18 Aprile 2024
Dal mondo

(Ri)chiude l’UFO Desk britannico

È di pochi giorni fa la notizia della chiusura dell’UFO Desk del Ministero della Difesa (MoDMinistry of Defence) britannico. Anzi no, è di quasi tre anni fa! A guardar meglio, infatti, quella che la maggioranza dei notiziari televisivi e delle testate giornalistiche hanno riproposto è una decisione già presa nell’anno 2009, e di cui ci eravamo già occupati a suo tempo.

Naturalmente, non si tratta di una riproposizione casuale. Il governo britannico ha infatti reso pubblica l’ultima tranche dei documenti prodotti dall’ufficio in questione prima della sua chiusura, avvenuta nel 2009. Si tratta di documenti declassificati che raccolgono testi, disegni, foto, lettere e interpellanze parlamentari relative a segnalazioni di UFO avvistati nei cieli di competenza britannica. I files sono disponibili sul sito dei National Archives. Oltre ai resoconti completi, sono stati resi disponibili sul sito dell’UFO Desk anche elenchi più sintetici degli avvistamenti esaminati giorno per giorno dalle autorità inglesi. David Clarke, portavoce e consulente dei National Archives per questo progetto, racconta la storia e la pubblicazione degli archivi sul suo blog.

Alcuni blog e testate giornalistiche hanno evidenziato le notevoli dimensioni dell’archivio UFO, in confronto alla scarsità delle informazioni di rilievo raccolte. Tutte quelle segnalazioni e nessun elemento concreto, possibile? Viene ribadito dai più che non si trattava di una vera e propria struttura di investigazione, ma di un semplice ‘centralino’ che si limitava a raccogliere le segnalazioni e rispondere cortesemente, ma senza troppo impegno (quasi a voler suggerire una funzione esclusivamente “di facciata” dell’UFO Desk).

Tuttavia, è opportuno far notare che nessun governo al mondo potrebbe sostenere un compito così arduo; investigare ogni richiesta o segnalazione senza una ‘scrematura’ preventiva comporterebbe costi onerosi che nessun contribuente sarebbe disposto a sostenere. A titolo di esempio si può pensare al centralino di un servizio pubblico come quello (italiano) del 118. Prima di procedere con l’intervento, i centralinisti valutano (mediante procedure regolamentate) l’opportunità e la necessità dell’intervento: il risultato è che nella maggioranza dei casi  viene ritenuto superfluo o non necessario. Nella provincia di Roma, a fronte di circa 900.000 chiamate avvenute nel 2007, si è proceduto all’intervento in circa 244.000 casi.

Nel caso degli UFO Desk (non solo di quello britannico) si è tentato di fornire un servizio analogo a tutela del cittadino, valutando ogni segnalazione e riservandosi di intervenire con inchieste più approfondite solo qualora fosse stato ritenuto necessario. Inferire che al governo britannico, nello specifico, non interessasse un granché investigare le segnalazioni dei cittadini mostra una certa tendenziosità. Se così fosse, l’ufficio UFO non avrebbe nemmeno visto la luce o, comunque, non sarebbe stato tenuto in piedi per oltre 50 anni, né ci sarebbero state interpellanze parlamentari sull’argomento.

Ciò che ha portato alla chiusura è il fatto che nell’arco di tutto questo tempo “nessun avvistamento UFO segnalato al MoD ha mai rivelato nulla che suggerisse una presenza extraterrestre o minaccia militare per il Regno Unito”, come ha ricordato Carl Mantell, comandante aereo della Royal Air Force, nel redigere un resoconto per il Ministero della Difesa.

I numeri che emergono dal lavoro di questi decenni fugano ogni dubbio circa l’impegno profuso dal MoD nella ricerca di presenze extraterrestri: 209 files, 52.000 pagine di archivio e circa 200 casi annui portati a risoluzione. Anche la pubblicazione degli archivi è stata gestita con la massima professionalità: dal 2007 ad oggi il sito web del progetto ha ricevuto circa 25 milioni di visite e oltre 4 milioni di utenti, da più di 160 paesi, hanno scaricato i contenuti dei National Archives.

Alla fine, però, l’immancabile rapporto costi/benefici si è imposto. A fronte di un lavoro così duraturo e continuo non sono emersi elementi utili; inoltre, a causa di fenomeni emergenti – come la diffusione delle lanterne cinesi durante feste e matrimoni – il numero di avvistamenti è cresciuto esponenzialmente. Si è passati così dai 208 casi del 2008 agli oltre 600 dell’anno successivo, ma senza ricadute utili sulle ricerche.

Se la crisi economica ha forse avuto il suo impatto sulla decisione delle autorità britanniche, non si può dire che gli extraterrestri non ci abbiano messo del loro: non si sono mai fatti vedere! E dire che a Londra li hanno aspettati per oltre 50 anni…

Simone Melis

Foto di kalhh da Pixabay

3 pensieri riguardo “(Ri)chiude l’UFO Desk britannico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *