16 Aprile 2024
Approfondimenti

Lysenko e altri truffatori scientifici di secondo piano

La presente traduzione è autorizzata da Skeptoid Media, Inc. sulla base dell’articolo originale a firma di Brian Dunning, pubblicato su SkeptoidCopyright Skeptoid Media, Inc. Si ringrazia Paolo Marco Ripamonti per la traduzione.

Consiglio per scienziati ciarlatani di oggi e domani.

Se avete un buona scorta di idee bizzarre, ma con un’apparenza di scientificità, un bel sorriso e un pazzo sogno di notorietà, ricchezze e potere, la prossima mossa è quella di scegliere il vostro sentiero verso il successo. Uno dei vostri modelli di riferimento potrebbe essere l’agronomo e pseudo-biologo Sovietico Trofim Denisovich Lysenko.

Lysenko è un fuoriclasse nel panorama storico dei manipolatori. Non si limitò a farsi amicizie influenti; assunse letteralmente il controllo di un intero ramo del governo Sovietico, decidendo l’allocazione delle risorse, ritardando di decenni lo sviluppo delle scienze agricole e genetiche, denunciando e, tramite il suo “sponsor” Iosif Stalin, facendo persino sparire gli oppositori della sua pseudoscienza ideologica. È indubbio che Lysenko, ad un certo punto, si sia trasformato in un mostro, ma non lo fu sin dall’inizio. Allo stesso modo non era totalmente privo di credibilità scientifica.

Trofim Lysenko nacque tra i contadini dell Ucraina, e venne educato all’Istituto di Agronomia di Kiev. Iniziò a fare ricerca in una fattoria in Azerbaijan, contemporaneamente all’ascesa dell’ideologia comunista, che all’interno dell’agricoltura Sovietica si manifestò specificatamente sotto forma della collettivizzazione forzata. Il giornale ufficiale del partito, la Pravda, lo ritrae come un ruvido produttore di miracoli, contribuendo alla creazione mitologica di un eroe proletario. Lysenko era “magro, con zigomi marcati e una folta chioma… un uomo dall’apparenza addolorata”.

La Pravda ci mette al corrente di come il giovane scienziato agronomo avesse “risolto il problema di come concimare i campi senza usare fertilizzanti e minerali”.

Sebbene questo “scoop”, pur ammettendo che fosse stato vero, non si mostrò ripetibile negli anni successivi, Lysenko aveva assaporato la fama e ben appreso come nutrire giornalisti affamati di storie, come imboccarli e far pubblicare il proprio lavoro. Quindi Lysenko giunse alla proprio svolta personale. Durante l’inverno del 1927/28, l’Ucraina soffrì la perdita di cinque milioni di ettari di grano invernale. Nessuno – incluso un folto gruppo di scienziati convocati per gestire la crisi – fu in grado di capire per che motivo fosse accaduto o come si potesse intervenire. L’inverno seguente fu anche peggiore, con la perdita di sette milioni di ettari di raccolto.

E qui entra in scena il contadino Trofim Lysenko, con un nuovo processo che chiamò Jarovizzazione, oggi conosciuto come vernalizzazione – letteralmente, causare la primavera. Un periodo di freddo seguito da un incremento della temperatura può scatenare, in alcune piante, fioritura e produzione di frutti. La vernalizzazione, quindi, consiste nell’inzuppare e poi raffreddare i semi per favorire la fioritura, e si tratta di un procedimento realmente impiegato. Il fisiologo vegetale tedesco J. Gustav Gassner aveva già vernalizzato la segale anni prima, ma Lysenko basò la propria gloria su questa tecnica.

Con la collaborazione del padre, trattò 48 chilogrammi di semi di grano che poi seppellì in un cumulo di neve per raffreddarli. Quando questi vennero seminati su un ettaro di terreno, assieme a del grano primaverile, il raccolto fu impressionante e fece notizia. Fino ad arrivare alle orecchie della Commissione Agricola dell Ucraina, che ordinò dei test su vasta scala.

