondimenti

La vera storia dell’uomo di Taured

La storia dell’uomo di Taured è un super-classico del paranormale, un enigmatico avvenimento riportato in centinaia di articoli e libri del mistero. 

La leggenda

Il giornalista Stefano Dalla Casa, in un articolo per Wired, lo ha riassunto così:

Tokyo, 1954. Un uomo all’aeroporto mostra il suo passaporto. Tutto in regola, a parte un particolare: la nazione di provenienza, Taured, non esiste. Interrogato, spiegherà che Taured esisteva da mille anni, e si troverebbe dalle parti dell’attuale principato di Andorra. Mentre le autorità cercavano di venire a capo della faccenda, l’uomo di Taured scomparve dalla stanza in cui era confinato e non se ne sentì più parlare. La storia circola da anni sui siti specializzati in soprannaturale, con molte varianti e senza un’ombra di prova a supporto dell’accaduto.

In alcune versioni la data della vicenda cambia, ma l’episodio rimane sempre confinato al Giappone degli anni Cinquanta. A volte sono presenti elementi aggiuntivi, come il fatto che l’uomo fosse di aspetto caucasico e di madrelingua francese, che l’azienda per cui aveva detto di lavorare – contattata dagli investigatori – negasse di conoscerlo o che fosse svanito dall’albergo con tutti i suoi documenti nonostante la presenza di due guardie all’ingresso. In ogni caso la storia  è spesso usata come prova dell’esistenza di universi paralleli o di viaggi temporali (secondo un’interpretazione, l’uomo verrebbe infatti dal futuro). 

Nuovi elementi

Il caso dell’uomo di Taured è rimasto avvolto dal mistero per decenni, fino a quando un utente di Reddit (u/NatanaelAntonioli) ha postato sul social network un episodio di cronaca che potrebbe davvero costituire il punto di origine di tutta la storia. Un altro utente (u/taraiochi) ha poi scovato diversi articoli giapponesi relativi alla vicenda. La questione è stata infine riassunta il 7 marzo su Snopes

Tra i documenti scovati da Natanael Antonioli, c’è la trascrizione di un dibattito tenuto al Parlamento Britannico (House of Commons) il 29 luglio 1960. Si parlava di controlli alle frontiere, e il deputato Robert Mathew portava questo esempio: 

I miei onorevoli colleghi potrebbero aver sentito il caso di John Alan Zegrus, che è attualmente sotto processo a Tokyo. A quanto pare, si è definito un agente segreto del Colonnello Nasser [il presidente egiziano del tempo, NdA] ed etiope naturalizzato. Quest’uomo, secondo le prove raccolte, avrebbe viaggiato per tutto il mondo con un passaporto dall’aspetto veramente notevole. È scritto in un linguaggio sconosciuto che è rimasto non identificato nonostante sia stato studiato a lungo da diversi filologi. [Nel documento] si afferma che il passaporto è stato rilasciato a Tamanrosset, capitale dello stato sovrano e indipendente di Tuarid. Né il Paese né il linguaggio sono stati individuati, sebbene si sia speso un bel po’ di tempo nel tentativo. Quando l’accusato è stato interrogato, ha affermato che si trattava di uno stato di due milioni di persone da qualche parte a Sud del Sahara. Quest’uomo ha girato tutto il mondo con questo passaporto senza alcun ostacolo, un documento che per quanto ne sappiamo è stato scritto nel linguaggio inventato di un Paese inventato. Vorrei mettere in evidenza, quindi, che i passaporti non sono validi controlli di sicurezza. 

Abbiamo così diversi elementi che potrebbero aver dato origine alla storia dell’uomo di Taured: un uomo che si presenta all’aeroporto con un passaporto rilasciato da uno stato assolutamente fittizio, il paese d’origine identificato come Tuarid o Tuared (poi evidentemente diventato Taured), lo sconcerto della polizia di frontiera, l’interrogatorio. 

Assegni contraffatti e false generalità

La storia di John Alan Zegrus – il vero uomo di Taured – è, comunque, molto meno romantica di quella diventata popolare, a giudicare dalle cronache dell’epoca.

