18 Aprile 2024
Il terzo occhioNews

10:23 – Un’occasione per fare informazione sull’omeopatia

Domani, sabato 5 febbraio alle 10:23 molti scettici in tutto il mondo si daranno appuntamento nelle piazze per suicidarsi omeopaticamente. La campagna è nata in Inghilterra lo scorso anno per protestare contro una grossa catena di farmacie, la Boots, che aveva deciso di iniziare a vendere i farmaci omeopatici dopo anni di opposizione. Al motto di “Omeopatia, non c’è niente dentro” gli scettici trangugeranno le pasticche omeopatiche e lo faranno alle 10:23, ora che rappresenta il numero di Avogadro, in un simbolico gesto estremo che dovrebbe sensibilizzare la popolazione sull’inesistenza di molecole di principio attivo in quel tipo di rimedio.

Qui sul sito dell’iniziativa trovate tutte le informazioni, la distribuzione geografica delle manifestazioni e potete seguire su Twitter in tempo reale gli eventi.

Noi non siamo per i “gesti estremi”, ma ci piace farci domande e abbiamo voluto cogliere lo spunto della campagna per fare un po’ il punto della situazione sull’omeopatia. Che cosa c’è nei boccetti omeopatici? A che punto è la sperimentazione sull’efficacia di quei trattamenti? Qual è il punto di vista della scienza? Funzionano? Davvero? Qual è il giro d’affari del mercato omeopatico? Quali sono i possibili rischi dell’affidarsi a quel tipo di cure?

Per l’occasione, le redazioni di Query e di OggiScienza (il magazine online di Sissa Medialab) hanno unito le loro forze e lunedì usciremo con uno speciale congiunto scritto a moltissimi polpastrelli che proverà a rispondere a queste e altre domande.

Vi aspettiamo numerosi.

Foto di Detlev Cosler da Pixabay

37 pensieri riguardo “10:23 – Un’occasione per fare informazione sull’omeopatia

  • Aspetto lo speciale, soprattutto per avere un po’ di materiale stampabile e non dover ricorrerre al prestito dei miei preziosissimi numeri di S&P o di Query ai personaggi che credono (ancora) nell’omeopatia!

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  • Query, posso essere sincero, forse brutale? Anche l’inchiesta più approfondita, spassionata e obiettiva non riuscirà a convincere coloro che si affidano al numero di Avogadro. Così come non ci si riesce con l’evoluzione, il riscaldamento globale e l’idea che i vaccini causino l’autismo (e mille altre cose). Ho sentito decine e decine di interviste ai negazionisti di tutti i tipi; alla domanda “C’è qualcosa che possiamo dire che vi potrebbe convincere di avere torto?” la risposta è sempre un “No!” enfatico. Non si farebbero convincere da niente, e allora perché sforzarsi? Per convincere me o, come dicono gli inglesi, preaching to the choir? Ne vale la pena, o è solo un esercizio di razionalità estrema e senza speranza?
    Ciao

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  • Marco, siamo una rivista che tenta di fare informazione su cose che normalmente vengono trattate con superficialità o con non ben dichiarati interessi a alimentare il mystero. Non abbiamo la pretesa di convincere nessuno. Di sicuro non ci interessa parlare con l’omeopata incallito o con il negazionista fanatico. Forniamo informazioni controllate e il più possibile rigorose con l’idea di mettere nel calderone anche un punto di vista diverso. Punto, niente di più.

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  • <i>non riuscirà a convincere coloro che si affidano al numero di Avogadro</i>
    Non è detto. Non è che le persone possano assumere solo due stati 0 e 1.
    Ci sono infinite condizioni intermedie, per cui una informazione ben fatta può aiutare a chiarire le idee e magari a far abbandonare la “irrazionalità” di turno, che magari è stata abbracciata solo perché è l’unica campana che ci sia stata occasione di sentire.
    Semmai, il problema è definire cosa sia “informazione ben fatta”, dato che un certo modo di comunicare può essere efficace con cert’uni ma inutile con altri e viceversa. Probabilmente esistono strategie comunicative tese a massimizzare i risultati, ma su questo taccio, perché la mia ignoranza, in questo campo, è perfetta.
    Poi ci sono quelli che sanno la Verità. Hanno solo certezze e considererebbero anche solo il dubitare un tradimento verso sè stessi e una debolezza, quindi non lo faranno mai.
    E, peggio ancora, diventano propagatori presso i conoscenti di queste Certezze.
    In realtà mi sarebbero venuti in mente alcuni modi per contrastare questi ultimi, ma sono tutti previsti e pesantemente sanzionati dal codice penale, e non si possono applicare.
    L’unica è abbandonarli al loro destino, e sperare che la selezione naturale agisca per conto della società.