In perfetto stile propagandistico tipico dell’era comunista, il Commissariato non attese nemmeno la fine dei test per annunciare alla stampa che il problema della morte del grano invernale era stato risolto. Nell’ottobre del 1929, Lysenko venne trasferito all’Istituto Centrale di Inseminazione Vegetale ad Odessa, il cuore della ricerca agronomica dell’Ucraina. Coll’ascendere del suo astro, si assistette alla caduta di quegli esponenti dell’establishment scientifico che consigliavano prudenza.

Quella stessa stampa che glorificava Lysenko definì come “demolitori” e “iper-cauti” tutti i dissenzienti, sostenendo che questi preferissero baloccarsi con belle teorie invece che focalizzarsi su soluzioni “pratiche”. Si avviò così una spirale autoalimentata di propaganda che alla fine collassò – ma solo dopo decenni. Nel 1931, Lysenko stava emergendo come un protetto dei quei commissari cui stava, letteralmente, togliendo le castagne dal fuoco.
Lysenko non sapeva realmente cosa stesse facendo, almeno sul piano scientifico. Il suo concetto di vernalizzazione era molto vago e i suoi esperimenti mal concepiti. Tuttavia il metodo produsse risultati e questo fu uno squisito combustibile per l’affamata macchina della propaganda Sovietica, tanto che scoppiò la Lysenkomania.

Nel 1935 Lysenko ebbe l’occasione di parlare con il compagno Stalin in persona, durante una riunione dei maggiori innovatori industriali; e quando si scusò per essere meglio come vernalizzatore che come oratore, Stalin lo interruppe con un “Bravo, compagno Lysenko!”. E qui la storia di Lysenko prese il volo. Produsse delle fantastiche proiezioni di massicci incrementi nella produzione agricola, derivanti dall’adozione delle sue tecniche, e spinse affinché si applicasse la vernalizzazione anche ad altri raccolti.

I suoi critici erano costretti a dissimulare o mostrare un tiepido supporto, semplicemente per salvarsi la vita. Non tutti, però. Alcuni continuavano a mettere in dubbio le sue visioni eccessive e non sostenute da adeguate prove, di una rivoluzione “agrobiologica”. Durante una conferenza scientifica nel 1936, i dibattiti tra esperti di genetica e sostenitori di Lysenko erano un chiaro presagio delle discussioni al vetriolo cui si assiste oggi sul tema degli OGM.
Lysenko non sapeva molto di genetica, né se ne interessava particolarmente. Metteva persino in dubbio l’esistenza dei geni, affermando che fosse la temperatura a guidare i tratti ereditari. Così disse Lysenko:

Neghiamo l’esistenza di corpuscoli, molecole di una qualche “sostanza dell’eredità” e, allo stesso tempo non solo riconosciamo, ma comprendiamo, a nostro avviso, in maniera incomparabilmente superiore a quanto lo facciate voi genetisti, la natura ereditaria, le basi ereditarie delle forme di vita vegetali.

Lysenko sosteneva che le piante trasmettono tratti alla discendenza in base alle esperienze fatte durante la propria vita, un concetto extra-genetico di transgenerazionalità già suggerito da Jean-Baptiste Lamarck e Ivan Vladimirovich Michurin. In altre parole, le persone sono perfettibili, basta che i genitori facciano pratica. Esatto, Lysenko era talmente pieno di sé da cancellare completamente la teoria della selezione naturale. Per questa ragione fu paragonato, da un genetista, ai sostenitori delle macchine del moto perpetuo.

Troppo tardi. Scienziati di tutto rispetto iniziarono a sparire dalle cariche di gestione, per essere rimpiazzati dai Lysenkisti o dallo stesso Trofim. Lysenko divenne presidente dell’Istituto di Genetica dell’Accademia Sovietica dell Scienze nel 1940, quando il suo predecessore, il botanico ed oppositore di lungo corso Nikolai Vavilov, venne arrestato e condannato a morte. Vavilov, un coraggioso precursore di quella che oggi chiamiamo permacultura, morì di fame in carcere. Molti altri affrontarono una sorte simile.

Da questo punto in poi, il terrore regnò sulla genetica Sovietica, con dozzine di scienziati “borghesi” arrestati e centinaia di altri costretti ad abbandonare la professione. Nel frattempo Lysenko continuava a propinare bizzarre idee, colpi di scena e folli affermazioni per restare al centro dell’attenzione: tutto debitamente documentato dai giornali di stato.

