Rubrica curata da fantascienza.com. Qui l’articolo originale.

Se non siete sobbalzati leggendo il titolo, forse non siete familiari con il concetto di Sfera di Dyson.

La Sfera di Dyson, ipotizzata dall’astronomo Freeman Dyson, è un ipotetico manufatto costruito attorno a una stella per raccogliere, tramite pannelli solari o simili, praticamente tutta l’energia emanata dalla stella. Si tratta quindi del prodotto di una civiltà avanzatissima. Ora rileggete pure il titolo e sobbalzate.

Naturalmente è un po’ di tempo che siamo abituati ad annunci della NASA che alludono a vita aliena per attrarre l’attenzione dei media. Tuttavia, mettendo bene in chiaro che l’ipotesi di vita intelligente ultraavanzata arriva per ultima dopo una lunghissima serie di altre ipotesi, resta il fatto che in questo caso si tratta di qualcosa di decisamente affascinante.

KIC 8462852 è una delle tante stelle osservate e catalogate da Kepler, l’osservatorio orbitale che si dedica soprattutto alla ricerca degli esopianeti. I nostri lettori hanno ben presente come si trova un esopianeta: si osserva una stella, e quando la sua luminosità cala si presume che un pianeta le sia passato davanti. In questo modo sono stati trovati migliaia di esopianeti.

KIC 8462852 ha variabilità nella propria luminosità. Qui però viene la parte interessante, perché queste variabilità sono molto superiori a quando si osserva di solito, anche nel caso di pianeti giganti. E soprattutto non sono regolari.

Gli autori di questa ricerca, Tabetha BoyajianJason Wright, hanno cercato di formulare teorie che potessero spiegare il fenomeno; un’altra stella (ma l’avremmo vista), nubi di detriti (ma avrebbero emesso infrarosso), comete e altro. Ma ognuna di queste teorie avrebbe dovuto essere confermata da altre osservazioni che invece non corrispondevano.

È saltata fuori quindi la teoria della Sfera di Dyson in costruzione, o comunque di qualche struttura costruita da esseri intelligenti. È un’ipotesi forse più azzardata di altre e probabilmente ce ne sono ancora tante da provare e smentire fino ad arrivare lì. Insomma, l’equivalente astronomico di “non è una piccola luna, è una stazione spaziale!”

Ci sarebbe, però, anche un metodo per tentare di comprovarla: puntare i radiotelescopi del SETI verso KIC 8462852 e vedere se si capta qualcosa di chiaramente intelligente.