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  • @Marco: io non ho mai convinto nessun duro e puro (e nemmeno ci tengo), però c’è una marea di persone che non è stupida e che è disposta almeno ad ascoltare. Bene x quelle persone è giusto avere qualcosa da argomentare e presentare x evitare che si ripetano altre Clara Palomba!
    Byez

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  • @ “Non abbiamo la pretesa di convincere nessuno. Di sicuro non ci interessa parlare con l’omeopata incallito o con il negazionista fanatico”.
    CI ho messo un po’ a capire quest’approccio (guarda cosa ti fa l’età!). Non si può dire che sia d’accordo, ma certo è lodevole e commendevole. Non è ironico o sarcastico, lo penso veramente. Non vedo l’ora di leggere il tutto.
     

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  • Forse i cospirazionisti fanatici non si convinceranno, ma gli “aperti al dialogo e dubbiosi” magari sì. Fra il bianco e il nero c’è un’ampia zona grigia, e credo che il Cicap si rivolga prevalentemente a quella. E’ ciò che è successo a me con gli OGM: sono partita da una posizione forse un po’ preconcetta, ma legittimamente dubbiosa; poi leggendo e discutendo sono riuscita a dissipare molti dei miei dubbi, e a costruirmi un’opinione quanto meno informata. E quindi evviva la divulgazione scientificai!

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  • @genesis61
    Ottima risposta. Infatti Io non ho fatto nessun commento pro e contro ho solo dato il link.
    Ma anche Silvio Garattini è fra i cattivi. Eppure c’era anche lui ,e non ha detto che non esiste ha solo detto bisognerà studiare. Tutto qui.
    Comunque se certa gente dice che l’aids non esiste basterebbe fargli una trasfusione e vedere l’effetto che  fà.  D’altronde la scienza vuole le sue vittime.Giusto?

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  • Straquoto Beatrice , fornire SEMPRE  informazioni controllate. E grazie CICAP.

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  • Il CICAP è un punto di riferimento in Italia quando si tratta di smascherare imbroglioni e ciarlatani nel campo delle scienze occulte e paranormali, ma quando esce da questo seminato finisce spesso su campi minati dove rischia di deflagrare la sua stessa credibilità.
    Il CICAP comprende i principi dell’omeopatia quanto quel professore svizzero – pioniere dello studio sulla dinamica dei gas a velocità supersoniche negli anni ’30 e ’40 – comprendeva le ali del calabrone quando cominciò ad occuparsene. La storia vuole che durante una cena questo scienziato ebbe una conversazione con un collega biologo il quale gli pose la domanda fatidica: “che proprietà aerodinamiche avevano le ali dei calabroni per permettere loro di volare”. Lo scienziato fece alcuni rapidi calcoli, immaginando che le ali di questi insetti fossero lisce e prive di increspature. Le conclusioni furono sorprendenti: in base ai calcoli, i calabroni non dovevano essere in grado di sostenersi nell’aria!
    Quello scienziato aveva però l’onesta intellettuale di capire che aveva fondato il proprio ragionamento su postulati erronei e alla fine si accorse che l’errore risiedeva nella sua assunzione di partenza: come un esame al microscopio gli aveva confermato, le ali di questi insetti non erano affatto lisce. Infatti il calabrone per volare sfrutta vortici e turbolenze create dal velocissimo movimento delle sue ali rugose.
    Son passati due secoli da quando è nata l’omeopatia, e il CICAP continua pedissequamente a metterla in discussione appellandosi ai principi della Fisica-Chimica classica. Tra l’altro in questo modo manca di rispetto ai tanti medici di base seri e preparati che hanno accolto l’omeopatia (integrandola e non contrapponendola all’allopatia) perché hanno verificato che funziona, così come tutti i pazienti che si curano con farmaci omeopatici, che della vostra iniziativa possono soltanto sorridere. E chiunque conosca un minimo i principi dell’omeopatia non può che sorridere.
    Darsi dell’intelligente über alles e dell’ingenuo credulone a tutti gli altri, come farete oggi con la vostra iniziativa, è atteggiamento da scettico integralista, non dà scienziato che vuole comprendere.
    In altre parole, lo ripeto, bene e benissimo fate a smascherare cialtroni e impostori del paranormale e ve ne siamo tutti grati, ma cercate di capire che l’omeopatia non ha le “ali lisce” della chimica ai tempi di Avogadro e decidetevi a studiarne e comprenderne rugosità, vortici e turbolenze.