Nel 1948 Lysenko ottenne il completo controllo della biologia Sovietica, parte del “grande piano di Stalin per la trasformazione della natura”. Tenne un discorso magniloquente e auto-promozionale all’Accademia Leninista di Scienze Agrarie, un discorso che mischiava scienza, secondo la sua visione, con ideologia. Denunciò il darwinismo e i suoi sostenitori, dichiarò che i suoi metodi sperimentali erano notevolmente superiori alle decadenti dottrine occidentali ed annunciò il “trionfo finale” sulla genetica tradizionale.

Questo sarebbe stato il suo punto di massima ascesa. Con la morte di Stalin nel 1953, Lysenko continuò il normale lavoro sotto Nikita Khrushchev, ma il suo tempo stava volgendo al termine. Khrushchev non era Stalin e l’agricoltura Sovietica era ancora arretrata. Gli scienziati iniziarono ad uscire dalla macchia e porre in discussione Lysenko, ma il coinvolgimento ideologico era ancora troppo elevato per poter cambiare lo stato dei fatti.

Nel 1962, finalmente, gli scienziati cominciarono a avere libertà di criticare apertamente Lysenko, mostrando quanto pseudoscientifiche fossero le sue dottrine e denunciando le pressioni politiche esercitate sinora. Nel 1964, il fisico Andrei Sakharov condannò apertamente Lysenko in un discorso presso l’Accademia delle Scienze, dicendo:

Egli è responsabile della vergognosa arretratezza della biologia Sovietica e, in particolare, della genetica, delle proprie idee pseudoscientifiche, dell’avventatezza, della rovina dell’educazione, di aver diffamato, licenziato, arrestato e perfino fatto uccidere molti scienziati veri.

I media di stato colsero la palla al balzo e le storie su Lysenko iniziarono a spuntare, come grano vernalizzato dopo un lungo inverno. Quando venne deposto Khrushchev, nel 1964, gli esperimenti di Lysenko vennero sottoposti ad indagine e furono scoperte massicce frodi. Nel 1965 venne privato di ogni autorità. La rivista che aveva fondato, Agrobiologia, scomparve, Lysenko venne messo a tacere e cadde in disgrazia. Una delle sue prime vittime, il povero vecchio Nikolai Vavilov, venne più tardi riabilitato pubblicamente come eroe della Scienza Sovietica.

La storia di Lysenko e della sua ereditarietà trans-generazionale potrebbe terminare qui, se non fosse per l’avvento dell’epigenetica. Si scoprì infatti che fattori ambientali possono influenzare le caratteristiche della successiva generazione. Le donne che restano incinte durante periodi di carestia danno alla luce bambini sotto peso, che a loro volta generano una prole sotto peso, anche qualora una corretta alimentazione venga ripristinata. Anche alcune influenze comportamentali possono essere trasmesse. Dei topi condizionati ad associare un certo odore con scosse elettriche, producono una prole che ha, anch’essa, paura dello stesso odore.

L’influenza epigenetica si manifesta silenziando temporaneamente alcuni geni, senza modificarli. Alcuni composti di carbonio e idrogeno, chiamati gruppi metile, possono legarsi ai geni e sopprimerne l’espressione. Gli istoni stringono ed allargano il DNA, alterandone la disponibilità. Fenotipi, o caratteristiche fisiche non utili vengono temporaneamente soppressi, ma non come aveva immaginato Lysenko, dato che non sono alterati in modo definitivo. Queste “targhette” epigenetiche vengono aggiornate con la generazione successiva.

Se consideriamo i geni come hardware, l’epigenetica è il software. Agisce com un file autoexec.bat senziente, programmando un organismo e i suoi successori per avere successo nella vita.

