18 Aprile 2024
Il terzo occhio

Fusione fredda a Bologna: un aggiornamento

Un aggiornamento breve sulla vicenda dell’E-Cat di cui abbiamo parlato ieri qui. La rivista svedese Ny Teknik che aveva già dato visibilità all’invenzione di Rossi, è tornata sull’argomento oggi con un articolo che sta facendo molto discutere (qui in inglese).

Hanno Essén, professore di Fisica Teorica all’Università di Stoccolma e membro dell’associazione scettica svedese VOF e Sven Kullander, professore emerito dell’Università di Uppsala hanno partecipato a un test lo scorso 29 marzo e si sono convinti dell’efficacia dell’E-Cat. Potete trovare il loro rapporto qui.

Lo stiamo leggendo e siamo in contatto con Essén per cercare di risolvere alcuni punti critici. Vi terremo aggiornati.

Nel frattempo, potete ascoltare le dichiarazioni di Giuseppe Levi e il commento di Stefano Bagnasco nella trasmissione Mr Kilowatt su Radio 24 (qui in podcast).

Qui trovate tutti gli articoli che abbiamo pubblicato sull’argomento.

147 pensieri riguardo “Fusione fredda a Bologna: un aggiornamento

  • Si possono sapere quali sono questi ‘punti critici’?
    Grazie

    Rispondi
    • @Mattia Rizzi: fa parte del “vi terremo aggiornati”. Cerchiamo di mantenere un atteggiamento serio e rigoroso e non ci piace lanciare supposizioni prive di una solida base. Quando avremo qualcosa di significativo da dire lo diremo.

      Rispondi
  •  
    @ Queryonline
    The only alternative explanation is that there is some kind of a nuclear process that gives rise to the measured energy production.
    Non si è fatto un solo passo avanti: se non si può esaminare l’interno dell’E-Cat non si può ragionare su nulla di serio.
    Che significa “some kind of a nuclear process” ? I processi nucleari sono tutti noti, studiati sistematicamente, ossessivamente da molti anni. Esistono banche dati enormi su questo argomento. Non credo che esistano processi sconosciuti alla portata di un laureato in filosofia.
    Infine, il fatto che si insista sulla presenza di un catalizzatore toglie ogni credibilità all’accrocco di Rossi.
    E’ significativo che dopo tanto tempo il DF di Bologna, anche se vi fanno parte quattro o cinque fusori freddi, non abbia il coraggio di esprimersi. Dovrebbero avere gli strumenti culturali per approfondire le considerazioni generiche sopra riportate. Se non li hanno, dovrebbero sapere a chi rivolgersi.
    E’ da una vita che si sente parlare di eventi “anomali”. Non c’è da meravigliarsi, tutti percorrono la stessa strada. Considerano anomalo ciò che non capiscono.
    Cordiali saluti
     
     

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  • Okay.
    Tra l’altro nel report si nota la presenza della pompa usata anche durante il test del 14 gennaio, la terribile LMI J5. Beh per lo meno ora il flusso dichiarato è nel range che può erogare la pompa…

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  • L’unico punto un attimo in dubbio, per me, è come hanno fatto a dire che nell’e-cat son andati 0.11 grammi di idrogeno. Hanno pesato la bombola? Hanno applicato la legge dei gas perfetti conoscendo il volume? Immagino quello visto che mi esce lo stesso risultato.

    Rispondi
  • Tra l’altro anche non considerando il calore per la vaporizzazione ma solo quello per scaldare l’acqua, mancano all’appello circa 300 watt (600 watt termici meno 300 watt elettrici).
    Ovvero in 6 ore circa 1.8 kWh. Ovvero 6.4 MJ. Considerando il volume di 50 cm3 e la tabella della densita di energia spaziale (vedere http://en.wikipedia.org/wiki/Energy_density ) l’unico elemento in grado di fornire l’energia richiesta è il Boro, che però è molto difficile da bruciare.
    Insomma gia questo basterebbe ad escludere l’origine chimica, se il volume ignoto è appunto 50 cm3

    Rispondi
  • Avete detto che i tecnici sono Svedesi? Per caso sono tecnici dell’IKEA?

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  • Camillo Franchini, penso che tu con l’esperienza che ti ritrovi, potresti dare un grosso contributo nel cercare di trovare una spiegazione scientifica al fenomeno che si verifica nel catalizzatore di energia di Rossi Focardi. La ricerca non si ferma ai processi nucleari noti, ma prosegue perché c’è sempre qualcosa di nuovo da trovare. Oggi ho letto su ansa.it: ” Una particella misteriosa perché mai osservata finora è stata prodotta negli Stati Uniti, in un esperimento dell’acceleratore Tevatron del Fermilab di Chicago coordinato da un italiano, Giovanni Punzi, e potrebbe essere il primo passo nel terreno della nuova fisica.” Di cosa si tratta?

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  • E’ una discussione interessante, anche se, per capirla bene, penso che una Laurea in Fisica conseguita non più di 5 anni fa sia necessaria. Per quanto mi riguarda sono sicuro che se l’ invenzione è giovibile, nessuna critica e nessuno scetticismo potrà mai smontarla. Ma se non è giovibile, basta aspettare. Inutile scervellarsi in ipotesi che, se non si apre la scatola magica, non si possono verificare.La Scienza, per sua natura, è scettica, anche quando uno dei creduloni è uno scettico militante, svedese per giunta.

    Rispondi
  • @dioamore
    La ricerca non si ferma ai processi nucleari noti, ma prosegue perché c’è sempre qualcosa di nuovo da trovare. Oggi ho letto su ansa.it: ” Una particella misteriosa perché mai osservata finora è stata prodotta negli Stati Uniti, in un esperimento dell’acceleratore Tevatron del Fermilab di Chicago coordinato da un italiano, Giovanni Punzi, e potrebbe essere il primo passo nel terreno della nuova fisica.” Di cosa si tratta?
    Focardi, Piantelli, Mizuno, Iorio, Cirillo, Mondaini, Rossi fanno riferimento a reazioni che si possono scrivere su carta, ma che non possono avvenire nelle condizioni sperimentali che praticano.  Ascolti Focardi e si renderà conto che le sue rivendicazioni sono estremamente modeste e toccano materia notissima per chi ha qualche conoscenza di chimica nucleare. Però lo fa a modo suo. Focardi rappresenta molto bene la preparazione dei fusori freddi.
    Al Tevatron si occupano di fisica ad altissime energie;  i fusori LENR sperano che reazioni che avvengono in condizioni sperimentali estreme possano essere realizzate in apparecchiature semplici e a bassa temperatura. Di più, immaginano reazioni che non sono mai state realizzate.
    Focardi ha scavato la fossa alla ff di F&P, che sarebbe la più verosimile perché non coinvolge la forza debole; qualcuno deve scavare la fossa alle LENR, dove spesso si fa intervenire la forza debole. Anche Rossi afferma che le sue sono reazioni deboli.
    Ci sono dei fusori che credono che sia possibile produrre un neutrone facendo interagire un elettrone con un protone. Ci sono mille ragioni per affermare che si tratta di patafisica.
    Ma stiamo un po’ allargando il discorso.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • A chi non vuol credere sono inutili tutte le prove..

