19 Aprile 2024
Storia e scetticismo: gli anniversari

Storia e Scetticismo: gli Anniversari dal 27 marzo al 2 aprile

Iniziamo l’appuntamento settimanale di Storia e Scetticismo con il leggendario sacco di Parigi: Ragnar Lodbrok, il leader norreno romanzato dalla serie televisiva Vikings, raggiunge l’attuale capitale francese il 29 marzo del 845, e la mette a ferro e fuoco. Ben più a sud, e 671 anni più tardi – il 29 marzo 1516 –  Venezia conquista il triste primato della destinazione di un quartiere – il Ghetto Nuovo – a luogo di residenza forzata della popolazione di fede ebraica. Serviranno quasi trecento anni per porre (parziale) fine alle limitazioni territoriali, e il nome del quartiere resterà nella storia internazionale della discriminazione. Quattro secoli dopo, il 1 aprile 1924, Adolf Hitler viene condannato, insieme ad altri compagni di partito, a cinque anni di carcere per aver organizzato un colpo di stato in Baviera; invece che porre fine al partito più famigerato della storia, il processo, in qualche modo, garantirà ai nazisti la visibilità nazionale che li porterà al potere nell’arco di pochi anni. Durante la prigionia – che si protrarrà per soli otto mesi – il futuro Führer scriverà il Mein Kampf, fondamento della sua ideologia politica. Preso il potere nel 1933, la bramosia di Hitler non si placa; il 29 marzo 1936 ottiene un soverchiante successo da parte della popolazione tedesca nel referendum per la militarizzazione della nazione e l’occupazione della Renania. Se il dato ufficiale del 99% non è del tutto credibile, è tuttavia certo che il partito nazista riceverà il pieno sostegno dei cittadini, aprendo la strada alla Seconda Guerra Mondiale.

Newsweek magazine del 19 aprile 1982 si riferisce alla risposta britannica all’invasione delle Falkland come “L’impero Colpisce Ancora”, con ovvio riferimento al secondo capitolo della saga di Guerre Stellari (credit: Newsweek Magazine).

Conclusosi il conflitto e raggiunto l’apice storico dell’epoca hippie, giunge alla fine una ben più piccola ma cupa storia oscura: il 29 marzo 1971, il processo californiano per il massacro di 4 persone nell’abitazione di Roman Polanski si chiude con la sentenza di morte per tutti gli imputati; Charles Manson, mandante degli omicidi, e gli esecutori materiali della strage, tutti nel braccio della morte in attesa di finire sul patibolo, se la caveranno con l’ergastolo grazie all’abolizione della pena capitale l’anno successivo. È invece un drammatico incidente quello che porta due Boeing 747 a scontrarsi sulla pista dell’aeroporto di Tenerife il 27 marzo 1977, provocando la morte di 583 persone a causa di un’incredibile concatenazione di eventi. Un attentato dinamitardo in aeroporto, unito alla successiva confusione, la disorganizzazione dello staff, la nebbia e un errore madornale del pilota porteranno alla più grande sciagura nella storia dell’aviazione civile. Due anni più tardi, in Iran, il 1 aprile 1979, un referendum popolare – facendo seguito alla rivoluzione nel paese – sancisce la nascita della repubblica islamica con una maggioranza di più del 99% dei voti (sarà un caso?); lo Scià di Persia sarà costretto all’esilio (in lacrime, racconterà la sua biografia). Il 2 aprile 1982, infine, le forze armate argentine iniziano l’invasione delle Isole Falkland (territorio britannico come l’isola di South Georgia, invasa il giorno successivo), prendendo rapidamente il controllo di un territorio di insignificanti dimensioni, 3.000 abitanti e molte più pecore. La risposta inglese non si farà attendere: il Primo Ministro britannico Margaret Thatcher invierà la flotta per riconquistare le isole, conseguendo l’obiettivo in meno di due mesi e mezzo.

STORIE INCREDIBILI

Un sesterzio romano raffigurante Didio Giuliano (credit: Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com, CC BY-SA 3.0)

UN IMPERO ALL’ASTA. L’onesto e pacifico imperatore romano Publio Elvio Pertinace, successore dell’imperatore Commodo (quest’ultimo romanzato oltre ogni misura nel film “Il Gladiatore“) viene assassinato il 28 marzo 193, nello stesso anno in cui è salito al potere. La sua morte giunge per opera delle guardie pretoriane, decisamente insoddisfatte della gestione avveduta e per nulla propensa a foraggiare la corruzione imperante fra gli ufficiali. Sono proprio le guardie pretoriane che, col cadavere di Pertinace ancora caldo, decidono di scovare un metodo per garantirsi sufficienti premi e regalie: mettono quindi all’asta il trono imperiale, per cederlo al ricco romano in grado di pagare la cifra più alta agli avidi soldati d’elite. Due facoltosi contendenti si affrontano a colpi di offerte al rialzo: Tito Flavio Sulpiciano, prefetto di Roma e fedele al precedente imperatore, e Marco Didio Salvio Giuliano, ricchissimo senatore originario di Mediolanum (la futura Milano). Quest’ultimo, con un rilancio stupefacente, arriva ad offrire a ciascun pretoriano un premio di 25.000 sesterzi – equivalente a 8 anni di paga – e diffonde la voce che il suo contendente brama vendetta verso gli assassini dell’amico Pertinace: conquisterà così il cuore corrotto della guardia imperiale. Didio Giuliano diverrà imperatore il giorno stesso, ma a caro prezzo: nell’arco di due mesi si troverà travolto da numerose rivolte nelle province, che non riconosceranno la sua autorità, e sarà decapitato dagli stessi pretoriani. Una fine indegna per un ancor più indegna ascesa al potere.

Aldo Moro in una delle prime fotografie scattata dai rapitori e condivise al pubblico.

LA SEDUTA SPIRITICA PER ALDO MORO. È il 2 aprile 1978, e da ormai 17 giorni Aldo Moro – ex Presidente del Consiglio e Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana – è ostaggio delle Brigate Rosse. Rapito in via Fani, a Roma, con un brutale assalto alla sua scorta (sono morti due carabinieri, Domenico Ricci e Oreste Leonardi, e tre poliziotti, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino e Francesco Zizzi), Moro è irrintracciabile: le forze dell’ordine, lanciate in una ricerca forsennata, non hanno sufficienti indizi per trovare il luogo della prigionia. Per questo motivo, Romano Prodi (che, entro pochi mesi, diverrà Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato del quarto governo Andreotti) e Mario Baldassarri, futuro Viceministro dell’Economia e delle Finanze dei governi Berlusconi II e III, e  si incontrano in provincia di Bologna nella villa di Alberto Clò (futuro Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato nel governo Dini) e, insieme a quest’ultimo – come diranno negli interrogatori mesi più tardi – con poca convinzione prendono parte, insieme ad alcuni conoscenti, a una seduta spiritica, utilizzando un piattino di porcellana come mezzo di comunicazione con l’aldilà. Due giorni più tardi, Prodi comunicherà alla sede del partito di Moro di aver ricevuto da un’entità, nel corso di quella seduta, le parole “Bolsena“, “Viterbo” e “Gradoli” come probabile indicazione del luogo in cui è detenuto il politico rapito; la polizia inizierà quindi una ricerca a tappeto nel paese di Gradoli, in provincia di Viterbo, non trovando tuttavia alcun riscontro. Solo nella seconda metà di aprile, per circostanze fortuite (l’intervento dei pompieri in un appartamento allagato), verrà scoperta una base delle Brigate Rosse in via Gradoli a Roma, dove ha vissuto Mario Moretti, regista del rapimento, non presente all’arrivo dei Vigili del Fuoco e delle forze dell’ordine. Non sarà d’aiuto: la seconda settimana di maggio, Aldo Moro sarà ritrovato assassinato in un’autovettura rubata, parcheggiata in via Caetani, non distante dalla sede nazionale della Democrazia Cristiana. Le indagini successive non sapranno mai spiegare l’origine di quel “Gradoli” nel corso della seduta, né se l’informazione sia giunta dall’aldilà, per caso o da una più semplice “soffiata” di uno dei partecipanti.

Il transatlantico Titanic fotografato il 2 aprile 1912, condotto dai rimorchiatori fuori dai i cantieri navali di Belfast.

