19 Aprile 2024
A che punto è la notte

A che punto è la notte 8 – UFO, parte seconda

Con questa rubrica facciamo il punto sui mysteri di vecchia data, che esercitano ancora tutto il loro fascino pur essendo già stati smentiti e razionalmente spiegati. Oggi continuiamo a parlare dei più famosi avvistamenti alieni (la prima parte è qui).

4) Betty e Barney Hill

Di ritorno in auto da una breve vacanza, la notte fra il 19 e il 20 settembre 1961, Betty e Barney Hill videro in cielo qualcosa che si muoveva secondo una traiettoria diversa da quella dei normali aerei. Dopo averlo seguito per una breve distanza, all’improvviso l’oggetto volante atterrò di fronte alla macchina; gli Hill cercarono di fuggire, ma sentirono uno strano suono e…

…e si ritrovarono 35 miglia più avanti, non ricordando un granché dell’ultimo tratto percorso. Giunti a casa, si accorsero di aver impiegato due ore più del previsto, e Betty non riusciva a togliersi di dosso la paura di essere stata contaminata da qualcosa di nucleare, perciò segnalò l’evento a un loro vecchio amico, il maggiore Paul Henderson, che stabilì che i due erano stati tratti in inganno dal pianeta Giove (sebbene Barney sostenesse di aver guardato in direzione dell’oggetto col binocolo e di avervi visto all’interno delle figure umanoidi).

ALIEN8Alcuni giorni dopo, Betty cominciò ad avere degli incubi estremamente vividi in cui degli alieni dal naso prominente la sottoponevano ad esperimenti medici e a poco a poco i due coniugi si convinsero che le due ore di vuoto nel viaggio erano state dovute a un’abduction. Fecero ricerche in tal senso, e Betty fu in grado di disegnare la mappa stellare che aveva visto all’interno dell’astronave (che consentì a un’astronoma amatoriale di individuare la zona d’origine degli alieni nel sistema di Zeta Reticuli); poi, circa due anni dopo, si sottoposero a ipnosi regressiva e raccontarono all’incirca gli stessi eventi: gli alieni li avevano trasportati a bordo del disco volante, li avevano separati e li avevano sottoposti a esami di tipo medico, imponendo loro di dimenticare quanto successo non appena fossero tornati sulla Terra. Fu il primo caso di rapimento alieno denunciato e “comprovato” e ottenne una vastissima risonanza: non essendo mai stata fornita una spiegazione esauriente, una largha parte del mondo ufologico è convinta che sia una delle testimonianze più significative e reali del fenomeno delle abduction.

Tuttavia, esiste anche una parte consistente di studiosi di UFO che ritengono privo di fondamento il racconto e soprattutto molto poco affidabile Betty come testimone: uno di loro ebbe a dire, al termine di una convention in cui Betty aveva tenuto un intervento, che non sarebbe stata in grado di distinguere un’astronave da un lampione.

In effetti, il caso si basa principalmente sul racconto fatto durante le sedute di ipnosi condotte separatamente da Barney e Betty: queste, oltre a contraddire precedenti dichiarazioni dei due coniugi, si svolsero a due anni di distanza dall’avvistamento, periodo nel quale Betty si era sempre più persuasa di aver visto un UFO e aveva approfondito l’argomento. Inoltre, pochi giorni prima della seduta era andato in onda un episodio di The Outer Limits in cui comparivano degli alieni molto simili a quelli descritti da Barney e poi ripresi da Betty, sebbene quest’ultima ne avesse sempre fornito una rappresentazione diversa, basandosi sui sogni che erano seguiti all’evento: durante l’ipnosi, per esempio, scompaiono i nasi alla Jimmy Durante e compaiono invece quei tratti che, col tempo, tutti avremmo imparato a riconoscere come tipici dei Grigi. Anche le due ore mancanti potrebbero essere motivate semplicemente col fatto che i due stavano viaggiando a notte fonda, situazione in cui è possibile che la cognizione del tempo sia meno precisa, tanto più in situazioni di stress: si tenga conto che Barney svolgeva un lavoro che gli richiedeva lunghi e faticosi spostamenti quotidiani, che veniva da un divorzio difficile in cui aveva perso la custodia dei figli e che lui e e Betty erano una coppia mista all’inizio degli anni ’60, epoca ancora non apertissima al concetto.

Riguardo al fatto che una rappresentazione tridimensionale della mappa individuasse un punto specifico del cielo: il disegno originale era molto più che approssimativo e il risultato è stato ottenuto modificando l’angolazione da cui lo si guardava e trattando tutti gli elementi come stelle e non anche come pianeti, il che invalida significativamente la genuinità della traccia.

 5) Travis WaltonArizonaManCapturedEnquirer

Se quella dei coniugi Hill è stata la prima e più celebre, l’abduction di Travis Walton è stata una delle più anomale dell’intera UFOlogia. Il rapimento si è verificato infatti la notte del 5 novembre 1975 di fronte a ben sei testimoni, colleghi di Walton.

