18 Aprile 2024
Fanta-scienza

Aeroscraft: il dirigibile del futuro prende il volo

Ancora oggi i dirigibili hanno un’aura romantica che li avvolge, un rimando a quel periodo in cui sembrava che fossero il futuro dei voli commerciali. Poi la tragedia dell’Hindenburg mise fine al sogno e le grandi navi volanti entrarono a far parte del mito, sebbene negli anni siano nati molti progetti per dare una svolta moderna al trasporto con i giganteschi palloni, il più conosciuto dei quali è l’Aeroscraft della Aeros corp, di cui vi avevamo parlato non molto tempo fa su fantascienza.com.

Evidentemente, l’idea deve essere sembrata più che ragionevole, visto che ha ricevuto trentacinque milioni di dollari dal governo americano per lo sviluppo del progetto e persino l’appoggio della NASA per perfezionare l’aerodinamica e i sistemi di controllo.

E con il decollo riuscito del prototipo chiamato Pelican, avvenuto la settimana scorsa, sembra chiaro che i dirigibili stiano per tornare a far parte della modernità.

Esistono ovviamente più differenze di quante non si colgano a occhio nudo. L’Aeroscraft non è un gigantesco pallone senza struttura interna la cui forma è ottenuta con del gas sotto pressione, bensì è una versione moderna proprio della tecnologia alla base dell’Hindenburg, ovvero una struttura rigida formata da uno esoscheletro interno, solo non composto di balsa altamente infiammabile, ma di alluminio e fibra di carbonio.

La galleggiabilità è garantita da membrane piene di gas. Inoltre, rispetto ai dirigibili di una volta, non ha bisogno di una spinta in avanti tramite un set di ali per poter prendere il volo, in quanto è alimentata a elio. Con una lunghezza di 81 metri e una larghezza di 28 metri, il Pelican è circa la metà delle dimensioni effettive dell’Aeroscraft, che sarà lungo 122 metri e in grado di sollevare 66 tonnellate e oltre.

Per mantenere l’assetto orizzontale, l’Aeroscraft userà un sistema del tutto nuovo chiamato COSH (Control of Static Heaviness), una tecnologia simile a quella usata dai sommergibili per mantenere la posizione tramite aria compressa.

Quando il pilota vuole aumentare l’altitudine, viene rilasciato dell’elio sotto pressione non infiammabile da alcuni grandi serbatoi all’interno di lunghi tubi e valvole verso una membrana chiamata HPe, ovvero Helium Pressure Envelope. In questo modo viene incrementata la capacità di trasporto e diminuito il peso statico, facendo sollevare il dirigibile, mentre per atterrare va solo applicato il procedimento opposto.

Questo rende più facile atterrare e caricare passeggeri e merci, senza dover ancorare la nave o utilizzare strutture esterne. Inoltre, l’Aeroscraft è dotato di tre motori, due sui lati e il terzo nella parte inferiore, insieme a sei motori a turbina, per aumentare la pressione e la capacità di sollevamento, oltre all’aerodinamica dei timoni di coda e il controllo della superficie delle tozze ali, quando si raggiungono le alte velocità, cioè più di venti miglia all’ora.

Ovviamente, il governo americano non dona 35 milioni di dollari per un pallone rigido che viaggia a circa 40 km all’ora senza uno scopo. Il suo compito sarà la consegna di merci e materiali in zone sprovviste di piste di atterraggio, grazie alla capacità di sollevare più di 66 tonnellate di peso e la possibilità di atterrare praticamente dappertutto, rendendo possibile consegnare rifornimenti in zone irraggiungibili con un normale aereo.

A seguito del successo del Pelican, Aeros Corp ha pianificato di creare tre modelli: ML-866, capacità di trasporto 66 tonnellate; ML 868, 250 tonnellate e l’ML86x da 500 tonnellate. E non solo, esiste anche il progetto di realizzare un hotel galleggiante, con cui effettuare davvero il giro del mondo in 80 giorni.