    Rispondi
  • @Pietro F.
    A chi non vuol credere sono inutili tutte le prove..
    La parola credere sa di religione, lasciamo perdere.
    Io ho esposto in molte occasioni le ragioni scientifiche che mi inducono a negare validità all’invenzione di Rossi. Sono quelle del funzionario dell’Ufficio Brevetti svizzero e qualcuna in più.
    Il mio atteggiamento è: occhio, sono violate determinate leggi di chimica nucleare, ma fare quello che vi pare.
    Possono andare ad Atene o a Stoccolma quando vogliono.
    L’avvertimento è rivolto a chi avesse voglia di metterci dei soldi, non agli operatori. Il suggerimento è di essere cauti, cautissimi. Lasciamoli soli nel loro brodo per sei mesi.
    Soprattutto teniamo d’occhio il brevetto. E’ la più importante cartina di tornasole. A Ginevra mi sembrano sufficientemente smaliziati.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • Quanto + piccola è la quantità di calore in eccesso da misurare, tanto + sofisticato può essere il metodo utilizzato per la misura.
    In questo caso si tratta di una potenza di 10 kW, talmente grande che è ben percettibile anche dai nostri sensi e comunque anche una strumentazione rozza è in grado di evidenziare (non stiamo misurando la massa di un’elettrone o cose del genere che rientrano nel mondo di oz).
    Esperimenti di calorimetria si fanno da oltre 200 anni.
    Adesso arriva Camillo Franhini e ci dice che solo Lui è in grado di fare una corretta misura del calore e che i suoi colleghi non sono abbastanza competenti.
    A me sembra un atteggamento arrogante nei confronti di persone qualificate almeno quanto il Dott. Franchini stesso.
    Mi chiedo (ma non me ne frega + di tanto) che razza di trauma psichiatrico una persona debba aver subito nella vita per dover sviluppare un atteggiamento così insensatamente scettico.

    Rispondi
  • @ Prof Franchini
    “Soprattutto teniamo d’occhio il brevetto. E’ la più importante cartina di tornasole. A Ginevra mi sembrano sufficientemente smaliziati.”
    Altrettanto smaliziati sono a Stoccolma (Nobel) e senz’altro meno prevenuti.
    Si pensi, egregio Prof Franchini, un Nobel per la Fisica ad un laureato in filosofia e ingegnere ad una specie di CEPU degli USA…
    Non c’è decoro e dignità a questo mondo…

    Rispondi
  • @REN72
    Adesso arriva Camillo Franhini e ci dice che solo Lui è in grado di fare una corretta misura del calore e che i suoi colleghi non sono abbastanza competenti.
    A me sembra un atteggamento arrogante nei confronti di persone qualificate almeno quanto il Dott. Franchini stesso.

    Affermo solo che nessuno che abbia un minimo di esperienza di laboratorio farebbe una misura dell’energia in uscita in quel modo. Non esiste un esperto di fisica tecnica a Bologna?
    La misura deve essere ineccepibile e descritta in modo ineccepibile perché la notizia dell’invenzione di Rossi ha raggiunto una diffusione che oserei definire di massa.
    Il rapportino che hanno divulgato non serve nemmeno come appunto di lavoro.
    Ci vuole tanto a fare fare le cose come si deve? Fanno bollire dell’acqua, la sfiatano.
    E’ ridicolo, non è scienza, non è tecnica. Bisogna pure che qualcuno lo scriva. Avrebbe potuto farlo Lei, ma preferisce accontentarsi. Forse non è nemmeno studente di una facoltà scientifica.
    Questi atteggiamenti di accomodameneto a ogni costo fanno perdere tempo, perché si deve rispondere. E’ a questo livello che servirebbe un filtro.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • @Rampa
    Si pensi, egregio Prof Franchini, un Nobel per la Fisica ad un laureato in filosofia e ingegnere ad una specie di CEPU degli USA…
    Non c’è decoro e dignità a questo mondo…

    Sì, Kensington è una specie di CEPU degli USA. Credo che non esista nemmeno più, cancellato per legge. Vede che i nodi vengono al pettine. Dettagli preoccupanti, no?
    Sarà una seconda Petroldragon, per fortuna meno inquinante.
    E’ tanta la voglia di disporre di energia pulita, che molti sono caduti in una specie di fascinazione di massa, di suggestione collettiva.
    Per fortuna  sono stati colpiti i generici, quelli che sanno qualcosa ma non troppo, gli amatori di argomenti scientifici, ma non autonomi.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • @REN72
    In questo caso si tratta di una potenza di 10 kW, talmente grande che è ben percettibile anche dai nostri sensi
    Beh, certo che è percepilbile, a patto  però di lasciarla pervenira ai nostri sensi e non spedirla nello scarico della toilette


    @Prof Franchini
    Sarà una seconda Petroldragon, per fortuna meno inquinante.
    Posssiamo consolarci che almeno in questo caso questa impresa non costerà alla regione Lombardia milioni di euro in bonifiche
     


     
     

    Rispondi
  • @Alberto Fortuzzi
    Nel rileggere i nostri commenti appare chiaro che si siano create due scuole di pensiero:gli scettici e i possibilisti , ma non rilevate anche voi che l’impostazione degli articoli possa far pendere troppo la bilancia a favore degli ultimi?

