18 Aprile 2024
Approfondimenti

La nostra stampa e i neutrini

I risultati dell’esperimento Opera ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso hanno (giustamente) tenuto banco su tutte le testate giornalistiche nazionali nelle ultime due settimane. È naturalmente troppo presto per trarre qualsiasi conclusione in merito, ma in compenso possiamo già evidenziare ciò che sicuramente non è successo ed è solo frutto di malintesi o magari sfrenate fantasie da parte delle redazioni “scientifiche” dei nostri quotidiani.

Cominciamo con lo strafalcione più diffuso, presente in quasi tutti i giornali italiani, almeno nei primi giorni:

“I neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi”

Può essere che al Gran Sasso abbiano misurato una velocità superiore a quella della luce, ma non credo che abbiano addirittura cambiato le unità di misura fisiche! Oppure mi sbaglio e domani un vigile mi intimerà l’alt e mi apostroferà severo: “Lei è in contravvenzione, ha superato il limite di velocità di ben un minuto e mezzo!”. L’informazione giusta da dare in questo caso è che i neutrini sembrano essere arrivati 60 nanosecondi prima di quanto avrebbero fatto su quella distanza se avessero viaggiato alla velocità della luce.  O, analogamente, che la loro velocità supera quella della luce di 20 parti per milione (lo 0,002%).

Un altro fraintendimento abbastanza comune sui neutrini riguarda la causa della loro debole interazione con la materia:

“Essendo neutre, senza carica elettrica, non interagiscono con la materia”.

Se così fosse, dovremmo dedurre che anche i neutroni, i pioni neutri e tutte le altre particelle sprovviste di carica elettrica non interagiscono con la materia circostante. Ma ovviamente non è così: pensiamo semplicemente ai neutroni, che sono presenti in ogni nucleo atomico e interagiscono eccome con la materia circostante.
In realtà, il non possedere carica elettrica impedisce ai neutrini unicamente la comune interazione elettromagnetica con le altre particelle. La dinamica dei neutrini è invece governata esclusivamente dall’interazione nucleare debole, caratterizzata da un corto raggio d’azione (10─16 – 10─18 metri) e da una costante di accoppiamento (che definisce l’intensità dell’interazione stessa) circa 10.000 volte inferiore, a queste distanze, a quella elettromagnetica. La combinazione di queste due caratteristiche fa sì che la probabilità di interazione (che in fisica prende il nome di sezione d’urto) di un neutrino con la materia circostante sia estremamente bassa. Per questo motivo è più corretto dire che i neutrini interagiscono solo debolmente con la materia circostante, intendendo con questo termine sia la natura dell’interazione sia la sua intensità.

La fantasia poi si scatena quando si passa a parlare degli apparati sperimentali. Per esempio:

“Dal laboratorio svizzero sparavano un fascio di neutrini nel sottosuolo poi raccolti e intrappolati da un esperimento sotto la montagna del Gran Sasso”

Detta così, uno si immagina i ricercatori sotto il Gran Sasso che acchiappano i neutrini al volo con un retino per farfalle e poi li rinchiudono in una bottiglia per guardarli meglio. In realtà, ovviamente, nessuno “raccoglie e intrappola” i neutrini da nessuna parte. Quello che succede è che un certo numero dei neutrini che arrivano al Gran Sasso interagisce con il materiale del rivelatore (in prevalenza, piombo), generando particelle cariche. Queste ultime, passando attraverso lastre di emulsione nucleare (che, in sostanza, possono essere considerate un particolare tipo di lastre fotografiche) lasciano tracce elettromagnetiche da cui è possibile ricostruire le caratteristiche del neutrino incidente.

Ancora sui dettagli dell’esperimento:

“Nell’arco di tre anni sono stati «sparati» 15.000 fasci di neutrini”

Ne sono stati “sparati” molti, ma molti di più: il discorso è molto complesso, ma l’ordine di grandezza approssimativo è di circa 1017 neutrini prodotti ogni giorno al CERN, mentre 15.000 è solo il numero di eventi che ha generato un segnale nel rivelatore al Gran Sasso e che è stato usato come campione statistico per l’analisi dell’esperimento.
Non mi soffermo sull’uso del termine “sparati”: le virgolette lasciano intuire che l’uso sia colloquiale e che il giornalista non pensi veramente che sia possibile avere un qualche controllo diretto sulla direzione di volo dei neutrini, una volta prodotti.