I dirigibili escono dal passato e arrivano rinnovati e migliorati nel presente, siete pronti a farci un giro?

Leo Lorusso

Foto di Matthias Wewering da Pixabay

6 pensieri riguardo “Aeroscraft: il dirigibile del futuro prende il volo

  • Bello… ma non è che per caso siamo capitati nell’altro universo di Fringe?  😉

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  • Sembra che si avvicini il futuro “previsto” da Dean Ing ne “La grande sfida” (“The Big Lifters”, 1988), dove i dirigibili da carico ad alta tecnologia erano parte del Grande Piano del protagonista di realizzare un sistema di trasporto merci sicuro e integrato, che andasse a rimpiazzare i camion sulle strade (i suoi genitori erano morti in un incidente con un camion): il suo motto era “se dividi il sentiero con un elefante, e uno dei due inciampa, sei sempre tu a rimetterci”.
    Alla fine finisce, senza volerlo (è una sorta di complotto di alcuni suoi dipendenti e progettisti), per realizzare una navetta spaziale a basso costo che sfrutta un maglev ad alta velocità come primo stadio: chissà se ci indovinerà anche qui…

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  • Ha dimenensioni e velocità paragonibili a quelle di una nave cargo. Ma il peso massimo trasportabile è quello di due camion a pieno carico. ( per la legge italiana un cammion carico non può superare le 32 t di stazza, 40 t se trasporta inerti. )
     
    Senza parlare del problema del vento, con quelle dimensioni è una vera e propia vela. Per portare carichi pesanti bisogna essere sicuri che per tutta la durata del viaggio non ci siano venti sufficenti a creare problemi.
     
    Non credo possa competere con l’aviotrasporto, lo vedo più adatto a piccoli spostamenti ( massimo qualche 10na di km ) in posti in cui le strade sono poco agibili (o assenti) o quando bisogna muovere apparecchiature molto ingombranti che richiederebbero di essere smontate per poter essere caricate su mezzi stradali.
     
    In casi molto particolari ha un suo perchè, ma in casi normali secondo me un aereo cargo per tratte lunghe ( un Boing 747-400f può portare più di 200t per 14 000 km ad una velocità di crociera di più di 900km/h ) o su tratte brevi un elicottero pesante ( un Boeing CH-47 può portare fino a 12,7 t per 2000 km a 250 km/h di velocità di crocera ) sono soluzioni molto più pratiche.

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  • Se mantiene le promesse è un super elicottero da trasporto. Può trasportare un intero macchinario industriale già assemblato sul luogo di posa, senza ricorrere ad una autocolonna di camion.
    Quanto alla manovrabilità, con dei propulsori molto più potenti dei vecchi radiali del ’39 ci stà.
    lo vedo come un “mezzo da lavoro” più che come un veicolo da trasporto, come un 747.
    comunque sono decenni che ogni tanto i dirigibili tornano nei progetti di trasporto del futuro.
    Staremo a vedere.

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  • Desidero segnalare alcune imprecisioni nella notizia. Innanzitutto si dice “esoscheletro interno”. I due termini sono contradditori. Se è un eso-scheletro è ESTERNO, se è interno è un ENDO-scheletro.
    Si dice poi che “la spinta è alimentata ad elio”. Frase del tutto priva di significato. La spinta è garantita dai motori, che sono alimentati con un carburante. L’elio serve solo per garantire la “lift force”, cioè la forza di sollevamento.
    Non è poi chiara la spiegazione del meccanismo per salire e scendere. “Per atterrare va applicato il procedimento opposto”. Quale? Sembra dalla frase il recupero e la ri-compressione dell’elio, operazione impossibile in condizioni di volo.
    Un saluto a tutti i lettori
    Marco Majrani (giornalista aeronautico, membro Comitato Scientifico del Museo del volo di Volandia)

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