    E’ una situazione davvero irritante. Possibile che il CICAP lasci che le gente si confronti su Query senza offrire un suo punto di vista, che sarebbe autorevole perché disinteressato ed elaborato da esperti di varia estrazione culturale?
    E’ difficile capire perché il CICAP sprechi un’occasione così interessante. Sembra ignorare che la ff entra ed esce dalla cronaca da 22 anni. E’ tema sempre caldo, ha pesantemente coinvolto l’Università di Bologna.
    Ci sono ragioni particolari per non chiedere a Capiluppi perché tanti laureati del suo Dipartimento si occupano di ff?
    Era la prima cosa da chiedere appena si è visto Levi con il microfono in mano e Capiluppi seduto accanto al direttore locale dell’INFN.
    Se il CICAP non ha l’autorevolezza necessaria per sottoporre Capiluppi a una intervista stringente, è brutto segno.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  •  

    Un commento dalla distante Germania (dove a parte di alcuni blog nessuno si interessa per il tema) a proposito del brevetto di Andrea Rossi (WO 2009/125444 e EP 02259998 A1):
    Il giorno 17 del dicembre 2010, l’avocato milanese di Rossi, di nome Cipolla, a scritto una risposta all’ufficio brevetti europeo di Monaco. La risposta e‘ visibile presso la WIPO, e viene riportata anche qui:

     

     
    http://www.esowatch.com/doc/application_rossi.004908.pdf
    Nella risposta Cipolla si riferisce anche al brevetto di Yoshiaki Arata del luglio 2005 (Yoshiaki Arata: Hydrogen condensate and method of generating heat therewith, EP1551032). Ariata parlava anche lui di idrogeno e metalli (tra loro anche il nickel) per produrre la sua “Arata energy”.
    In questa risposta Rossi e Cipolla rinunciano a sei rivendicazioni su 15, probabilmente per salvare il resto del brevetto.
    Inoltre, il brevetto deve affrontare i due brevetti di Francesco Piantelli. Uno del 1995:
    Piantelli, F., Energy Generation and Generator by Means of Anharmonic Stimulated Fusion. EP 0767962 B1, 1995
    e uno del 2010:
    Piantelli, F METHOD FOR PRODUCING ENERGY AND APPARATUS THEREFOR. Maggio 2010

    Robert

    Rispondi
  • Hoppla, mi era sbagliato. Si chiama Cicogna e non Cipolla, mi scuso.

    Robert

    Rispondi
  • @Queryonline
    @Alberto Fortuzzi

    Ricevo questo messaggio da un collega americano

    The PESN website is, of course, a very unreliable source.  But I found this

    http://pesn.com/2011/04/07/9501805_Rossi_Cold_Fusion_Validated_by_Swedish_Skeptics_Society/

    A colleague of mine suggested that Berlusconi was stirring this up to get the attention away from his other problems.  But I don’t believe in conspiracy theories either.

    Questo dà un’idea dell’assurdità della situazione e di come l’Italia sia vista da fuori.
    Mancavano solo Rossi e Levi per farci fare bella figura all’estero.

    Rispondi
  • @Queryonline
    @Alberto Fortuzzi
    Al momento nessun fisico o chimico del CICAP ha potuto mettere le mani sull’E-Cat, quindi non possiamo far altro che riportare i dati dei fisici di Bologna e chiedere che venga fatto al più presto un test in campo neutro, in condizioni controllate.
    Secondo voi è necessario mettere le mani sull’E-Cat per farsi un’idea sulla serietà di quell’invenzione? Il CICAP dovrebbe anticipare il giudizio, altrimenti si pone al livello del DF di Bologna, che aspetta conferme, temporeggia e lascia che siti come 22 passi diffondano l’idea che in Italia si sta per risolvere il problema energetico, proprio con l’avallo e l’aiuto concreto di laureati di quel dipartimento. Si legge perfino di contratti, di finanziamenti all’Università provenienti da Rossi.
    Il CICAP non deve avere complessi di inferiorità rispetto al DF di Bolgna, deve dissociarsi ed esprimersi in modo fermo e autonomo.
    Si rischia di andare sotto con loro.
    I dati dei fisici di Bologna
    E’ come affidare il pollaio alla volpe. Dopo la lettera di Loris Ferrari a Franco Foresta Martin si capisce da che parte stanno.

    Rispondi
  • @Giuseppe Gualandi

    Per quanto concerne la pubblicazione sulle peer-review ufficiali, avrà  certamente ascoltato la recente intervista del Prof.Focardi su RCDC .

    Appunto. Anche da quell’intervista si capisce l’inconsistenza della cosa. E anche la scarsa consistenza dei personaggi.
    Focardi ammette candidamente che non riesce a farsi accettare i suoi lavori nemmeno da ArXiv, che non pratica la peer-review. Pubblica sul sito di Rossi, ma Rossi lo invita a non citare il suo lavoro.
    Ha presente la favola del Gatto e la Volpe?

    Rispondi
  • @Robert
    Nella risposta Cicogna si riferisce anche al brevetto di Yoshiaki Arata del luglio 2005 (Yoshiaki Arata: Hydrogen condensate and method of generating heat therewith, EP1551032).
    Si tratta di una richiesta di brevetto, non di un brevetto. Se non si distingue, si può perfino credere che Pascucci/Rossi abbiano ottenuto un brevetto sulla ff.
    Se poi nel frattempo la richiesta è stata trasformata, vedremo.
    Qualcuno può controllare?
    Buona domenica
     

    Rispondi
  • @Robert
    il tuo messaggio su Cicogna (posso usare il tu?) è preziso, perchè contiene un dettaglio che non era ancora uscito e la cosa mi meravigliava, perché rappresenta una tentazione costante della fusione fredda “povera”, quella che sostituisce il deuterio con l’idrogeno leggero e il palladio con il nickel. Ecco il punto a pag 5:
    generating heat by causing the at least two hydrogen isotope atoms to react with each other due to the energy…
    Pascucci/Rossi sono caduti nella tentazione di ricorrere alla pp, una reazione che richiede l’intervento della forza debole.
    Spero che a questo punto anche qualche fisico del DF di Bologna si decida a scaricare Rossi, che evidentemente non ha idea delle difficoltà che presenta una reazione a neutrini.
    Ragazzi, che inglese!
    Complimenti per la segnalazione e buon fine settimana

    Rispondi
  • Camillo Franchini, nel tuo report, tu stesso ammetti che la reazione che si verifica nel catalizzatore di energia è di tipo eso-energetica. Tuttavia è importante che il bilancio energetico sia positivo. Tutti quelli che si sono confrontati con il catalizzatore di energia confermano che il bilancio energetico è positivo. Lo stesso Focardi sostiene che vi è un fattore energetico termico positivo di 200 volte l’energia immessa, lui stesso ammette che se non ci fosse questo fattore energetico positivo, il tutto non avrebbe senso.
    Focardi parla di elettrolisi dell’acqua per generare idrogeno. Però si sa che l’energia che si ottiene bruciando idrogeno è inferiore all’energia necessaria per produrlo. Tuttavia nel catalizzatore, l’idrogeno necessario è dell’ordine di pochi grammi per innescare una reazione esoenergetica in grado poi di sostenersi da sola con minimi apporti di energia.
    Lo stesso Stefano Bagnasco definisce interessante la cosa. Posso comprendere che le spiegazioni teoriche date dagli inventori per spiegare il fenomeno possano anche essere campate per aria e non avere un fondamento scientifico, ma ciò non invalida l’esperimento di per sé. Quindi, io voglio sapere da te, visto che sei persona competente, se dal punto di vista puramente sperimentale, tu confermi o non confermi che il bilancio energetico del catalizzatore è positivo. Se non lo sai, ti invito a prendere accordi con Rossi e il DF di Bologna e organizzarvi in modo che tu possa essere presente e seguire di persona le misurazioni e togliere ogni dubbio sul bilancio energetico del catalizzatore. Io, se fossi Rossi, conoscendo il tuo scetticismo e quello di tanti altri, avrei già invitato te e tutti gli altri scettici a presiedere e organizzare le misurazioni di energia prodotta.
    Tuttavia va riconosciuto a Rossi che lui, da profano, non ha presentato il suo catalizzatore al pubblico dandolo per buono, ma si è prima rivolto ad un ente terzo competente, ad una Università pubblica, affinché facesse le verifiche del caso al fine di attestarne la bontà, come di solito dovrebbe fare ogni ente certificatore serio. Se poi le misurazioni che sono state fatte si prestano ad essere criticate, Rossi non ne può niente, mentre dovrebbero essere i critici a farsi avanti e ripetere pubblicamente le misurazioni a loro spese, da rimborsare nel caso le misurazioni diano ragione ai critici e non attestino un bilancio energetico positivo.

    Rispondi
  • Fintanto  non si potra mettere mano sull’ E-CAT , se il CICAP sospende il giudizio, a mio parere e’ giusto. perche’ ripeto, il giudizio non e’ stato espresso, ma sospeso.

    Rispondi
  • @dioamore
    Camillo Franchini, nel tuo report, tu stesso ammetti che la reazione che si verifica nel catalizzatore di energia è di tipo eso-energetica.
    Non è così; al contrario ho messo subito in evidenza  che i parametri noti, certificati, riportati dalla IAEA, della reazione 58Ni(p,g)Cu e delle altre simili con gli altri isotopi del nickel escludono che la reazione possa avvenire per energie diverse da quelle ottenibili nei grandi acceleratori.
    Inoltre ho subito affermato che la chimica nucleare esclude che le reazioni nucleari possano essere catalizzate.
    I dati escludono  anche che la reazione pp, indicata nella richiesta di brevetto modificata, possa avvenire perché si tratta di una reazione a forza debole.
    Che alternative restano a Rossi? Nessuna.
    Ammesso che c’è un certo orgoglio professionale nel mio atteggiamento, preferisco studiare le cose a tavolino e affermare  che nessuna delle reazioni di Rossi&Focardi&al. può avvenire, piuttosto  che scomodarmi a venire a Bologna (se mai fossi invitato).
    Non dirò mai “io l’avevo detto”, perché è inelegante, ma essendo abituato a fare studi di fattibilità prima di mettere mano a un progetto, continuo per la mia strada. Spero di dimostrare che la via degli studi di fattibilità è la sola percorribile, se non si voglione sprecare ore di lavoro e mezzi. Le ore di lavoro di Rossi non hanno importanza; hanno invece importanza quelle spese da Levi, stipendiato dallo Stato.
    Il progetto Rossi&Focardi&Levi&Bianchini&Villa non supera lo studio di fattibilità.
    Seguo il comportamento di molti colleghi stranieri, che non soffrono del complesso di Bellarmino tipico degli Italiani, che si sentono costretti a guardare nel cannocchiale prima di prendere in mano una matita.
    Io lavoro con carta e matita; vedremo come andrà a finire. Per fortuna Rossi ha alzato la posta e presto avremo un esito.
    Grazie per l’attenzione

    Rispondi
  • Sono stupito dal tenore di alcuni interventi, sono un ingegnere non un fisico, quindi non posso commentare tecnicamente. Quello che mi stupisce è lo  scetticismo a tutti i costi e l’arroganza di pensare che se non riusciamo a spigare il fenomeno il fenomeno non esiste. penso che l’approccio corretto sia verificare se il fenomeno , come sembra, si realizza e poi spremersi le meningi per darne una spiegazione scientifica.
    D’altronde se fosse vero risolverebbe il problema energetico per l’umanità, non mi sembra cosa da poco!

    Rispondi
  • @Ernesto
    Quello che mi stupisce è lo  scetticismo a tutti i costi e l’arroganza di pensare che se non riusciamo a spigare il fenomeno il fenomeno non esiste.
    Tenga conto che è stata presentata una richiesta di brevetto, che descrive nei dettagli le reazioni che avvengono nell’E-Cat.
    Se ha seguito la rivista fin dall’inizio, si accorgerà che la mia contestazione principale riguarda proprio quelle reazioni.
    Altri si sono occupati delle misure di output di energia,  che dimostrano la totale inesperienza degli operatori.
    Per quanto mi riguarda, non si tratta affatto di scetticismo a tutti i costi, ma di convinta negazione del fenomeno.
    Altri, come Lei, preferiscono che vengano effettuati controlli più fini.
    Io non li richiedo, perché mi comporto come se mi trovassi di fronte a un inventore del moto perpetuo.
    Per me ci troviamo di fronte a una impossibilità di principio.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • @camillo franchini
    le riporto due dichiarazioni a radio città del capo di focardi e di bagnasco (cicap) sperando in un suo commento.
    focardi: non so quale sia il catalizzatore, ma suppongo che serva a favorire la formazione di idrogeno atomico rispetto a quello molecolare.
    bagnasco (che dall’intervista sembrava più dalla parte dei possibilisti): se c’è un trucco rossi potrebbe brevettare il trucco.
     
    dal mio punto di vista esterno e ‘rumoroso profano’ non sto avendo altro che conferme di quello che mi sembrava verosimile dopo l’esperimento del 14 gennaio, cioè che è una cosa seria..ormai le prove positive e la quantità di personaggi competenti coinvolti stanno aumentando, rendendo molto difficile la possibilità che si siano messi tutti d’accordo per avallare qualcosa di completamente non reale.
    ammetto che era già da un po’ di anni che ogni tanto cercavo informazioni sulla fusione fredda in giro su internet e facendo una media di tutte le fonti l’ho sempre considerata con un certo possibilismo/ottimismo, quindi ero ovviamente ben disposto fin dall’inizio. però non appartengo assolutamente al calderone del ‘paranormale’ o del ‘moto perpetuo’ in cui di solito si tende a ghettizzare le lenr (o la fusione fredda che è lo stesso..). a me interessano solo le lenr, ad esempio già sull’omeopatia non ho nessuna opinione e non ci tengo a farmela per adesso.

    Rispondi
  • @ant0p
    focardi: non so quale sia il catalizzatore, ma suppongo che serva a favorire la formazione di idrogeno atomico rispetto a quello molecolare.
    bagnasco (che dall’intervista sembrava più dalla parte dei possibilisti): se c’è un trucco rossi potrebbe brevettare il trucco.

    Se è presente nickel, catalizzatore di molte idrogenazioni, non c’è bisogno di un catalizzatore del tipo descritto da Focardi. Ci pensa già il nickel nanometrico ad abbassare l’energia di attivazione di una reazione di idrogenzione.
    Ma qua siamo nel campo della chimica atomica e molecolare; bisogna entrare nella chimica nucleare, se si vuole che l’invenzione di Rossi abbia significato.
    Focardi fa considerazioni di chimica, senza riflettere che servono considerazioni di chimica nucleare.
    Per quanto riguarda Bagnasco, bisognerebbe chiedere a lui; a me sembra una battuta.
    Rossi&Focardi sono ormai personaggi sfocati, bruciati; è il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna che andrebbe messo sotto pressione, perché mi sembra che anche quelle persone aspettino l’esito del prossimo show di Rossi, dimostrando di non possedere gli strumenti teorici per pronunciarsi in anticipo.
    Scusa se mi ripeto: sanno nel DF che le reazioni nucleari non sono catalizzabili?
    Speriamo che Mautino non mi censuri, perché non gradisce che si metta in dubbio la competenza dei laureati del DF di Bologna.
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • Se non ci fosse il precedente della beffa delle teste di Modigliani a Livorno, cui avevano creduto i maggiori critici e periti d’ Arte d’ Italia, comincerei a dubitare anche io che due scalcinati italiani abbiano inventato la fusione fredda.

    Rispondi
  • @camillo franchini
    la chimica nucleare secondo quello che dice focardi entrerebbe in scena per il fatto che l’idrogeno atomico ha la possibilità di infilarsi nel nucleo del nickel, trasformandolo in rame. in pratica il catalizzatore, modificando la natura chimica dell’idrogeno, che tenderebbe a essere molecolare, lo renderebbe adatto a una reazione nucleare a bassa energia con il nichel. ricordiamoci che se l’energia è bassa non significa necessariamente che localmente tra i nuclei atomici non si possa generare una pressione molto alta e sufficiente a creare una reazione nucleare. si può fare l’esempio banale (anche se fuori luogo visto che è fisica elementare..) di un coltello molto affilato, basta poca energia per creare pressioni molto alte.. anche l’emissione dei gamma potrebbe essere a bassa energia.. e per questo gli strumenti standard che (mi pare lo dicesse villa riguardo alla mancata rilevazione di raggi gamma a gennaio), arrivano a rilevare i raggi gamma solo fino a una certa soglia, potrebbero non riuscire a rilevarli.
    in ogni caso tutte le prove calorimetriche rese pubbliche fatte fino a oggi sono 4 (una a dic2010 preliminare, quella a gennaio, quella a febbraio a alta portata e l’ultima con gli svedesi) e hanno tutte dato risultati macroscopici che non possono essere ignorati.
    @aldo grano
    il paragone con le teste di modigliani mi mancava..non bastava quello col moto perpetuo..si vuole proprio sconfinare:))

    Rispondi
  • @ant0p: Primo appunto: la cosa non è così semplice, anche se scindessi la molecola di idrogeno da lì a farlo fondere con il nichel ce ne passa, non fosse altro per il fatto che l’idrogeno tenderebbe a ricombinarsi in molecola piuttosto che fare una fusione nucleare; inoltre il discorso della pressione non ha semplicemente senso, il processo non è banalizzabile con l’esempio del coltello: o si dimostra, calcoli alla mano, che la cosa è fattibile o altrimenti è fuffa. Secondo appunto, sui raggi gamma: i gamma prodotti dalle diseccitazioni nucleari non possono avere un’energia arbitraria, essa deve necessariamente soddisfare alla condizione di quantizzazione dei livelli di energia nucleare: tali valori sono ben noti, quindi se si suppone sia avvenuta una certa reazione ci devono anche essere certi gamma con ben determinate energie: se mancano, qualcosa non va: o non è quel particolare tipo di fusione, oppure bisogna riscrivere daccapo i libri di fisica nucleare. A voi la scelta di quale opzione sia più ragionevole.

    Rispondi
  • @Camillo Franchini
    Ma la Skeptics Society svedese centra con gli scettici mi sembra, giusto? Se anche il loro presidente pensa non sia una bufala (qualche titolo(Presidente) e conoscenza(Fisico Teorico) in merito la ha) mi sembra molto strano..
    Il brevetto è pending comunque perché per un brevetto internazionale ci vogliono dai 2 ai 3 anni circa (http://www.ufficiobrevetti.it/brevetti/brevetto_internazionale.htm), e ne sono passati due.
    Quella di Bagnasco era si una battuta certo, ma aveva una connotazione chiaramente positiva, nel intendere che è talmente credibile che se è una bufala è davvero fatta bene…
    Poi vorrei sapere in che modo Lei avrebbe effettuato le misurazioni di bilancio energetico a differenza di quelli del DF e dei fisici svedesi, non mi è per niente chiara la critica.

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  • Innanzitutto un cordiale saluto a tutti i vecchi e nuovi interlocutori (concordi e discordi) che si confrontano su questo tema approfittando della rinnovata ospitalità del CICAP.

    Torno nell’agone per tentare di riportare la discussione su quello che considero il punto chiave: la calorimetria.
    Permettetemi di fare un riassunto, purtroppo un po’ lungo, delle puntate precedenti e dei recenti sviluppi:

    Prova del 14 gennaio:
    Il presunto eccesso di calore vantato nel report di Levi si basa su tre errori clamorosi:
    – la portata dell’acqua dichiarata è 2 volte e mezzo quella massima erogabile dalla pompa LMI J5 (2 g/s) che presumibilmente è quella impiegata nella prova;
    – la sonda HP474AC citata come quella utilizzata per stabilire la presunta condizione di secchezza del vapore in uscita, non compare in nessuna delle numerose foto disponibili, né nei filmati. Al suo posto c’era una sonda in grado di misurare solo la temperatura e da questa non è certo possibile risalire al titolo del vapore. Ciò consente di pensare che i 1022 W assorbiti in media dalle resistenze siano stati  più che sufficienti a vaporizzare una portata di 2 g/s, generando un vapore molto umido (3-4% in massa, ma oltre il 98% in volume).
    – per di più, la durata delle condizioni di massima potenza è stata maldestramente raddoppiata rispetto alla realtà, dichiarando nel report una durata di 40 minuti, contro i 20 in cui la temperatura è rimasta al valore di ebollizione.