La voglia di sensazionalismo porta molto spesso ad esagerare nei titoli:

“C’è la conferma ufficiale della scoperta: la velocità della luce è stata superata”

Per ora non c’è nessuna scoperta: c’è una misura, molto precisa e di grande impatto, che attende ulteriori analisi e conferme indipendenti.
E il CERN non ha dato nessuna “conferma ufficiale”: ha semplicemente ospitato il seminario di presentazione dei risultati dell’esperimento, in cui peraltro la collaborazione Opera giustamente rifuggiva da ogni possibile sensazionalismo e apriva la porta a critiche e verifiche indipendenti di un risultato così inatteso. Probabilmente il termine “conferma ufficiale” è stato usato per dare più sostanza ad una notizia che nei giorni precedenti era circolata come semplice indiscrezione.

Non si tratta di un errore, ma spendo ugualmente due parole per spiegare il perché dell’orario antelucano a cui è stato reso disponibile online l’articolo della collaborazione Opera:

“un articolo pre-print pubblicato on line alle due del mattino”

Il sito dove vengono sottomessi i preprint (arxiv.org, gestito dalla Cornell University), rende pubblici i nuovi articoli ogni giorno alle 20:00 US Eastern Time, corrispondente alle 02:00 Central European Time.

E per finire, una collezione di frasi sconnesse pescate qua e là: delle vere perle!

“Le particelle più piccole e così sfuggenti da attraversare qualsiasi solido”. (Mentre invece in acqua o in aria si bloccano istantaneamente, chiedendosi “Ma dove mi trovo?”)

“Un fantasma si aggira cupo nei Laboratori di fisica di tutto il mondo da 24 ore: è quello di Einstein, sconsolato” (E il rumore di catene ai piedi? E lo scricchiolio di pavimenti in legno e stipiti?)

“Se il Padreterno è un centometrista, i neutrini sono le sue orme” (chapeau)

E voi? Avete notato altre perle o strafalcioni da segnalarci?

Foto di Andrys Stienstra da Pixabay

22 pensieri riguardo “La nostra stampa e i neutrini

  • “La particella più timida e sfuggente dell’universo” (timida?)
    “l’entità più prossima al nulla” (addirittura!)
    Molto poetica ma non e’ del tutto sbagliato. sono le particelle con massa piu’ vicine alla massa nulla. I fotoni sono senza massa ma interagiscono di piu’ con la materia.
    Per quanto riguarda la velocita’ misurata in ns non e’ cosi infrequente dire che un atleta e’ stato piu’ veloce di un altro di 1 decimo di secondo, sottointeso sulla stessa distanza, o di pochi cm.

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    • ciao micmic,

      se l’articolo avesse detto che i neutrini hanno massa molto vicina allo zero, non l’avrei segnalato.
      In realta’ il pezzo dice “entita’ piu’ prossima al nulla” che decisamente non ha molto senso!

      Per quanto riguarda la velocita’ espressa in nanosecondi, il fatto che non sia infrequente non vuol dire che non sia sbagliato (a meno di non sottintendere una stessa distanza percorsa, come giustamente anche tu osservi).

      giuseppe

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  • Bellissima quella di Einstein fantasma che si aggira sconsolato! Oltretutto, dato che si aggira nei laboratori di tutto il mondo, morendo ha anche acquisito il dono dell’ubiquità…

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  • L’esito dell’esperimento genera sicuramente un piccolo guaio, ma il guaio che a me
    pare più grosso è un altro, e riguarda il prolema della massa del neutrino.
    Secondo il modello standard della microfisica il neutrino non ha massa, e invece
    recentemente sulla base di alcuni dati sperimentali si è stabilito che il neutrino ha
    massa. Non mi risulta che la discrasia fra le due posizioni sia mai stata sanata.

    ——————————————————————————————–

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    • @Scettico:

      fornire massa ai neutrini all’interno del Modello Standard delle particelle elementari non e’ un problema; il vero problema e’ spiegare il perche’ questa massa sia cosi’ piccola rispetto alle masse delle altre particelle.

      Sono stati proposti vari meccanismi per spiegare questa discrepanza, il piu’ popolare ad oggi e’ il meccanismo “ad altalena” (“see-saw”) ben riassunto verso la fine di questa pagina di Wikipedia.

      giuseppe

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  • A proposito di vere perle, c’è n’è stata una insuperabile, rimasta scolpita nella roccia (appunto): quello della galleria tra i laboratori del Gran Sasso e il CERN di Ginevra…:-)

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  • Approvo completamente, vorrei però commentare che non è il caso di dare sempre la colpa al giornalista che firma l’articolo.
    Io sono ricercatrice in fisica e giornalista scientifica: nello scrivere gli articoli (per il grande pubblico) cerco sempre di essere precisa, spiegare il più possibile e odio i sensazionalismi. Ma il risultato è che certe riviste non accettano i miei articoli oppure mi chiedono di cambiarli o meglio ancora li riscrivono completamente a modo loro. L’eccessiva semplificazione, le immagini peregrine (tipo quella del fantasma di Einstein) e il sensazionalismo purtroppo a quanto pare vendono… e qui nasce il solito dilemma: è questo che il pubblico generale vuole o sono (stati) i media ad educarlo a volere questo?