A prima vista si potrebbe pensare che l’epigenetica – letteralmente: “al di sopra della genetica” – dia ragione a Lysenko. Non è così. L’effetto dell’epigenetica non altera in maniera fondamentale i geni, ma solamente la loro espressione. Evoluzione e selezione naturale restano sostanzialmente inalterate da questi adattamenti effimeri.
L’epigenetica è un ramo della biologia molto promettente e in rapida evoluzione, che promette buone potenzialità di creazione di nuovi farmaci e terapie. Non posso fare a meno di sottolineare che la ricerca scientifica (e non intuizioni, ideologie, slogan, cartelli di protesta, meme su Facebook o propagande di governo) è ciò che ci ha portato all’epigenetica.

Bene, qualora vogliate intentare una frode senza avere un dittatore amichevole che vi fornisca un intero ramo del governo, non disperate. Ci sono molti modi, tutti provati, per guadagnare sulla scarsa conoscenza scientifica del pubblico e moltissimi geniali truffatori da imitare. Potreste creare un prodotto miracoloso, come le piramidi energetiche degli anni ’70. A giorni nostri, potreste inscatolare gesso e segatura e venderli come un supplemento dietetico.

Se produrre qualcosa è troppo lavoro per voi, inventatevi qualcosa. La medicina alternativa non richiede molta fatica: basta un ufficio con un diploma incorniciato, un po’ di incenso e felci e una terapia con un nome accattivante, per far soldi grazie alla sfiducia verso i veri medici. Il marketing piramidale vi consente di far soldoni vendendo il diritti di vendere le vostre carabattole, quali che siano – molti di più che realmente vendendole.

Ma perché brancolare nel buio? Per fare davvero i soldi dovete accalappiare una star o, meglio, una superstar. Scientology può contare su un plotone di star pronte a versare denaro in cambio di una spiritualità molto fantascientifica. Deepak Chopra è un ospite fisso di Oprah Winfrey, dove blatera di New Age a milioni di rapiti telespettatori. Poi abbiamo il Dr. Oz. Non è certo un Lysenko, ma questo medico-stregone ha scoperto e messo in vendita un numero maggiore di diete miracolose e fenomeni paranormali di quanto abbia fatto l’intera scienza medica tutta insieme.

Anche se il commercio non fosse proprio la vostra arma forte, avete altre opzioni. C’è sempre quello che è stato definito la “Hollywood dei familiari di Washington, D.C.”: produttori di integratori alimentari che fanno generosi versamenti a politici ottenendo, in cambio, di essere esenti da regolamentazioni.

La storia è piena di trafficoni che si affiancano a personalità di spicco. Non forniranno buoni consigli, ma sicuramente sprecano tempo e denaro di tutti. Il monaco guaritore russo Grigori Yefimovich Rasputin conquistò la fiducia dello Zar Nicola II e della Zarina Alexandra, arrivando a esercitare una certa influenza sull’aristocrazia. Eppure, come descritto da Alison Hudson in Sekptoid 432, le cose non presero una bella piega. Alcuni decenni più tardi, il medico personale di Hitler, Tehodor Morell, faceva ingurgitare diverse pillole e somministrava iniezioni di vitamine ogni giorno a “Der Fuhrer”, facendolo sentire Hitlerifico. Si ritiene che queste iniezioni contenessero metanfetamine, il che potrebbe spiegare parecchie cose. Nei ruggenti anni sessanta, “Il Magico Alex” Mardas, un bislacco inventore, sbalordì John Lennon con fantasiosi dispositivi e pazze idee, come la vernice per diventare invisibili, o come l’idea di insonorizzare lo studio dei Beatles con un campo di forza. Sebbene i fisici stiano lavorando su alcune, limitate, forme di invisibilità, questo non riabilita certamente “Il Magico Alex”, come l’epigenetica non riabilita Trofim Lysenko.

La lezione da tenere a mente è che i truffatori “scientifici” vengono, prima o poi, scoperti come tali e la fama di cui godono si tramuta in cenere. Se siete davvero intelligenti e volete farvi un nome negli annali della scienza, perché non mettete a frutto il vostro potenziale e fate vera ricerca? Prendete Trofim Lysenko e gli altri truffatori come un modello negativo, da non seguire. Quando la verità si abbatte sulle loro buffonate, la vera scienza prosegue imperturbata e voi potete contribuirvi.

Foto: Trofim Lysenko, da Wikimedia Commons, pubblico dominio

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