L’ingresso illegale in Giappone era avvenuto il 24 ottobre 1959. Il misterioso viaggiatore aveva cercato di farsi passare per un agente dell’FBI e della CIA (sì, di entrambe le agenzie). Ad agosto dell’anno successivo era stato celebrato il processo, nel corso del quale l’uomo avrebbe cercato di togliersi la vita:

Un misterioso straniero di incerta nazionalità e provenienza, accusato di ingresso illegale nel Paese e truffa, il 10 aprile ha cercato di suicidarsi di fronte al giudice della Corte Distrettuale di Tokyo che lo aveva condannato. L’accusato, John Allen K. Zegrus, 36 anni, è stato condannato dal giudice Yamagishi a un anno di prigione all’udienza presso la Corte Distrettuale di Tokyo, ma quando l’interprete lo ha informato del verdetto, l’accusato si è subito alzato in piedi e si è tagliato i polsi con pezzi di una bottiglia rotta che teneva nascosti in bocca. Mentre Zegrus urlava “Mi uccido”, tre guardie sono corse a bloccarlo, ed è stato portato in ambulanza all’Ospedale Kyobashi. (Yomiuri Shimbun, 10 agosto 1960)

Nell’articolo, erano presenti anche ulteriori elementi sulla vicenda. Altri si possono ricavare dagli articoli in giapponese, che sono stati raccolti qui.

Zegrus non aveva viaggiato da solo: era accompagnato dalla moglie coreana, con cui era arrivato da Taipei, capitale di Taiwan. I due si erano presentati all’aeroporto di Haneda, Tokyo, con un visto rilasciato dall’ambasciata giapponese a Taipei il 17 ottobre. A corto di denaro, Zegrus aveva incassato assegni falsi da diverse banche di Tokyo: prima 200.000 yen dalla Chase Manhattan Bank, poi altri 100.000 e ulteriori 140 dollari da una filiale della Bank of Korea. Arrestato, l’uomo si era difeso affermando di far parte di un’organizzazione araba al servizio dei servizi segreti americani. La moglie, il cui passaporto era invece risultato autentico, era stata rimpatriata verso la Corea del Sud.

La conclusione della vicenda

Al processo l’uomo, come abbiamo visto, fu condannato a un anno di prigione e tentò il suicidio. Le ferite furono giudicate guaribili in dieci giorni. Zegrus fece ricorso, ma nel dicembre 1961 il processo di appello confermò la sentenza. Il periodo di detenzione era comunque ormai scontato; non avendo chiarito la sua provenienza, l’uomo venne rimpatriato all’ultimo Paese visitato. Da quel momento scompare dai radar. Nessuno chiarì mai quale fosse la sua vera identità; secondo i quotidiani dell’epoca, parlava bene 14 lingue. 

È difficile capire come sia avvenuto il passaggio da Tuared a Taured. In un libro del 1964 di Jacques Bergier (Rire avec les savants, in italiano, traducibile come “Ridere con gli scienziati”), la vicenda è presentata in chiave misteriosa, ma il termine è ancora quello originale. E, forse, anche meno enigmatico: pur con qualche variazione lessicale, il luogo di emissione del passaporto falso (Tamanrosset) potrebbe far riferimento a Tamanrasset, una città dell’Algeria, mentre Tuared potrebbe forse derivare da Tuareg, popolazione nomade dell’Africa occidentale (l’uomo, lo ricordiamo, aveva affermato di provenire da un Paese situato da qualche parte a Sud del Sahara). Uno stato fittizio, ma assai meno “strano” del Taured successivo. 

Allo stesso modo, è difficile datare esattamente tutte le diverse variazioni della storia, ad esempio l’identificazione tra il luogo del mistero e Andorra (una cosa di cui all’origine non c’è invece traccia) o la misteriosa sparizione dalla camera d’albergo. La storia è stata raccontata negli anni da centinaia di autori, e chiunque può aver aggiunto qualcosa di suo, qualche piccolo particolare in più. È dopotutto, lo stesso processo attraverso cui evolvono le leggende metropolitane. 

Nulla, però, lascia intendere che dietro a questa storia ci sia una fantomatica vicenda di universi paralleli o di viaggi nel tempo; il misterioso uomo di Taured era probabilmente un comune truffatore, forse più creativo di altri nella fabbricazione di documenti falsi. Ma la sua storia è andata negli anni trasfigurandosi, ingigantendosi, arricchendosi di nuovi elementi, fino a diventare leggenda.  

Chiosa Snopes

Mai attribuire a creature extradimensionali quel che può essere spiegato con una comune truffa.

Il rasoio di Occam, anche questa volta, cade implacabile.

Sofia Lincos

Sofia Lincos collabora col CICAP dal 2005 ed è caporedattrice di Queryonline. Fa parte del CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee) e si interessa da anni di leggende metropolitane, creepypasta, bufale e storia della scienza.

Un pensiero su “La vera storia dell’uomo di Taured

  • Rasoio di Occam per sempre! Grande Sofia!

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