    Prova del 11 febbraio:
    Di questa prova si sa poco o nulla. A seconda di come fa comode, viene presentata a volte come un mera esercitazione senza valore e a volte come la conferma che i dati della prova precedente erano validi, a prescindere da tutte le obiezioni relative al titolo del vapore. Comunque il punto più debole di questa prova è che quel poco che sappiamo sono dichiarazioni dello stesso autore del report sulla prova del 14 gennaio.
    Per di più la prova è stata condotta con parametri assurdi. Una portata di 1 litro al secondo e un delta T di appena 5 gradi, tanto che la temperatura di uscita poteva essere anche inferiore di quella ambiente. Temperatura di uscita che invece di essere rilevata, come per quella di ingresso, infilando la sonda nel tubo di gomma uscente, era misurata all’interno del cartoccio di Domopak, con tutti i sospetti che questa soluzione può alimentare.

    Prova del 29 marzo:
    Dopo la prova precedente molti avevano chiesto che fosse ripetuta riducendo la portata in modo da avere un delta T più significativo sempre restando nella fase liquida. Invece a sorpresa, sono ritornati al vecchio e caro vapore, che sicuramente rappresenta il modo migliore, e più praticato nella ventennale storia della FF, per moltiplicare d’incanto per 6 la potenza ottenuta.
    Anche in questo caso siamo alle solite, cambiano solo gli autori del rapporto, 2 professori svedesi, che consentiranno così alle loro rispettive università di condividere con quella di Bologna la fama mondiale che questa vicenda procurerà a tutti i suoi protagonisti.
    Venendo al merito dei risultati, sembrerebbe che anche stavolta il titolo del vapore sia stato misurato con una sonda di temperatura, cioè non è stato misurato. Inoltre l’andamento della curva di riscaldamento può essere spiegato anche con una brusca riduzione della portata dell’acqua intercorsa quando la temperatura era a 60°C. D’altronde quella pompa, quasi sicuramente la stessa del 14 gennaio, consente di variarla agevolmente in un ampio range. Sono stati ignorati tutti gli accorgimenti suggeriti a valle della prova el 14 gennaio, come ad esmpio un controllo visivo dello sbocco del tubo di uscita, oppure la verifica della portata mediante la rilevazione a vari istanti del volume nel recipiente di pescaggio.
    Anche questa ultima prova quindi non dimostra nulla, se non il modo approssimativo e lacunoso con cui sono state impostate, condotte e soprattutto documentate le misure calorimetriche delle prove fin qui effettuate alla presenza del DF di Bologna.

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  • @italo bianchi
    è vero, la prova migliore e sicura è quella a portata intermedia (0.1l/s con 20kw oppure 0.02l/s con 4-5kw), basterebbe portare tutto a casa mia e attaccarsi al rubinetto con l’acqua fredda in entrata e l’acqua calda in uscita. e con un impianto casalingo da 3kw non si potrebbe nemmeno barare sulla potenza elettrica:))..però cosa vogliamo fare? mica si può pretendere che si facciano le prove a domicilio per adesso, ci si deve accontentare delle prove che sono state fatte. ma visto che la prove le hanno fatte in presenza di persone competenti tendo a prendere per buoni i risultati. non sono un esperto di prove calorimetriche e non me la sento di pensare che tutti quelli coinvolti siano d’accordo a fare delle prove truffaldine, sarebbe un po’ troppo..ormai le persone coinvolte direttamente negli esperimenti sono molte, la probabilità che siano tutte d’accordo è molto bassa.

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  • @andrea del 8/04
    Hanno preferito spedire il fluido caldo nello scarico della toilette perché sarebbe stato indecoroso fare una conferenza stampa in costume da bagno.
    (la sauna sarà la prima applicazione dell’e-cat)

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  • @ant0p
    in pratica il catalizzatore, modificando la natura chimica dell’idrogeno, che tenderebbe a essere molecolare, lo renderebbe adatto a una reazione nucleare a bassa energia con il nichel.
    La molecola di idrogeno è molto stabile. Per dissociare una mole di idrogeno molecolare sono necessari 430,5 kJ. Solo a 35000 °K  la maggior parte delle molecole di un insieme può essere trasformata in atomi.
    Un catalizzatore non modifica tale valore, riduce solo l’energia di attivazione; per usare termini correnti, rende più veloce il raggiungimento dell’equilibrio tra frazione indissociata  e frazione dissociata;  l’energia necessaria per trasformare l’idrogeno molecolare in idrogeno atomico è quella riportata e nessun intervento esterno può cambiarla. Mi pare che Rossi lavori sotto 500 °C, quindi tutto l’idrogeno resta molecolare.
    La catalisi è un concetto cinetico, non termodinamico. Non modifica le grandezze termodinamiche di una trasformazione.
    Come osserva giustamente Alberto, la disponibilità di idrogeno atomico non aiuterebbe molto, perché l’idrogeno atomico deve essere traformato in protone  e il protone deve superare la barriera coulombiana opposta dal nucleo di nickel bersaglio. Infine la sezione d’urto della reazione deve avere un valore significativo.
    A dar retta a Focardi, basta un catalizzatore per realizzare l’interazione protone/nucleo di nickel. Mi ricorda la storia dell’albero che produce zecchini d’oro.
    Spero che Mautino non abbia l’impressione che insulto Focardi.
    Affermo solo che Focardi dimostra di non conoscere la termodinamica chimica e la cinetica chimica. Legittimo, dato che è un fisico. Purtroppo chimica e fisica spesso interagiscono malamente. Molti fisici usano il termine catalisi in modo sbagliato. Focardi ha esagerato, ma capita ad altri. Qualcuno di voi conosce Mills e il Blacklightpower?
    Cordiali saluti

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  • @REN
    La storia della sauna l’ho sempre considerata una simpatica battuta dell’inventore !
    Toto’ avrebbe risposto: Ma mi faccia il piacere ! (Al massimo poi avrebbe creato un bagno turco grazie al basso titolo di vapore)
    La cosa divertente, causa anche il gran polverone alzato dai Rossi,
    è di confondere e far confluire, in modo apparentemente ingenuo e innocente,  affermazioni arbitrarie nella massa dei dati assodati, in modo da consolidare una tesi, ancor tutta da dimostrare.
    Spero di essermi spiegato.
    Se c’era il timore di riscaldare troppo l’ambiente , un bel contenitore di un paio di metri cubi
    in plastica, parzialmente riempito di acqua fredda e  visibile ai partecipanti,
    avrebbe elegantemente fatto il lavoro dello scarico e in più avrebbe dato
    maggior valore e impatto visivo alla dimostrazione.
    La misura del delta T di questa massa di acqua  avrebbe dato poi la mazzata decisiva agli infedeli.
    Al peggio (ma ne dubito)  avrebbero potuto offrire una spaghettata agli invitati senza portarli
    in pizzeria compensando così il costo del contenitore.
     

    Rispondi
  • @ant0p.
    innanzitutto ci tengo a ribadire che non ho mai detto e soprattutto non penso che i ricercatori e i professori “coinvolti siano d’accordo a fare delle prove truffaldine”.
    Ciò detto, Lei ha toccato un punto importante: la competenza. Io preciserei: la competenza specifica. Mi spiego meglio. Sebbene le persone coinvolte siano tutte molto competenti in qualche settore del vasto e variegato campo della fisica, non è detto che lo siano nella calorimetria. Anche se apparentemente la calorimetria è meno complessa della fisica nucleare, non credo che ci si possa improvvisare calorimetristi. Così come tre luminari in ortopedia, non è detto che siano capaci di intervenire su un paziente altrettanto efficacemente di un buon massaggiatore.
    Ad esempio Kullander è un fisico che si ha dedicato la sua carriera alle trasmutazioni ad alta energia, Essen è un fisico teorico, le loro affermazioni sulle misure calorimetriche della prova a cui hanno assistito non aggiungono nulla alla attendibilità dei valori che riferiscono. Mi chiedo ad esempio se hanno partecipato direttamente in prima persona alla determinazione del contenuto di liquido del vapore e in questo caso sarei proprio curioso di sapere come diavolo hanno fatto a ricavarlo, addirittura con una precisione dello 0,1%, a partire dalla sola misura della temperatura. Viceversa se, come probabile, loro non hanno partecipato a questa misura avrebbero dovuto più correttamente scrivere: Tizio ha determinato il contenuto di liquido nel vapore e Caio ha calibrato la portata della pompa e in base ai valori che ci hanno riferito ne deriverebbe che l’energia prodotta sarebbe stata di ecc. ecc.
    Ciò che invece mi sembra rilevante è quanto riferisce Kullander nell’intervista a NyTeknik a proposito della composizione isotopica del campione di polvere di nichel “esausto”. Ritengo che siano informazioni attendibili proprio perchè rientrano nelle sue competenze specifiche e perchè sono correttamente citati gli esecutori delle prove. Kullander riferisce che dall’esame in 2 diversi laboratori svedesi la composizione isotopica del rame, circa il 10%, rinvenuto nel campione non si discosta da quella del rame naturale. Basterebbe questa affermazione per escludere che la fonte di calore sia la trasmutazione nucleare Ni-Cu di cui si parla e avendo escluso anche ogni altra fonte chimica, non resta altro, a logica, che rimettere in discussione i dati sulla calorimetria.

    Rispondi
  • @Levi
    Vorrei chiedere al Dr Levi alcuni chiarimenti sulla demo del 14 gennaio e su quella successiva intorno al 4 aprile scorso:
    Marca e modello della bombola di idrogeno.
    Marca e modello della bilancia usata per valutare il consumo di idrogeno.
    Se Levi non risponde, mi rivolgo a Bagnasco, che conosce l’ambiente di Bologna.
    Grazie e cordiali saluti
     

    Rispondi
  • @Luca
    Il brevetto è pending comunque perché per un brevetto internazionale ci vogliono dai 2 ai 3 anni circa (http://www.ufficiobrevetti.it/brevetti/brevetto_internazionale.htm), e ne sono passati due.
    Non è un brevetto normale; è un brevetto che riguarda la fusione fredda. Non credo che esistano brevetti sulla ff. Varrebbe la pena di controllare. Il mondo è pieno di richieste di brevetto, ma le soddisfazioni sono state poche, oserei dire nulle. Posso compromettermi nel dire che non esistono brevetti sulla ff risalenti a meno di dieci anni. Nei primi due anni dopo l’89 non ho fatto controlli e non posso esprimermi.
    Non è importante il ritardo, sono importanti le motivazioni che l’Ufficio Brevetti oppone all’inventore. Nell’ultima versione Rossi ha incautamente aggiunto la possibilità che avvenga la reazione pp, che richiede l’intervento del debolone di Rubbia, pregiudicando così definitivamente la sua posizione.
    Quella di Bagnasco era si una battuta certo, ma aveva una connotazione chiaramente positiva, nel intendere che è talmente credibile che se è una bufala è davvero fatta bene…
    A me sembra una bufala estremamente goffa, ma è questione di opinioni; non mi piace commentare le battute degli altri. Bagnasco ci legge e può intervenire.
    Poi vorrei sapere in che modo Lei avrebbe effettuato le misurazioni di bilancio energetico a differenza di quelli del DF e dei fisici svedesi, non mi è per niente chiara la critica.
    Avrei usato un flusso di acqua rapportato alla quantità di calore prodotto, in modo che la temperatura in uscita fosse superiore a quella di ingresso, ma molto inferiore alla temperatura di ebollizione, in modo da non dovere tenere conto della variazioni di calore specifico dell’acqua. Conoscendo il flusso, il tempo, le temperature in ingresso e in uscita, si calcola l’energia generata.
    Le misure calorimetriche di quel tipo non si fanno portando l’acqua all’ ebollizione; non si lavora mai con due fasi. Sarebbe bastato chiedere a un fisico tecnico. Infatti Lei vede a quante critiche viene sottoposta la misura dell’energia prodotta dall’accrocco.
    Il modo con cui hanno effettuato le misure dell’energia in uscita è indizio di pessima abilità sperimentale.
    A Lei quella misura piace?
    Cordiali saluti

    Rispondi
  • @ant0p
    ma visto che la prove le hanno fatte in presenza di persone competenti tendo a prendere per buoni i risultati.
    Ecco i guasti provocati dalla presenza  di Capiluppi e del suo collega dell’INFN: è stata conferita credibilità alla demo del 14 gennaio. Il DF di Bologna ha la responsabilità di avere attirato l’attenzione dei media su un episodio di cui nessuno si sarebbe occupato. La demo avrebbe potuto essere effettuata con discrezione perfino nei laboratori del DF; invece si è preferito dare pubblicità all’esibizione, provocando attese esagerate e non motivate.
    La situazione è degenerata a causa del silenzio accigliato di Capiluppi mantenuto anche dopo che la demo è stata presentata. Il risultato è che ora persone di competenza incerta ma molto battaglieri si affrontano in diversi blog.
    Bravo Capiluppi, aspetti ancora a esprimersi, dopo avere concesso credito a Focardi e a Levi.