Durante il tragitto verso casa, i sette si trovarono di fronte a un gigantesco disco volante: Walton cercò di avvicinarsi, ma fu catturato da un fascio luminoso e scomparve. Le autorità cominciarono subito a indagare, ma nessuno fu in grado di trovare tracce fisiche del rapimento. La madre di Travis, venuta a sapere della scomparsa del figlio, mantenne una calma irreale, che aumentò i già non pochi sospetti della Polizia, così come le successive dichiarazioni del datore di lavoro e del fratello di Walton.

Walton ricomparve cinque giorni dopo in una stazione di servizio, dimagrito, in stato confusionale, terrorizzato e spaventato. Gli esami medici, condotti prima che la polizia fosse informata del suo ritorno, lo trovarono però complessivamente in buona salute, quasi troppo, anzi, visto che non presentava la sintomatologia tipica di chi non ha mangiato a sufficienza per cinque giorni. Il racconto della permanenza all’interno dell’astronave era piuttosto in linea con lo schema classico di esperimenti e analisi varie condotte dai Grigi sulla cavia umana, con l’aggiunta di alcuni tentativi di ribellione da parte di Travis, che dichiarò di aver avuto anche degli scontri fisici con gli alieni.

Alla fine, Walton si sottopose al poligrafo, così come avevano già fatto durante la sua assenza gli altri sei, che il test aveva dichiarato sinceri. L’esame di Walton, invece, ottenne il risultato contrario, tanto che i risultati furono divulgati solo ad alcuni mesi di distanza e Walton e i suoi accusarono l’esaminatore di mancanza di professionalità e deliberato tentativo di falsare il test. La notizia diede un grosso scossone alla credibilità di Walton, anche fra i suoi sostenitori; inoltre, Philip J. Klass condusse fin da subito un accurato debunking che rilevò anche – fra l’altro – come poche settimane prima del rapimento era stato trasmesso il film tv dedicato al caso dei coniugi Hill, che potrebbe aver funzionato da ispirazione per il tentativo collettivo di guadagnare tempo rispetto a una scadenza contrattuale la cui inadempienza avrebbe creato grossi problemi all’azienda dove lavoravano tutti i protagonisti dell’evento.

Nonostante lo scetticismo, Walton non ha mai ritrattato il proprio racconto, da cui è stato tratto un libro e anche l’immancabile film, e tuttora viene invitato a parlarne in occasioni pubbliche di vario genere. Nel 2009, per esempio, si è di nuovo sottoposto a un test del poligrafo, trasmesso durante lo show televisivo The Moment of Truth: ancora una volta, però, la sua testimonianza è stata dichiarata falsa.

Torriglia_alien6) Pierfortunato Zanfretta

Il più famoso caso italiano di abduction ha per protagonista un metronotte di stanza nella zona di Genova, che afferma di essere stato rapito dagli alieni undici volte nell’arco di tre anni, e di essere al momento attuale custode di un misterioso manufatto extraterrestre.

Il primo rapimento sarebbe avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 dicembre 1978, a opera di alieni alti più di tre metri, con ventose sulle mani e occhi a triangolo. Zanfretta avrebbe ricordato i dettagli dell’abduction e della permanenza a bordo dell’astronave solo in un secondo momento, durante una seduta di ipnosi regressiva; in prima battuta, infatti, raccontava soltanto di aver visto un disco volante levarsi in volo vicino a una villa che era andato a controllare, e una figura umanoide, “mostruosa” secondo le sue parole, che l’aveva spinto a terra. Fu ritrovato in stato di shock da due colleghi, che poterono notare – oltre al fatto che non li riconosceva – come i suoi abiti fossero stranamente caldi rispetto alla temperatura della notte d’inverno. Accanto alla macchina fu ritrovato anche un cerchio di circa 3 metri di diametro, all’interno del quale la vegetazione era tutta schiacciata.

I rapimenti continuarono a più riprese, in un’occasione furono ritrovate delle impronte gigantesche; in un altro caso, come di nuovo il metronotte, anche l’automobile era stranamente calda. La seconda seduta di ipnosi venne trasmessa in televisione, e Zanfretta raccontò di essere in contatto con la razza aliena che chiamava Dargos. Durante uno di questi incontri ravvicinati, i Dargos gli consegnarono il manufatto che avrebbe dovuto recapitare ad Hynek, uno dei padri fondatori dell’UFOlogia, ma che alla morte di Hynek gli consentirono di tenere per sé purché non lo mostrasse a nessuno. Spesso, in occasione delle abduction si sarebbero verificati fenomeni anomali nelle zone circostanti, quali black-out, nebbie improvvise, testimonianze oculari di forze dell’ordine, etc.

In realtà, ricerche successive hanno dimostrato che gran parte di questi fenomeni erano spiegabili in maniera del tutto razionale e naturale, e molto è stato ingigantito o travisato da chi ha raccontato la vicenda: ad esempio, dopo il primo “rapimento” la temperatura degli abiti era compatibile con quella che avrebbero avuto se Zanfretta fosse rimasto per un po’ in auto e non all’esterno; le impronte gigantesche sono del tutto indistinguibili da normalissime pozzanghere; lo strano cerchio di erba schiacciata corrispondeva al punto in cui i proprietari della casa tenevano legato il cavallo; le numerosissime testimonianze di altre persone che quella notte avrebbero avvistato qualcosa non sono state verificate e non fanno riferimento a quella data specifica, etc.

