19 Aprile 2024
Il terzo occhio

Il volto di Padre Pio su un muro di Pietraperzia?

Vi presentiamo il resoconto dell’indagine svolta dai soci del CICAP Sicilia Filippo Borrello e Barbara Perna, coordinati da Gigi Cappello. L’indagine è stata originariamente pubblicata sulla pagina web del gruppo locale siciliano del CICAP.

L’oggetto di indagine che ci ha riguardato da vicino è una presunta apparizione miracolosa del volto di Padre Pio sulla parete esterna di una vecchia abitazione a due  piani nel piccolo paese di Pietraperzia, in provincia di Enna. Le prime notizie a riguardo risalgono al 2005. Tale manifestazione ha suscitato l’interesse di molti in passato, mettendo in moto anche una “venerazione spontanea” verso l’apparizione.

Figura 1. L’abitazione di Pietraperzia in una foto risalente ad alcuni anni fa (link). All’altezza
del primo piano,fra i due balconi siscorge la macchia da molti interpretata come il volto di Padre Pio
 

La nostra curiosità ci ha spinti a informaci meglio su tale fatto per comprendere le ragioni e le modalità.

Preparazione dell’indagine

Le informazioni disponibili ad una prima ricerca su Google non sono di certo molto esaustive e risalgono a qualche anno dopo la presunta data della prima manifestazione. Nei vari forum in rete appaiono le testimonianze di chi, recatosi direttamente sul posto, parla di una immagine:

davvero particolare…come una sorta di dipinto

Grazie a Google “immagini” è stato possibile visionare per la prima volta l’immagine in questione. Dalla didascalia ad una delle immagini visionate in rete (Figura 1) abbiamo poi appreso l’esatta ubicazione dell’abitazione:

Devozione e scetticismo tra la gente per l’apparizione  sul muro di questa vecchia casa in via Monaca, di un affresco raffigurante il volto del santo Padre Pio.

Un primo sopralluogo immediato è stato possibile con Google Maps esplorando le immagini a livello stradale usando lo “Street View”, trascinando il pegman lungo  Via Monaca a Pietraperzia. Il nostro primo impatto visivo nel riconoscere, in componenti di diversi gradazioni di colori che vanno dal nero al grigio, il volto di Padre Pio, avviene solo ad una certa distanza ed angolazione dal muro . Infatti, una volta analizzata l’immagine più da vicino, certi dettagli e similitudini con il volto del santo tendono a perdersi.

C’è da tenere in considerazione anche un altro aspetto fenomenologico della questione: le immagini di Padre Pio che conosciamo sono molte, e dunque tendiamo mentalmente a collegare all’immagine del muro quella fisionomia  e postura del beato che più ci riconduce a quella figura già presente nella nostra mente grazie alle immagini sacre o diffuse dai mezzi di comunicazione (telegiornali, documenti etc… Figura 2).

Figura 2. Raffronto fra l’immagine sul muro di Pietraperzia (da sopralluogo degli autori)
e una classica icona votiva del santo di Pietrelcina.
 

La figura mostra il lato sinistro del volto e presenta la messa del cappuccio per metà della testa. C’è da ricordare anche che l’impressione che l’immagine dà a chi la guarda è prettamente individuale: eventuali dettagli e posizioni vengono considerati diversamente da soggetto a soggetto. Dunque, ciò che noi vediamo e abbiamo descritto fin qui, da altre persone può essere visto e descritto in modo diverso; questo di certo non aiuta a dare attendibilità al fatto.

Bisogna stare attenti, infatti, agli inganni di percezione, essendo essa un processo costruttivo, cioè il risultato non solo di ciò che vedono i nostri occhi, ma anche di ciò che la nostra mente crea.

Un’ulteriore considerazione riguarda l’aspetto della casa nella sua totalità: l’abitazione non presenta un prospetto in condizioni ottimali, dunque è importante tenere conto della  presenza di macchie di umidità, muffa, deterioramento della superficie etc…

Questi passaggi sono stati cruciali per l’indagine svolta al fine di poter identificare con esattezza la natura del fenomeno; si sa che ogni volta che si vuol dimostrare che qualche avvenimento sia di natura “paranormale-sovrannaturale devono essere prima di tutto escluse le motivazioni naturali.