    Rispondi
    • Franchini, come le è stato detto più volte qui e in privato, le sue opinioni personali sui dipendenti del dipartimento di fisica di Bologna non interessano a nessuno. Se ha elementi tecnici da discutere lo faccia, altrimenti, per piacere, si contenga o saremo costretti a bloccarla.

      Rispondi
  • @Queryonline
    Franchini, come le è stato detto più volte qui e in privato, le sue opinioni personali sui dipendenti del dipartimento di fisica di Bologna non interessano a nessuno.
    Questa è la sua opinione, che vale come le altre.
    I dipendenti del Dipartimento di Fisica di Bolgna si chiamano Focardi e Levi. La stampa ha messo in evidenza che Capiluppi era presente alla demo. Proprio ieri ho chiesto un’informazione a Levi, che non ci è pervenuta. Aspettiamo un altro giorno, anche se indicare marca e modello di una bilancia non richiede molto tempo.
    Credo che l’interesse debba essere spostato da Rossi al Dipartimento di Fisica di Bologna, che ha acceso molte speranze su una nuova forma di energia e potrebbe con una sola comunicazione abbattere il polverone che Rossi ha generato.
    E’ lesa maestà, chiedere a Capiluppi di dare seguito alla sua comparsa in pubblico del 14 gennaio? Dovrebbe sentirlo come stretto dovere di funzionario pubblico. Per quale ragione affida il prestigio del DF a Focardi, Levi, Ferrari, Bianchini, Villa mentre  personalmente si tiene in disparte?

    Rispondi
    • Franchini:
      Questa è la sua opinione, che vale come le altre.
      Questa è la posizione della redazione della rivista. I commentatori se vogliono continuare a commentare devono attenersi alle (poche) regole. Tra queste, come le è già stato detto, c’è quella di non rispondere qui a messaggi scritti altrove, di non mandare messaggi a terzi che non hanno mai commentato qui (@Levi o @Capiluppi) perché questa non è una casella di posta e di mantenere toni civili e educati. Le osservazioni tecniche, come sa, sono le benvenute. Gli attacchi personali ad altri, no. Se li vuole fare usi i suoi spazi.

      Rispondi
  • @Queryonline
    @Capiluppi
    La presenza di Capiluppi alla demo è stata messa in evidenza con orgoglio dallo stesso Levi. Capiluppi si è fatto riconoscere.
    C’è stata quindi una pubblica esibizione, amplificata dalla stampa, che ci dà il diritto di chiedergli:
    che cosa pensa della ff di F&P?
    che cosa pensa della ff protone-protone, una reazione gestita dalla forza debole?
    che cosa pensa della reazione fredda 58Ni(p,g)59Cu?
    ritiene che le reazioni nucleari siano catalizzabili?
    Che cosa pensa in generale delle reazioni LENR-CANR.
    Ritiene che un catalizzatore sia in grado di spostare l’equilibrio di dissociazione dell’idrogeno molecolare (Focardi)?
    Ringrazio in anticipo il Professor Capiluppi  per le risposte che ci vorrà fornire.
    Almeno capiremo come si muove il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna.
    Cordiali saluti
     
     

    Rispondi
  • @Queryonline
    Le osservazioni tecniche, come sa, sono le benvenute. Gli attacchi personali ad altri, no.
    A Capiluppi ho rivolto domande tecniche, che Voi siete in grado di fargli pervenire. Grazie.
    Dobbiamo capire tutti che Capiluppi non era presente alla demo solo per trascorrere un pomeriggio in compagnia. Lì lavoravano Focardi, Levi, Bianchini, persone che rappresentavano il DF.
    Dov’è la mancanza di rispetto, addirittura l’ “attacco personale”, se un cittadino gli chiede perché ha ritenuto di avallare un’esibizione che, se trovasse riscontro, sarebbe una della maggiori conquiste dell’umanità?
    C’è una ragione al mondo che giustifichi la sua scomparsa dalla scena, dopo essersi presentato e dopo che la sua presenza è stata riportata dalla stampa?
    Non dovrebbe essere il CICAP a sollecitare una presa di posizione da parte di Capiluppi?
    La sollecitazione a farsi di nuovo vivo è un “attacco personale”?
    Siete al corrente che si parla di finanziamenti del DF da parte di Rossi? Può darsi che si tratti solo di boatos, ma l’atmosfera è questa.

    Rispondi
  • @A Quesry, al prof.Franchini e a tutti i professori di Fisica, Fisica tecnica, Termotecnica e affini

    Io mi accontenterei che mi venisse data una risposta ad una sola domanda, molto più semplice e significativa.

    E’ mai possibile, e come, stabilire il titolo del vapore o, come letteralmente detto nel report dei 2 professori svedesi, la percentuale di acqua non vaporizzata (stimata tra l’altro con una precisione dell’0,1%) misurando solo la sua temperatura (per di più con una sonda avente un range da -200 a 550°C)?

    Avrei anch’io la tentazione di rivolgerla al Prof. Capiluppi che risulta titolare del corso di Fisica Generale 1 in cui per l’appunto si insegnano: Termodinamica, Calore e temperatura, Gas ideali e reali, Le leggi della termodinamica, Energia interna, ecc. Però visto che da quella parte non è possibile ricevere risposte, estendo la domanda a qualsiasi docente di fisica delle patrie scuole di ogni ordine e grado, i quali dovrebbero essere molto sensibili a come finirà questa storia, perchè quando la verità diverrà di dominio pubblico, la figuraccia urbi et orbi non la farà soltanto il DF di Bologna, ma tutto il sistema scolastico e scientifico italiano, CICAP compreso.

    Rispondi
  • Vabeh ormai visto il tempo che hanno lasciato passare, se c’è dietro una truffa il D.F. si merita proprio una figuraccia mondiale.

    Rispondi
  • @Queryonline
    …perchè quando la verità diverrà di dominio pubblico, la figuraccia urbi et orbi non la farà soltanto il DF di Bologna, ma tutto il sistema scolastico e scientifico italiano, CICAP compreso.
    Mi associo.
    Spero che il CICAP sia renda conto che il suo incomprensibile immobilismo lo squalifica. Schieratevi, indagate, intervistate, fate parlare questi personaggi enigmatici del DF di Bologna. Capiluppi non può nascondersi dietro Focardi e Levi, i soli che in fondo ci hanno messo veramente la faccia e la reputazione scientifica. Ha scritto una sola volta al CICAP una lettera altezzosa; scriva una seconda lettera, altrimenti il CICAP denuncerà duramente la sua reticenza. Si chiama Capiluppi, mica Einstein.

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