L’INAFFONDABILE? È il 2 aprile 1912, e il più colossale transatlantico del pianeta esce dai cantieri Harland and Wolff di Belfast, nell’attuale Irlanda del Nord. Disegnato dal progettista Thomas Andrews per conto della White Star Line, questo gioiello del mare è lungo quasi 270 metri e i suoi motori hanno una potenza di circa 50.000 cavalli; è in grado di ospitare oltre 2.200 passeggeri, con un equipaggio di quasi 900 persone. Il nome non può che essere “Titanic“, fratello del già varato “Olympic” (e sarà seguito dal “Britannic“, originariamente previsto come “Gigantic“); il varo si dimostra un successo e la nave si prepara a raggiungere Southampton, da cui partirà 8 giorni più tardi alla volta di New York, stracarico di viaggiatori e di sogni. A non abbondare sul Titanic sono solo le scialuppe: delle 64 ospitabili, ne vengono installate solo 16 (più 4 pieghevoli). In una nave dotata, nello scafo, di 16 compartimenti stagni alti mezzo scafo, con paratie isolabili a caduta, in caso di emergenza, non c’è posto per ingombranti, antiestetici e superflui mezzi di salvataggio: il transatlantico è inaffondabile. La storia smentirà le aspettative: dopo solo quattro giorni dall’inizio del viaggio inaugurale, lo scontro notturno con un iceberg porterà lo spettacolare vascello in fondo all’oceano Atlantico; la presunzione dei progettisti costerà la vita a 1.518 persone, incluso lo stesso Thomas Andrews.

STORIA E TECNOLOGIA

Mary Mallon, fotografata nel 1909 durante l’isolamento al Riverside Hospital, nel territorio di New York.

DAL GAS SOPORIFERO A QUELLO RADIOATTIVO. Il 30 marzo 1842, Crawford Long, un giovane chirurgo e farmacista statunitense rivoluziona la medicina moderna, utilizzando per primo l’etere dietilico per narcotizzare un paziente prima dell’asportazione di un tumore al collo; sarà tuttavia un odontoiatra americano, William Green Morton, che, quattro anni più tardi, nel 1846, somministrando l’etere in un’operazione analoga, si prenderà il merito dell’invenzione, pubblicando più studi scientifici sulla narcosi. Il 27 marzo 1915, invece, Mary Mallon – un’immigrata statunitense di origine irlandese, di professione cuoca – viene messa in quarantena perché scoperta (per prima negli USA) come portatrice sana di febbre tifoide; non lascerà mai più la detenzione, morendo 23 anni più tardi per una polmonite. Se il 1 aprile 1976 è un giorno allegro per la fondazione di Apple Inc. a Cupertino (voluta da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne), è ben più inquietante l’evento accaduto il 28 marzo 1979, quando una perdita di liquido refrigerante nel reattore 2 della centrale nucleare di Three Mile Island, in Pennsylvania, provoca una parziale fusione del nucleo; l’incidente, pur rilasciando nell’ambiente una considerevole quantità di gas radioattivi (entrando nella top-5 delle classifiche degli incidenti nucleari più rilevanti della storia), non causerà vittime dirette, e l’effetto sulla salute della popolazione locale è ancora oggi considerato di lievissima entità.

La sonda Luna 10 ricorda molto i film di fantascienza degli anni ’60.

SONDE SPAZIALI ALLA RISCOSSA. È il 31 marzo 1966, e l’Unione Sovietica lancia da Baikonur la sonda Luna 10; alimentata a batteria, diverrà il primo satellite artificiale a orbitare intorno alla Luna, e, in occasione del XXIII Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, sarà utilizzata per trasmettere in differita (facendolo credere in diretta) una riproduzione dell’Internazionale comunista (suonato utilizzando degli appositi oscillatori installati nella strumentazione di bordo). Il 29 marzo 1974, poco meno di 8 anni più tardi, gli statunitensi raggiungeranno un primato più ambizioso, piazzando il primo satellite artificiale nell’orbita di Mercurio (il Mariner 10). Ancora 8 anni più tardi, il 30 marzo 1982, lo Space Shuttle Columbia conclude la sua terza missione atterrando al White Sands Missile Range, in New Messico: sarà l’unica volta, nella storia degli Shuttle, che non sarà utilizzata la Edwards Air Force Base in California o il Kennedy Space Center in Florida.

In copertina, una foto di Mercurio scattata nel marzo 1975 dalla sonda Mariner 10, a più di 5.300.000 di kilometri di distanza dal pianeta. Tutte le foto mostrate nell’articolo sono di Pubblico Dominio, salvo quando diversamente indicato nella didascalia.

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