    L’iniziativa che avete organizzato oggi serve a chi già crede che l’omeopatia sia una bufala: a confermargli la autosuggestione di avere ragione e che abbia torto chi prescrive e usa l’omeopatia: mutatis mutandis mi vengono in mente i banchetti del Popolo della Libertà.
    Cordiali saluti
    Brani in corsivo da “Scacco matto alla Scienza?” di Andrea Albini – CICAP

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  • P.S. Pronto a ritrattare tutto e a porgere 1000 scuse, se nello speciale che uscirà domani vedrò dato altrettanto spazio ai pro quanto ai contro l’omeopatia. Cordialmente.

    Rispondi
  • @Marco Ferrari:
    Approfitto dei tuoi interventi per fare qualche precisazione.
    – Il CICAP, come è stato già detto, non si rivolge né a chi è scettico, né a chi crede nel paranormale, ma a quella vasta fascia di persone che stanno nel mezzo, hanno dei dubbi e vorrebbero capire meglio.
    – Il nostro scopo non è far scomparire le superstizioni o le credenze paranormali, ma fare un’opera di educazione al metodo scientifico e alla razionalità. Non vorremmo un mondo dove nessuno crede nel paranormale, ma un mondo dove ognuno crede in quello che vuole, ma ci si confronta sulla base dei fatti e si adopera lo spirito critico a 360°.
    – Non promuoviamo alcuna ideologia, se non quella molto basilare del realismo scientifico.
    E’ un lavoro a lungo termine di cui è difficile misurare l’efficacia (cosa che provoca discussioni infuocate tra gli stessi soci del CICAP), ma siamo convinti che ne valga la pena.

    Rispondi
  • @ Daniele:
    Il problema è che per verificare se l’omeopatia funziona o no non bastano le esperienze personali (pur rispettabili) degli omeopati e dei loro pazienti; servono dei metodi un po’ più rigorosi, che ai tempi di Hahnemann non esistevano. Ne parleremo domani nello speciale.

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  • @Marco Ferrari
    Ti ringrazio per le precisazioni. Non ho nulla contro il CICAP, anzi. Ho solo l’impressione che ha volte travalichi i suoi compiti statutari e più che difendere la vera Scienza tenda a sostituirsi ad essa. Aspetto il vostro speciale che leggerò con atenzione. Ma aspetto soprattutto che la Scienza ampli le proprie conoscenze al punto da scoprire i principi dell’omeopatia.
    Sono d’accordo che “non bastano le esperienze personali” ma… qual è allora la posizione del CICAP rispetto alla psicanalisi? Tanto per fare un esempio.
    Insomma, quello che voglio dire è che a volte bisognerebbe avere l’umiltà di dire “funziona, ma non so spiegare perché”, piuttosto che “non so spiegare perché funziona… perciò non funziona”.
    Su una cosa però siamo senz’altro d’accordo, al mondo serve il dialogo e la sintesi tra conservatori e rivoluzionari, non la contrapposizione.
    Un saluto a tutta la redazione di Query

    Rispondi
  • @daniele: Il tuo ragionamento sarebbe perfetto… se solo l’omeopatia funzionasse davvero. Ad oggi, non esiste prova che i prodotti omeopatici siano migliori del placebo, e il fatto che molta gente li utilizzi non è garanzia del loro reale funzionamento. Nel momento in cui si dovesse accertare che un prodotto omeopatico funziona meglio di un placebo, allora si passerà a cercare di capirne il meccanismo d’azione. Quel giorno però sembra ancora lontano.