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    • @ Virginia

      Hai ragione, a volte l’esigenza di semplificare porta a difficili compromessi, ma bisognerebbe sempre cercare di non oltrepassare la linea della mistificazione.

      Un secolo fa o giu’ di li’, Einstein lo diceva con queste parole:
      “Keep it easy. The easiest you can. But not easier.”

      Per quanto riguarda la tua domanda finale, a mio parere la risposta e’ (passo impunemente da Einstein a Corrado Guzzanti) “la seconda che hai detto”.

      giuseppe

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  • @ Alberto Villa
    Superata anche quella che segnali tu.
    La stessa mirabolante ministra ha corretto il suo primo svarione con la variante “tunnel tecnologico dentro il quale sono viaggiati (sic!) i neutrini”
     

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  • Pingback: La nostra stampa e i neutrini « Io Non Faccio Niente

  • e qui nasce il solito dilemma: è questo che il pubblico generale vuole o sono (stati) i media ad educarlo a volere questo?
    Né l’uno né l’altro, per diversi motivi: primo perché è lo stesso giornalista che, di solito, non ha le basi sufficienti per riferire con precisione la scoperta. E successivamente perché, pur supponendo che il giornalista sia competente, il telespettatore/lettore di quotidiano medio non ha mai avuto, né mai avrà, le basi scientifiche necessarie per recepire il messaggio. Anche quando i media non erano così diffusi e diversificati come adesso, la preparazione media in ambito specialistico è sempre stata carente, per usare un eufemismo. O forse si crede davvero che una volta si era tutti fisici nucleari?

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  • @Alberto
    Io mi riferivo al mio caso personale. Pertanto mi sento di escludere entrambe le motivazioni che fornisci. La prima perché ho una laurea e un dottorato in campo scientifico, quindi ho le basi per capire le notizie di cui parlo e quando non so o non capisco qualcosa studio e mi informo. Quanto alla seconda, io tendo a cercare di spiegare il più possibile, proprio perché so che la gente non ha le basi, ma dicendo sempre la verità, senza sensazionalismi, e senza usare metafore ridicole. Ma, come già detto, mi è capitato che gli articoli mi venissero stravolti e il risultato finale non era una spiegazione più comprensibile delle cose, bensì magari una banalizzazione o un’aggiunta di frasi ad effetto oppure addirittura una riduzione di contenuti esplicativi e magari solo un bombardamento di informazioni che il lettore non memorizzerà, perché troppe e non spiegate bene.
    Ovviamente non è mai accaduto che i lettori fossero tutti fisici nucleari, però i media italiani (diciamo quelli generalisti o di larga fruizione) in generale si sono trasformati in mezzi di svago e poco di informazione ed educazione. A volte a mio parere la gente viene trattata come se fosse stupida e non capace di comprendere spiegazioni e concetti un po’ più complicati. Si mira allo stomaco e al ventre della gente, attirandola con sensazionalismi, misteri, sorprese, intrighi e frasi/metafore che rievochino chissà cosa, piuttosto che al cervello.
    Non è dappertutto così. Basta darsi un’occhiata in giro e magari vivere all’estero, in modo da depurarsi dalla visione e dai modelli vigenti in Italia.

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  • Virginia,
    sono assolutamente d’accordo con quello che hai scritto e vorrei aggiungere due considerazioni:
    – non credo che il discriminante sia l’avere una formazione scientifica o umanistica, ma l’avere o meno una genuina curiosità di capire come stanno le cose in qualunque campo della conoscenza umana (io sono laureato in ingegneria nucleare, ma NON cerco spiegazioni attendibili solo nel campo in cui mi sono specializzato); questa “curiosità” può essere favorita o ostacolata già da piccoli a seconda di come i genitori  rispondono alle domande più svariate, se in modo bloccante (non fare queste domande!) o evasivo (da grande lo saprai..) o fiabesco (la fata gli fece un sortilegio e lui si trasformò in drago), poi viene un certo tipo di insegnanti abituati a dare pseudo-spiegazioni per non essere disturbati nel loro “sonno educativo” e infine i giornalisti generalisti dei vari multi-media che seguono le orme del mai abbastanza deprecato Benedetto Croce il quale si gloriava di non capire nulla di matematica e fisica in quanto “inutili per la vera conoscenza” (sic!). Il dilemma che hai posto mi sembra equivalente alla domanda se viene prima l’uovo o la gallina: il primo è adatto a generare galline e la seconda è predisposta per fare uova e quindi si sostengono a vicenda…
    – anche in Italia ci sono molti che non condividono i modelli ATTUALMENTE vigenti, sostenuti da quelli che mirano ad istupidire quante più persone possibile per trarne vantaggio: da parte di questi mi sembra doveroso dare il proprio contributo per cambiare le cose
     