Oggi, cercare di ricostruire cosa sia accaduto al metronotte è praticamente impossibile, soprattutto perché il clamore  suscitato dalla vicenda ha inquinato in maniera irreversibile le stesse informazioni fornite da Zanfretta, che col tempo ha cambiato più volte versione. Per dire, il primo disegno della “cosa mostruosa” è poco più di uno scarabocchio (e, come hanno fatto notare alcuni ufologi del CISU, somiglia drammaticamente al profilo di un pino che era effettivamente visibile dalla sua angolazione). Poi sono arrivate le sedute di ipnosi regressiva, una tecnica che la comunità scientifica non ritiene assolutamente valida e che oltretutto venne utilizzata senza alcuna precauzione per il testimone, ricorrendo anche a iniezioni di narcotici come il Penthotal.

Fra le varie trascrizioni delle sedute si può leggere di come ad esempio una volta i medici abbiano dato a Zanfretta il “comando ipnotico” di non sentire ciò di cui avrebbero parlato, e poi abbiano iniziato a discutere fra loro di dettagli da chiedere, facendo riferimento a casi simili verificatisi altrove. Ovvio che con un procedimento del genere la probabilità di suggestionare il testimone o di indurre falsi ricordi sia molto alta, e che possa letteralmente saltare fuori qualsiasi cosa, magari attinta da ricordi precedenti… Tra cui forse il nome “Dargos” (che somiglia molto a Hydargos, il cattivo di UFO Robot che proprio nel 1978 era stato trasmesso per la prima volta in Italia), gli extraterrestri mostruosi (per cui si nota una certa somiglianza con il “mostro della laguna nera” di un fumetto di Zagor uscito alcuni anni prima), e via di questo passo, ivi compresi forse i ricordi relativi alla permanenza nel disco volante.

In conclusione, in merito al caso Zanfretta si può dire che quella notte è con ogni probabilità accaduto qualcosa, ma che sia stato un evento di origine extraterrestre è piuttosto inverosimile: forse si è trattato di un tentativo di furto, forse il metronotte era in uno stato alterato che gli ha provocato quegli attacchi di terrore (sarebbe bastata una carenza di sonno o una droga leggera), forse soffriva di un disturbo medico non diagnosticato. Dando per scontata la buona fede del protagonista (che è sempre un elemento di cui tenere conto in questi frangenti), quel che è certo è che Zanfretta è rimasto vittima più della sua “fama” che dei visitatori extraterrestri.

Si ringraziano Sofia Lincos e Edoardo Russo (CISU) per il contributo.

4 pensieri riguardo “A che punto è la notte 8 – UFO, parte seconda

  • Pingback: Viaggio nel “mistero” – UFO – Divulgamus

  • Ora ovviamente ritengo con un sicurezza prossima al 100% che questi casi siano fasulli ma questo atteggiamento e al contempo antiscientifico…. Mi spiego: chiunque conosca il metodo scientifico galileano non può senza nessuna remora etichettare come falso le suddette esperienze poiché non sono ragionevolmente efficaci a smentire la vicenda seppur in modo grossolano e parteggiante gli ufologi lavorano meglio dei critici nel valutare le prove di molti scettici che come argomento ultimo alla fine hanno solo presunzione… Vogliamo metodo non parole che instaurano dubbi più o meno leciti

    Rispondi
  • Buonasera , ho ancora due riflessioni da fare in merito al caso Zanfretta :
    non ho mai compreso dalle fonti che hanno investigato sul fenomeno se l’impronta a ferro di cavallo del diametro di 2 metri ritrovata nel prato della villa fosse stato considerato il segno lasciato da uno degli appoggi del disco volante o fosse stato considerato il diametro del disco stesso : questa seconda ipotesi striderebbe con l’altezza dei presunti occupanti , descritti dallo Zanfretta alti almeno 3 metri !
    la seconda riflessione riguarda la sparatoria che coinvolse Cassiba e altri suoi colleghi versus un oggetto dotato di due luci che si librava avvolto nell’oscurità del cielo : ricordo che lo scrittore che ha seguito il caso scrisse che le pallottole rimbalzarono sulla superficie come se fosse metallica.
    Se al racconto/i di Zanfretta non possiamo dare un valore probatorio oggettivo trattandosi di testimomianza individuale , non altrettanto possiamo dire per lo scontro a fuoco avuto da Cassiba e i suoi colleghi , qui abbiamo un fatto che ha un valore probatorio oggettivo , trattandosi di una pluralità di soggetti .
    Ma allora come si possono coniugare le dichiarazioni del metronotte riguardo i suoi presunti incontri con il fatto della sparatoria , fatto oggettivo e probatorio dell’esistenza di un veicolo spaziale ?

    Rispondi

Rispondi a zil Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *