16 Aprile 2024
Dal mondo

Shermer, Lomborg e il riscaldamento globale

È uscito nelle sale cinematografiche americane Cool it, il film di Bjorn Lomborg, autore del discusso The skeptical envirnmentalist. L’omonimo libro su cui è basato il film è stato anche pubblicato in italiano da Mondadori, con il titolo Stiamo freschi. Perché non dobbiamo preoccuparci troppo del riscaldamento globale. Pur essendo una specie di risposta al film di Al Gore An inconvenient truth, Cool it sembra indicare che Lomborg abbia rivisto in qualche modo le sue idee rispetto ai primi tempi (o, per lo meno, abbia cercato di chiarirle).

Ne parla Michael Shermer su Skepticblog.org:

Il riscaldamento globale è reale e principalmente di origine umana. […] Lomborg (e io) provvisoriamente accettiamo la stima dell’IPCC secondo la quale la temperatura media globale aumenterà di circa 4–5 gradi Fahrenheit nel 2100, e che il livello del mare si alzerà di una trentina di centimetri. Lomborg fa presente come questo sia più o meno lo stesso incremento registrato dal 1860 a oggi, senza grosse conseguenze. In altre parole, il riscaldamento globale di origine umana sarà moderato, con conseguenze moderate.

Shermer racconta anche come sia stato difficile trovare qualcuno disposto a discutere pubblicamente con Lomborg, cosa che mostra quanto l’argomento sia scottante:

“Non c’è dibattito,” mi ha detto uno. “Non vogliamo regalare credibilità al suo libro” ha detto un altro. [Un altro ancora] mi ha stroncato completamente, avvisandomi a chiare lettere che la mia reputazione nella comunità scientifica avrebbe subito danni irreparabili se fossi andato fino in fondo. Così naturalmente l’ho fatto perché (A) la verità è più importante della reputazione e (B) nessuno mi può minacciare impunemente.

Shermer stesso qualche tempo fa ha cambiato la sua posizione sul riscaldamento globale: lo racconta in una sua rubrica su Scientific American del giugno 2006, che avevamo già citato qui.

Ecco il trailer (per ora solo in inglese) del film:

Immagine: NASA Goddard’s Scientific Visualization Studio

8 pensieri riguardo “Shermer, Lomborg e il riscaldamento globale

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  • Da simpatizzante del cicap, vorrei capire meglio (e in sintesi) quale sia la posizione prevalente interna al comitato sul riscaldamento globale. Devo dire la verità: non mi è chiara.
    Mi è sembrato di capire che il cicap sia tendenzialmente favorevole a schierarsi con chi considera il riscaldamento globale come un fenomeno preoccupante, di origine antropica, e di liquidare come antiscientifico chi sostiene che non ci si debba preoccupare più di tanto del fenomeno.
    Spero di sbagliarmi.
    Si avrebbe una clamorosa inversione delle posizioni rispetto ad altri temi come l’omeopatia, le scie chimiche o simili, dove il cicap difende giustamente l’approccio scientifico.
    Esistono numerose pubblicazioni che affermano che il riscaldamento globale è un fenomeno presente in tutti i pianeti del sistema solare, e la comunità scientifica sa benissimo (dico cose arcinote) che il clima medievale era più caldo di quello attuale, e quello dei due secoli scorsi più basso della media. Viceversa la posizione “preoccupata” domina a livello di percezione non-scientifica alimentata prevalentemente dai mass media, e non dalle pubblicazioni scientifiche maggioritarie.
    A volte ho avuto l’impressione che il  cicap sia invece più propenso ad alimentare la tesi allarmistica. Vi supplico… ditemi che non è così!!! Ditemi che siete almeno disposti a discuterne…
    Grazie di tutto,

    con rinnovata simpatia
    Daniele

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  • ciao Daniele,
    non c’è una posizione ufficiale del CICAP nei confronti del riscaldamento globale. Come rivista in questi casi manteniamo l’atteggiamento che abbiamo espresso in questo articolo, che credo possa rispondere alla tua domanda:
    http://www.queryonline.it/2010/06/28/gli-scettici-la-scienza-e-il-riscaldamento-globale/
    Ti faccio presente però che, almeno per ora, la posizione della comunità scientifica è in larghissima maggioranza a favore dell’origine umana del riscaldamento globale, come puoi leggere per esempio qui:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Scientific_opinion_on_climate_change
    Seguiamo con attenzione il dibattito interno alla comunità scientifica (al quale non possiamo dare un contributo diretto perché nessuno di noi è uno studioso del clima) e nel momento in cui dovessero emergere nuove prove e la situazione dovesse cambiare ne daremo conto prontamente.
    Spero che continuerai a seguirci,
    Andrea

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  • Grazie Andrea, l’articolo linkato è veramente chiarissimo e (pur essendosi capito quale dei due fronti mi convince di più) approvo pienamente il metodo e l’approccio.

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  • Il riscaldamento globale è uno dei più chiari esempi di come, quando ci sono in giuoco pesanti interessi politici ed economici (non paranormali, in questo caso) la comunità scientifica si divida. Secondo me, in questo caso, l’ atteggiamento del CICAP è, coerentemente e correttamente, scettico.

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  • Non mi sembra che la comunità scientifica su questo tema si divida più che in molti altri, che so, sul Big Bang. Esiste una posizione mainstream, sostenuta cioè dalla quasi totalità degli esperti del campo (circa il 97% in questo caso), e una serie di posizioni, in realtà spesso in contrasto tra di loro, che evidenziano punti deboli, muovono critiche. Questo è vitale per la scienza, se nessuno muovesse obiezioni sarebbe più difficile andare avanti, e anche in questo caso le obiezioni mosse inizialmente da Lindzen o le teorie di Sensmark sul contributo dei raggi cosmici han stimolato studi e ricerche. Che però, almeno nei due casi citati, hanno smentito le ipotesi critiche.
    Altre obiezioni sono invece decisamente, diciamo, bizzarre. Come quella citata nel primo commento sui pianeti che si riscaldano.
    Sappiamo molto poco della climatologia dei pianeti. Alcuni si riscaldano, altri si raffreddano, altri prima si riscaldano e poi si raffreddano, o si riscaldano in alcune zone e raffreddano in altre. Scegliendo ad hoc i pianeti, i periodi e le zone si può dimostrare tutto e il contrario di tutto. Ma, come astronomo, posso garantire che non è attualmente in atto una tendenza al riscaldamento nel Sistema Solare. E in ogni caso dire che “i pianeti si riscaldano quindi è colpa del Sole” è un non sequitur, un argomento da bar.
    Di cose del genere ce n’è diverse, e credo sia compito del CICAP, come difesa dell’approccio scientifico, distinguerle e criticarle.

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  • Mi sembra che Daniele faccia confusione. 1) Scie chimiche e omeopatia sono ‘fenomeni’ che semplicemente non esistono, impossibile fare un parallelo, anche solo del loro impatto sui media, riguardando ambiti, e quindi meccanismi psicologici, molto diversi. 2) L’origine antropica del riscaldamente e’ praticamente universalmente accettata. Non me ne intendo particolarmente, ma ho visto i dati e sono stra-convincenti. 3) Cosa c’entri il riscaldamento di altri pianeti mi sfugge. Intende dire che sarebbe un effetto solare? Gli altri pianeti non hanno atmosfera e sono fatti in modo completamente diverso. La fisica non si fa a spanne, si fanno misure e simulazioni quantitative perche’ i sistemi sono molto complessi. Sulla terra l’effetto antropico e’ dimostrato. Se lei conosce studi che, sulla base dello stesso modello, spiegano in modo correlato l’incremento di temperatura su tutti i pianeti, per cortesia, lo citi. Supporlo non basta. 5) Se nel medioevo la temperatura era piu’ alta, anche qui non capisco quale sia il punto. Nel medioevo non c’erano 7 miliardi di persone, non era colonizzata ogni costa, provi a spiegare ai Filippini che non devono preoccuparsi perche’ era cosi anche nel medioevo. Inoltre non si tratta ‘solo’ del livello del mare, ma di una dinamica atmosferica completamente cambiata, con eventi di frequenza/intensita’ differente. Detto cio’, va da se’ che alcune delle conseguenze sono difficili da valutare e su questo, non su altro, il dibattito e’ naturale che ci sia.

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  • Purtroppo su questo tema, accanto ad un relativamente onesto dibattito scientifico, esiste una frangia che utilizza tecniche simili a quelle della pseudoscienza. Ma vista dall’esterno è difficile valutare.

    Ad esempio la questione del riscaldamento degli altri pianeti. La tesi di chi porta avanti queste considerazioni sarebbe che, visto che in tutto il Sistema Solare i pianeti si stanno riscaldando, ci deve essere una causa comune, che non può che essere astronomica. La causa magari è sconosciuta (visto che l’irradianza solare è rimasta costante o è leggermente calata negli ultimi decenni) ma non saremmo noi. Però se si va ad analizzare gli articoli citati, si trova:
    – cherrypicking: si considera solo gli studi che evidenziano un riscaldamento (nel caso di Marte) e non quelli che evidenziano un raffreddamento
    – si confondono fenomeni molto differenti. Ad esempio il raffreddamento di Giove è locale (solo alcune zone del pianeta si raffreddano), non è un effetto misurato ma è dedotto da modelli, e ha cause note (altrimenti non sarebbe modellabile). Non è quindi utilizzabile per invocare effetti sconosciuti che causano un riscaldamento complessivo nel Sistema Solare
    – si utilizzano fenomeni con cause ben note, il riscaldamento di Urano e di Plutone sono dovuti al ciclo stagionale di questi pianeti.

    Analogamente per i periodi freddi e caldi medioevali. Le oscillazioni del clima ci sono sempre state, ma non con le caratteristiche di intensità e rapidità di quelle attuali (almeno in tempi storici). Mentre le oscillazioni storiche sono spiegabili ad esempio con fluttuazioni di luminosità solare, quelle attuali non lo sono. Abbiamo invece, su tempi geologici, esempi confrontabili con l’attuale in cui aumenti di CO2 dovuti ad attività vulcanica hanno innescato forti riscaldamenti globali, abbastanza spesso con effetti catastrofici (estinzioni di massa). Non sappiamo che livelli di CO2 siano necessari per innescare questi effetti, né in dettaglio che effetti aspettarci con gli aumenti causati da noi, ma sappiamo che queste cose sono successe, e possono succedere.

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