Sopralluogo

 

Giorno 11 Maggio del 2012 alle ore 18:00 ci siamo recati a Pietraperzia nel luogo della presunta apparizione, scattando alcune foto ad alta risoluzione e girando alcuni video.

Interessante è stato l’incontro con una donna residente nelle vicinanze che ci ha fornito alcune notizie sulla storia dell’apparizione:

L’immagine in realtà era già presente in foto scattate nel 1993  durante un matrimonio; poi nel 2005 due turisti, originari del luogo ma residenti all’estero, scattando alcune foto notarono la somiglianza con Padre Pio.

Confidando nella buona fede dell’anziana signora, le domandiamo se fosse possibile avere una di quelle foto risalenti ai primi anni ’90 ma la signora, con massima disponibilità e gentilezza, risponde di non avere tali informazioni né il materiale da noi richiesto.

Da interviste ad altri residenti apprendiamo ulteriori notizie, in certi casi piuttosto fantasiose, e derivate all’apparenza più dalla “mitologia”  delle più classiche leggende metropolitane che dal caso nello specifico. Benché a questo punto la storia abbia assunto sicuramente un aspetto interessante e misterioso, decidiamo di non abbandonare il rigore della ricerca; quello che più conta infatti, è l’aspetto fenomenologico. Ecco perché da ora in poi ci occuperemo del materiale da noi reperito.

Grazie alle foto in alta risoluzione da noi scattate è stato possibile riprendere dei particolari interessanti nel minimo dettaglio (Figura 3).

Figura 3. Dettagli del volto impresso sulla parete
 

Dalle immagini in figura 4 appare evidente, ancor prima della macchia stessa, la forte devozione per il Santo: fiori, lumini e  “santuzzi” (le immaginette votive ancora molto diffuse nella religiosità siciliana) riempiono un recinto creato appositamente per accogliere il culto spontaneamente creatosi negli anni.

La scelta dell’immagine che appare su un quadretto che adorna il piccolo altare a fianco del recinto (figura 4 a destra), è a nostro avviso molto interessante; non a caso si è scelta una foto che più si avvicina a quella che appare sul muro: cappuccio indossato e capo inclinato verso il basso. Una sorta di “guida alla lettura” della macchia impressa sul muro.

Figura 4. L’ “altarino” creato ai piedi dell’immagine. A destra, particolare
del quadretto incorniciato posto sull’altarino
 

Riteniamo di primaria importanza sottolineare che le stesse autorità religiose del luogo siano rimaste scettiche riguardo questo avvenimento, e abbiano di fatto sconsigliato di attivare la zona come luogo di culto. Ciononostante, le testimonianze concordano sul fatto che  negli anni passati sia iniziato un vero e proprio pellegrinaggio di molte persone (a volte organizzate addirittura in pullman) verso la zona per venerare l’immagine; i ceri e i fiori d’altronde ne sono una evidente prova.  Tale pratica sembra comunque essersi attenuata nel tempo.

Analisi dell’immagine

Concentrandoci infine sulla macchia (Figura 5-(A)), possiamo notare alcuni elementi interessanti. Quello che viene  interpretato come il volto del Santo (Figura 5-(B)) può essere in effetti decomposto in alcuni elementi, che trovano la loro naturale collocazione nelle non ottime condizioni del muro (FIgura 5-(C)). Il cappuccio, ad esempio, altro non è che parte di una ampia macchia scura, legata forse all’umidità, che segue perfettamente alcune linee strutturali della parete (la parte alta della macchia, ad esempio, è perfettamente squadrata). La figura è poi completata dalla barba: quest’ultima è in effetti delineata non da una macchia, come il resto della immagine, ma da una crepa sul muro, che permette di dare un senso di “lettura cognitivo-descrittiva”.

Figura 5. Analisi dell’immagine. (A) la macchia sulla parete (B) ricostruzione delle linee del volto
(C) decostruzione dell’immagine negli elementi strutturali.
 

Da un punto di vista psicologico, crediamo si possa trattare di un classico esempio di pareidolia, cioè un’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note, oggetti o profili naturali o artificiali dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; questa associazione si manifesta in modo particolare verso le figure e i volti umani .