    Rispondi
  • @Alberto
    Quello che non condivido è accostare l’omeopatia ai truffatori del paranormale. In questo il CICAP non fa un buon servizio e genera – temo – confusione più che chiarezza. Citi l’effetto placebo… se non erro ci sono studi attendibili che dimostrano che il placebo funziona quanto e meglio del farmaco. E senza effetti collaterali. Comunque, preferirei tornare sull’argomento dopo aver letto lo speciale di domani.
    Ciao

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  • P.S. Che il placebo funzioni come il farmaco dipende dall’atteggiamento del paziente naturalmente…

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  • @daniele: Non credo esistano studi di questo tipo, anzi tutti i farmaci sono approvati per la vendita solo se risultano più efficaci del placebo. Sarei alquanto scioccato se dovessi trovare uno studio del genere. Poi, personalmente credo che nei casi in cui il prodotto omeopatico si è già rivelato essere paragonabile ad un placebo sia del tutto adeguato il paragone con altri “venditori di fumo”. Domani si vedrà.

    Rispondi
  • @Alberto
    “Sarei alquanto scioccato se dovessi trovare uno studio del genere.”
    Mi sembri quasi fermo al pensiero positivista del XIX sec. Anche i fisici classici rimasero scioccati quando spuntò fuori la quantistica. Tornando al placebo, devi accontentarti di un copia incolla da wikipedia, ho letto varie volte di studi del genere ma non mi sono conservato le fonti:
    Per delle patologie con una rilevante componente psicosomatica (p. es. emicrania o insonnia) l’analisi di prove “in cieco” dimostrano un effetto placebo fino all’80% con un valore medio tra il 35 ed il 40%, variabilità che in misura rilevante dipende (ma non solo) dalla patologia. Anche negli studi in doppio cieco si può dimostrare che, raddoppiando la dose di placebo (che pure è privo di attività specifica), si ottiene un effetto terapeutico superiore a quello indotto da una dose minore.
    L’effetto placebo è riscontrabile anche in patologie organiche come l’artrite reumatoide, l’osteoartrite o l’ulcera peptica e persino in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico. In alcuni interventi di cardiochirurgia, o in artroscopia, o anche attuati in soggetti sofferenti di dolore addominale persistente, sottoposti a precedenti interventi sull’addome per rimuovere le aderenze, la terapia chirurgica fasulla (sham operation) ha prodotto gli stessi benefici di quella vera. Moerman sottolinea come non si tratti solo di un effetto di suggestione ma di una risposta biochimica, ormonale e immunitaria del corpo, in risposta al significato attribuito dal soggetto all’atto terapeutico. Il meccanismo biochimico riguardante in particolare la placebo-analgesia è illustrato nel libro di Giorgio Dobrilla (Placebo e dintorni) e in quello di Fabrizio Benedetti (La realtà incantata).
    Comunque veramente. Leggiamo ‘sto benedetto speciale di domani e commentiamo su quello.
    Buona giornata
     

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  • @Alberto.
    Se ha la possibilità , legga questi articoli su LE SCIENZE  500 in DVD:
    n 78 del 1975  ,  n 165 del 1982 , n 355 del 1998
    Con la chiave di ricerca “placebo”.
    Comunque i prodotti omeopatici hanno un grande limite, è difficile se non impossibile stabilire se dentro esiste o no il rimedio omeopatico voluto  , sta solo alla serietà della ditta. Inoltre un’altro punto a sfavore è il sistema di conservazione del prodotto(ad es se messo vicino a un motore elettrico o forno a micronde) Per chi è scettico queste cose sono chiaramente assurde, ma vi posso assicurare che chi usa una tecnica chiamata Palming riesce con un buon allenamento a scoprire se il rimedio è funzionale ,anche verso il paziente.
    Ribadisco non ho niente contro la medicina allopatica, e non sono un fanatico dell’omeopatia. Uso entrambi all’occorenza . Come dire, dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
    PS anche le proteine a secondo come sono girate sono funzionali o no. Ma per scoprire come sono  non serve l’analisi chimica ma semmai la luce polarizzata.
     
     
     

    Rispondi
  • @daniele: E’ chiaro che per una malattia con una rilevante componente psicosomatica, una cura “psicosomatica” può essere altrettanto efficace di un farmaco; inoltre, l’effetto placebo è presente in praticamente tutta la medicina, ti rimando a questo post su Medbunker: secondo la testimonianza, il placebo era in grado di tenere a bada addirittura un linfoma:
    http://medbunker.blogspot.com/2011/02/la-mente-il-cancro-il-misterioso.html
    Diversamente sarebbe se si scoprisse che un placebo è più efficace che so, dell’ibuprofene per curare il mal di testa.
    @Marco I: Non ho quei DVD, ma cercherò di procurarmeli in qualche modo. Mi piacerebbe invece che qualcuno, prima o poi, proponesse ad un omeopata di fare una prova in doppio cieco per dimostrare che è possibile distinguere un prodotto omeopatico da una boccetta d’acqua. Non so se qualcuno l’abbia già fatto, ma credo sarebbe un esperimento molto interessante.

    Rispondi
  • @Beatrice
    LOL! il prof. Magnetti che ricopiava con zelo sulla Stampa testi altrui e li firmava con il proprio nome, oggi se la prende con te e Oggi Scienza per articoli passati (che travisa, e pazienza), e per quelli di domani. La sostanza non c’è e già ha fatto effetto…
    @Alberto
    esperimenti anche più complessi, fatti da omeopati – e altri con “terapie in attesa di fondamenti” – insieme ai ricercatori in tutto il mondo, dal 1998 sopratutto al NCCAM-NIH. Nessuno ha mai trovato un effetto superiore a quello del placebo e la prima raccomandazione del Centro nazionale americano è_ “Non usare l’omeopatia in sostituzione di una terapia convenzionale comprovata”.

     

    Rispondi
  • @Alberto .
    Le farò sapere per la prova a doppio cieco. Ma non necessariamente sono omeopati quelli che usano il palming.
     

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  • @Oca sapiens: sii un po’ più precisa su questo “centro nazionale americano”. Che cavolo è? Dove ha sede? Quanti iscritti ha?Quanto al suicidio omeopatico: i rimedi omeopatici che manifestano importanti effetti collaterali sono quelli ad altissime diluizioni. Un tubetto di Arsenicum album diluito solo alla 5 CH, che mi pare sia stato quello inghiottito da una massa di buontemponi scettici l’ ultima volta, difficilmente fa vedere importanti effetti fastidiosi a qualcuno. Provate a procurarvi Sepia in goccie, o Sulfur, parimenti in gocce, diluiti alla 18 LM (diluizioni cinquantamillesimali secondo il metodo di Korsakov) o a diluizioni ancora maggiori, tipo la 50 LM. Non è facilissimo, ma le farmacie vicine ai più importanti e seri Omeopati delle maggiori città li hanno o Ve li procureranno in pochi giorni. (Non dovrebbero darVeli, però, senza ricetta medica. Fatevi afre una ricetta da Salvo Di Grazia). Una volta che riuscite a procurarVeli, prendetene sette goccie al giorno per una settimana, in un gruppo di almeno dieci scettici. Io non Ve lo consiglio, ma è l’ unica modo per farVi sbattere la testa contro insopportabili effetti collaterali causati da una diluizione che non dovrebbe, secondo miopia chimica, avere alcun effetto, tanto è “inesistente” il principio attivo contenuto.

    Rispondi
  • @Aldo Grasso
    Bella sfida, speriamo che l’accettino. Anche se si attacchebbero al fatto che su qualcuno l’effetto è evidente e su altri meno… potrebbero persino dichiararsi vittime di un fenomeno di suggestione di massa cicapica! 🙂

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  • @ Aldo Grano
    @Daniele
    Non scherziamo con l’effetti. Io ho fatto venine una colica alla pancia a mia moglie, solo dandogli Nux Vomica a 30 ch.
    No  ha mai avuto coliche prima, e neanche dopo. Solo in concomitanza del assunzione del rimedio.
    Inoltre da buona scettica che è mia moglie, non sapeva neppure che cosa  gli avessi fatto assumere.
    Si potrebbe obbiettare che gli avessi fatto assumere qualcosa solo perchè gia soffriva di qualcosa, in effetti soffre di ernia iatale ma ne soffre ancora e in quel momento non aveva particolari sintomi .
    PS Per ora non ha chiesto il divorzio.

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  • <i>No  ha mai avuto coliche prima, e neanche dopo. Solo in concomitanza del assunzione del rimedio.</i>

    Magari era il giorno in cui è nata la figlia di Gianna Nannini (che non era mai nata nè prima nè dopo), o della morte di Sandra Mondaini (stesse condizioni).
    Veramente portentosa (e forse pericolosa) questa omeopatia.

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