     
     
     

    Rispondi
  • @ Virginia OT
    Per favore Virginia continua per la tua strada. Credo che in Italia serva moltissimo la divulgazione scientifica che hai descritto. E’ chiaro che è probabile che un lettore non addetto ai lavori possa trovarsi in difficoltà, ma questo dovrebbe essere uno stimolo ad approfondire. Non so se è l’abitudine al sensazionale che fa perdere la sensibilità alle sfumature o se è la mancanza di sensibilità che impone il sensazionalismo per guadagnare l’attenzione, ma sono convinto che sia necessario cambiare tendenza e che il tuo approccio sia quello giusto.
    Quel giorno che decidessi di pubblicare una rivista web fammelo sapere perché mi abbonerei subito. Risolveresti il problema degli stravolgimenti e delle censure, ma non dimenticarti la sezione domande e risposte.

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  • @ Virginia
     
    Il tuo caso si pone a metà tra i due che ho indicato: tu hai una preparazione specifica, ma non ce l’hanno quelli a cui spedisci gli articoli che spesso, come dici tu, finiscono per stravolgerli e banalizzarli, poiché temono che così come sono scritti allontanino i lettori. Io volevo porre l’accento sul fatto che non è che i media “vogliono” instupidire la gente, è che sono loro i primi a non capire l’importanza della divulgazione scientifica al grande pubblico. Dici che non è dappertutto così, ma a me sembra invece che (magari a parte casi isolati) la televisione generalista abbia caratteristiche simili in tutto il mondo occidentale. Basta considerare che molti format italiani sono proprietà di un’azienda che li trasmette in tutte le televisioni d’europa, senza considerare tutta la robaccia americana che arriva in Italia su MTV.

    Rispondi
  • Nell’articolo su corriere.it da te segnalato c’è: “le particelle più piccole e così sfuggenti da attraversare qualsiasi solido, hanno superato i 300.000 chilometri al secondo”.

    Il che non è vero (anche se non risultassero errori nell’esperimento).

    Dato che la velocità della luce è 299792,458 km/s, con la differenza di 60 ns su 730 km, la velocità dei neutrini verrebbe 299792,465 km/s. 

    Sono troppo pignolo io, o sono troppo ignoranti loro?

    Rispondi
    • Ciao Pierpaolo,
      hai ragione ma in questo caso possiamo anche “assolvere” il cronista e accettare la semplificazione dei 300.000 km/s! 😉
      giuseppe

      Rispondi
  • nel complesso condivido, ma non capisco la polemica sulla velocità di attraversamento dei solidi. dal punto di vista logico non fa una piega: dire che SE il neutrino incontra un solido ALLORA lo attraversa senza problemi NON implica in alcun modo che SE il neutrino incontra un liquido o un gas (o un plasma) ALLORA non riesce ad attraversarlo. un errore del genere non me lo aspettavo da query.

    Rispondi
    • Ciao delio,
      ho riportato la frase perche’ ho interpretato (probabilmente, anzi sicuramente in malafede) il pensiero del giornalista in questo modo: “sono cosi’ sfuggenti che nemmeno un solido le ferma”.
      Io volevo solo sottolineare che in realta’ lo stato (solido, liquido, gassoso) non c’entra molto con il fatto che i neutrini interagiscano molto debolmente con cio’ che li circonda.
      Per dire, l’esperimento giapponese Super-Kamiokande utilizza 50.000 tonnellate d’acqua per rivelare i neutrini.
      Credo di aver espresso male il mio pensiero, banalizzando un po’ il concetto in una scarna parentesi, e di questo mi scuso!
      Ciao
      giuseppe

      Rispondi
    • Ciao Guastardo,

      io non ho mai detto che la notizia dei neutrini superluminali fosse falsa: mi sono limitato a sottolineare alcuni strafalcioni presenti sui quotidiani italiani.

      Per quanto riguarda la misura in se’, come gia’ ho detto nell’articolo, e’ molto precisa e di grande impatto e ha necessariamente bisogno di altre conferme sperimentali indipendenti (che in ogni caso non tarderanno ad arrivare).

      Rispondi

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