20 Aprile 2024
Dal mondo

L’ultimo segreto di Tutankhamon: la mummia di Nefertiti?

Nefertiti, vissuta tra il 1366 e il 1338 a.C., è verosimilmente la più nota tra le regine egizie. Tutti abbiamo visto il suo meraviglioso busto, conservato a Berlino. Nefertiti o, come si fece in seguito chiamare, Nefer-Neferu-Aton (bella tra le belle di Aton) regnò insieme al marito Akhenaton durante la XVIII dinastia, nel cosiddetto periodo Amarniano, durante il quale la capitale fu trasferita a Tell el-Amarna.

Non si sa molto della storia di questa regina, se non che diede ad Akhenaton sei figlie, tra cui una morì prematuramente. Non si hanno notizie di figli maschi e i successori di Akhenaton, Smenkhara e Tutankhaton (che più tardi modificò il suo nome in Tutankhamon) sono figli di un’altra moglie che divenne regina principale per un breve periodo: Kiya.

È certo che la regina giocò un ruolo chiave nelle riforme culturali e religiose attuate dal marito e che raggiunge un’importanza senza precedenti, venendo spesso raffigurata nell’atto di effettuare offerte ad Aton, con uno status praticamente equiparabile a quello del faraone. Sicuramente Akhenaton fu un marito affezionato, al punto che gli angoli del sarcofago in cui è stato sepolto erano impreziositi dal ritratto di Nefertiti, in luogo di quelli delle quattro dee tradizionalmente deputate a difendere la mummia.

Sono state avanzate molte teorie sulla sua morte e su dove venne sepolta, ma al giorno d’oggi non si sono ancora identificati, al di là di ogni dubbio, il suo corpo o quello dei suoi genitori e figli. In passato, alcune ricerche avevano suggerito che una della due mummie femminili rinvenute nel 1898 nella tomba di Amenhotep II potresse essere proprio Nefertiti. L’analisi del DNA ha permesso invece di stabilire che uno dei corpi (quello della signora anziana) era la madre di Akhenaton, e che l’altro era molto probabilmente quello di Kiya, madre di Tutankhamon.

Recentemente un archeologo britannico, Nicholas Reeves, ha avanzato l’ipotesi che il corpo della regina sia tuttora conservato all’interno di una camera segreta nella tomba di Tutankamon. Reeves, attualmente in forze all’Università dell’Arizona, è stato – tra l’altro – curatore del Dipartimento di Antichità Egizie al British Museum e curatore associato di Arte Egizia al Metropolitan Museum di New York.

La sua teoria si basa sui risultati di alcune indagini in situ e sulle immagini riprese dagli esperti di Factum Arte durante il progetto di documentazione fotografica della tomba di Tutankhamon. Le autorità egiziane hanno, infatti, commissionato la costruzione di una copia fedele della tomba originale (inaugurata nel 2014) per evitare ulteriori danneggiamenti causati dal flusso di turisti, e la società spagnola è stata incaricata di effettuare un rilievo fotografico completo. Studiando queste immagini, Reeves ha notato quelli che definisce degli “echi di caratteristiche” al di sotto degli stucchi murari. Questi “echi” mostrerebbero linee verticali sul muro occidentale della tomba, che corrisponderebbero alle dimensioni di una porta. La sua teoria è che qualcuno l’abbia murata e vi abbia quindi affrescato sopra in tempi antichi. Anche la pianta della tomba suggerirebbe la presenza di una camera in quella posizione e un altro muro mostrerebbe segni di un varco ora occultato.

Reeves fa anche notare come la tomba di Tutankhamon sia piccola, rispetto ad altre sepolture, e come per arrivare alla camera sepolcrale si debba svoltare a destra dal corridoio centrale, posizione solitamente riservata alle regine. La sua ipotesi è che questa tomba fosse in origine destinata a una regina e che la sepoltura di Tutankhamon vi avvenne solo in un secondo tempo. Una possibilità sarebbe che, data la morte precoce (a soli 20 anni) del faraone, non vi sia stato il tempo materiale di completare la sua tomba e che sia stata usata una tomba preesistente, magari della regina Nefertiti o di Kiya.

Zahi Hawass, egittologo di primo piano e già Ministro per le Antichità del governo egiziano, si dice però in disaccordo, sostenendo che non vi siano prove concrete a favore di questa tesi e che tutto il clamore che ha sollevato si spegnerà con un nulla di fatto. Hawass ha, nel 2000, supervisionato uno scavo nei pressi della tomba di  Tutankhamon basato su delle rilevazioni radar condotte da Reeves che indicavano la presenza di una camera sottostante, senza produrre alcun risultato.

Data la natura “televisiva” di Hawass (ricordiamo ad esempio la trasmissione di History Channel “A caccia di mummie”, nel 2010) e la sua tendenza a spettacolarizzare presunte scoperte, il fatto che sia tanto cauto in merito non sembrerebbe promettere bene per Reeves.

Importanti novità sono state annunciate in una conferenza stampa rilasciata il 17 marzo al Cairo, secondo quanto riportato dal National Geographic: un secondo set di rilevazioni radar sembra confermare la presenza di vani dietro ad alcuni dei muri della tomba, come annunciato dall’attuale Ministro per le Antichità egiziano, l’egittologo Mamdouh Eldamaty. Le rilevazioni indicherebbero non solo la presenza di camere murate, ma anche le sagome di alcuni oggetti, non immediatamente identificabili, al loro interno, che sembrano essere formati da materia organica. E quindi, forse anche la presenza di un corpo.

Stando così le cose, non abbiamo ancora dati per emettere una sentenza definitiva, ma certamente il fascino esercitato da questa potente e misteriosa regina resta intatto dopo oltre 3000 anni e nonostante l’evoluzione delle tecniche scientifiche applicate forse non avremo, almeno in tempi brevi, alcuna risposta. Lo stesso Hawass ha infatti pubblicamente dichiarato la sua completa opposizione ad eseguire scavi nella tomba di Tutankhamon per evitare di danneggiare i delicatissimi dipinti sulla base di una teoria le cui fondamenta appaiono essere poco stabili. Resta da capire come si porranno in merito le autorità egiziane competenti.

Aggiornamento – 30 aprile 2016

Il 17 marzo, alcuni rappresentanti del governo egiziano hanno annunciato che, secondo alcune recenti analisi radar, l’ipotesi della presenza di camere nascoste nella tomba di Tutankhamen sembra essere confermato. Grande scoperta in vista, quindi?
Probabilmente no. Esperti indipendenti, tra cui il professor Lawrence Conyers, uno dei massimi esperti dell’analisi radar in ambito archeologico, hanno commentato che i dati illustrati dagli egiziani non sono stati trattati in alcun modo e che non c’è alcuna evidenza di anomalie (che suggerirebbero la presenza di queste camere nascoste) nei tracciati radar da loro mostrati.

Potreste sempre fare un viaggio nella Valle dei Re e vedere di persona.

Foto di Nanne Tiggelman da Pixabay

2 pensieri riguardo “L’ultimo segreto di Tutankhamon: la mummia di Nefertiti?

  • “Nefertiti, vissuta tra il 1336 e il 1338 a.C.”

    cioè, Nefertiti è morta a 2-3 anni d’età (tra l’altro vivendo a ritroso nel tempo)? Li portava malino, se quello è il suo busto.

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  • Caro Delio,
    grazie della segnalazione!
    Ho provveduto a correggere l’errore sulla data di nascita che risulta essere il 1366 a.C.

    Saluti.

    Rispondi

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