La pareidolia, infatti, ci consente spesso di dare una spiegazione razionale a fenomeni apparentemente paranormali, come appunto le apparizioni di immagini su i muri. Non a caso, più persone che si sono recate nel posto ci hanno raccontato: “fin quando non mi hanno detto che c’era il volto di Padre Pio io non lo vedevo”. Questo ci riporta a quanto detto in precedenza, cioè che bisogna porre particolare attenzione agli inganni di percezione: perché “percepiamo” non solo il ciò che vedono i nostri occhi, ma anche ciò che la nostra mente crea, complice la nostra cultura, le nostre credenze e non ultime le nostre aspettative, il tutto arricchito dallo stato d’animo e l’impatto emozionale del singolo individuo.

14 pensieri riguardo “Il volto di Padre Pio su un muro di Pietraperzia?

  • A me la macchia sembra decisamente il volto del classico alieno “grigio” della tradizione ufologica. E’ chiaramente una cospirazione dei cattolici che vogliono depistare l’attenzione dall’atterraggio di un ufo a Pietraperzia! 😀

    Rispondi
  • Davorl sai che hai ragione sembra un grigio

    Rispondi
  • Ringrazio il trio Cappello-Borrello-Perna per l’ indagine. Prima osservazione, su cui, forse, possiamo essere d’ accordo trasversalmente: difficilmente una foto può riprodurre ciò che si vede. Conclusione: vale la pena di indagare, in casi simili, solo ritratti così chiari da poter discriminare tra due sole possibilità: trucco o immagine acheropita.
    Per quanto riguarda i Creduloni della mia tribù, simili fenomeni vengono presi in considerazione solo se accompagnati da almeno un Miracolo (è il minimo, credetemi, sennò si va in giro 24 ore su 24) e da un Messaggio del Santo o della Teofania a un Profeta o locale o recatosi colà.

    Rispondi
  • In località Vieste, si può apprezzare l’effige di Padre Pio nelle irregolarità di una roccia che dà sul mare. La figura si trova all’interno di una fenditura verticale che ricorda decisamente la miglior Moana Pozzi (sempre sia lodata).

    Rispondi
  • @marcoz: ai miei tempi non esisteva la pareidolia, però i maniaci sessauli come Te si.

    Rispondi
  • Quindi, siamo d’accordo che, vedere una manifestazione di persone trapassate o di divinità nelle forme casuali della materia, sia un atto maniacale.
    D’altro canto è ben noto che la maniacalità non risparmia alcun aspetto della natura umana.
    Saluti

    Rispondi
  • Ho guardato più volte l’immagine e proprio non riesco a vedere somiglianze con Padre Pio.
    Al massimo vedo qualche somiglianza con il nano Brontolo della Disney!
     

    Rispondi
  • Io lo vedo rassomigliante al Imam Khomeini.

    Rispondi
  • Caro Luigi, il Tuo intervento è un po’ frettoloso: non parlavo del ritratto, ma della fotografia, che sarebbe stata ripresa con una polaroid nel 1988. L’ articolo parla anche di una analisi di un esperto, il Tavoletti. Ci vorrebbe un controstudio o una dimostrazione scientifico/legale che questa foto, in originale, non esiste. Indubbiamente gli articoli e le immagini reperibili sul web sono scarsi, quindi una linea difensiva del tipo: portatemi l’ originale e lo studierò, è comunque vincente.

    Rispondi
  • Guardando la macchia con attenzione, io scopro invece il volto dell’antigiudaismo classico. Per intenderci , quel volto abominevole dell’assassino del Cristo Santo. Quel Volto inquietante tanto ostracizzato dai monaci predicatori ante padre pio (ante in senso cronologico) . La mia perplessità però rimane questa: che c’azzecca “il Mercante di Venezia” con Pietraperzia? Lo spettro disorientato di Shackeaspere ora vaga per l’isola In cerca di fatiscenti palcoscenici ? A’ Willy, dalla reggia alla stamberga finisti? È proprio il caso di dirlo al dottor Borrello : “ Tanto rumore per nulla”

    Rispondi
  • Ah dimenticavo, la cosa più importante : dottor Borrello anziché chiedere a quella poveretta proprietaria dell’immobile miracoloso le foto del secolo scorso , le trasmetta subito i miei timori espressi prima: l’icona è più verosimilmente un volto satanico… un po’ ammuffito certo ,ma pur sempre inquetante…… magari la signora si decide a traslocare in una casa più salubre

    Rispondi

Rispondi a Luigi Garlaschelli Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *