18 Aprile 2024
Storia e scetticismo: gli anniversari

Storia e scetticismo: gli anniversari dal 22 al 28 agosto

Con la solenne introduzione delle parole di “I Have a Dream” pronunciate da Martin Luther King, di fronte a quasi 300.000 persone, il 28 agosto 1963 a Washington, raccontiamo qualcuna delle ricorrenze della settimana dal 22 al 28 agosto:

SCIENZA E TECNOLOGIA

Cominciando da uno degli anniversari per eccellenza del mondo scettico, il 28 agosto del 1845 in USA viene pubblicato per la prima volta “Scientific American”, una delle più antiche e prestigiose riviste di divulgazione scientifica, e che dagli anni ’60 ha il suo corrispettivo italiano ne “Le scienze”. Fondata da Rufus M. Porter la testata americana ha visto, fra gli innumerevoli autori, più di 150 premi Nobel – molti dei quali già autori prima di ricevere l’ambito premio. Fra i tanti, compaiono i nomi di Albert Einstein, Francis Crick, Linus Pauling e Jonas Salk (che – pur meritandolo – non ha vinto il Nobel, ma il suo Salk Institute for Biological Studies ha lavorato con sei di loro: Robert W. Holley, lo stesso Crick, Roger Guillemin, Renato Dulbecco, Sydney Brenner e Elizabeth Blackburn).

La copertina del disco ricoperto d’oro, del diametro di 12 pollici (30,5 cm.) che si trova all’interno delle sonde Voyager. Le immagini rappresentano con le istruzioni di utilizzo del disco, qualora siano ricevute da un’entità intelligente. Il disco all’interno riproduce saluti in 60 lingue, musiche etniche e vari suoni. NASA/JPL, Pubblico Dominio
La copertina del disco ricoperto d’oro, del diametro di 12 pollici (30,5 cm.) che si trova all’interno delle sonde Voyager. Le immagini rappresentano con le istruzioni di utilizzo del disco, qualora siano ricevute da un’entità intelligente. Il disco all’interno riproduce saluti in 60 lingue, musiche etniche e vari suoni. NASA/JPL, pubblico dominio

Ma è sicuramente più romantica la conquista dello spazio interstellare da parte della Voyager 1, la sonda che, partita dalla terra nel settembre 1977, il 25 agosto del 2012 ha lasciato per sempre il sistema solare. Grazie all’alimentazione termoelettrica a radioisotopi, Voyager 1 concluderà le ultime rilevazioni attive nel 2025, quando gli ultimi sistemi a bordo non avranno più sufficiente energia per operare; la sonda potrebbe però continuare a vagare nello spazio per un tempo indefinito.

COMPLOTTI E LEGGENDE

Restando nello spazio: drammatico è il complotto (sic) che si abbatte su Plutone il 24 agosto del 2006, quando l’Unione Astronomica Internazionale ridefinisce le caratteristiche di un “pianeta” e declassa il piccolo ma amatissimo sferoide allo stato di pianeta nano, peraltro superato in grandezza da Eris, l’oggetto spaziale causa, a seguito della sua scoperta nel 2005, della disputa di Plutone. Molto più terrestre è la vicenda in cui si trova il 22 agosto del 565 il monaco irlandese Columba di Iona, oggi uno dei santi patroni d’Irlanda, almeno secondo la Vita Columbae redatta da Sant’Adamnano (anch’egli di Iona) nel VIII secolo. Columba, sulle rive del lago di Loch Ness, incontra un gruppo di Pitti (un popolo locale) intenti a seppellire un uomo ucciso da una creatura che vive nelle scure acque del lago (in realtà, secondo il testo, del fiume omonimo).

Un’immagine di Plutone, ottenuta combinando I dati ricevuti da New Horizon nel luglio 2015, a 450 mila chilometri dal pianeta. L’area scura in basso a sinistra è chiamata “Chtulhu Regio”. Pubblico Dominio.
Un’immagine di Plutone, ottenuta combinando I dati ricevuti da New Horizon nel luglio 2015, a 450 mila chilometri dal pianeta. L’area scura in basso a sinistra è chiamata “Chtulhu Regio”. NASA/JPL, pubblico dominio.

Il monaco non si fa spaventare da quella che verrà interpretata come la prima testimonianza scritta della leggenda del mostro di Loch Ness, e dopo aver riportato in vita la vittima (oggi non si fanno più i monaci di una volta!), al grido quasi gandalfiano di “Tu non andrai più oltre”, costringe l’immensa bestia alla fuga.

Di ben altre “creature” si tratta, quando il 24 agosto 1998, Captain Cyborg – o meglio il professor Kevin Warwick, ricercatore all’Università di Conventry nel Regno Unito – si impianta nel braccio un chip RFID, un sistema digitale passivo per l’identificazione e la comunicazione di informazioni analogo a quello che viene oggi inserito per legge nella popolazione canina. Mentre gli studi iniziali di Warwick sono orientati allo sviluppo di tecnologie per il controllo di periferiche esterne (ad esempio, porte e luci), nasceranno in seguito degli usi commerciali dell’impianto di chip sottocutanei: ad esempio, al Baja Beach di Barcellona i clienti VIP potranno utilizzare già 5 anni dopo la tecnologia per l’ingresso nelle aree riservate e il pagamento delle consumazioni. Nonostante l’utilizzo umano degli RFID sia estremamente raro (e per nulla difficile da verificare), il complotto è servito: che siano gli Stati Uniti o l’onnipresente Nuovo Ordine Mondiale poco importa, arrivando, nei casi più estremi, anche a sposare il complotto dei chip sottopelle con quello dei vaccini, che sarebbero indispensabili solo come pretesto per l’inserimento occulto del RFID. Qualcuno direbbe “alla faccia della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Umanità!”. Quest’ultima – auspicandoci quindi che sia ancora valida! – prende a piene mani da quella che l’Assemblea Costituente francese approva il 26 agosto 1789. Chiamata la “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino”, è proposta dal Marchese De La Fayette, già noto prima di Garibaldi come “eroe dei due mondi” perché veterano della guerra d’indipendenza americana, dove ha combattuto insieme all’amico George Washington, come lui massone.

Il dipinto del 1989 di Jean-Jacques-François Le Barbier rappresentante la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Si noti “l’occhio della provvidenza”. Pubblico Dominio.
Il dipinto del 1989 di Jean-Jacques-François Le Barbier rappresentante la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Si noti “l’occhio della provvidenza”. Da Wikimedia Commons, pubblico dominio.

Questa caratteristica non è casuale: sia l’indipendenza statunitense che, in misura minore, la rivoluzione francese, sono portate avanti da personaggi vicini alla massoneria (sono massoni fra i tanti, anche Benjamin Franklin, Voltaire, Georges Danton, Luigi Filippo II di Borbone-Orléans e Mirabeau). Il legame con la massoneria di entrambi gli eventi è stato preso come pietra miliare del Nuovo Ordine Mondiale da alcuni sostenitori del complotto “demo-pluto-giudaico-massonico. E se, un secolo e mezzo più tardi, anche con la minaccia di questo complotto Hitler e Stalin hanno ottenuto un vasto consenso popolare, non si sono sentiti in dovere di annunciare, con la firma dell’accordo di non aggressione tra Unione Sovietica e Germania Nazista del 23 agosto 1939, alcune clausole per nulla irrilevanti – quelle sì, un complotto vero e proprio ai danni della Polonia. Il patto di non aggressione decennale firmato da Molotov e Von Ribbentrop sancisce infatti, in un protocollo secretato, che la Germania possa invaderla, a patto che sia adeguatamente spartita con l’Unione Sovietica, prevedendo che l’Europa sia divisa fra le sfere d’influenza delle due grandi dittature. Otto giorni più tardi, con il casus belli architettato dai tedeschi, inizieranno l’invasione della Polonia e la Seconda Guerra Mondiale. In meno di due anni Hitler avrà già infranto il famigerato accordo, invadendo anche l’Unione Sovietica; l’assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo) inizierà il 22 agosto 1941, a due mesi esatti dall’inizio dell’Operazione Barbarossa, e la battaglia di Stalingrado (Volgograd) l’anno successivo, il 23 agosto del 1942. Insieme all’assedio di Berlino del 1945, si tratta degli eventi bellici urbani più sanguinosi della storia, con milioni di morti fra militari e civili.

LA FORZA DELLA NATURA

Pur con qualche voce dissonante, gli storici concordano che si tratti del 24 agosto del 79 d.C. (“nove giorni prima delle calende di settembre”) quando, dopo qualche giorno di preoccupanti movimenti tellurici e a 17 anni da un grande terremoto che ha colpito tutta l’area, il Vesuvio esplode fragorosamente, scagliando pomice e cenere ad un’altezza di almeno 15 chilometri. Nell’arco di mezz’ora, analogamente a quelle di Oplonti e di Stabia, la città di Pompei – che si trova a 9 chilometri a sud-est – viene oscurata, poi colpita per più di 12 ore da un’incessante pioggia di detriti. L’aspetto dell’area abitata viene stravolta da una coltre spessa dai tre ai dieci metri che, consolidandosi, lascerà gli spaventosi calchi umani che dal 1863 in poi, Giuseppe Fiorelli e altri genialmente recupereranno colandovi il gesso.

Il calco di una vittima dell’eruzione. Foto di Sijo da Pixabay

Alla fine della prima fase eruttiva, Ercolano è intatta; il vento che tuttavia l’ha protetta dalla pioggia di pietre, non ferma il flusso piroclastico che si scatena dal cratere del Vesuvio. Un’infernale nube infuocata di gas, detriti e vapore si abbatte sulla città; gli abitanti colti in campo aperto vengono uccisi all’istante, mentre chi ha trovato riparo nelle case soffoca ben più atrocemente, respirando i gas roventi. Il 26 agosto 1883 è invece il turno del Krakatoa, nelle Indie orientali olandesi (oggi parte dell’Indonesia); l’attività eruttiva prosegue per un giorno, e il 27 agosto 1883 l’intera struttura del vulcano deflagra in quattro esplosioni consecutive nell’arco di 5 ore, devastando tutto arcipelago con detriti, nubi piroclastiche e onde di tsunami. Dopo un altro giorno di intense eruzioni, il vulcano ridurrà le emissioni, nonostante la continua fuoriuscita di lava per altri tre mesi, e gli studiosi dell’epoca potranno studiarne gli effetti non solo sul terzo di isola rimasto al di fuori delle acque, ma sull’intero pianeta, il cui clima sarà influenzato fino almeno al 1888. L’energia scatenata dal vulcano è stata calcolata come corrispondente a 200 milioni di tonnellate di tritolo – 4 volte la forza effettiva della bomba termonucleare (“Tzar”) più potente mai esplosa dall’uomo.

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